Non ho molto tempo per scrivere, quindi scusate la mia
calligrafia; sono nella biblioteca privata del re, esso mi ha assegnato
alcune
letture sulla magia nera, si è assentato un momento e io ne
approfitto per
descrivervi la biblioteca, ora che sono qui e la vedo bene: una sala
rettangolare, quando si entra si è accolti da due file di
scaffali che lasciano
un passaggio nel centro, a uno scaffale se ne antepone un altro fino a
formare
due file che arrivano all’altra parete, tra uno scaffale e
l’altro vi è un
piccolo corridoio per accedere ai tomi in esso contenuti. Al centro
esatto della
stanza gli scaffali si aprono a cerchio e un grande tavolo torreggia
nel mezzo;
io sono seduto a quel ….
Prima nella biblioteca mi hanno interrotto, ma quello che
stavo scrivendo non era niente di importante, ho molto più
da dire, ma sono
piuttosto stanco quindi cercherò di essere breve: il re mi
ha convocato, per
prima cosa mi ha chiesto con falso interesse come mi sentivo; non ho
risposto a
nessuna delle sue domande sul mio stato di salute, ho mantenuto un
silenzio
ostinato, solamente quando mi ha informato che avrebbe imposto un
incantesimo
al mio piccolo compagno per accelerarne la crescita ho protestato
vivamente,
con parole che non mi sarei nemmeno sognato di pronunciare, con il solo
risultato di farlo ridere; dopo che la sua risata si è
spenta ha pronunciato
queste esatte parole:
“Piccolo caro, non volevo arrivare al punto di punirti,
ma devi imparare ad avere rispetto” ogni sillaba mi
è rimasta impressa nella
mente, come il fuoco scotta la pelle; dopo che Galbatorix ha
pronunciato poche
parole nell’antica lingua, che non ho compreso a fondo; ho
sentito un dolore
straziante tormentarmi la pelle: sembrava quasi che essa volesse
strapparsi,
non come un taglio che incide la pelle, ma come se mille mani la
tirassero in
ogni direzione e
cercassero di
lacerarla; non è durato molto, ma mi sembrava che il mio
corpo avesse scelto di
no obbedirmi più e liberarsi della pelle che lo circonda;
sentivo i guaiti del
piccolo draga che piangeva il mio dolore.
“Spero che tu abbia compreso il significato del rispetto,
piccolo” ha detto il re dopo aver interrotto il flusso di
magia che mi
straziava; mi sono accasciato a terra cercando dell’aria da
respirare, non
riuscivo più a formulare pensieri concreti, vedevo solo il
re che imponeva un
incantesimo al mio compagno. Mi ha portato in biblioteca e
lì mi ha assegnato
due tomi da leggere in due giorni, sono rimasto lì per altre
due ore a leggere
il primo dei due libri.
Ora mi trovo qui ha riferire tutto ciò che è
successo;
spero di essere stato abbastanza esaustivo, ora però vado a
riposare …
Poco fa ho riletto Quello che avevo scritto nei primi
giorni e per caso ho trovato il nome perfetto per mio compagno:
Castigo, è un
giusto nome, essendo lui l’unico motivo per cui sono qui,
è una punizione per
me; ma essa avvolgerà anche i miei nemici, con uguale o
più furia. Sento già il
suo spirito combattivo, lui combatterà per me e io per lui;
nessuno dei due
vivrà senza l’altro, non siamo mai stati
più soli di quando siamo insieme,
sento quello che prova e così lui, ma insieme siamo soli
perché insieme siamo
drago e cavaliere che servono un re odiato da tutti; siamo drago e
cavaliere
che vogliono sconfiggere l’unica speranza di Alagaesia.
Insieme siamo Castigo e
Murtagh, insieme siamo noi e solamente noi.
