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Autore: Nialler_CrazyMofos    20/08/2013    2 recensioni
Da giorni a scuola ormai non si sente parlare d'altro, tutti, soprattutto le ragazze, sono in costante agitazione. Non fanno altro che scambiarsi informazioni e pettegolezzi per tutto il tempo. Voi vi chiederete: ''Ma perché tutto questo fermento?'' Beh, eccolo il motivo: Cinque ragazzi studieranno per un anno alla StarsHighSchool, la scuola che frequenta la protagonista. E chi potevano essere se non i fantastici One Direction!?
Un'altra ragazza sarebbe letteralmente impazzita di felicità!.. Infatti, un'altra..ma non lei!
Deborah Hyde ha 16 anni e non sopporta gli One Direction, ma forse qualcosa, o qualcuno presto le farà cambiare idea.
[SOSPESA]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13 SETTEMBRE
 
 
 
DEBORAH'S POV

Dopo aver salutato e soprattutto ringraziato Ashley corsi verso casa. Stavo letteralmente morendo di fame.
Appena arrivata davanti la soglia di casa infilai la chiave nella toppa e girai. Dopo essere entrata mi richiusi la porta alle spalle, sbattendola.
 
''Chi sei? Un ladro? Oh mio Dio! Non ti avvicinare, sono armata.''  Disse una voce femminile -per nulla spaventata- proveniente dalla cucina.
 
'''Per favore non colpirmi con una padella, sono tua figlia!'' Le risposi prontamente.
 
Spuntai nella cucina. Vidi mia madre di spalle, riversata sui fornelli, intenta a preparare i miei amatissimi pancakes. Il profumo era così buono da riuscire quasi a sfamarmi solo con quello. Lanciai una rapida occhiata sul tavolo apparecchiato. C'era di tutto: dai muffin ai cupcake, dalla frutta ai cereali. Che splendida visione. Quello era il suo modo per farsi perdonare. Era quasi sempre fuori per lavoro e di conseguenza non passava molto tempo con noi e quindi si rifaceva preparandoci le sue delizie. Afferrai una pesca e l'addentai.
 
''Ma a che ora sei ritornata?'' Le chiesi improvvisamente.
 
''Poco fa.'' Rispose lei riponendo dei pancakes in un piatto piano di ceramica che poi mi porse. Sembrava essere dispiaciuta.
 
Afferrai il piatto. ''Mamma, non dispiacerti. Stai solo facendo il tuo lavoro. Lo fai per la famiglia e noi siamo fieri di te.'' 
 
Lei mi sorrise e io feci lo stesso, poi l'abbracciai. Sapevo che tutto quello che stava facendo lo faceva per noi e ovviamente io e mio fratello non potevamo fare altro che essergliene eternamente grati, sia a lei che a nostro padre. Vivevamo in una bella casa, avevamo sempre vestiti nuovi, frequentavamo una prestigiosa scuola privata e tutto quello era solo ed esclusivamente grazie a loro e ai loro innumerevoli sacrifici.
 
* * * * *
 
Dopo aver fatto colazione, mia madre ritornò a lavoro mentre Logan uscì per incontrarsi con degli amici o almeno così aveva detto lui. Rimasi sola a casa. Era il momento di darmi alla pazza gioia. Dopo aver accesso lo stereo nel soggiorno e alzato il volume al massimo, mi diressi spedita in camera mia ballando sulle note di Mirrors, una canzone che io adoravo. L'euforia della mia amica Ashley mi aveva letteralmente contagiato. Una volta in stanza aprii l'armadio a muro facendo scorrere lateralmente le ante. Rimasi lì in piedi per almeno cinque minuti buoni. Avevo solo l'imbarazzo della scelta ma in quel momento tutti quei vestiti non mi parvero adatti. Dovevo essere carina o per lo meno presentabile. Alla fine scelsi un paio di blue jeans attillati
-quasi completamente strappati- una canotta con una fantasia floreale sui toni dell'azzurro con sopra un cardigan blu con le maniche lunghe e delle converse -anch'esse- blu. Indossai velocemente ciò che avevo scelto per poi sciogliere i capelli, piastrarli per bene e lasciarli sciolti. Dopo aver terminato di prepararmi, spensi lo stereo e uscii di casa. 
Prima di andare a casa di Niall passai da un bar per strada e comprai un cappuccino e due brioches. Ricordai che Ashley un bel pò ti tempo prima mi aveva parlato del biondino e del suo incontrollabile -per non dire insaziabile- appetito e poi comunque, a parte questo, non mi sarei mai presentata a mani vuote. Sinceramente non avrei voluto fare una brutta figura, non mi andava proprio, non quel giorno.
 
