Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Dalhia_Gwen    19/08/2013    8 recensioni
Questa è la storia di una diciassettenne di nome Gwen che, nonostante tutte le ingiustizie e il passato che ha vissuto, riesce finalmente a trovare la felicità che aveva perso, grazie ad uno dei suoi più grandi hobby, la quale sarà in grado di scalfire il suo ormai cuore di diamante, immune fino a quel momento...
Tratto dal capitolo 28:
“....Cominciò a ticchettare il piede destro sul tappeto color del deserto, rendendosi conto di non riuscire a sopportare tutta quell’ansia che la stava letteralmente mangiando, ma fu proprio in quel momento che avvertì la carica giusta per poter affrontare la competizione nel migliore dei modi. Una mano calda e tremante quanto la sua intrecciò le dita con quelle della mano della gotica, esattamente qualche minuto prima del fischio. Scattò a quel tocco così intimo e che desiderò da fin troppo tempo, per poi girarsi velocemente verso la sua sinistra. Ad attenderla vi erano gli occhi decisamente più luminosi del solito del punk, che nel frattempo era arrossito quanto lei per quel gesto nato spontaneamente..."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“…Saturday, I’m gonna take her out
Cause her favorite band is gonna play downtown
Gonna sing the song we’ve all heard of
About those two young friends that should’ve fell in love
Later on, we’ll cut through the park
And she can hold my hand, cause she hates the dark
And we can laugh as we both pretend
That we’re not in love and that we’re just good friends
Well, I’m tired of pretending
But I’m terrified of it ending
I know if not for you there’s nothing I could do to ever let it end
And I know you feel the same way
Cause you told me drunk on your birthday
And as you pulled to me
You whispered in my ear, “Don’t ever let it end”
Don’t let it end
Don’t let it end (Please promise me that this won’t end)
Don’t ever let it end..”







