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Autore: xniallsmine    20/08/2013    9 recensioni
SOSPESA
Harry Styles riceve come regalo per i suoi 11 anni un diario. La sua infanzia e l'adolescenza sono state molto difficili, piene di lacrime e insulti che di sicuro un ragazzo della sua età non merita.
Soffre di autolesionismo e anoressia per colpa dei bulli e pensa diverse volte al suicidio. Un giorno però la fortuna, stranamente, è dalla sua parte e farà un incontro che gli cambierà la vita.
A Darcy, così Harry aveva chiamato il suo diario, racconta tutte le sue esperienze... I pestaggi, le lacrime, Louis...
STORIA LARRY.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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9. Anorexia
 
Wow.
L'unica cosa che riuscivo a dire era "wow".
Darcy era davanti a me, con il trucco un po' sbavato, ma sempre bellissima. I suoi capelli erano di sicuro tinti, perché lei li aveva biondi, non rosci. Ora si stava guardando allo specchietto che aveva preso dalla borsa dicendo cose come "guarda te che casino" e "assomiglio ad un panda"
"Io amo i panda." dissi ancora un po' confuso della sua presenza. Lei rise. La sua risata era un suono davvero bellissimo, quasi quanto quella di Louis.
"Io sono un panda in tutto e per tutto, sono cicciona." disse sorridendo.
"Non è vero." dissi serio. Non era cicciona, anzi era anche molto magra. Sarà stata una taglia 40 o al massimo una 42.
"Sei sempre stato gentile con me." sospirò. Le presi la mano e gliela strinsi forte. Darcy alzò la testa e mi sorrise dolcemente.
"Allora, siete pronti per ordinare?" disse la cameriera di prima, molto più irritata.
"Oh, io una bistecca, media cottura." dissi alla cameriera senza staccare minimamente gli occhi da Darcy. Lei però si trovò molto a disagio, penso, e prese il menù per interrompere il nostro contato visivo e fisico.
"Oh, beh... Ehm... Io prendo un'insalata." balbettò poi. La cameriera sbuffò e prese i menù che erano sul tavolo.
Mi vibrò il cellulare in tasca. Lo presi e lessi il Suo nome.
 
Buon compleanno. Spero di poterci essere al prossimo. Ti amo, non lo dimenticare.
Mi manchi.
Louis.
 
Nessuna faccina, nessun cuore. Era tutto molto freddo, quasi fosse obbligato. Poteva anche chiamare per farmi gli auguri, no? Rimisi il cellulare in tasca. Quel messaggio mi stava rovinando la serata con Darcy. Da una parte ero felice che Louis si fosse ricordato del mio compleanno, dall'altra ero molto triste e incazzato per come aveva scritto quel messaggio.
"Tutto bene?" disse Darcy facendomi tornare alla realtà.
"Benissimo." risposi sorridendo. Niente e nessuno mi avrebbe rovinato la serata con la mia migliore amica.
Arrivò la cameriera con i nostri piatti.
Posò il piatto con la bistecca davanti a me e mi sorrise. Mise il piatto di Darcy sul tavolo con molta indisponenza, ma Darcy la ignorò e la ringraziò sorridendo.
Mentre mangiavamo siamo stati in silenzio. Darcy mi guardava ad ogni boccone che faceva, aveva quasi paura che la guardassi. Io le sorridevo ogni volta, volevo metterla suo agio anche se non capivo perché non era tranquilla.