Finalmente arrivai nel quartiere dove abitava Niall. Mi ero persa solo una volta ma poi per fortuna -o forse per miracolo, molto più probabilmente per miracolo- ero riuscita a trovare quasi subito la strada giusta. 
 
* * * * *
 
Erano ormai più di dieci minuti che facevo continuamente avanti e indietro sotto il portico della casa di Niall. Ancora non avevo suonato il campanello. Non ne avevo il coraggio. Non riuscivo a credere di essere davvero arrivata fin lì, davanti casa sua. Ero agitata, forse troppo. Decine e decine di domande cominciarono a frullarmi in testa. E se non era a casa? E se lo avrei solo disturbato? Ma cosa più importante: Cosa gli avrei detto? 
 
''Niall sono qui, davanti alla tua porta per confessarti il mio amore. Si: io ti amo!
Sposiamoci all'istante e saltiamo in groppa ad un cavallo bianco 
cavalcando verso l'orizzonte contornato da nuvole di zucchero filato, unicorni e arcobaleni colorati.''
 
Oh no! Non avrei mai fatto quel 'discorso' -sempre se si poteva definire tale- nemmeno sotto tortura. Piuttosto mi sarei lanciata nel vuoto da un palazzo di trenta piani con un prosciutto al collo. Stavo quasi per rassegnarmi. Non ce la facevo, mi vergognavo troppo. Perché? Io non mi ero mai stata un tipo timido, non avevo mai provato imbarazzo per nessun motivo ed ecco che in quel momento mi bastavano solo un suo sorriso e un bel paio di occhioni azzurri per farmi andare completamente in tilt. Mi sedetti sui gradini del portico e cominciai a riflettere: dovevo rimanere lì per ore ed ore ad aspettare che il biondo uscisse da quella porta -ammesso che fosse in casa- oppure andare via e rimpiangere quella scelta per il resto della vita?
 
''Ciao.'' Disse improvvisamente una voce attirando la mia attenzione.
 
Alzai gli occhi e mi ritrovai davanti un ragazzo dai capelli e dagli occhi scuri, la carnaggione olivastra. Indossava dei jeans e una giacca di pelle. Chi era? Zayn, o almeno credevo si chiamasse così. Fatto sta che scattai in piedi e lo salutai con un ''ciao'' sommesso, forse troppo.
 
''Sei la ragazza che, a scuola, passeggiava per i corridoi con Niall, vero? Sei Deborah, giusto?'' Mi chiese. 
''Penso che Niall ti farà aspettare tanto prima di venire ad aprirti ammesso che abbia sentito il campanello.'' Aggiunse poi.
 
''In realtà non ho ancora suonato.'' Confessai io.
 
Lui sorrise, quasi divertito. Poi rispose. ''Sai, nei giorni feriali non si sveglia mai prima delle due del pomeriggio.''
 
Ecco, lo sapevo! ''Allora, ehm.. Non importa, magari ripasso un'altra volta.''
 
''Ma no, perché mai? Sei già qui...'' Disse lui. Dopo di che cominciò a suonare ripetutamente.
 
Cercai di fermarlo. ''No dai, ho detto che non fa niente, lascialo stare!''
 
All'improvviso sentimmo un tonfo provenire dall'interno. Zayn mi guardò e si trattenne a stento dal non ridere. Poi suonò ancora una volta.
 
''E che cazzo! Un attimo!'' Urlò una voce alquanto assonnata. Era Niall. Zayn sorrise ancora una volta, poi scappò via. Che emerito codardo.
 
E adesso? Stava venendo ad aprire la porta! 
Cosa avrei fatto? Cosa avrei detto!? Andai nel panico più totale.
 