Era seduta su una sedia in cucina ed insieme alla sua famiglia, intenta a gustarsi quella semplice ma buonissima fetta biscottata coperta interamente di Nutella, mentre dentro di sé avvertiva una gioia e una spensieratezza indescrivibili. Oramai aveva fatto l’abitudine, ogni giorno avvertiva le stesse sensazioni provate esattamente quattro mesi fa: ovvero dal giorno in cui Duncan entrò a far parte della sua monotona vita. Lui fu il suo raggio di sole, quello spiraglio che le fece capire che stava perdendo ogni interesse verso qualsiasi cosa. Era diventata incapace di provare divertimento, di vivere ogni momento della sua esistenza con leggerezza: aveva dimenticato che stava rovinando i suoi anni più belli. Era arrivata al punto di rinchiudersi dentro casa solo per sentire musica rock o per disegnare, il tutto mentre fantasticava pensando al suo mondo perfetto, quello in cui tutto ciò che desiderava era presente, a andando incontro al rischio di potersi illudere per sempre. Stava morendo internamente, ma proprio quando era arrivata al culmine dell’esagerazione, ecco che una mano forte e calorosa l’afferra da quel precipizio interiore e la salva: così la persona divenne un angelo custode attento che l’anima limpida della ragazza non avrebbe corso di nuovo quel pericolo. Quell’angelo custode pieno di piercing e dalla cresta verde, ovvero Duncan, era entrato nella sua vita in punta di piedi: è riuscito a “infiltrarsi” in quel cuore ormai privo di allegria della gotica dapprima come un semplice “amico simpatico”, poi ha cominciato a far emergere il suo interesse verso la ragazza mostrando, sempre cautamente, le sue intenzioni senza mai pressarla a prendere una decisione definitiva. Le ha sempre dato libero spazio, fino a quando decise il momento giusto per dirglielo apertamente, e come risposta ottenne un bacio decisamente ricambiato da una Gwen totalmente rinata, oramai invaghita di lui. Era questo il piccolo riassunto che Gwen formulava e riviveva ogni mattina, non appena apriva gli occhi. Il suo primo e ultimo pensiero era rivolto a lui, a quel ragazzo che, il pomeriggio prima, l’aveva “indirettamente” invitata a diventare sua per sempre, nella propria macchina. Ogni volta che ci pensava avvertiva un brivido percorrerle tutta la schiena, mentre arrossiva tremendamente non appena provava ad immaginare se sarebbero andati oltre a quelle passionali effusioni. Tuttavia sarebbe stata una mossa azzardata o perlomeno troppo precoce che, se fatta con superficialità, avrebbe portato a conseguenze più gravi e grandi di loro: per questo, stranamente, ringraziava la madre per quella telefonata incredibilmente puntuale con cui fece in modo che i due freschi fidanzati non avrebbero combinato un bel guaio. Gwen non avrebbe mai pensato di poter essere così debole di fronte a quelle provocazioni. Fino a quando era single l’idea non la turbava molto e mai l’avrebbe fatto perché, quando sarebbe arrivato il momento giusto, lei era oramai diventata una donna capace di assumersi le proprie responsabilità. Ma nulla andò come prevedette e il destino volle accelerare i tempi mostrandole, a quanto pare, il suo ragazzo ideale a soli 17 anni. La verità è che Gwen aveva paura, si sentiva troppo piccola per farlo: era sempre stata educata con il principio del rispetto dei tempi, secondo cui lei adesso avrebbe dovuto pensare solo alla scuola, senza che terze persone l’avrebbero fatta cambiare direzione. Ma adesso, che era diciassettenne e con un ragazzo come Duncan, era ancor più terrorizzata. Eppure quel punk era stato talmente cauto nell’approccio e delicato nei gesti, che a lei non turbò minimamente: si può dire che non se ne accorse neanche, talmente era presa dalle sue carezze. Com’era possibile?
Rimase con un pezzettino di fetta biscottata in mano mentre i suoi occhi cominciarono a fissare il vuoto di fronte a lei, facendo cadere la mente in una voragine di domande.
Margaret, che era seduta proprio di fronte a lei ed era intenta a sorseggiare il suo amato caffè espresso, se ne rese conto e pensò di aspettare che la figlia riemergesse dai suoi pensieri, ma cedette alla sua curiosità:
“Ehi Gwen, tutto bene?” chiese la madre scuotendola leggermente. Non appena venne toccata, la ragazza si rianimò sobbalzando, per poi cercare di dire qualcosa di sensato.
“S-sì sì mamma, non preoccuparti.” Rispose lei in fretta prima di mandare giù finalmente l’ultimo pezzo della sua fetta biscottata.
Come risposta la madre le lanciò uno sguardo di sfida, ma vedendo che la figlia non si scompose, pensò di lasciarla in pace. Ma un pensiero le balenò in mente velocissimo, e la fece sbattere le mani sul tavolo mentre sul volto si dipinse un sorriso malizioso.
“Ah tesoro! Poi come l’ha presa Duncan quando ha saputo che dovevi tornare a casa prima?” chiese la donna facendole l’occhiolino. A quelle parole Gwen deglutì rumorosamente, capendo che Margaret non aveva affatto digerito la piccola bugia inventata in quel momento.
“Ehm..com’è andata ieri sera con Miriam?” domandò di rimando la figlia, dopo che si rese conto che non sarebbe mai riuscita a trovare una buona scusa tale da far tacere la donna.
La madre capì la falsa mossa della ragazza e stava per ribattere, quando ad un tratto echeggiò nella casa il suono del campanello che indicava l’arrivo di Duncan davanti il portone, come tutte le mattine.
“Oh meno male, grazie Duncan!” si ritrovò a pensare Gwen con un sorriso a trentadue denti, mentre velocemente scattò in piedi dirigendosi vicino l’ingresso con lo zaino in mano.
“Oh mamma non preoccuparti, me lo dirai dopo..Ciao ciao!” esclamò la gotica troppo felice per averla fatta franca.
“N-no Gwen..aspetta!!” gridò Margaret presa alla sprovvista, ma il gesto fu invano in quanto la figlia aveva già chiuso la porta dietro le sue spalle.
 