"Sei sicura che non vuoi nulla per dolce?" chiesi a Darcy per l'ennesima volta. Lei rise e poi mi disse di nuovo "no, sto bene così."
"A casa ho del gelato! Se vuoi, prima di andare in albergo..."
"Albergo? Io dormo da te. Starò qui per due o tre mesi. Ho bisogno di... svagarmi." mi interrupe Darcy.
"Sei seria?" dissi fermandomi in mezzo al parco. Avevo deciso di fare una passeggiata prima di riaccompagnarla all'albergo, ma a quanto pare verrà a casa mia.
"Serissima." lei era davanti a me. La abbracciai forte e le sussurrai un "grazie" all'orecchio. Lei mi strinse fortissimo. Restammo così finché un fiocco di neve non mi cadde sulla guancia.
"Nevica." osservò Darcy incantata.
"No, davvero?" dissi sarcastico.
"Corri Styles." disse Darcy. Non capii subito le sue intenzioni, ma poi mi buttò a terra saltandomi addosso.
"Non sei molto sveglio." disse sorridendo. Ora era a cavalcioni sopra di me.
"Sei in una posizione davvero ambigua." osservai. Lei guardò in basso e poi cominciò a ridere.
"Scusa Harry. Non volevo fartelo venire duro." disse poi sdraiandosi accanto a me sulla neve. Io risi di gusto e lei con me. Di sicuro non sapeva che mi piacevano i maschi. E forse a lei piacevano le femmine, però faceva queste battute ironiche sulle debolezze dei ragazzi.
Non so perché, ma cominciai ad aprire e chiudere le gambe e ad alzare ed abbassare le braccia. Cominciai a fare un angelo di neve e Darcy mi imitò. Li fecimo in silenzio, guardando il cielo e sentendo la neve che ci pizzicava il viso.
"Quando ci alzeremo la neve cancellerà i nostri angeli." disse Darcy girando il viso verso di me.
"Ma la neve non li cancellerà nella nostra memoria." dissi sorridendole. Lei sorrise di rimando e continuò a fare il suo angelo. Dopo un po' mi alzai e aiutai Darcy ad alzarsi. Guardammo i nostri angeli. Erano bellissimi, o almeno per me lo erano, ma non lo dissi ad alta voce, avevo paura che mi trovasse strano.
"Perché hai bisogno di svagarti un po'?" chiesi ad un tratto. Darcy mi guardò.
"Il mio futuro marito è morto." disse semplicemente. Io non sapevo cosa dire. Ero come paralizzato e abbozzai un "mi dispiace" prima di abbssare la testa.
 
Sei solo uno stupido.
 
Perché Louis mi insultava? Perché sentivo la voce di Louis ogni volta che la mia mente mi insultava?
"Non ti preoccupare. E' successo tre mesi fa." disse lei sorridendo. Darcy aveva un anno più di me e  si stava per sposare.
"Avevo organizzato questo viaggio un mese fa. Dovevo scappare dalla realtà. Sono la migliore amica della sorella di Tom e appena Gemma ha saputo che venivo in inghilterra mi ha chiesto di farti questa sorpresa per il tuo compleanno." cominciò a camminare. Io la seguii e le presi la mano. Lei guardò prima le nostre dita intrecciate poi mi sorrise.

Gemma, ti voglio un sacco di bene.


 
Arrivammo a casa mezz'ora dopo. Darcy si era addormentata e mi dispiaceva svegliarla. Parcheggiai nel vialetto di casa, scesi dalla macchina e andai dalla parte del passeggero. Presi Darcy in braccio. Era davvero leggera. Lei si accoccolò al mio petto e sorrisi. Mi ricordò quella votla in cui presi Louis in quel modo per portarlo dal divano alla camera da letto. A proposito, dove avrebbe dormito Darcy? Gemma stava di sicuro dormendo con Tom nella camera degli ospiti... Aprii la porta di casa. Nel richiuderla feci un po' di rumore e Darcy si svegliò.
"Ti porto di sopra, dormirai nel mio letto e io sul divano." le sorrisi.
"Non posso dormire con te?" sussurrò.
"C-certo." balbettai. L'ultima volta che avevo condiviso quel letto con qualcuno è stato con Louis, la sera prima del nostro litigio. Salii le scale e aprii la porta della mia camera. Posai Darcy sul letto. Mi guardai intorno. Le sue valigie erano vicino alla finestra.
Presi i pantaloncini che usavo come pigiama e "beh, ti lascio cambiare." dissi prima di uscire. Andai in bagno e mi guardai allo specchio. Sorridevo. Ma non era un sorriso forzato come quello che avevo avuto sul viso per anni, sorridevo veramente. Ero felice veramente. Mi misi i pantaloncini e presi tutti i vestiti che avevo gettato a terra per cambairmi.
"Forse Dio mi ama." dissi a me stesso prima di uscire dal bagno.
Bussai alla porta della camera e Darcy fece "ho fatto." entrai e lei era già sotto le coperte, dalla parte di Louis. Le sorrisi e mi misi accanto a lei, sotto le coperte. La sentii sussultare quando toccò il mio petto con la mano.
"Forse dovevo mettermi un pigiama diverso..." osservai.
"N-non ti preoccupare!" balbettò lei.
"Buonanotte Darcy." le dissi dopo averle dato un bacio in fronte.
"Buonanotte Harry." rispose lei.
La abbracciai e feci aderire la sua schiena al mio petto. Darcy si irrigidì per un momento, poi si rilassò tra le mie braccia. Facevo così solo perché avevo paura che quello fosse un sogno e che il giorno seguente Darcy non ci fosse stata più.
 