''E che diamine ragazzi! Cristo santo! Perché venite a rompere le palle la mattina prest-'' Si zittì appena mi vide. ''Oddio, scusa! Pensavo fossi uno dei ragazzi!'' Si scusò poi. Aveva la voce ancora impastata dal sonno, per non parlare dei capelli scompigliati.
 
''I-in effetti è stato Zayn a suonare p-per tutto il tempo.'' Balbettai io.
 
Rimanemmo lì, in piedi sulla soglia, senza dire nulla per qualche secondo. Io fissavo lui, lui fissava me. Sembravamo praticamente incantati l'uno dall'altra. Poi ad un tratto lui rabbrividì. Mi soffermai per un attimo sul suo abbigliamento. Indossava solamente un misero pantaloncino. E ci credo che tremava dal freddo, fuori c'erano si e no quattordici gradi e lui dormiva con i pantaloncini.
 
''Accomodati.'' Mi invitò poi lui. Senza pensarci gli sorrisi ed entrai.
 
Lo vidi sparire per un attimo su per le scale per poi ricomparire con indosso una maglietta bianca a mezze maniche. 
 
''Ti ho portato la colazione. '' Gli dissi io sorridendo e agitando con nonchalance il sacchetto contenente le brioches e, il cappuccino nell'altra mano. Poi posai il tutto sul tavolino in vetro vicino al grande divano in pelle bianca.
 
Lui mi sorrise, poi si avvicinò a me.
 
''Grazie, non dovevi.'' Mi disse quasi sussurrando.
 
''Ehm, senti. Ero venuta qui per parlarti di una cosa. Riguardo a quello che è successo in macchina ieri ser-'' Mi fermò, non facendomi completare la frase.
 
''Non preoccuparti. Lasciamo stare.'' Mi rispose lui semplicemente. Poi mi sorrise e posso giurare che quel suo sorriso mi sembrò tutt'altro che felice.
 
Eh no però! Adesso aveva anche capito male. Io ero andata a casa sua apposta per confessargli i miei sentimenti e lui aveva capito che io ero andata lì solo per dirgli di dimenticare tutto. Come avrei potuto dirgli di dimenticare se poi nemmeno io l'avrei fatto?
 
''Questa sera vado ad una festa, ti va venire con me?'' Mi chiese poi, tutto d'un tratto.
 
Lo stava facendo davvero? Mi stava chiedendo sul serio di andare ad una festa in sua compagnia? Dovevo accettare? 
Basta Deborah! Invece di farti tutte queste domande pensa a divertirti una volta tanto. Esci almeno un sabato sera ogni tanto.
 
''Si, perché no.'' Gli sorrisi io ancora una volta.
 
''Passo a prenderti alle otto.'' Mi disse poi lui, sorridendomi nuovamente.
 
* * * * *
 
Quella sera arrivò in fretta, forse troppo in fretta. Erano le sette e io ero ancora stesa sul letto ad abbracciare il cuscino e a pensare a Niall. Non lo conoscevo nemmeno da due giorni ed era già al centro dei miei pensieri. Ripensai a quella mattina, a casa del biondo.
Stupida, stupida, stupida. Non gli avevo detto nulla. Beh, pazienza. Gliel'avrei detto in tutta calma quella sera stessa alla festa. Magari avrei potuto trascinarlo via per un attimo e dirgli tutto d'un fiato. Pensai a che genere di festa potesse essere ma non ne avevo davvero la minima idea. Era per caso per qualche ricorrenza particolare oppure una semplice festa? E se mi avesse trascinato in un pub, di quelli con le ragazze che ballano sui cubi?
 
Il cellulare emise uno squillo, riportandomi alla realtà. Lo afferrai da sopra il comodino e aprii il messaggio. 
Era Ashley.
 
// Ciao Deb :) ...
Come va? Cosa fai stasera?
Alla fine che hai deciso di fare con N?? //xx
 
Rilessi il messaggio per due o tre volte prima di risponderle.
 
// Bene, diciamo :/
Niall mi ha chiesto di andare ad una festa con lui
e io non so cosa indossare!! 
E se poi non sono abbastanza carina
e lui rimane deluso? 
Peggio: e se mi dichiaro e lui
mi rifiuta!?? :(( //xx
 
Dopo averle inviato il messaggio di risposta ricominciai a deprimermi. Affondai il viso nel cuscino e sospirai pesantemente. 
Un altro messaggio di Ashley.
 
