Epilogo
Anno
2016
[Oliver]
Eccomi
ancora qui a essere angelo custode della piccola libellula.
Sono
passati tre anni da quel giorno all’aeroporto, tre anni dalla
mia
promessa, che ho mantenuto e manterrò finché
avrò vita.
Non
so se Firas lo abbia mai detto a Micol o se lei lo abbia mai intuito,
ma le ho salvato la vita due anni fa, ma cosa ancor più
importante ho salvato
Riccardo quella volta in cui lo avevano rapito in un pessimo tentativo
di
ricattare la piccola libellula: dato che lei non cedeva volevano
ucciderlo e lì
sono intervenuto in modo chiaro e netto massacrandoli tutti, in primis
perché
stavano ostacolando il mantenimento della mia promessa a Firas, in
secundis
perché ora posso dire che io e Micol siamo pari.
Un’anima
per un’anima.
Le
ho tolto Rabi, ma le ho ridato Riccardo.
Rabi.
Ricordo
ancora il giorno in cui Micol e Riccardo sono andati alla sua
tomba, per onorare il particolare rito di passaggio in voga in Israele:
ognuno
di loro ha preso un sasso (lui uno piccolino rotondo, lei uno
più grande con
tanti spigoli forse a significare che per lei voltare pagina
è stato duro e
doloroso) e dopo attente riflessioni lo hanno posato sulla sua tomba.
E
quel viaggio fatto inizialmente solo per commemorare Rabi si
è
trasformato in un cambiamento radicale, almeno per Riccardo, che ha
ricevuto
fior fiore di proposte di ricerca proprio in Israele, dove
sarà senz’altro più
rispettato che in Italia.
Devo
dire che come professionista lo stimo: è tornato in Italia,
c’è
rimasto il tempo necessario a finire la ricerca che stava svolgendo,
cioè la
famosa ricerca da cui ha avuto inizio la fine della Confraternita, e
poi è
partito per Israele con nuovi fondi, nuove ricerche
all’orizzonte e grande
disappunto del suo fan club.
Poi
mi sono reso conto che come uomo l’ho giudicato male,
probabilmente a
causa di Sofia (per la cui scomparsa, tra l’altro, non ha
pianto nessuno dei
suoi parenti e dei suoi amici). Innanzitutto non ha mai fatto pressioni
perché
la tenace avventata irruenta Micol cambiasse il suo (pericoloso) lavoro
al
Mossad per un altro (e più tranquillo) incarico presso altre
agenzie
governative e questo ha senz’altro deposto a favore del
professorino.
E’
stato capace di non fare confronti tra lui e Rabi e questo mi ha
stupito. Tanti uomini sono così insicuri da lambiccarsi il
cervello con frasi
del tipo “ma se lui non fosse morto
chi
avresti scelto?” oppure “ma
se
dovessi confrontarci, chi di noi due sarebbe meglio? ”.
Infatti,
ho sempre creduto che lui avesse un’insicurezza di fondo con
le
donne e che di Sofia lo attraesse la sicurezza di sé, tanto
da non riuscire a
lasciarla. Ovviamente mi sbagliavo. Aveva cessato di amarla
già da molto tempo,
ma aveva paura del cambiamento, il che per uno scienziato è
assurdo dato che
dovrebbe sapere che l’unica costante nella vita è
il cambiamento.
Ad
ogni modo mi sono ricreduto su Riccardo e la mia stima per lui
è
accresciuta notevolmente negli ultimi tre anni.
Anno
2018, sera, ospedale
[Oliver]
Micol
è in ospedale non perché le sia capitata una
disgrazia, ma perché
finalmente le è capitata una cosa bella: ha appena partorito
una bambina, che
hanno chiamato Rebecca.
All’inizio
era terrorizzata, credeva di essere sempre sul punto di avere un
aborto spontaneo, sintomo di quanto sia stata segnata profondamente
dall’esperienza passata: abortì spontaneamente il
figlio concepito con Rabi,
principalmente a causa della prematura dipartita del suo promesso. Di
certo se
avessi saputo della gravidanza mi sarei astenuto
dall’omicidio, ma, ahimè, non
si torna indietro ed è inutile ormai sentirsi in colpa:
ciò non farà stare
meglio lei e farà stare peggio me, quindi meglio applicare
la massima “ non ti
crucciar, ma guarda e passa”.
Questa
notte è così bella, è dolce, chiara e
senza vento; nella mia vita di
notti così ce ne sono state poche.
Quando
anche Micol si è addormentata e Riccardo con lei in stanza,
mi sono
avvicinata alla nursery per vedere la piccola Rebecca, bella, ancora
è
difficile capire a chi assomiglia di più… quando
apre gli occhi e mi fissa
senza dire un fiato, capisco che ha molto della mamma, stessa
determinazione.
Sparisco così come sono arrivato, non avvedendomi di un’ombra che mi ha osservato.
