Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Uzumaki_Devil_Dario    20/08/2013    3 recensioni
Quando il giorno diventa notte, Tokyo cambia e diventa un nuovo mondo: la reputazione si crea nelle competizioni sulle strade e la vita pulsa del motore delle automobili dalle carene fiammanti e dai carburanti pompati al protossido di azoto.
Qui la parola "velocità" è sinonimo di forza e di vita. O sei veloce o non sei niente.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Aspetta, ti aiuto."
Parcheggiata la macchina davanti al monolocale, Hinata fu la prima a scendere e raggiunse in fretta il lato del posto passeggeri dell'auto; quando arrivò, però, Naruto stava già cercando di uscire e alzarsi da solo, un tentativo che gli valse un'altra fitta istantanea al costato e la caduta a terra in ginocchio. Hinata si precipitò ancora in suo soccorso.
"Ti avevo chiesto di aspettare un momento."
Si abbassò in modo da farsi passare un braccio di lui dietro il collo, poi lo afferrò al fianco opposto per reggerlo e aiutarlo ad alzarsi. Gli fece ugualmente male, per quanto lei si sforzasse di fare più piano possibile, guidandolo fino all'ingresso. La scalinata fu la parte più difficile, dovevano percorrerla lentamente e un gradino alla volta per tutti e due i piedi; in più, ogni volta che Naruto si doveva sollevare sulla gamba per salire lo scalino successivo, il dolore al costato tornava a farsi sentire. Arrivati a metà strada, dopo la prima rampa, ebbe bisogno di fermarsi per qualche momento prima di ricominciare. Quando ebbero terminato la salita, percorrere il pianerottolo fin dietro l'angolo e poi fino in fondo fu molto meno sfiancante.
Entrati nell'appartamento, Hinata lo aiutò anche a togliersi le scarpe poiché non poteva abbassarsi lui, al che lo portò fino alla camera in fondo al breve corridoio. Lo abbassò mettendolo a sedere sul futon e poi lo aiutò a distendersi.
"Hai qualcosa con cui ti possa medicare?" chiese.
"Controlla in bagno, porta a destra."
Il monolocale, in fin dei conti, era davvero un appartamento di dimensioni ridotte: un corridoio all'ingresso che conduceva alla stanza in fondo, un bagno piccolo e un cucinino. Alla fin fine, si trattavano di poco più o poco meno di venti metri quadri.
Hinata tornò presto portando la scatoletta del pronto soccorso trovata nel bagno, anche se, guardando Naruto, non sapeva da quale abrasione cominciare. Neanche sapeva spiegarsi perché fosse stato fermamente deciso a non essere accompagnato in ospedale ma solo a casa sua, nonostante le insistenze della ragazza. Per lo meno, non sollevò obiezione nel permetterle di dargli qualche cura. Gli fece scappare diversi grugniti, immaginò come stesse cercando di trattenere il bruciore mentre lei applicava disinfettante, cotone e fasciature in diversi punti, scusandosi continuamente per le fitte; in particolar modo, fu presa dalla goffaggine quando gli fu tolta la maglietta per occuparsi anche dei lividi e delle ferite sulla schiena e sul torace. A cure completate, più di metà dell'attrezzatura era stata adoperata e Naruto non aveva un bell'aspetto, coperto com'era di bendaggi e impacchi alla testa, sulla schiena e attorno al busto. Di certo, avrebbe avuto cure migliori se solo si fosse lasciato portare da un dottore, ma su questo Hinata non volle più sollevare dibattiti.
Ancor meno Naruto si dimostrò disposto a parlarne o a intraprendere altre questioni, preferì non pronunciarsi su nulla. Tranne che su una cosa, gliela doveva: quanto doveva essere santa quella ragazza per essere disposta ad accompagnarlo fino a casa a quell'ora tarda, acconsentendo alle sue richieste di non portarlo da nessun medico, e dargli l'aiuto e le cure migliori che poteva? A momenti si offriva anche di chiamare subito un carro attrezzi per trasportare la sua auto malridotta in officina, ma questo lui l'aveva declinato asserendo che ci avrebbe pensato la mattina dopo lui stesso... omettendo, però, che l'avrebbe fatta portare nel minuscolo garage di casa sua anziché da un meccanico.
"Hinata-chan... non so come ringraziarti... sei proprio..."
Non riuscì a dire cosa fosse lei di preciso ma Hinata doveva comunque aver capito che si trattasse di qualcosa di bello.