 


Aeroporto di Heathrow, 9 e mezza di mattina.
Gemma e Tom erano davanti a me. Si tenevano per mano ed erano veramente felici. Io invece stavo trattenendo il vomito, e non per le smancerìe.
"Harry, tutto bene?" mi chiese Darcy vedendomi, probabilmente, bianco in viso. Io le sorrisi e annuii. Non riuscivo a parlare.
Gemma si fermò davanti al cartellone dove c'erano gli orari di tutti gli aerei.
"E' in perfetto orario." disse sospirando.
"Tra un quarto d'ora parte. Sbrighiamoci amore." disse Tom preoccupato.
Gemma abbracciò Darcy e le disse scherzosamente di tenermi d'occhio.
Poi si girò verso di me. Avevo gli occhi lucidi e anche lei li aveva.
"Allora... Buon viaggio." dissi cercando di trattenere sia il vomito che le lacrime.
Gemma invece scoppiò a piangere tra le mie braccia e io la strnsi forte e le accarezzai i capelli.
"Non fare così, per favore." sussurrai con la voce rotta da un pianto silenzioso.
"Mi dispiace. Non voglio lasciarti solo." disse lei tra un singhiozzo e l'altro.
"Non devi dispiacerti. Verrò a trovarti quando nascerà il mio nipotino o nipotina." dissi toccandole la pancia.
Lei sorrise. Aveva gli occhi rossi, ma era bellissima. Salutai Tom con un cenno della mano che lui ricambiò solo perché mia sorella lo guardava.
"Allora, ci vediamo tra otto mesi." dissi sorridendole. Lei annuì e andò verso un lungo corridoio che portava all'aereo.
Solo quando Gemma non mi potè più vedere, come 4 anni fa, scappai al bagno e vomitai. Una, due volte. Gemma non era più con me. Vomitai un'ultima volta e poi tirai lo sciacquone. Avevo gli occhi pieni di lacrime. Mi sciacquai la faccia e la bocca in quello squallido bagno dell'aeroporto. Guardai la mia immagine riflessa nello specchio e vidi me a 15 anni, che continuavo a piangere perché mia sorella se n'era andata, forse per sempre, dalla mia vita. Cercai di rendermi presentabile e uscii dal bagno.
 