// Deborah Hyde!!!
Basta crearsi tutti questi complessi! >:/
Sei la ragazza più bella che io abbia mai visto 
e non lo dico solo perché sei la mia migliore amica!!
Metti il vestitino a fiori, ti sta benissimo
e metti un paio di tacchi, almeno questa volta :)
Sii te stessa e vedrai che tutto andrà bene^^ //xx
 
Sorrisi, leggendo la sua risposta al mio ultimo messaggio. Sapeva sempre come tirarmi su di morale e anche quella volta c'era in qualche modo riuscita. Lei era una delle poche persone che ci riusciva e per questo l'adoravo e la stimavo. Era semplicemente unica.
 
La ringraziai per la seconda volta quel giorno e subito dopo rotolai giù dal letto. Come di mio solito mi ritrovai nuovamente davanti all'armadio, a fissare i capi contenuti al suo interno. Forse avrei dovuto ascoltare Ashley, forse avrei dovuto mettere quel vestito a fiori. Cominciai a cercarlo e lo scovai poco dopo in un angolo dell'armadio. Per mia fortuna non era affatto stropicciato. Mi soffermai per un attimo ad osservarlo, avevo quasi completamente dimenticato come fosse fatto, visto che non mettevo mai vestiti. Era senza spalline, il sopra era aderente mentre la gonna era abbastanza ampia, un pò sopra il ginocchio. Era turchese con una fantasia a fiori rosso-arancio. Scelsi anche un coprispalle a maniche lunghe bianco da abinare alle scarpe -bianche anch'esse- chiuse, con il tacco.
 
Dopo aver poggiato -il più accuratamente possibile- gli indumenti che avrei dovuto indossare, sul letto, sbottonai i jeans per poi lasciarli scivolare verso il basso, fino a toccare il pavimento. Dopo di che cominciai a scrutare ogni centimentro di pelle delle mie gambe. Arrivai ad una conclusione: c'era assolutamente bisogno di una bella -'bella' per dire- ceretta. Delle volte odiavo il fatto di essere una ragazza e invidiavo profondamente i ragazzi.
Loro non dovevano mai sottoporsi a sedute settimanali dall'estetista. Loro non avevano la più pallida idea di cosa volesse dire fare cerette nei posti più impensati. Gambe, baffi, sopracciglia e chi più ne ha, più ne metta. Quelle erano delle vere e proprie torture medievali alle quali anche io mi sottoponevo.
Una donna deve essere impeccabile sempre e comunque, in ogni situazione. Così mi avevano sempre fatto intendere e capire tutte quelle galline che mi ritrovavo per 'compagne' di scuola. Loro erano sempre perfettamente truccate e ben vestite. Delle Barbie, in poche parole.
Io invece non mi truccavo quasi mai, indossavo per la maggior parte del tempo felpe e scarpe sportive e non ero per niente attraente, o almeno io non avevo mai pensato di esserlo. Ma non mi importava, non mi era mai iportato in effetti.
E allora perché m'importava? Perché proprio in quel momento aveva cominciato ad importarmi tutto ciò? Per piacere a Niall? Forse.
 
* * * * *
 
Finalmente ero pronta. 
Avevo indossato ciò che avevo scelto, includendo all'ultimo momento una borsetta turchese da abbinare al vestito. 
Avevo messo un pò di ombretto, del mascara e del fard. Sì, volevo sembrare carina, ma non un pagliaccio.
Lasciai i capelli sciolti con morbidi boccoli.
 
Lanciai un'occhiata all'orologio da parete. Erano quasi le otto. Tra soli cinque minuti Niall sarebbe arrivato.
Afferrai il cellulare da sopra la scrivania e lo riposi nella borsetta insieme alle chiavi di casa e qualche spicciolo. Dopo di che mi diressi al piano di sotto ad aspettare il biondo che a momenti sarebbe venuto a prendermi.
 
''E tu dove stai andando?'' Disse una voce improvvisamente. 
 
Sussultai. Fino a quel momento ero stata convinta di essere sola a casa ma evidentemente...
 