"Non c'è di che, davvero." disse, con un notevole rossore sorridente sul viso "Posso restare qui a dormire, se vuoi... se ti dovesse servire ancora qualche aiuto."
"Addirittura? Nah, a questo punto credo sia pretendere troppo da te."
"No no, ti assicuro che lo faccio volentieri."
"Non saprei dove farti dormire, altri futon non ne ho."
"Posso andare a casa mia a prenderne uno, farò in fretta."
Lo fece veramente, per quanto la cosa avesse dell'incredibile. Prima che lui potesse obiettare qualcosa, Hinata era già prossima a uscire, ripromettendo che sarebbe tornata presto (anche se tutti e due sapevano che da lì fino alla villa di Hinata, e viceversa, occorreva come minimo mezz'ora di viaggio). Anche dopo che se ne fu andata, il ragazzo si rese conto che comunque non avrebbe saputo cosa dire per farla desistere, impressionato com'era dalla dedizione che quella ragazza aveva nei suoi riguardi. Volle comunque rimanere ad aspettare da sveglio il suo ritorno, ma crollò nel sonno prima ancora che se ne rendesse conto.

Quando si svegliò il mattino dopo e fece per mettersi a sedere, si rese conto con sollievo che le fitte ai fianchi non c'erano più, pertanto non dovevano esserci delle fratture; tuttavia, aveva ancora qualche lieve giramento di testa.
"... oggi no, mi dispiace. Il fatto è che... non si sente molto bene, non può venire."
Sentì la voce di Hinata provenire dal cucinino, riuscì anche intravederla. Non solo, sul pavimento della stanza c'era un altro futon che certo non era suo, ordinato e piegato in un angolo, il che gli fece ricordare gli ultimi avvenimenti della sera prima: Hinata era arrivata davvero fino a casa sua solo per procurarsi il futon e poi aveva fatto marcia indietro per tornare da lui, ma sicuramente al suo ritorno lo aveva trovato già che dormiva e aveva preferito lasciarlo così.
Adesso, però, non si capiva cosa lei stesse facendo. Certamente stava parlando con qualcuno al telefono (di sicuro al cellulare, visto che in quella casa non c'erano reti fisse), ma non si sapeva con chi.
"Grazie tantissimo. Buona giornata" la sentì concludere. Poi, quando tornò nella stanza, si accorse del suo risveglio "Oh, Naruto-kun... buongiorno."
"...ciao."
"Come stai? Ti senti un po' meglio?"
"Direi di sì. Fa ancora un po’ male la testa, ma tutto il resto è passato."
"Bene... meno male" parve davvero rincuorata da questo.
"Con chi parlavi al telefono?"
"Ho trovato il numero di Ayame-san sul tuo cellulare." spiegò "Mi aveva detto che lavorate insieme, perciò ho chiamato per informarla che oggi non eri in condizioni di andare a lavorare, che ti sentivi poco bene. Così non devi più preoccuparti di questo."
Ancora una volta, tutta quell'attenzione nei suoi confronti lo lasciò basito e senza parole, nemmeno lui ci aveva pensato a chiamare a lavoro. Avere la premura di farlo rincasare, curarlo, farsi un viaggio da un'ora o più pur di dormire da lui e rimanere disponibile, avvisare di prima mattina al lavoro della sua assenza... su tutto questo non sapeva che dire, non esisteva un solo tipo di "grazie" al mondo che fosse adeguato. E non era ancora finita lì.
"Ti ho preparato qualcosa." Hinata andò a prendere un piccolo vassoio dal cucinino, portandogli una porzione di riso e tofu "Mangia pure, io vado a chiedere un bollitore ai vicini così potrò anche fare del tè."
"Hina..." provò a dire Naruto, mantenendo sospeso fra sé e la ciotola il primo boccone; la ragazza era così occupata a preoccuparsi per lui da sembrare che non lo sentisse.
"Dopo proverò a cercare il numero di un'officina, così potrai chiamare quando vuoi, ok?"
"Hinata..."
"Devo anche andare a comprare un nuovo kit medico, quello di ieri sera non basta più e devo cambiarti le medicazioni e..."
"Hinata-chan!"
Dovette alzare di più la voce per farti sentire e indurre la Hyuga a fermarsi un attimo per starlo ad ascoltare. Anche se sulle prime sembrava confuso su cosa dire.
"Naruto-kun, va tutto bene?"