 
Darcy ha guidato fino a casa. Mi ha riempito di domande. E in due ore di viaggio se ne possono fare davero tante.
"Darcy, per favore sta zitta." dissi poi esasperato. Darcy si ammutolì e parcheggiò l'auto nel vialetto di casa.
"Mi preoccupo solo per te." disse lei entrando in casa. Non le risposi. Mi stesi sul divano e mi addormentai.
"La cena è pronta, dormiglione!" Darcy mi svegliò. Sentivo l'odore di pizza venire dalla cucina. Mi stiracchiai e andai in cucina.
Le sorrisi quando mi porse il cartone con la mia pizza.
"Non sapevo quale preferivi, quindi ti ho preso una margherita." disse Darcy mentre apriva il suo cartone.
"Oh, va benissimo." la ringraziai e cominciai a mangiare. Stava facendo finta che nulla fosse successo e io la ringraziai mentalmente per questo. Non volevo litigare con lei.
"Allora, com'è l'America?" chiesi. Lei fece un gran sorriso. Forse stava aspettando questa domanda da quando era entrata dalla porta del ristorante di ieri sera.
"Bellissima, pazzesca, grande e rumorosa." concluse ridendo.
"Penso di capire che ti piaccia molto l'America." risi insieme a lei.
"Si, molto. Qualche mese fa ho fatto un giro per l'America con dei miei amici, un mese prima che il mio ragazzo morisse..." sospirò e poi riprese subito il discorso.
"L'abbiamo vista tutta. E' stato il viaggio più bello che io abbia mai fatto..." Darcy non smise un attimo di parlare. Alternava un boccone di pizza ad un racconto di quanto eco ci sia nel Gran Canyon o ad uno sulla statua della libertà.
"Deve essere bellissimo fare un viaggio solo con i tuoi amici." dissi guardandomi le mani.
"Non ne hai mai fatto uno con i tuoi amici del liceo?" chiese Darcy curiosa.
"Io... no. Non l'ho fatto perché non avevo... amici." alzai la testa e sì, stavo sorridendo.
"Oh... M-mi dispiace io.."
"Non ti preoccupare, ora ci sei te." le strinsi le mani e lei ricambiò la stretta.
"Sei un ragazzo forte, Harry." disse con la voce rotta da un pianto silenzioso. Le asciugai prontamente una lacrima che le stava cominciando a rigare il viso.
"Sono un ragazzo normale. Sono solo Harry Styles." sorrisi. Lei sorrise. Guardai le nostre mani e vidi delle cicatrici bianche sui polsi e sulle braccia di Darcy.
"Darcy, voglio farti vedere una cosa." dissi guardando sospettoso la pizza praticamente intera che aveva lasciato.
"O-ok." balbettò lei.
"Promettimi che non mi giudicherai male quando lo vedrai." dissi guardandola negli occhi. Lei deglutì rumorosamente e annuì. Mi alzai dal tavolo. Andai al piano di sopra e presi Darcy. Le sorrisi.
"Ti presento Darcy." dissi dandole il diario. Lei mi guardò incredula e poi lo prese. Accarezzò la copertina e lo aprì.
"I have a best friend, but she's made of paper." lesse.
"Harry... Questo è..?"
"Il mio diario segreto. La mia migliore amica. Darcy." dissi fissando il diario nelle sue mani. Non avevo mai dato Darcy a nessuno, ma stavolta era diverso. Darcy non poteva abusare di se stessa.
Lei lesse qualche pagina. Ogni volta che andava avanti aveva una faccia sempre più sorpresa, a volte disgustata, a volte le scendeva una lacrima che si asciugava subito.
"Oh, la prima volta che mi sono tagliato." dissi dopo essere andato dietro di lei per vedere cosa stava leggendo.
"Quante altre volte è successo?" disse finendo di leggere la pagina.
"Non vuoi saperlo." sussurrai. Darcy mi guardò i polsi e le bastò un secondo per capire in che sistuazione versavano le mie braccia.
"Da quanto sei anoressica?" le chiesi poi all'improvviso. Lei chiuse delicatamente il diario e lo posò sul tavolo.
"Come hai fatto a capirlo?" disse lei sorridendo.
"Sono arrivato a pesare 38 chili, Darcy. Avevo 16 anni." dissi guardando un punto fisso davanti a me.
"E nessuno se n'è accorto? Neanche Anne?" chiese lei.
"In realtà qualcuno se n'è accorto."
 
....
 
