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Autore: mrs_1direction    18/08/2013    7 recensioni
Allison è una ragazza di 17 anni che vive a Doncaster con sua madre, mentre suo padre è morto quando lei era ancora neonata.
Una notte in discoteca le è bastata per conoscere un ragazzo che le fa perdere la testa e che fa di tutto per farla cadere a i sui piedi, e che la protegge dal male che le fa il suo ragazzo. Il nome di questo ragazzo è Louis.
I due ragazzi non sanno cosa aspettarsi e saranno costretti a vivere il loro amore di nascosto. Il loro desiderio è che un giorno il mondo li accetterà per il loro amore, ma a costo di un grande sacrificio e molto dolore.
Non voglio anticiparvi troppo. Spero vi piaccia, un bacio, ciaooooo!!!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6
Sono passati quattro giorni dall'ultima volta che ho visto e sentito Louis.
Non posso più vivere in questa condizione.
Non mi risponde a telefono e sono molto preoccupata.
Ho lasciato un'infinità messaggi in segreteria, finchè non ho chiamato a casa e mi ha risposto Troy, ma lui non era in casa.
Mamma è uscita da poco e dovrebbe tornare tra un'ora circa. Dovrei riuscire ad andare a casa sua e tornare prima che lei arrivi.
Preso il cellulare faccio un salto fuori, accendo la macchina e parto.
Sto superando il massimo di velocità e spero che non incontri i vigili.
In poco tempo sono arrivata a casa di Louis e la luce della cucina e accesa e si sente il volume della televisione alto. Lui ha il vizio della televisione ad alto volume. Forse è lui dentro in casa.
Tanto vale bussare e aspettare che qualcuno mi apra.
Sono rimasta molto delusa dopo l'arrivo di Troy alla porta.
 
'Ciao Troy'
'Coao Allison! Cerchi Louis?'
'Si. È in casa?'
'No, mi dispiace. È uscito qualche ora fá'. No molto come informazione.
'E sai dove è andato?'
'No, non me l'ha detto'. Difficile pensare che sia vero, dal momento che Troy e Louis hanno un buon rapporto padre e figlio. Sicuramente lui avrà detto al padre di non dire niente nel caso fossi passata io o qualche altro suo amico.
'Ok. Fra quanto tempo dovrebbe tornare?'
'Non so. Ha detto che aveva da fare e che non sarebbe tornato a pranzo. Tutto qui.' Pensava di fregarmi? Lui a me? Puáá...
'Va bene..non fa niente. Grazie comunque Troy. Ciao.'
'Ciao.'
 
Perchè tutto questo?
Perchè mi fa questo?
È ancora arrabbiato per quello che è successo due sere fà?
Cosa dovrei pensare adesso?
Non vuole più vedermi?
 
La testa mi fa male per tutte le domande che sta formulando e sento di poter scoppiare da un momento all'altro.
Sto per versare un mare di lacrime ma forse è meglio di no. Se mi annebbio la vista rischio di fare un incidente, e poi non posso farmi vedere così da mamma.
Sono appena arrivata a casa e cominciò subito a cucinare e indosso qualcosa di più comodo per stare in casa.
Due minuti e la macchina di mamma parcheggia in garage.
 
'Hey tesoro'
'Ciao mamma'
'Cucini?'
'Si. Ti piace questo'
'Mhhh....promette bene.' E sale di sopra.
 
Triiiii, triiiii.....il cellulare continua a suonare. È Jade.
 