"Sì... no... cioè, ma che diavolo ne so..."
"Che cosa c'è che non va?" si avvicinò inginocchiandosi a terra "Mi devo preoccupare?"
"Più di così? Non pensare male, apprezzo tantissimo quello che fai, però mi pare che tu stia facendo un po' troppo."
"Ma... ma tu ne hai bisogno, io sono qui per questo. Però... se vuoi che me ne vada..."
"Che diamine, Hinata-chan, mi lasci parlare solo per un momento? Sto cercando di dirti che sono cotto bollito di te."
Fu una cosa pronunciata di getto, venne fuori da sola, senza la benché minima titubanza e la benché minima riflessione.
Totale spontaneità, punto. Tutti i modi in cui Hinata lo aveva lasciato di stucco la sera precedente e quella mattina furono completamente pareggiati, se non surclassati dalla sua dichiarazione repentina. Era rimasta a bocca aperta e incapace di esprimersi, ancora intenta ad assimilare l'ultima frase recepita mentre lo guardava con lo sguardo vuoto.
"Ti ricorderai di respirare, prima o poi."
Il suo commento la svegliò e l'aiutò a ricordarsi che stava tenendo fermo il respiro già da un po', così espirò l'aria trattenuta. Si voltò anche, immaginando che il suo viso avesse acquisito un rossore fin troppo palese "I-io... io non so cosa... dire..." però sapeva che il ragazzo continuava a guardarla in attesa di sentire qualcosa, qualsiasi cosa da lei. Alla fine, visto che non veniva accennata altra parola, lo sentì sospirare e poi coricarsi di nuovo. Tornando a volgere lo sguardo su di lui, vide che si era disteso sul fianco e girato in modo tale da darle la schiena.
"Mi... mi dispiace davvero, Naruto-kun, è che proprio mi hai colta alla spro..."
"E basta, falla finita!" la interruppe lui, con tono infastidito e in un modo inaspettato "Ti scusi sempre per qualsiasi cosa, pure per una scemenza. Ma per le cose importanti cerchi di fare l'ignorantella!"
"Co-cosa?" Hinata era stupita. Naruto, invece, dimostrò di rispecchiare lo stato d'animo manifestato dai suoi toni.
"Va avanti da ieri sera. Tu mi trovi a terra pieno di botte e lividi, insieme alla mia auto ammaccata e smontata... e, guarda caso, proprio davanti al garage del clan Hyuga, di cui mi risulta che anche tu faccia parte. Ma non ti viene in mente di fare due più due e provare un po' a capire come stanno le cose? O almeno di provare a chiedermi cosa sia successo? No, pur di evitare qualsiasi spiegazione ti metti a fare la brava infermiera, vai avanti e indietro per la città per starmi vicino anche mentre dormo, mi giustifichi a lavoro e prepari pure la colazione. E tutto questo continuando a far finta di niente?"
Sapeva di star attaccando la ragazza in modo esagerato, che il suo sfogo la stava anche intimorendo. Andò avanti, stavolta cercando di controllarsi un po' di più.
"Dimmelo che tu l'hai capito. Lo sai che a ridurmi in questo modo è stato tuo cugino. Sì, lui, quel Neji e i suoi compari. Non voglio certo che tu ti metta contro di lui, figurati, ma non ti fa arrabbiare almeno un po' il fatto che abbia pestato un tuo amico solo perché non gli va a genio? Oppure che lui e i suoi debbano spuntare fuori e portarti via ogni volta che proviamo a passare un po' di tempo insieme? Non provi mai a dire una parola quando si intromettono nella tua vita privata. Perché, Hinata-chan? Per te il nostro rapporto vuol dire così poco?"
"No." si affrettò lei a rispondere, come se la risposta le fosse scattata da sola "Per me è importante, molto importante, Naruto-kun. Te lo posso assicurare. Ma devi capire... anche Neji-niisan lo è. Lui è pur sempre mio cugino, l'unica persona che con me si sia comportato come una vera famiglia. Anche se può non sembrarlo, è il solo fratello che io abbia mai conosciuto."
Era forse per questo che lo chiamava "nii-san", pensò Naruto. Adesso la tensione fra loro due si era calmata, tuttavia non riusciva ugualmente a condividere il medesimo punto di vista di Hinata "Davvero? Devo aver saltato qualche passaggio, oltre al fatto che non fa che comandarti a bacchetta."
