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Autore: percabeth2000    18/08/2013    2 recensioni
Alis è una figlia di Eris. Ben presto dovrà affrontare un pericolo, lo stesso che sta minacciando anche il Campo, insieme a Nico di Angelo e a qualche altro semideo ce la faranno a sconfiggere il nemico?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV.ALIS

Quando ebbi finito di far le presentazioni Ruel mi chiese di nuovo quale fosse il mio allenamento speciale, non sapevo cosa fare perché non volevo mentirgli ma non volevo neanche spaventarla. Fu Nico a salvarmi. (quel ragazzo inizia a starmi sui nervi …)

“Alis deve potenziare i suoi poteri, appena sarai più grande farai anche tu questo allenamento però ora pensa ad imparare come usare la spada” gli disse abbassandosi per guardarla negli occhi.
Sembrava essere più sincero e calmo con Ruel rispetto a come lo era con Desmond, con lui era più freddo e distaccato anche se comunque molto gentile ed educato.

“Dovrei andare a chiamare Chiara per l’allenamento, ci vediamo dopo, tu vieni con me?” chiesi a Nico.

Si rimise in piedi e mi annuì prima di salutare con un cenno i miei fratelli.

“Allora, chi sarebbe questa Chiara?” mi chiese dopo avermi raggiunto ed essersi affiancato a me.

“Manchi da molto al Campo vero? Non ti ho mai visto da quando sono arrivata …” gli dissi, abbassò il capo e quindi decisi di rispondere alla sua domanda “E’ una figlia di Apollo”

“E perché ti dovrebbe aiutare?” mi chiese.

Mi fermai di colpo puntando i miei occhi nei suoi. Già … perché mi dovrebbe aiutare? Lei è mia amica ma lui perché mi aveva aiutata? Neanche mi conosceva … e poi cosa significa perché ti dovrebbe aiutare? Non sono poi un mostro.
Sentivo montarmi la rabbia, pessimo segno visto che ero figlia di Eris, più rabbia avevo più diventavo irascibile e propensa a gettare caos.

“I tuoi occhi …” mi disse Nico. O no, già a quei livelli? Quando divento così i miei occhi diventano rosso sangue, credo sia un modo per gettare più paura nelle menti dell’avversario.
Distolsi lo sguardo prima di fare qualunque cosa e scossi un po’ la testa per levarmi quei pensieri dalla testa anche se sapevo che prima o poi sarebbero tornati.
Il tragitto era breve  e lo passammo nel più totale silenzio finché non raggiungemmo la porta della casa di Apollo. Avevo già bussato quando Nico aprì la bocca per dirmi qualcosa, subito la richiuse appena una ragazza bionda dai capelli corti e gli occhi marroni venne ad aprirci : Chiara.

“Ehi! Che bello vederti. Ti serve qualcosa?” mi salutò. Con tranquillità gli spiegai la situazione e le chiesi se poteva aiutarmi.

“O certo, non è la prima volta che mi confonderesti le idee. Ti ricordi di quella volta che ti ho fatta arrabbiare? Eri talmente arrabbiata che ti sono diventati gli occhi rossi e poi …”Chiara era così, se c’era una cosa che non doveva assolutamente dire ecco che salta fuori con una delle sue frasi.

Diedi una veloce occhiata a Nico per capire la sua reazione, mi stava fissando ed io distolsi lo sguardo per l’imbarazzo. Che gli avrei detto se mi avesse chiesto perché mi ero arrabbiata? Che poi quella non era solo rabbia ma anche confusione, stupore e timore.
Timore perché avevo paura di fargli male, perché avevo paura di non essere in grado, perché avevo paura di deludere le aspettative e di non riuscire a ringraziare abbastanza quel ragazzo che mi aveva dato fiducia anche senza conoscermi.

“Allora, andiamo?” chiese Chiara spezzando la tensione.

Ci incamminammo verso l’arena ed io continuavo a sentirmi gli occhi scuri di Nico puntati addosso dietro di me. Fortunatamente l’arena era vuota, odiavo restare con troppa gente.