Anno
2023, Monte degli Ulivi
[Micol]
Questo
è un giorno triste per la mia famiglia, senza darci alcun
presentimento, senza avvisarci delle sue reali condizioni, Firas ci ha
lasciato.
Si
è spento, due giorni fa, nel silenzio della mia casa, dopo
aver messo a
letto quella peste di mia figlia Rebecca, e aver controllato che il
piccolo
Rabi non si fosse svegliato per le smanie della sorella, si
è seduto nella sua
poltrona preferita, e ha chiuso gli occhi per non riaprirli mai
più.
Solo
Riccardo immagina come io mi senta in questo momento, mentre mi sforzo
di essere forte, per i miei bambini che ancora non hanno capito
perché il nonno
non è più sulla sua poltrona.
Apprezzo
davvero il grande riconoscimento che il nostro governo gli ha
tributato, mettendo il suo corpo a riposare sul Monte degli Ulivi, ma
per
quanto ciò sia bello, non paga il vuoto che questa perdita
mi lascia.
Mi
volto, troppo stanca per fissare una tomba, e noto qualcuno in
disparte,
ma con lo sguardo fisso su di noi.
Un
portamento che mi sembra di conoscere.
Quando
tutto finisce, mi fermo, e aspetto che lui, rimasto in disparte fino
ad ora, si avvicini; dico a Riccardo di andare e lui mi asseconda, dopo
aver
visto dove si perdeva il mio sguardo. Annuendo, ha capito.
Quando
si avvicina, non ho più dubbi su chi sia, ha un giglio
bianco in mano,
e non si comporta come un assassino pluriricercato, ma come un uomo
triste, che
è venuto a salutare un suo … amico?! Forse amico
no, certamente un degno
avversario, e la stima che aveva per lui, è perfettamente
attestata dalla sua
presenza qui, oggi.
-
Piccola libellula …
-
Non sono qui per fermarti.
-
Ed io non intenzione di ferire te.
Annuisco
mentre lo vedo posare il giglio in terra.
-
Lo sapevi?
-
No.
-
Lo ha nascosto bene...
-
Tu?!...
-
Vi ho tenuto d’occhio.
Guarda
verso la tomba di Firas, e poi mi fissa di nuovo.
-
Avevo fatto una promessa, che ho intenzione di mantenere ancora.
Sono
stupita, e colpita, sono anni che non cerco più lo
Scheletro, si è
ritirato dopo la Confraternita, è sparito, alcuni dicono che
uccida ancora
sotto compenso, io credo solo che fa quello che vuole, quando vuole,
più che
uno Scheletro sembra più un fantasma, a cui non ho voglia di
dare la caccia.
-
Grazie.
Gli dico prima di voltarmi e
andarmene via.
- … e
il fantasma, che prima era stato lo Scheletro, e
ancor prima si è eretto al ruolo di Dio da allora
vegliò in silenzio sulla
piccola libellula.
- Si sono
addormentati. – mi dice mia moglie posando una
coperta sulle spalle dei nostri nipoti.
Sara, la
più piccola, è la mia preferita, figlia
primogenita di Rabi, è tutta Micol, nel carattere e nello
sguardo.
Simone, invece
è più grande, figlio di Rebecca e come lei
(e come me), è più timido e schifo, tremendamente
leale, e quasi scapestrato
nel perseguire le idee che lui ritiene corrette.
- Vieni qui,
libellula. – dico tirando Micol sulle mie
ginocchia.
Lei si siede
mentre continua a rigirarsi il libro tra le
mani.
La fiaba della
piccola libellula, è un libro per bambini,
con magiche guerriere, perfidi stregoni, avidi re, saggi alchimisti,
pubblicato
oltre 10 anni fa, da un anonimo scrittore australiano, Karl Flower, lo
ricevemmo per posta pochi giorni dopo la morte del fortunato scrittore.
Ci siamo
affezionati, è la nostra storia, il nostro
amore, le nostre avventure.
Micol apre il libro, dove una calligrafia elegante ha vergato poche, e significative righe.
Mi guarda, mentre ormai a memoria, mi dice:
- Se niente
può far che si rinnovi
all'erba il suo splendore e che riviva il fiore,
della sorte funesta non ci dorremo, ma ancor più saldi in
petto
godrem di quel che resta.
Si china su di me, per
posarmi un tenero bacio sulle
labbra, la stringo al petto, mentre il fuoco nel camino, ormai sta per
spegnersi.
Ci teniamo questo spazio per ringraziarvi, ringraziere tutti voi, che ci avete seguito con pazienza (tanta) e costanza. Questa storia è stata per noi una bellissima esperienza, un bel confronto tra di noi e soprattutto con voi che avete lasciato un segno del vostro passaggio...
Un grazie a The Dragon, Bale e Katnip, che ci hanno spesso dato la loro opinione e a tutti voi che ci aevte letto in silenzio; un saluto affettuoso.