Ero a mensa. Non mi andava per niente di mangiare. Andavo in quel posto solo per vedere Louis. Finalmente non si vergognava più di stare con me in luoghi pubblici e non mi menava più. Purtroppo suo cugino mi picchiava ancora. Louis non era riuscito a convincerlo di lasciarmi perdere, però ho apprezzato il pensiero. Avevo un amico che teneva a me.
"Hei Styles!" Mi chiamò dal tavolo dei 'popolari'. Io lo salutai con un cenno del capo mentre mi beccavo le solite occhiatacce di John e Sally.
"Allora, che mi racconti?" disse Louis dandomi una pacca sulla spalla. Per me fu estremamente forte, anche se sono sicuro che lui ci aveva messo pochissima forza. Ero troppo debole...
"Il professore di Inglese è malato e oggi è venuto un supplente davvero simpatico..." dissi mentre ci sedevamo al nostro tavolo.
"Magari gli prendesse un accidente anche al mio." disse lui ridendo.
"Vuoi il mio panino?" dissi porgendogli la busta marroncina che tenevo in mano.
"No, grazie. Ho mangiato un po' prima con John. Poi dovresti mangiarlo te, Harry. Sei pelle e ossa." disse estremamente vicino alla mia faccia. Mi toccò gli zigomi fin troppo sporgenti e mi tirò su le maniche della felpa larga che indossavo.
"No." protestai subito, ma ormai aveva visto tutto. Le ossa dell'avambraccio si vedevano molto bene e poi... I tagli che avevo erano molto numerosi.
"Harry..." disse Louis scioccato. Mi portò fuori dalla caffetteria molto in fretta, sembrava davvero incazzato.
"Che cazzo ti stai facendo?" disse poi quando fummo nel bagno della scuola. Provai a impedirgli di levarmi la felpa, ma alla fine lo fece.
"Non è vero." disse guardando il mio corpo. Mi girai verso lo specchio. Vidi le costole, le potevo contare tutte. Le ossa delle anche sporgevano dai jeans ormai larghi tenuti precariamente da una cinta. Louis diede un pugno sul muro e si girò verso di me, senza badare troppo al dolore e al sangue che cominciava ad uscirgli dalle nocche.
"Da quanto ti tagli?" disse lui guardando i miei avambracci.
"Non so, penso un anno o due..." abbassai la testa. Un altro pugno si abbattè sul muro.
"Quanto pesi?" disse serio.
"38 chili, penso..." sussurrai. L'ennesimo pugno colpì il muro che ora era sporco del sangue di Louis.
Lui uscì dal bagno senza dire niente e io mi rivestii e lo seguii, ma quando uscii dal bagno il corridoio era vuoto.
 
 
"Stupido. Sei solo uno stupido, Harry." dissi mentre la mia carne veniva lacerata dalla lametta ricavata dal mio temperino.Era il sesto o settimo taglio che mi facevo. Le mie braccia grondavano di sangue, ma non volevo fermarmi.
"Hai rovinato tutto." dissi piangendo. Il sangue si mescolò alle lacrime salate che scendevano dai miei occhi.
"Louis non ti parlerà più." altri due tagli, profondi. Mi arrivò un messaggio. Era Louis. Smisi di piangere all'istante e mi pulii dal sangue. Medicai le ferite e presi il cellulare.

vieni al parco tra mezz'ora. ti aspetto sotto al grande albero vicino al laghetto.
 
