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Autore: Eleven    23/02/2008    15 recensioni
"Sei pazzo? Ci guardano tutti!"
"Che guardino. - sibilò. Poi mise su un'espressione furba che piacque poco alla riccia - Ne ho bisogno ora." ripetè ricordando le parole di lei della sera prima.
La Granger arrossì istantaneamente e con una piccola spinta lo allontanò da sé.
"Vedi di prendere meno in giro, che di certo non ti sei sottratto. - borbottò - Dobbiamo andare a lezione."
Draco si accigliò appena, guardandola riprendere il passo dietro agli altri Grifondoro.
"E immagino che a te la voglia di seguirla non passi mai, eh?" le chiese all'orecchio raggiungendola.
"Esatto." rispose piccata.
"Non c'è nessuna speranza di indurti a saltarla?" sussurrò mellifluo.

(Dal capitolo 28) - Introduzione modificata.
______30° ed ULTIMO CAPITOLO POSTATO_______
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Eccovi il nuovo capitolo. Sono felice di vedere che questa ff piaccia così tanto, preferiti e letture aumentano ad ogni capitolo, ma mi piacerebbe che lasciaste qualche recensione in più… mi spiego: molti l’hanno aggiunta ai preferiti, ma alcuni l’hanno anche tolta, ed altri non hanno più recensito.

Mi farebbe piacere sapere: non vi piace più la storia, avete sempre meno tempo, o c’è qualcosa che non vi piace nella piega che sta prendendo la ff al momento?

E’ importante, per un autore, sapere queste cose. Vi auguro buona lettura invitandovi come sempre a visitare il mio profilo, in particolare chi segue SnA.

La lettera.

Il fumo riempiva la sala comune di Serpeverde, così come il rumore incessante delle scarpe sul pavimento.

Blaise non ne poteva più, i suoi polmoni chiedevano aria e la sua testa pietà.

“Nervosetto, Dray? Che hai?”

“Mm... un po’” ammise il biondo.

“Hermione non collabora?” chiese divertito Zabini.

“La Mezzosangue lasciala dove sta” disse continuando a camminare in cerchio dietro al divano su cui Blaise stava seduto.

“Problemi? Non eri con lei, stamattina? E smettila di fare l’anima in pena, che ci fai un solco, là dietro!”

“Stamattina era tutta presa da quei casini con Potter” bofonchiò senza ascoltarlo e continuando a girare in tondo come un ossesso.

Il moro si svegliò dalla breve catalessi in cui era caduto fissando le fiamme del camino.

“Quali casini?”

“Ah, non ne ho idea!”

“Perché non glielo chiedi?” propose tranquillo Blaise fregandogli la sigaretta dalle mani mentre passava davanti a lui.

“Che cosa?” chiese fingendo di cadere dalle nuvole.

“Non fare il finto tonto, si vede lontano un miglio che vorresti aiutarla” fece solenne il moro.

“Io? Stai scherzando! I Malfoy non aiutano nessuno!” ripetè Draco come una poesia studiata a memoria.

“Sì, come non si innamorano” mormorò Blaise osservando distrattamente la sigaretta fra le sue dita.

Il biondo si fermò dal sua folle girare, gli occhi ridotti a due fessure.

“Come? Blaise se stai insinuando qualcosa dilla chiaramente”

“A buon intenditor, poche parole!” disse il ragazzo alzandosi.

“Che??” sbottò Draco confuso.
“E’ un proverbio babbano, Dra.” Rispose, ridendo degli occhi sgranati dell’amico.

“Lo ribadisco, tu e la Mezzosangue siete allucinanti.”

“A proposito di Hermione, ti consiglierei di riflettere. Ci vediamo dopo in Sala Grande,Dray.”

Detto questo, il moro salutò con un breve cenno della mano e lasciò la sala comune, nonché un Draco particolarmente confuso e vagamente irritato.

Un insistente e chiaro scampanellio costrinse gli studenti che ancora stavano mangiando il dolce a vederlo scomparire dalle loro tavole, e gli altri a smettere di parlare.

“Attenzione, per favore!” risuonò la voce austera della McGranitt. “Nel prossimo quarto d’ora tutti i professori lasceranno la Sala Grande. Vi prego di organizzare questi gruppi di studio al meglio: riteniamo che siate abbastanza responsabili da fare da soli, cercate di non deludere questa nostra aspettativa, anche perché infine ricadrà su di voi, il risultato di questa iniziativa. Potrete disporvi come meglio credete, basta che le coppie stabilite si trovino allo stesso tavolo e possibilmente abbastanza vicine. Buon lavoro, ragazzi.”

Dopo un breve applauso, la Sala Grande fu invasa dal brulichio dei ragazzi che si apprestavano a raggiungere i loro compagni delle altre casate. Harry Potter si avvicinò alla tavolata Serpeverde, dalla quale Pansy non sembrava volersi alzare.

Con il viso rivolto al soffitto, l’aria di chi snobba chiunque gli si avvicini, la ragazza lo ignorò finchè Harry non fu precisamente davanti a lei.

“Hai intenzione di rimanere lì ancora per molto?”

Vedendo che la moretta non rispondeva, le si avvicinò ancora e sedendosi sulla panca riprese:

“Sei ancora arrabbiata per l’altro giorno?”