'Ciao Allison. È una vita che non ti sento, come và?'
'Male.'
'Wow, che entusiasmo. Cosa è successo? Ancora Tyler? O Louis?' 
Mi ero quasi dimenticata di Tyler. Non lo vedo da giorni e lui é l'ultimo dei miei pensieri attualmente.
'Louis. Sono giorni che non mi risponde e sono anche andata a casa sua ma lui non c'è mai.'
'Allora distraiamoci un pó. Sta sera c'è una festa nel locale vicino casa mia. Vuoi venire?'
'A che ora?'
'Le 10:30 Pm. Co saranno tutti i nostri amici, dai vieni'. Mi sembrava una bella idea. 'Va bene', risposi 'Vieni da sola o io e Jasy ti passiamo a prendere?'
'Credo di venire da sola. Conosco bene la strada.'
'Ok, allora a dopo. Ciao!!' Sembrava entusiasta.
***
Salgo in macchina anche se con il vestito che ho messo mi risulta difficile. Un abitino azzurro corto e luccicante. Arriva sotto il sedere.
Forse è anche esagerato ma stasera ho voglia di scatenarmi e lasciare tutto alle spalle.
Arrivo in discoteca e da lontano vedo Jade e Jessy, sedute al balcone.
Voglio andare da loro peró vorrei prima andare sul cubo a ballare. Salgo e appena attacca una musica effervescente la mia serata comincia.
Eccola.
Mi scateno. Tutti mi guardano con occhi spalancati ma non ci faccio tanto caso. La testa comincia a girarmi. I numerosi coctel di questa sera cominciano a farsi sentire.
Corto in bagno a vomitare. Adesso mi sento svuotata e le gambe deboli. 
Esco dal magno dopo aver lavato la faccia e masticato qualche mentina per coprire l'onore rivoltante di alcool e vomito mischiati insieme, ma il mio fisico reagisce sempre peggio.
Gli occhi cominciano a bruciarmi e vedo tutto doppio e sfocato. La testa mi rimbomba un pó per tutte quelle schifezze che ho ingerito e un pó per la musica ad altissimo volume. La prima peró è più convincente.
La testa gira.
Sento due persone attorno a me.
'Hey, tutto bene?' Non riuscivo ha vedere la sua faccia per bene, ma da quello che riuscivo a capire era alto e con i capelli castano chiaro, mentre l'altro aveva i capelli neri ed era un pó più basso, più o meno qualche centimetro in meno a me, al contrario dell'altro che mi sovrastava.
'Hai bisogno d'aiuto?' Domandó l'altro, cioè il basso.
'Forse è meglio se ti portiamo in macchina e ti riaccompagnamo a casa. Vivi qui vicino?'
'Non molto, ma è facile arrivarci', ammisi con la voce dolorante.
Sentivo i loro occhi lussuriosi ed eccitati addosso. Volevo dividerei da loro ma ero confusa.
Arrivammo dietro la discoteca. Sentivo le loro mani stringersi sulle mie gambe esili e abbronzate e scivolare veloci sul mio seno.
'Peró, sei terribilmente eccitante' disse uno dei due.
'Si, ma credo che tu sia molto meglio senza niente addosso' disse l'altro.
'No! Lasciatemi! Lasciatemi stare! Aiutooooo! Aiuto, perfavore! Aiuta...! Stavo finendo di parlare quando sentii qualcosa di appiccicoso sulla bocca. Era un pezzo di scock. Non potevo più parlare. Mi sentii due mani forti bloccarmi le braccia. Era talmente forte da provocarmi lividi a forma di dita sul braccio. Mentre uno mi teneva le braccia ferme l'altro mi strappó il vestito di dosso e mi sfiló la biancheria intima da dosso. 
Io cercavo di urlare ma tutto quello che usciva dalla mia bocca erano dei piccoli gemiti.
Rimaneva solo la sottoveste da eliminare. In un gesto veloce riconobbi il ragazzo alto che mi strappava la sottoveste. Adesso ero del tutto nuda e il mio desiderio era quello di svenire e svegliarmi due giorni dopo così da non sentire più il dolore fisico e mentale e la vergogna di quello che stava succedendo.
Mentre i due ragazzi stavano procedendo nel loro intendo avvicinandosi al frutto del loro desiderio, un ombra si mosse veloce dietro di noi. I due ragazzi alzarono di scatto lo sguardo.
'Che cazzo state facendo!?', urló lo sconosciuto dietro di noi, prendendo per il collo della maglietta scollata il ragazzo bruno e alto che mi aveva spogliato.
'Hey amico, sta calmo. Ci stavamo sono divertendo con questa puttanella di quartiere. Ti vuoi unire a noi?'
Gli occhi del ragazzo che aveva preso per la maglietta il ragazzo alto erano neri.
'Cosa cazzo hai detto?', domandó mentre il ragazzo basso che mi teneva ferma lì guardava terrorizzato.
'Oh amico allora sei proprio ottuso! Ci stavamo solo divertendo con....' Ma non finì neanche di parlare che quei muscoli contratti sferrarono un pugno su uno zigomo del ragazzo alto che cadde a terra con il naso sanguinante e un occhi fatto male.
Fu solo il primo di una lunga serie. Si sedette su di lui e cominciò a tirarci numerosi pugni in faccia. Al quarto pugno il ragazzo sotto di lui respirava a fatica e aveva il sangue che gli usciva da tutte le parti, dal naso, dalla bocca e da uno zigomo.
Si alzò dal corpo dolorante di lui e lo prese di nuovo per il collo della maglietta ormai insanguinata.
'E allora? Hai ancora il coraggio di ripetere quello che hai detto?'
Mentre la rissa continuava il ragazzo basso che ancora mi teneva ancorata per terra mi lasció scappando via terrorizzato.
Avevo avuto il tempo di vedere quello che stava accadendo e di riconoscere i volti dei due protagonisti della lotta che stava avvenendo davanti ai miei occhi.
