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Autore: Ortceps    19/08/2013    1 recensioni
Ho avuto un padre, ma mai un papà e una madre che mi ha amato più di quanto amava mio padre e questo ha fatto si che la sua ira incombesse su di me.
Solo quando l’uovo rosso si è schiuso davanti a me ho dovuto rinunciare alla mia convinzione di morire in quelle segrete, non volevo servire Galbatorix.
Scrivo perché voglio lasciare una memoria di me con inciso tutto quello che subirò, non per essere biasimato come una povera vittima, voglio solamente lasciare un ricordo di chi sono ora prima di cambiare; cambierò e ho paura di diventare come mio padre, ho paura.
Nella mia vita ci sono poche cose belle ed esse mi hanno portato più dolore di quelle brutte.
Un ipotesi di diario di Murtagh che racconta quello che ha dovuto subire nel palazzo del re.
STORIA CONCLUSA
Genere: Azione, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castigo, Murtagh, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mie memorie

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Le mie memorie

Ho avuto un padre, ma mai un papà.
Ho desiderato un papà e ho odiato mio padre; nella mia vita ci sono poche cose belle ed esse mi hanno portato più dolore di quelle brutte.
Ho avuto una madre che mi ha amato più di quanto amava mio padre e questo ha fatto si che la sua ira incombesse su di me; ora ho un drago, l’uovo si è schiuso solo da una settimana e ha già provato così tanto dolore; chissà se un drago può odiare il suo cavaliere, è colpa mia se ha sofferto, soffre e soffrirà; è la cosa più bella che mi sia capitata e allo stesso tempo ciò che mi ha fatto diventare servo di questo re.
Non odierò mai il piccolo drago che ora mi dorme sulle ginocchia mentre scrivo, credevo che la vita portasse uguale sfortuna a tutti gli uomini ma non ne sono più sicuro; forse i torti di mio padre si ritorcono contro di me, forse lui è morto prima di ricevere la sua dose di sfortuna che ora grava su di me.
La vita è un forse e forse migliorerà, non ci spero troppo meglio non illudersi; sicuramente ora che ho giurato fedeltà a Galbatorix dovrò eseguire i suoi ordini, ma in ogni parola c’è una via traversa; questo posso giurarlo cercherò di ostacolarlo il più possibile; ma non sacrificherò mai il mio compagno, è tutto per me.
Solo quando l’uovo rosso si è schiuso davanti a me ho dovuto rinunciare alla mia convinzione di morire in quelle segrete; sarei morto pur di non giurare fedeltà al re, ma quando quel drago mi ha guardato ho capito che la sua vita valeva più di qualunque altra, se rinuncio alla mia vita lui non avrà mai la sua e per quanto dolorosa potrà essere ha il diritto di provare a migliorarla; il dono che quel drago mi ha fatto quando ha impresso su di me il gedwëy ignasia è anche un castigo sia per lui che per me.
Ora sono qui, in questa lussuosa stanza del palazzo di Galbatorix a scrivere; la candela illumina i fogli bianchi, scrivo perché voglio lasciare una memoria di me con inciso tutto quello che subirò, non per essere biasimato come una povera vittima, voglio solamente lasciare un ricordo di chi sono prima di cambiare; cambierò e ho paura di diventare come mio padre, ho paura.
Cercherò in tutti i modi di restare fedele a me stesso ma niente può prepararmi a quello che deve venire, lo so perfettamente, ma non voglio essere com’era mio padre, il suo sangue scorre in me, persino mia madre è stata corrotta da lui senza nemmeno una goccia del suo sangue nelle vene, io ora mi trovo a camminare tra un baratro e un altro, se non metto un piede d’avanti all’altro senza sbilanciarmi potrei cadere e non risorgere più.

Giorno Primo Mattina, nelle mie stanze
Ieri sera ho scritto in preda allo sconforto; questa mattina mi sento decisamente meglio, le mie idee non sono cambiate ma mi si è acceso un barlume di speranza; ieri avevo dormito quasi tutto il giorno per riprendermi dalle torture di Galbatorix, la mia carene è stata guarita ma dovevo recuperare mentalmente.
Appena sveglio mi sono subito posto un problema: il nome del piccolo drago; ho pensato a varie opzioni: alcuni nomi nell’antica lingua, nomi di draghi vissuti nel passato ma nessuno mi convince; voglio che il mio compagno abbia un nome che lasci intuire tutta la sua essenza, quando si è svegliato ho visto i suoi occhi per la seconda volta e non c’era rancore in essi, non ancora; ora si diverte arrampicandosi sulla mia schiena stracciandomi la maglia, arriva fin sopra la mia testa, annusa i miei capelli ed emette un piccolo vagito d’orgoglio, ha conquistato la sua meta e ne va fiero; ho pensato di chiamarlo sangue, ma ho scartato subito l’idea, non è questo che è.
Non so quando il re mi convocherà, spero più tardi possibile ma credo che già domani possa accadere.

Giorno Primo Sera, nelle mie stanze
Mi hanno servito la colazione, il pranzo e la cena nelle mie stanza; hanno portato della carne per il piccolo drago, ha già rovinato l’armadio cercando di scalarlo, mi fa dimenticare la mia situazione; non ho molto da scrivere, a parte che ho pensato nuovamente al nome del cucciolo e i risultati sono deprimenti.
Credo che ora andrò a dormire, non so cosa mi aspetta domani e vorrei trovarmi pronto.

Giorno Secondo Prima dell’alba, nelle mie stanza
Mi sono svegliato presto e coperto di sudore, ho sognato qualcosa di orribile, ma ricordo solo frammenti di quel sogno: mi trovavo in una culla da bambino, sentivo la voce di mia madre cantare una ninnananna, la scena cambia e ho sul petto un cucciolo di drago; cambia continuamente colore: nero, blu e rosso; con i suoi artigli squarcia la mia gola di neonato, succede qualcos’altro ma non ricordo cosa.
Dovrei farmi un bagno per distendere i nervi.

Giorno Secondo Primo pomeriggio, nelle mie stanze
Credo che il bagno mi abbia fatto bene, ho riorganizzato le idee e ho trovato … Stanno bussando alla porta e il pranzo è già arrivato.

NOTE DELL’AUTRICE: Salve, spero che questo primo capitolo abbia attratto qualcuno, è molto corto essendo solo un prologo. Spero che qualcuno mi dia la sua opinione, lasciandomi una recensione, perchè non so neanche se continuare.

   
 
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