Non appena uscì fuori dal portone, cominciò a correre davanti a sé e a saltare addosso al ragazzo tutto soddisfatto che era al volante di una Mercedes classe A.
Con entrambe le braccia Duncan l’avvolse in un abbraccio amorevole accompagnando il gesto con quella sonora risata che fece innamorare follemente Gwen la prima volta che la udì, e che ancora alimentava il suo forte sentimento.
“Oh amore grazie grazie grazie!!” esclamò Gwen non smettendo di baciare il ragazzo. Duncan continuò a ridere, stavolta però aggiunse un pizzico di ironia.
“Cosa ho fatto per meritare questo bel trattamento?” chiese lui non appena lei gli diede modo di parlare.
“Mi hai salvato da un interrogatorio di quarto grado da parte di mia madre! Sai, è tornata di nuovo sull’argomento piccante di ieri pomeriggio..” spiegò lei con notevole imbarazzo, dopo essersi messa a sedere e essersi aggiustata la camicetta. Il ragazzo, che aveva appena messo in moto l’auto, la guardò negli occhi per poi sorriderle con malizia.
“Interessante..ma non gli avresti raccontato un granché, perché ci ha fermati proprio sul più bello! Racconterai i particolari non appena avremmo avuto modo di consumare quello che stavamo facendo..”   disse lui sfacciatamente, e come risposta ottenne un pugno al braccio.
“Ma sei matto?!”  chiese lei urlando senza accorgersene, mostrando il suo visino completamente rosso.
Il punk scoppiò a ridere ancora di più, per poi avvicinarsi a lei.
“Ma lo sai che quando ti arrabbi sei ancora più bella?” le sussurrò accarezzandole il mento con una mano.
La ragazza, che prima puntava il suo sguardo assassino in quegli occhi azzurri tanto limpidi quanto imprevedibili, si calmò improvvisamente al solo tocco di lui sulla sua pelle, ma non cedette e girò il capo in direzione opposta ritrovando davanti a sé il finestrino. Ci furono altre risate, dopodichè partirono verso la scuola.
 
La mattinata scolastica fu abbastanza movimentata: tra compiti ed interrogazioni, Gwen era davvero esausta. Ringraziò il suo inconscio scrupoloso per averle permesso di togliersi la maggior parte delle verifiche orali e scritte che caratterizzavano quel periodo: si stavano avvicinando infatti le vacanze di Natale, per cui i professori pensarono “bene” di valutare i ragazzi all’ultimo momento e in maniera simultanea. “Mi chiedo se non lo fanno davvero a posta a mettersi d’accorso su quando fare i compiti..” si ritrovò a pensare la gotica ogni volta che, sfogliando il suo diario, trovava annotati più compiti o interrogazioni da fare nello stesso giorno.
Quel mattino però sarebbe stato quello che le avrebbe permesso di chiudere in bellezza quel girone, e di godersi finalmente un po’ di riposo mentale.
Sospirò al suono della quarta campanella che segnava la fine dell’ennesimo compito in classe. Dopo aver ricontrollato il foglio per una decina di volte, finalmente lo consegnò, tornando al suo posto per poi attendere l’arrivo della prossima insegnante. Una volta arrivata, decise di chiederle il permesso di uscire dall’aula, giusto per sgranchirsi le gambe. “Oh un po’ d’aria! Non ce la facevo più a stare lì dentro!” esclamò tra sé e sé la ragazza, per poi mettersi le mani in tasca dirigendosi verso il bagno.
Dopo essersi data una sistemata davanti lo specchio, uscì dal luogo a passo lento e diretta verso l’aula, quando ad un tratto udì una lieve melodia provenire dal piano superiore. Era quasi impercettibile da farle venire i dubbi, così si avvicinò cautamente verso le scale che portavano al secondo piano, quello abbandonato. Il suono si fece più percettibile, e quello che udì venne confermato: una musica colorava l’aria di quell’istituto. Così, incuriosita più che mai, decise di andare a vedere velocemente per scoprire la fonte di quella melodia. Man mano che saliva le scale, il suono si faceva sempre più forte, fino a quando si fermò davanti ad un’aula chiusa che tempo fa doveva essere un laboratorio audio-visivo. Appoggiò un orecchio sulla porta per sentire meglio, ed effettivamente si rese conto che il suono proveniva proprio da lì. La curiosità si fece sempre più insistente, così velocemente mise una mano sulla maniglia, ma nel momento in cui la stava abbassando, sentì una voce maschile melodica fin troppo familiare che accompagnava gli strumenti. Si bloccò.
“This world will never be
What I expected
And if I don't belong
Who would have guessed it..”

Una voce rauca, calda ma dannatamente seducente, che le fece battere il cuore. Sgranò gli occhi.
“…I will not leave alone
Everything that I own
To make you feel like it's not too late
It's never too late…”

Sentì il cuore mancare un battito: non poteva essere lui. Deglutì rumorosamente per poi farsi coraggio e aprire lentamente la porta.
“…Even if I say
It'll be alright
Still I hear you say
You want to end your life
Now and again we try
To just stay alive
Maybe we'll turn it all around
'Cause it's not too late
It's never too late…”