''Oddio Logan! Mi hai fatto prendere uno spavento!'' Risposi io quasi urlando, mentre mi dirigevo in cucina. 
 
Lo trovai lì, in mezzo alla cucina, intento a divorare un panino imbottito con SoloDioSaCosa. Stupido com'era mio fratello aveva probabilmente, anzi, quasi sicuramente mischiato la Nutella con i cetriolini sott'aceto. Non osai dilagare più di tanto con l'immaginazione. 
Ad un tratto mi resi conto che aveva smesso di masticare e mi osservava con uno sguardo a dir poco stupito.
 
''Beh, che c'è?'' Dissi stizzita.
 
''Non pensavo potessi essere bella.'' Rispose lui tutto d'un fiato. ''Ehm, cioè.. Non pensavo potessi essere ancora più bella di quanto tu non lo sià già.''
 
''Scemo...'' Gli risposi sorridendo e abbassando lo sguardo.
 
''Esci con un ragazzo?''
 
''Si.''
 
Lasciò il panino sul tavolo e dopo essersi pulito le mani si avvicinò a me e mi abbracciò. Non capii perché lo fece. Probabilmente aveva solo voglia di abbracciare sua sorella. Era da tanto che non mi mostrava affetto come in quel preciso momento. Erano anni che non passavamo più un pò di tempo insieme e questo un pò mi dispiaceva, forse dispiaceva anche a lui. In fondo eravamo sempre fratello e sorella e crescendo c'eravamo allontanati senza nemmeno rendercene conto.
 
''Deborah, sta attenta. Ok?''
 
''Logan, non sto andando in guerra, sto solo uscendo con un ragazzo.'' Dissi sorridendo.
 
Sorrise anche lui. ''Lo so, scema. Ma tu sta attenta lo stesso.''
 
''Va bene. Farò attenzione.'' 
 
Il suono del campanello ci fece sussultare entrambi. Ci allontanammo piano e lui mi lasciò un bacio sulla fronte, poi mi sorrise.
 
''Grazie.'' Gli sorrisi, poi mi diressi all'entrata.
 
Aprii la porta. Mi ritrovai davanti un ragazzo. Era Niall ed era bellissimo. I capelli biondi erano alzati in un ciuffo. I suoi profondi occhi azzurri mi osservavano. Improvvisamente le sue labbra si dischiusero per poi mostrarmi un magnifico sorriso smagliante. Non potei fare altro che sorridere anche io.
 
''Sei stupenda.'' Mi disse semplicemente.
 
''Grazie.'' Fu l'unica cosa sensata che riuscii a rispondere.
 
Dopo aver chiuso la porta ci avviammo verso la sua macchina. Una stupenda Range Rover Evoque nera. L'auto dei miei sogni. 
Da vero gentil uomo mi aprì la portiera e mi fece accomodare dal lato del passeggero. Richiuse la portiera e saltò a bordo.
 
* * * * *
 
''Allora? A che festa mi stai portando?'' Chiesi io, curiosa.
 
Lui sorrise, mantenendo lo sguardo costantemente sulla strada. ''Lo scoprirai tra poco, siamo quasi arrivati.''
 
Passò qualche minuto e la macchina si fermò davanti ad un locale. Quando misi a fuoco ciò che c'era scritto sull'insegna a led sgranai gli occhi e rimasi a bocca aperta. 'Charming' era il locale più esclusivo e prestigioso di tutta la città. Chi era il riccone che aveva organizzato una festa del genere!?
 
Come pochi minuti prima, Niall venne ad aprirmi la portiera ed io ancora una volta ringraziai. Poi lanciò le chiavi ad un ragazzo -ovviamente un impiegato del locale e probabilmente anche suo amico- che era lì fuori, dicendogli di parcheggiarla non troppo lontano e di riportargli poi le chiavi. Ci avviammo verso l'entrata. Il buttafuori, appene vide Niall, non ci pensò due volte a farci un sorriso a trentadue denti e permetterci di entrare senza fare la fila che forse sarebbe rimasta ferma per chissà quanto altro tempo ancora. Appena varcammo quella soglia, mi sentii una miriade di occhi puntati addosso. Forse perché ero in compagnia di Niall, il famoso Niall Horan o forse perché avevo un vestito troppo corto e troppo scollato. Lo sapevo, avrei dovuto mettere un jeans e una felpa, anzi, forse non sarei proprio dovuta venire. Ad un tratto abbassai il capo e di conseguenza lo sguardo, mi portai una mano sul viso, come per proteggermi dal giudizio degli altri e sperare con tutte le mie forze di non essere guardata o anche solo semplicemente vista. Sentii improvvisamente una mano afferrare saldamente la mia. Era lui. Era Niall. Alzai lo sguardo e in un attimo mi persi nei suoi occhi.
 