Pansy sollevò un sopracciglio, voltandosi irritata verso di lui.

“Secondo te?” Harry sospirò lievemente divertito.

“Pansy cerca di capirmi, era appena successa una cosa… - si bloccò un attimo, poi riprese - Io non posso essere il ragazzo presente che probabilmente vorresti, la mia vita non è così. Mi succedono un sacco di casini, e non voglio fartelo pesare anche perché tu con queste cose non centri proprio niente, ma non posso farci nulla.”

Ora la ragazza stava per scoppiargli a ridere in faccia.

“Frena Potter, frena! Pensi che non le sapessi, queste cose? A me va bene così. Solo cerca di rispondermi meglio, ok? Non sono una bambola da usare solo quando ti pare.”

Nonostante il tono usato, il volto della ragazza era disteso, ed Harry si lasciò andare quando la vide sorridere.

“Perdonato, quindi?”

“Ad una condizione.” Harry corrugò la fronte, indeciso se provare curiosità o confusione.

“E sarebbe?”

La mora distese la bocca sottile in un sorriso malizioso: “Che tu faccia taaanta Trasfigurazione con me, abbiamo bisogno di esercizio!”

Sul viso di Harry comparve un ghigno degno di un Serpeverde prima che coprisse le labbra di lei con le sue.

“Ora dobbiamo fare quella vera, di Trasfigurazione - ridacchiò quando si furono staccati - ma dopo… credo proprio che la Stanza delle Necessità sarà libera.”

Contemporaneamente, Hermione arrivò alla tavolata, dove ormai si era radunata almeno metà degli studenti interessati.

“Allora, cominciamo?” chiese pimpante.

“Tu puoi anche cominciare!” replicò Daphne Greengrass con tono ovvio.

Hermione la fissò confusa mentre la bionda raccoglieva le sue cose.

“Esercitatevi pure, io ho altro da fare - mormorò ambigua - buona serata!”

“Immagino” sibilò Draco irritato.

“Non farci caso - disse invece Blaise conciliante - non è terribile, ma quando non ha voglia di fare qualcosa non c’è verso” concluse sorridente.

La riccia rimase un attimo indecisa sul da farsi, poi alzò le spalle e tornò a rivolgersi agli altri.

“Cominciamo?”

“Ma certo, Mezzosangue” rispose Draco svogliatamente.

“La Parkinson sarà d’accordo” decretò Ron.

“Come?” chiese accigliata Hermione mentre la ragazza in questione alzava gli occhi dai libri di Trasfigurazione che stava tirando fuori.

“Ma sì - continuò il rosso - ha sempre così voglia di fare esercitazione extra!”

Hermione trattenne a stento una risatina mentre sul volto di tutti i Serpeverde si delineava lo stesso ghigno.

“Immagino” ripetè per la seconda volta Draco, mentre Harry voleva sprofondare.

Dopo un’ora di studio e tentativi pratici, il rumore di passi veloci sempre più vicino li distolse dalle loro occupazioni.

Poco dopo, la sagoma sorridente di Ginny Weasley fece la sua comparsa nella Sala grande, dirigendosi poi verso i compagni di Casa.

“Herm! - disse quando fu a portata d’orecchio - c’è una lettera per te, è arrivata in dormitorio!”

“Grazie” sorrise cortese la riccia, mentre la piccola Weasley si rivolgeva agli altri.

“Che fate di bello?”

“Weasley, ma vivi in un castello delle fate?!” sbottò Malfoy.

“Ehm, quello che voleva dire Draco - intervenne Blaise vedendo l’espressione confusa della rossa - è che la McGranitt ne parla spesso. Stiamo studiando Trasfigurazioni in gruppi di studio organizzati - spiegò - teoricamente siamo divisi in coppie ma in pratica è Hermione che aiuta tutti, vero Herm?” concluse sorridendo.

Ma Hermione non rispose.

Tutti si girarono a guardarla, e la videro fissare con occhi vuoti la lettera, pallida come un lenzuolo.

Tutto ciò che accadde dopo, la riccia non riuscì a percepirlo. In meno di un minuto, svenne tra le braccia di Draco.

* Spazio dell’autrice *:

Eccovi il nuovo capitolo, mi sembra di essere tornata parecchio indietro con lo stile e mi scuso ma proprio non veniva fuori diversamente.

Spero abbiate letto in cima, e non ho molto altro da dire.

Purtroppo non ho il tempo di rispondervi singolarmente ma ringrazio in particolare will80 perché spero di stare compensando in questo periodo tutti gli accidenti silenziosi mandati finora ^__^

Vi avviso che questa ff sta volgendo al termine, ho previsto altri 5 o 6 capitoli prima della fine, sempre che non mi venga qualche idea diversa. Se volete dirmi ‘Non sai cosa questo significhi per me’… beh, provate a pensare a cosa significhi per me. La mia prima fanfic quasi completa…

Ringrazio come sempre chi recensisce le Shots, aspetterò ancora un poco, per vedere se se ne aggiungono altri, poi scriverò le risposte ai commenti.

Grazie mille a chi vorrà rispondere al quesito che ho posto all’inizio, mi sembra assurdo che di 90 e passa persone che l’hanno tra i preferiti, così pochi abbiano qualcosa da dire.

Baci,

HermyKitty

   
 
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