Rimase dietro la porta affacciandosi leggermente, in modo da non disturbare la band.
Quello che vide fu qualcosa di spettacolare: tanti strumenti diversi disposti in modo da formare un arco, mentre racchiudevano il cantante: Duncan.
Non appena lo vide, Gwen rimase imbambolata senza emettere alcun suono, mentre il suo cuore cominciò ad accelerare improvvisamente i battiti. Non poteva credere ai suoi occhi: quella meravigliosa voce che l’ha guidata fin lì era proprio quella del suo fidanzato. Stava sognando o cosa?
Si diede un pizzicotto su un braccio ed avvertì dolore, smentendo felicemente l’ipotesi di un ipotetico sogno.
“…The world we knew
Won't come back
The time we've lost
Can't get back
The life we had
Won't be ours again…”

Arrossì mentre si deliziava nel vederlo concentratissimo a punzecchiare le corde della sua Fender nera e bianca. Ogni tanto si fermava e con una mano prendeva il microfono muovendolo a suo piacimento, destreggiandosi come un vero cantante. Era davvero concentrato, perché era totalmente immerso nella parte, e Gwen ne rimase affascinata.
Solo in quel momento si rese conto di conoscere le parole della canzone che stavano provando così, dopo essersi appoggiata allo stipite della porta, cominciò a cantare anche lei, accompagnando Duncan con il solo labiale. Entrambi adoravano quel brano, entrambi impazzivano per quella rock band.
Quando l’esibizione finì, un energico applauso attirò l’attenzione dei ragazzi.
“Bravissimi ragazzi!! Siete fantastici!!” esclamò Gwen facendosi timidamente intravedere accanto alla porta.
“Gwen!!” Non appena la vide, Duncan le regalò un sorriso solare che mostrava tutta la sua sorpresa. Lasciò su una sedia posta dietro di lui la chitarra, per poi avvicinarsi alla sua ragazza con le braccia aperte, mentre lei fece lo stesso. Si scambiarono un amorevole abbraccio che durò un paio di minuti, dopodiché lui si pronunciò.
“Ma cosa ci fai qui? Non saresti dovuta venire…” disse lui prendendole il viso tra le mani.
“Perché? Ho sentito della musica al primo piano, così ho cercato di capire da dove provenisse..ho sbagliato?” chiese lei visibilmente preoccupata. Lui le sorrise dolcemente.
“No non hai sbagliato, è solo che la preside ci ha detto che potevamo fare le prove solo se nessuno avrebbe sentito la  musica, in modo da non disturbare. Però, se tu l’hai sentita, significa che il volume era troppo alto oppure queste stupide pareti non sono isolanti abbastanza! Ah, che razza di scuola! Dicono che ha aule con pannelli isolanti acustici..ed intanto non funzionano!”  disse lui esasperato.
A quella affermazione lei rise, mentre una punta di malizia si intravedeva nei suoi occhi color pece.
“Comunque hai una voce meravigliosa..te l’hanno mai detto?” chiese lei avvicinandosi ancora di più ed aggrappandosi al suo collo. Lui la guardò con aria superiore, per poi fare spallucce.
“Beh, mi hanno detto di essere bello, intelligente, sportivo, galante..”
“…e un grande presuntuoso!!”  continuò lei per poi zittirlo con un bacio.
“Ehi Duncan, invece di limonare perché non ci presenti la tua fidanzata?” la voce strafottente di un ragazzo dai capelli rossi richiamò la loro attenzione, facendoli visibilmente arrossire.
 