''Deborah. Sta tranquilla.'' Mi rassicurò lui, poi sorrise.
 
Alzai nuovamente gli occhi e mi guardai un pò in giro mentre procedevamo attraverso la folla. Il locale era bello, ma che dico, era davvero stupendo. Semplicemente fenomenale. Era spazioso e pulito. Beh, per questo era il locale più 'cool' del momento. Era anche piuttosto tranquillo, ma forse era ancora troppo presto per mettere la musica a palla. Già, era decisamente ancora troppo presto. C'erano dei palloncini tutti colorati sparsi un pò quà e là ma ad attirare la mia attenzione furono due numeri color argento -palloncini anch'essi- che volteggiavano vicini l'uno a l'altro. 19. Quello era il numero che si formava.
 
Ci fermammo ad un tavolino al lato della pista da ballo e mi fece cenno di accomodarmi.
 
''Deb, resta qui. Torno subito.'' Mi disse lui ad un tratto.
 
Io annuii e poco dopo lo vidi allontanarsi, dirigendosi verso la folla che gli sorrideva entusiasta. Niall abbracciò ogni singola persona, una per una.
 
''Auguri.'' Sentii questa parola per chissà quante volte.
 
Ad un tratto capii. Ecco cosa voleva dire quel '19'. Ed ecco cosa significava quella festa. Erano i festeggiamenti per il suo diciannovesimo compleanno.  Io ero andata con lui, l'avevo accompagnato e intanto non avevo saputo nulla per tutto il tempo. 
Ad un tratto mi sentii in colpa. Io non lo conoscevo da nemmeno due giorni, non lo conoscevo affatto. Non sapevo nulla di lui, eppure avevo già il mio primo appuntamento con quello stupendo ragazzo. Mentre c'erano centinaia di ragazze, sicuramente più belle di me, che avrebbero pagato miliardi pur di passare un'ora con lui. Mi sentivo una persona orribile. Forse era una cosa stupida, ma cominciai a sentirmi terribilmente a disagio, ancora di più di pochi minuti prima. Quel posto stava diventando stretto, terribilmente stretto e soffocante.
 
Lanciai una rapida occhiata su Niall, stava ancora salutando gli invitati. Afferrai velocemente la borsa e mi feci spazio tra la folla cercando disperatamente di raggiungere il bagno prima che il biondo fosse ritornato al tavolo e non mi avrebbe più trovata. Appena raggiunsi il bagno vi ci entrai e mi chiusi dentro. Forse li non mi avrebbe trovato subito e avrei avuto il tempo almeno per riflettere.
 
All'improvviso non ero più sicura. Dovevo dirgli che lo amavo oppure no?
 
 
 
 
 
#NoteOfTheAuthor
 
Hi guys! :) I'm back...
How are you?

OkOk, la smetto!
In questo capitolo non succede granché...
a parte Deborah che è in continua lotta con se stessa! 
Aspettate pazientemente di leggere il prossimo capitolo, penso che vi piacerà!
Almeno lo spero :) 
 
Comunque, ringrazio le persone che recensiscono.
Ovviamente ringrazio anche tutte le persone che hanno messo la ff nelle seguite e nelle preferite
e poi, perché no, anche i lettori silenziosi.
Non siate timidi, lasciatemi una recensione! Accetto tutto!
Che dire: Grazie!
 
Recensite, mi fa sempre piacere ricevere critiche, a prescindere dal giudizio^^
 
Ask: ask.fm/Nialler_CrazyMofos
Twitter: @Directioner_98s
 
Bacetti xoxo
  
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