"So cosa stai pensando... ma Neji-niisan non è una persona cattiva: è solo preoccupato per me ed è convinto di dovermi proteggere da qualsiasi cosa."
"Posso sapere una cosa? È fiducia incondizionata, la tua, o che altro?"
"Gratitudine. Lui c'è stato per me in un momento in cui nessun altro c'era."
Hinata capì subito che, arrivati a questo punto, il ragazzo chiedeva di saperne di più. Pur di spronarla ad aprirsi, le aveva anche confessato di aver perso la testa per lei (faceva ancora fatica a crederci! Solo a ripensarci, tornava a giocare nervosamente con le ciocche laterali dei capelli). Così neanche lei volle tirarsi indietro: volle aprirsi a lui come non ricordava di aver mai fatto.
"Sai della nostra compagnia di famiglia Hyuga, vero?"
"Sì."
"Mio padre e il padre di Neji-niisan sono fratelli e anche soci della compagnia. Le loro quote sono divise in due metà così bilanciate che ciascuna ha bisogno dell'altra per rimanere stabile e non fallire. Accordi e tradizione vogliono che le quote di ogni metà siano trasmesse ai figli eredi, cioè Neji-niisan, io e mia sorella Hanabi; un giorno saremo noi tre a dirigere gli affari della famiglia, perciò sin dall'inizio i nostri studi sono stati volti a prepararci a dovere."
Naruto, allora, capì quell'enorme differenza che esisteva fra lui e Hinata. Indipendentemente dalla vita che lei faceva, tutto ciò che possedeva era un futuro già stabilito da molto tempo, sia lei che suo cugino e sua sorella. Lui, al contrario, aveva preso per sé la sua vita e l'aveva affidata al caso, decidendo da solo cosa farne.
"Col tempo" continuò Hinata "mi sono resa conto sempre di più della responsabilità enorme che mi aspettava e non mi sono mai sentita pronta ad accettarla. Io non so se avrò mai l'autorità che mio padre ha sulla sua parte della compagnia, né le sue doti da leader. Non l'ho mai visto effettivamente sul posto di lavoro a osservare come si gestiscono affari così importanti... anzi, a dire il vero, le volte che l'ho incontrato in vita mia potrei contarle con le dita di una mano. Te lo immagini avere un padre così preso dal lavoro da averlo visto così poche volte? Non puoi neanche dire di conoscerlo davvero. Per me è sempre stato così, lo incontravo solo in rare occasioni in cui lui e mio zio venivano nell'istituto per informarsi di persona sull'andamento dei nostri studi. Non ricordo un solo momento in cui lui abbia davvero fatto per me qualcosa che fanno comunemente i genitori."
"Perché?" la interruppe lui "Ti ha preso una gran bella casa, ricordi? Almeno quello l'avrà fatto per te."
"Purtroppo no. La casa in cui vivo non è stato un regalo ma... beh, in realtà non so neanche io cosa sia di preciso."
"In che senso?"
"Poiché mio padre era sempre assente in casa, è stata mia madre a educarmi sugli usi e le tradizioni della famiglia. Mi insegnò anche che una donna Hyuga che si rispetti deve sempre portare i capelli corti, con un taglio di capelli alla hime."
E così era stato anche per lei. Naruto ricordò la foto a casa sua che la ritraeva con la chioma corvina tagliata in quel modo. Non le stava per nulla male, a dire la verità. Sfiorò per un attimo i suoi fluenti capelli neri, lunghi e belli "Allora perché li hai lasciati crescere così tanto?"
"Volevo che ci fosse un cambiamento nella mia vita, anche qualcosa apparentemente di poco conto come i miei capelli. Pensavo di avere la possibilità di prendere decisioni che riguardassero almeno il mio aspetto fisico. Mi illudevo: il giorno in cui decisi di lasciarmeli crescere, le persone dedite alla mia educazione storsero il naso quando li videro così allungati. E mio padre... lui disse così a mia madre al telefono dopo che lo venne a sapere "Se decide di voler fare di testa sua, che non lo faccia più a casa mia!".
Non pensavo che dicesse sul serio, credevo che fosse arrabbiato solo per quel momento e che magari gli sarebbe passata il giorno dopo. Invece, la settimana successiva, scoprii che lui aveva comprato un attico sulla baia e aveva dato disposizioni affinché io mi ci trasferissi. Mi ritrovai catapultata fuori di casa senza fare nulla per evitarlo, costretta a badare da sola a me stessa."