“Ragazzi, lei è Gwen, la mia ragazza.” Disse il punk dopo essersi avvicinato al gruppetto. Teneva stretta a sé la gotica, mentre un velo di imbarazzo scese sulle gote della giovane.
“Ciao bella, io sono Scott!” disse il rosso prima di stringere la mano che tese Gwen.
“Io ti ho già visto..Ah sì! Hai provato a fare il cascamorto con me davanti allo stadio, quando hai controllato il biglietto!” esclamò lei con uno sguardo di sfida, per rispondere alla provocazione di prima. Il rosso rimase spiazzato nell’udire quelle parole, mentre sul volto di Duncan comparve un ghigno divertito.
“Non ti preoccupare Scott, non è successo niente. Dopo busserò alla porta della classe di Dawn e farò una chiacchieratina, è solo questione di tempo..” disse successivamente il punk con un sorriso per nulla confortante.
Dopo aver detto questo tutti scoppiarono a ridere, tranne il rosso, mentre Duncan diede una pacca sulla spalla all’offeso. Un ragazzo alto dalla pelle abbronzata e con due occhi verdi si fece avanti, prendendo una mano della ragazza per poi baciarla.
“Hola chica, io sono Alejandro..”  uno spagnolo molto galante si presentò, ed ottenne un sorriso di consenso da parte di Gwen.
“E io sono Geoff! Lo so, non mi hai mai visto!” scherzò il biondo, per poi essere avvolto dall’abbraccio della ragazza.
Decisero così di fare una pausa, e come luogo scelsero il giardino che contornava l’istituto chiarendo così alcune domande che Gwen porse alla band.
“E così avete avuto il permesso dalla preside? Bel modo di saltare le lezioni!” osservò divertita lei che era seduta davanti al punk, mentre quest’ultimo le circondava la vita con le braccia.
“Ma cosa credi, che noi stiamo provando da stamattina? Ci siamo accordati con la preside decidendo che avremmo provato per due ore al giorno, dato che la data è imminente.” Spiegò il suo ragazzo.
“Va bene, ma non stancarti troppo..domani dobbiamo fare le regionali!” continuò la gotica.
“Ma tu guardali..diventano famosi senza neanche dirci nulla!”  Scott portò le braccia dietro la nuca, guardando i due piccioncini di fronte a lui con un’aria divertita. Gli altri risero.
“Aspettati di trovare le nostre facce su tutti i giornali nazionali, mio caro..” rispose Duncan facendogli l’occhiolino.
“Certo leggeremo che, arrivati all’ultimo, avete perso la sfida con i vincitori..” continuò a punzecchiarli Al.
E continuarono così, a prendersi in giro l’uno con l’altro, in maniera serena e senza astio. Era il loro modo di fare, che caratterizzava quell’amicizia che durava da quando erano piccoli. Le loro risate avrebbero contagiato chiunque, ma non colei che si trovava dietro ad una finestra dell’istituto, a guardarli con disprezzo. Courtney aveva seguito la gotica fin da subito, e senza farsi vedere sentì i loro discorsi, mentre la rabbia ribolliva sempre più.
“Tutte quelle carezze, quelle smancerie, quelle attenzioni fin troppo sdolcinate devono cessare immediatamente.
Quei due devono assolutamente dividersi, ad ogni costo.”
Erano queste le frasi che si ripeteva l’ispanica ogni volta che li guardava felici ed innamorati. Infatti era da giorni che complottava il suo piano nei minimi dettagli, osservando le loro abitudini e meditandole.
Sorrise malignamente, mentre nella sua mente proiettava il film che ne sarebbe derivato dal suo piano.
Oramai era pronta, doveva solo aspettare il momento giusto.







°°°°-------------------------Angolino dell'autrice-------------------------°°°°

Ciao a tutti!!! :D
Sono tornata, e con me c'è il nuovo capitolo! :3
Questo, in particolar modo, mi piace tanto..non so voi! *-*
Allora, come avete ben notato ho iniziato il capitolo con un pezzo di una canzone per cui impazzisco e che credo descriva perfettamente i nostri piccioncini: "Don't let it end" dei Nickelback, uno dei miei gruppi preferiti *-* Se siete curiosi di sentirla, ecco il link ---------------> http://www.youtube.com/watch?v=vkilGDLL_uQ <3
E poi, proprio perchè questo era il primo capitolo dedicato alla musica, non potevo non mettere una canzone del mio gruppo preferito in assoluto: "Never too late" dei Three Days Grace, una rock band che ahimè ha perso un componente per motivi sconosciuti, ed era proprio il cantante....Adam perchè l'hai fatto?!? T.T
Ecco il link, se vi ho incuriositi ------------> http://www.youtube.com/watch?v=lL2ZwXj1tXM *-*
Fatemi sapere poi se vi piaccione le canzoni ;)
Comunque descrivere Duncan mentre suonava e cantava è stato...bellissimo! <3
Eheh eccola lì Courtney..di nuovo fa la sua presenza tra le mie righe!
E le sue intenzioni non sono buone..lo so, mi starete minacciando con dei forconi o con delle asce ma...vedrete! ;)
Ringrazio come sempre tutti voi, che mi state seguendo e che mi riempite di complimenti..grazie ancora! :'3
Un grazie speciale a
TeenSpiritWho_ che ha postato i miei disegni ispirati alla sua storia in alcuni dei suoi capitoli..grazie ancora cara collega!! :''3
Bene, spero tanto di avervi incuriositi e...alla prossima! ;)
Un abbraccione,

Dalhia_Gwen

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Dalhia_Gwen