Freddo, diretto. Non si era firmato. Niente 'x' o faccine. Però ero felice, perché voleva parlarmi ed incontrarmi.
Mezz'ora dopo mi feci trovare sotto quell'albero. L'aria abbastanza fredda di metà marzo mi sembrava gelata. Tremavo e mi chiedevo dove diavolo fosse Louis.
"Harry." vidi Louis venirmi incontro. Non sorrideva, era serio.
"Louis, io.."
"Stammi bene a sentire." mi interruppe. "Tu ora mangerai questo muffin. Qui davanti a me. E non dovrai lasciare neanche un birciola." disse porgendomi una bustina bianca. Presi incerto quella busta e nel farlo sfiorai le mani calde di Louis.
"Dio mio, stai gelando!" disse abbracciandomi. Spalancai gli occhi. Non mi aspettavo quel gesto.
Ci andammo a sedere su una panchina. Louis aprì la sua giacca e "vieni qui." mi disse dolcemente. Io esitai un momento e poi sentii le braccia forti di Louis avvicinarmi al suo corpo caldo. Sentivo i pettorali e gli addominali scolpiti che emanavano calore. Io mi accoccolai al suo petto e aprii la busta col muffin. Era con le gocce di cioccolato. Mi veniva da vomitare solo a guardarlo.
"Mangialo." disse Louis serio. Io deglutii rumorosamente e diedi un morso al dolce. Chiusi gli occhi. Non volevo vedere Louis che mi osservava mentre mangiavo.
"Non mi guardare." dissi poi a disagio. Avevo mangiato mezzo muffin.
"Non ti sto guardando." disse Louis. Sentii lo scattare di un accendino. Finii il muffin quando Louis finì la sua sigaretta.
"Bravo ragazzo." disse scompigliandomi i capelli. Io sorrisi a disagio. Il mio stomaco protestava. Volevo vomitare quel muffin.
"Ora promettimi che mangerai." disse guardandomi negli occhi.
"Lo prometto." dissi serio. Non lo avrei fatto, e Louis lo sapeva.
"Perché io ci tengo a te, Hazza. Sei  speciale per me." disse avvicinandosi pericolosamente alla mia bocca.
"O-ok." balbettai.
"Ok." ripetè lui prima di posare le sue labbra sulle mie. Spalancai gli occhi, ma poi mi rilassai e diedi il permesso di entrare alla lingua di Louis. Fu il mio primo bacio. E lo diedi al ragazzo che amavo. Mi sentivo al settimo cielo. Louis mi strinse forte a lui.
"Harry, io.." 
"Non ti devi scusare." dissi imbarazzato.
"Si invece. Non so neanche se ti piaccio e ti bacio." era rossore quello che vedevo sulle guancie di Louis Tomlinson? Era veramente imbarazzato?
"Te mi piaci. E non solo come amico..." dissi abbassando lo sguardo.
"Vuoi essere il mio ragazzo?" disse poi lui, diretto.
"P-penso di sì. Cioè sì!" dissi sorridendo.
Louis mi baciò di nuovo. 
Non sentii dolore quando Louis mi strinse gli avambracci con i tagli freschi. Ero così felice ed innamorato che anche quando cominciò a piovere vedevo la luce del sole illuminare il viso di Louis.
 
....
 
"Louis? E' il tuo ragazzo?" chiese lei un po'... delusa?
"Si, è da tre anni che stiamo insieme. Lo amo." dissi preso ancora dai ricordi. Guardavo davanti a me, sorridendo come un ebete. Il the che Darcy aveva preparato era ormai freddo nella tazza che stringevo tra le mie mani. Louis Tomlinson riusciva a farmi dimenticare tutto e tutti. Mi faceva perdere la cognizione del tempo. Mi faceva stare bene in un mondo che mi faceva solo male.

 
 
*SPAZIO AUTRICE*
 
CIAO A TUTTI! non sono in ritardo (spero lol) ho avuto un blocco dello scrittore questa settimana, quindi ci ho messo più o meno 3 giorni a scrivere metà capitolo, capitemi HAHAHAH.
Povera la nostra Darcy... Si doveva sposare e invece... Harry vomita ancora per la partenza di Gemma e questa cosa mi dispiace, pensavo fosse cresciuto e invece (si, lo so che ho scritto io il capitolo lol)
MOMENTO FLUFF LARRY. si mettono insieme omg piango. Harry innamorato perso e Louis preoccupato per la sua anoressia adhfjd che cuccioli. Spero che vi piaccia questo capitolo, visto che quello passato me l'ha recensito solo una persona e.e grazie ancora per chi ricorda, segue, preferisce e recensisce la mia storia VI AMO.
Vi ricordo il mio nick di Twitter @xhorancheeks se volete seguirmi :D
Alla prossima.
Baci, Francesca. 
  
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