Vidi le pupille nere per la rabbia del ragazzo con le nocche piene di sangue. Era Louis.
Poi la voce del ragazzo alto sotto di lui parló: 'E tu stai facendo tutto questo per difendere quella puttana? Quella ha solo bisogno di essere sfruttata. Io me la sarei fatta e poi te l'avrei riportata. E tu che speri tanto in lei. È solo una puttana. Tu non l'hai vista filtrare con tutti i ragazzi qui dentro ma io si. Lascia la perdere. Puó essere solo sfruttata'
Mentre parlava continuava a tossire.
Louis fu accecato ancora di più dalla rabbia e continuó a picchiarlo fin quando il ragazzo non perse i sensi.
'Louis' dissi con la voce bassa e dolorante e piangendo. Lui si sedette vicino a me.
'Alli' disse abbracciandomi.
'Ti devo portare via di qui'.
Ero nuda, senza neanche la biancheria intima e rischiavo di morire di freddo.
Louis si tolse la giacca e me la mise sulle spalle, poi prese quello che rimaneva del mio vestito e me lo avvolse attorno alla parte bassa del mio corpo a mó di gonna.
Mi portó fino alla macchina e mi mise a sedere nel lato passeggero.
'Louis, dove andiamo?'
'A casa mia'
'Ma io voglio andare a casa mia.'
'Non se ne parla. Tua mamma non può vederti in queste condizioni. A casa mia non c'è nessuno, mio padre è uscito'
Non esitai e dopo qualche minuto...
'Non ti sei fatto vivo per giorni. Dov'eri?'
Non rispose subito e guardó avanti.
'A pensare. Avevo bisogno di forze per affrontare il tuo rifiuto e volevo stare un pó da solo senza nè vedere nè sentire nessuno. Neanche mio padre sapeva esattamente dov'ero. Gli avevo solamente detto che me ne sarei andato da qualche parte da solo e se avesse chiamato qualcuno io non c'ero. Dovevo pensare.'
'E dove sei stato?', chiesi.
'A casa di un'amico. Lui non c'è mai in casa perchè lavora dalla mattina alla sera e mi ha prestato la casa. Lui infondo veniva solo la notte quindi mi aveva prestato la camera che era di suo fratello quando ancora vivevano insieme.'
'Sei stato bene lì?', chiesi.
'Bè quel posto mi ha aiutato a pensare, peró poi ho capito che senza di te non avrei potuto vivere e allora sono tornato. Mio padre mi ha detto che mi avevi chiamato numerose volte...'
'Sono anche venuta a casa'
'Si, lo so. E sono andato subito a casa tua e tua mamma mi ha detto che eri in questo locale.'
Ero distrutta e me mentre parlava mi stesi meglio, ma i miei occhi si chiusero.
***
Aprii gli occhi e vidi l'orologio che segnava le 4:30 Pm. Avevo dormito per qualche ora.
Alzai la testa e mi vidi distesa sul letto matrimoniale di casa Tomlinson. Le luci erano spente e io ero ricoperta da un lenzuolo che avvolgeva il mio corpo totalmente nudo. Sul comodino alla mia destra c'era il contenuto della valigetta di primo soccorso con bende, cerotti, e cose così rovesciato interamente. 
Alzai ancora di più la testa ma faceva male e così mi stesi di nuovo.
Vidi Louis entrare.
'Ciao, piccola. Ti sentì meglio?' Chiese sedendosi vicino a me.
Ero ancora stordita e quando cercai di alzarmi lui mi abbassò e mi fece stendere nuovamente.
'Allison, è meglio se non ti muovi troppo o rischi di toglienti i cerotti che ti ho applicato addosso.'
'Sono ridotta così male?', chiesi.
Sospiró e... ' Tu per me sei sempre bellissima'
'Cosa mi sono fatta di preciso?'
'Hai lividi sulle braccia a forma di dita e delle ferite sulle gambe e poi...'
Perchè si era bloccato? Non capivo?
'E poi? Cos'ho?'
S'incupì in viso e poi ammise..
'Hai numerosi lividi in mezzo alle gambe, nell' inguine e...'
'Ah. Bè effettivamente mi fa male'
Mi guardava con quei suoi occhi protettivi che mi davano una senza zone speciale e mi facevano dimenticare tutto quello che era successo.
'Forse è meglio che tu dorma adesso'
'No. Non ho sonno.'
'Allora cosa vuoi fare?'
'Parlare con te. In particolare voglio chiedenti una cosa.'
Cosà?' Chiese sbuffando.
'Cosa intendevi quando ha detto che non mi avrai dato tregua'
Lui fece un risolino e poi rispose.
'Allison, io non ho mai amato nessuna come amo te e non vorrei mai perderti, anche perchè so che anche tu provi lo stesso per me, anche se non vuoi ammetterlo, ma io lo so. Ho provato a dimenticarti ma è stato tutto inutile. Più cercavo di allontanarti da me e più ti avvicinavo. Perció,cara Allison, devi sapere che d'ora in poi io non ti lasceró un minuto fin quando tu non ti rassegnerai al fatto che noi due siano fatti l'uno per l'altro e che ci apparteniamo.'
Ero rimasta a bocca aperta.
'Ah, capito'
'Cos'altro vuoi sapere?'
'Niente, peró resta con me qui. Stenditi.'
Si stese di fianco a me.
'Ho freddo. Abbracciami.
Mi abbracciò e finalmente sentii il calore sulla mia pelle.
Ero pronta a non staccarmi più da lui.
Aveva ragione. Noi eravamo fatti per stare insieme. I nostri corpi non potevano stare lontani e io sentivo di amarlo.
Stavo per addormentarmi poi mi venne in mente una cosa.
'Louis'
'Mhh'
'Come fai a sapere che ho dei lividi in mezzo alle gambe?'
La sua risata si estese per tutta la camera.
  
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