“Siamo fortunati oggi eh asociale?” disse Chiara rivolgendosi a me. Cosa avevo detto prima? Ah sì, dice tutte le cose che gli altri non dovrebbero sapere.
Ed ecco che puntualmente arriva lo sguardo interrogativo di Nico, in risposta scrollo le spalle come se niente fosse ma ecco che la mia amica arriva ad interrompere i miei piani di chiusura discorso.

“Ecco devi sapere che alla mia amica non piace stare con troppa gente, dove c’è troppo caos. Le piace di più stare da sola oppure con poche persone, l’unica folla che riuscirebbe a tollerare sarebbe una folla di animali”

“Grazie per la fiducia, anch’io ti voglio bene Chiara. Allora iniziamo?” chiesi desiderosa di iniziare (almeno sarebbero stati zitti)

“Faccio io dai, così il poverino qua vede cosa sai fare” si offrì Chiara e inevitabilmente mi spuntò fuori uno strano ghigno di vendetta.

Nico si mise poco distante da noi ed iniziò ad osservarci. Anche se volevo vendetta non volevo far male a Chiara e perciò provai un semplice approccio. Telepaticamente inizia a parlarle confondendola, iniziai a distruggere le sue certezze anche se solo quelle più semplici. La lascai in quello stato per sì e no un minuto e poi la riportai alla “normalità”.

“Che hai fatto di preciso?” mi chiese Nico, sembrava veramente interessato.

“Ci sono più stadi, io le ho solo scombussolato le idee”

“E se ti arrabbi?” mi chiese ancora, sapevo che sarebbe arrivata quella domanda.

“Le diventano gli occhi rossi e può provocare dolore” gli rispose Chiara, sapeva che non amavo dirlo.

Neanche in un solo momento quegli occhi scuri si erano staccati dai miei. Non era uno sguardo accusatorio, era uno sguardo strano, non riuscivo a decifrarlo.

“E per scombussolare le idee, leggi nella mente dell’avversario?” mi chiese.

“No, devo sapere qualcosa. Potrei anche …” mi bloccai di colpo. Questo nessuno lo sapeva, solo Chirone e probabilmente gli dei, neanche Ruel e Desmond  ne erano al corrente.

“Potresti anche …” incalzò Chiara.

Trassi un respiro profondo “ Se mi arrabbio, tanto, e gli occhi mi diventano rossi il dolore che provoco non è tanto fisico quanto psicologico. Se mi concentro riesco a penetrare nei pensieri delle persone ma solo se sono davvero molto arrabbiata. E’ successo una sola volta quando ero piccola con la proprietaria dell’orfanotrofio.
Quella volta che mi sono arrabbiata con te” dissi rivolgendomi a Chiara “non era niente, per questo preferisco rimanere in un posto tranquillo, evito  di arrabbiarmi”
I minuti seguenti passarono nel silenzio più totale mentre ognuno rifletteva da solo.

“Credo che per oggi basti così no?” dissi e senza aspettare una risposta mi diressi verso il bosco, dovevo schiarirmi le idee.
Mi piaceva passeggiare sotto gli alberi, guardare tutte le sfumature di verde, di marrone, di grigio e tutti i colori dei petali dei fiori. Su di me aveva un effetto rappacificante.
Sobbalzai nel sentire una mano sulla mia spalla, un brivido mi percorse tutta la schiena e senza bisogno di girarmi capii a chi apparteneva.

“Ehi” mi disse.

“Ehi” risposi.

“ Ti capisco sai?”

“Non puoi capirmi Nico”

“Lo vuoi sapere perché ho accettato fin da subito di aiutarti?” mi chiese.

Certo che lo volevo, era la domanda che mi tartassava il cervello più di tutte e quindi annuii.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Spero che il capitolo vi piaccia,non so bene come è uscito quindi lascio a voi il giudizio. A presto.
percabeth2000
  
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