Ho chiesto a Castigo se gli piaceva il nome che ho scelto
per lui, ha vagito entusiasta, anche se non sono sicuro che ne sappia
il
significato; sa già qualche parola e le ripete entusiasta
nella sua mente, ora
sta facendo così anche col suo nome: Castigo, Castigo
… continua a dire felice,
credo che ora sappia di avere un’identità, il
poter dire “io” lo rende felice
ma ora più dire anche “noi”. Questo mi
fa pensare hai tredici draghi rinnegati,
a essi era stato tolto il loro “io”, non
possedevano nemmeno un nome, non
potevano dire cosa piacesse loro e credo che fosse una punizione troppo
alta
anche per il loro tradimento; non augurerei mai a nessuno di rinunciare
alla
propria individualità, è come vivere una vita
senza sapere che è la tua perché
tu non puoi più dire “mia”, non hai
volontà.
È cresciuto molto da ieri, mi arriva già alla
coscia e
non credo che potrò dormire nel letto con lui ancora per
molto, credo che in
meno di due settimane potrebbe essere pronto perché io possa
cavalcarlo, già
vola in giro per la stanza planando dall’armadio su chi mi
porta da mangiare,
questa mattina è balzato sulle spalle di un uomo sui
quarant’anni che è
ruzzolato a terra versando il latte, ho riso come non facevo da molto,
lui mi
fa sentire bene e allo stesso tempo in colpa per obbligarlo a servire
Galbatorix.
Sono nella vasca, immerso nell’acqua calda; il re mi ha
mandato a chiamare prima di pranzo e mi ha assegnato ai gemelli che
hanno
iniziato a istruirmi sulla magia; sono insegnanti a cui piace molto
punire i
loro alunni, ho iniziato col sollevare piccoli sassi e scagliarli
contro
precisi obbiettivi, quando il sasso non centrava il bersaglio allora veniva scagliato su di me, ho imparato
l’antica lingua da
bambino e così anche a usare la spada, ora
mi devo dedicare ha imparare i vari incantesimi ma prima a utilizzare
la
magia; solo quando sono diventato cavaliere la magia si è
risvegliata dentro di
me, prima non avevo capacità magiche. Nel pomeriggio sono
andato nell’arena
dove il re ha assistito al mio incontro contro cinque dei suoi soldati
contemporaneamente; dopo essere riuscito a stordirne tre gli altri mi
hanno
sopraffatto costringendomi a terra, dopo un ordine del re mi hanno
iniziato a
picchiare mentre la voce di Galbatorix mi risuonava nella testa:
“Questo è
quello che succede a non essere all’altezza dei propri
compiti, piccolo” la
rabbia mi ha dato la forza di resistere al pestaggio, quando i due
rimasti si
sono allontanati non riuscivo più a muovermi, un guaritore
ha lenito il mio dolore
e mi ha riportato nelle mie camere, sono rimasto sdraiato sul letto in
compagnia di Castigo, fin quando la porta di legni si è
aperta rivelando la
figura di Galbatorix: “Stai meglio mio caro?” Mi ha
chiesto con falso
interesse, “Vedi, io non vorrei punirti me tu ti comporti
male …” ha continuato
senza curarsi della mia risposta, Castigo ha emesso un basso ringhio;
“Credi
che sia così crudele come ti ha detto Murtagh? Vedi io so
essere molto generoso
con chi mi soddisfa, ma chi mi disubbidisce deve essere punito;
è una cosa che
imparerete in fretta. Ma sono venuto qui per dirti che i tuoi prossimi
giorni
si svolgeranno tutti come oggi: la mattina andrai coi gemelli e dopo ti
allenerai nell’arena, fino all’ora di cena e dopo
che avrai mangiato ti
dedicherai ad imparare gli incantesimi che ti ho assegnato”
detto questo è
uscito.
NOTE
DELL’AUTRICE:
Spero che il capitolo sia bello, inizia un po’ di azione; il
cavaliere
rosso ha trovato il nome per il suo drago e il nostro re è
più odioso che mai,
per non parlare dei gemelli.
Ringrazio e_lily
che ha recensito e la saluto
calorosamente, spero che anche qualcun altro recensisca.
Ciao, Chiara