"Ma è assurdo!" ribatté indignato "Ti ha praticamente cacciato di casa!" E lui, da bravo scemo ordinario, le aveva fatto quell'osservazione del tutto sbagliata quando aveva visto la sua abitazione per la prima volta.
Il regalo di un padre che le voleva bene? Completamente fuori strada.
"Già." confermò lei "In quel periodo è stata davvero dura. Sono anche arrivata a sperare che mi diseredasse e lasciasse la mia parte di eredità a mia sorella Hanabi; invece non l'ha mai fatto, anche se non so perché. Per qualche tempo ho cercato conforto nelle piccole cose che più mi piacevano, cose dolci oppure semplici. Mi aiutavano a distrarmi e per un po' andava bene."
Fino ad adesso aveva accompagnato il suo racconto con il volto velato leggermente da un'espressione cupa. Poi, però, Naruto ebbe l'impressione che stesse cominciando a illuminarsi, a diventare poco più radioso. Continuando ad ascoltare, capì il motivo.
"Un giorno, Neji-niisan è venuto da me e mi ha portato all'Underground, il suo mondo di notte. Sulle prime mi spaventava, per me era ogni cosa era nuova, così diversa da quello a cui ero abituata, non sapevo assolutamente come comportarmi. Poi è cambiato improvvisamente tutto."
Doveva esserlo davvero, se ancora oggi il pensiero le cambiava in quel modo la voce e l'espressione con cui raccontava la sua storia. "Cosa successe?" chiese.
"Corsi. Neji-niisan mi lasciò gareggiare con la sua auto ed ebbi la prima vera corsa della mia vita. Mentre ero nell'abitacolo, ero così terrorizzata che pensavo non sarei riuscita neanche a partire... e invece ogni cosa fu spontanea, semplice, come se avessi sempre saputo come muovermi. Sapevo in quale momento dovevo accelerare al punto giusto, sapevo all’istante quale fosse la marcia giusta da inserire... sapevo ogni cosa che mi serviva sapere. Non so cosa mi accadde di preciso, non so come... ma mentre correvo, sentivo che la velocità mi trapassava, mi entrava dentro e lasciava in me la sua traccia. Ero il cuore vivente della macchina. Desideravo solo andare più veloce, più veloce, veloce fino a non fermarmi mai più. Quando raggiunsi il traguardo e uscii vincitrice dall'auto, vedendo tutte quelle acclamazioni e quel trionfo tutto per me... avevo capito che ero cambiata, che mi ero trasformata. Per quei pochi minuti di gara, io ero stata libera, finalmente padrona di me stessa, ed era una sensazione che in quel momento nessuno era capace di togliermi.
Ora questa è la mia vita, questo è il mio mondo come lo è di Neji-niisan. Quando afferro il volante, so che quella macchina e quella corsa le ho nel sangue. Così mi rendo conto che non sento semplicemente la libertà: io sono la libertà. E sia che vinca o che perda, so di aver trovato il mio posto nel mondo."
Naruto la guardava, guardava il modo in cui adesso lei era piena di enfasi e felicità. Davvero era possibile che lo scontroso e odiosissimo Neji Hyuga le avesse dato un cambiamento così radicale da estasiarla fino a quel punto? Faticava a materializzare il pensiero nella sua testa.
"Mi avevi detto, però, che tutta quella roba che sai fare con la Sunny Dawn l'avevi imparata da sola. Invece è tuo cugino che ti ha insegnato?"
"Mi ha dato alcune piccole dritte per migliorarmi, ma quasi tutto quello che so ho imparato a farlo da me, proprio come ti avevo detto."
Adesso che lei gli aveva spiegato le sue motivazioni, lui si sentiva uno schifo per averla attaccata in quel modo. Si era accanito perché Hinata non dava segni di voler difendere la loro amicizia quando Neji si metteva sempre in mezzo, e ora capiva perché: suo cugino le aveva dato quella smossa nella vita di cui aveva davvero bisogno, mentre lui... lui che cosa aveva mai fatto per lei da presumersi così importante?
"Porca misera..." tornò a coricarsi sospirando "Me n'ero uscito con quel gran discorso da sostenuto e adesso col tuo mi hai spiazzato. Ora mi sento uno stronzo. Scusami per averti detto quelle cose."
Nonostante quello, però, lei ancora aveva di che sorridergli "Non preoccuparti, non ce n'è bisogno. In fondo, non avevi tutti i torti. È vero, avevo capito subito cosa ti fosse successo ieri sera, ma anche così non posso avercela con Neji-niisan."
"Vabbè, lascia perdere quello che ho detto e dimentichiamolo tutti e due, ok?"
Hinata fu d'accordo, anche se, a essere sincera, non poteva certo dimenticare quello che Naruto le aveva detto, sul fatto di essere “cotto bollito” di lei. In qualche modo, sentiva che anche lui stava percependo un certo disagio per quella cosa, tuttavia non prese più parola su questo. Ed era giusto, che altro poteva dirle più di quello? Forse toccava a lei dare una risposta, ma non era neanche sicura che bastasse tutto il tempo del mondo per sentirsi pronta a fargliela sapere. Le tornò in mente la piacevole discussione che avevano avuto al Barbe-Q, quando le aveva domandato se sapesse cosa voleva davvero; neanche in quell'occasione gli aveva fatto conoscere la risposta, così come adesso, ma dentro di sé era fin troppo evidente. E ancor prima, la sera in cui aveva portato Naruto a casa sua ma il ragazzo aveva assicurato che Ayame-san fosse una compagnia di gran lunga migliore... ma lei aveva preferito lui e, quando aveva cercato di dirglielo, seppur con un borbottio impercettibile, aveva ripiegato.
"Senti" provò a dire per riprendere almeno un po' a parlare "ora che ci penso, cosa hai in mente di fare per la tua auto? Voglio dire, so bene che certi pezzi non potrebbe darteli un comune meccanico, forse non è una buona idea portarla in un'officina, dopotutto."
"Sì, ci avevo pensato anch'io. Mi sa che la farò portare qui direttamente dal carro attrezzi, mi fermo in un bar coi computer collegati on-line e proverò a ordinare qualche ricambio nuovo. Dovrei farcela, ormai i soldi non sono più un problema per me."
Ripensando, infatti, alla vittoria contro Karin, gli venne spontaneo sorridere per l'esuberanza e il trionfo che ancora provava al ricordo, per non pensare al gran botto di grana che aveva guadagnato quella sera.
"A proposito, quella sera non ti ho più ringraziato per la dritta che mi hai dato alla partenza." sfoderò un largo sorriso riconoscente "Perciò grazie."
"Figurati, sono contenta di aiutarti come posso. Se anche dovessi aver bisogno di aiuto per riparare Kurama, sai che a me puoi sempre chiedere. Anzi..." si avvicinò di più al ragazzo disteso, particolarmente ansiosa di esporgli la sua idea "... ancora meglio, che ne dici se ti dessi qualche insegnamento?"
"Come, scusa?"
"Sì, dopo che ti sarai rimesso in sesto e avrai aggiustato l'auto. Ho un sacco di consigli e suggerimenti che potrei darti per diventare più bravo a correre. Voglio dire, più bravo di quanto tu sia già."
Sentendo la proposta, Naruto balzò di nuovo su a sedere e gli si illuminò il volto "Uao! Ma veramente? Mi insegnerai anche a fare manovre da sballo come le sai fare tu?"
"Certo."
"Fantastico! Sul serio, Hina-chan, sarebbe una figata immensa!". Fu così entusiasta all'idea da afferrare la ragazza di getto e stringerla in un abbraccio, un gesto che per Hinata fu del tutto una novità per cui arrossire di nuovo. Ma non le dispiaceva per niente, anzi...
"Devo dirtelo, Hinata-chan" continuò a guardarla sorridendo "sono felice che tu sia qui con me adesso."
Anche lei non smise di sorridere, ma questo era dovuto molto più all'imbarazzo; poteva non abituarsi mai a sentirsi dire delle cose belle come questa. "Anche io, Naruto-kun. Anche io."


SPAZIO AUTORE
Ehilààà, salve! Ah ah ah, che dire, le ferie sono finalmente arrivate anche per me e si fanno proprio sentire, da quanto tempo non mi capitava di aggiornare così presto! Immagino che anche voi sarete contenti di vedermi tornare così in fretta sui binari :) beh, vediamo cosa riuscirò a fare per le prossime due settimane (il mio periodo di vacanze, per intenderci) per adesso vi mollo questo capitolo nuovo nuovo *mette gli occhiali da sole e zaino in spalla* prima di fiondarmi in spiaggia!
See ya, guys!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Uzumaki_Devil_Dario