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Autore: SellyLuna    20/08/2013    4 recensioni
 Ecco cosa sarebbe successo se Orochimaru non si fosse intromesso nella lite tra Karin e Suigetsu, ricordando loro i rispettivi compiti.
 
“ Dimmi: vuoi ancora che Sasuke ti morda?”
Come diavolo c’era finita in quella situazione, non lo sapeva bene nemmeno lei. Era successo tutto in un lampo, un attimo prima stava insultando e picchiando – come sempre – quel decerebrato di Suigetsu – che rabbia che le dava! – e un attimo dopo si era ritrovata stretta tra le sue braccia, braccata e prigioniera con il suo fiato che le alitava sul collo.
[Karin e Suigetsu]
[Connessa al capitolo 635]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karin, Suigetsu | Coppie: Karin/Suigetsu
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie '635: SuiKa rulez! '
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Per tutti gli amanti della  SuiKa♥   

 

 
 Contraddizioni
 

  

 
<< Dimmi: vuoi ancora che Sasuke ti morda? >>
 
 
 
Come diavolo c’era finita in quella situazione, non lo sapeva bene nemmeno lei. Era successo tutto in un lampo, un attimo prima stava insultando e picchiando – come sempre – quel decerebrato di Suigetsu – che rabbia che le dava! – e un attimo dopo si era ritrovata stretta tra le sue braccia, braccata e prigioniera con il suo fiato che le alitava sul collo.
Suigetsu stava insinuando ancora una volta cose senza senso, verità che sarebbe stato meglio che nessuno sapesse o altrimenti ci avrebbe rimesso la faccia, ma a Suigetsu, a quanto pareva, non importava della sua dignità.
In parte era anche colpa sua che si era lasciata scappare alcuni pensieri più intimi, quindi non avrebbe dovuto prendersela troppo con quella testa vuota dell’Hozuki.
Era a conoscenza del fatto che ormai tutti avessero compreso, in particolare con i suoi modi di fare, che avesse un debole per l’ultimo degli Uchiha e come si sentisse ogni volta che veniva rifiutata.
Ma Karin Uzumaki era una ragazza forte, non si lasciava mai intimidire e scoraggiare troppo, la volta successiva ritornava più carica di prima!
Era palese al mondo intero come non soffrisse per nulla quel collezionista di lame che si faceva chiamare spadaccino. Era un buono a nulla, capace solo di irritarla oltre ogni dire, e ciò che le dava ulteriormente sui nervi era il fatto che lui si divertisse parecchio a prenderla in giro, come se fosse un semplice e divertente gioco.
Quanto desiderava fargliela pagare quando le mostrava quel ghigno strafottente e soddisfatto!
E così ogni volta si lanciava contro di lui – o nel caso che si fosse trovata troppo distante dal soggetto in questione si vedevano volare oggetti – per malmenarlo, ma non riusciva quasi mai nel suo intento, perché egli si rendeva inattaccabile divenendo acqua; il suo attacco andava a vuoto.
Stavano litigando nuovamente sui presunti sentimenti di Karin verso Sasuke: Suigetsu era convinto che lei provasse qualcosa, nonostante i numerosi e scottanti insuccessi, mentre Karin era pronta a negare tutto.
Ed erano arrivati alle mani. Un classico nel loro rapporto.
Karin menava pugni con furore contro Suigetsu, che semplicemente li incassava.
Quando ne aveva avuto abbastanza, aveva stretto con decisione le sue braccia intorno ai fianchi della compagna di squadra in una presa ferrea, negandole ogni possibile via di fuga.
Karin si era pietrificata, sgranando gli occhi. Era sorpresa e interdetta. E aveva provato anche paura, perché non sapeva cosa Suigetsu intendesse farle.
Non si erano mai trovati così vicini, poiché entrambi rifuggivano come la peste le occasioni di minimo contatto l’uno con l’altra.
Perciò Karin non era preparata alla reazione del suo corpo.
La paura era ben presto sfumata in aspettativa; era agitata e il suo cuore aveva iniziato a battere furiosamente. Non riusciva a spiegarsene la ragione e, allo stesso tempo, non sapeva come regolarizzare il proprio corpo.
Le sembrò che le sue emozioni si fossero smorzate quando annegò negli occhi violacei di Suigetsu che scoprì magnetici e profondi. E sorprendentemente caldi.
Solo quando il loro contatto visivo si fece più intimo, ebbe un tuffo al cuore e ritornò ad avere percezione di sé e di quello che aveva intorno, come se le avessero appena donato la vita.
La presa delle mani sui suoi fianchi le apparve tutto ad un tratto esile e gentile, una parte della sua mente registrò quella situazione sotto i vocaboli di piacevole e accattivante; era una morsa estremamente dolce. Le piaceva, anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente.
La stupiva perché quello stato di benessere lo provava tra le braccia di Suigetsu, non lo avrebbe mai immaginato. Doveva pur esistere una spiegazione logica – che non riguardasse l’attrazione degli opposti, perché non aveva mai creduto a quelle baggianate – e affidabile, forse tutto ciò era dipesa dall’inversione dei poli magnetici!
Sebbene una piccola e remota zona della sua mente aberrasse la situazione creatasi, Karin non fece alcunché per allontanarsi dal giovane Hozuki, rimase ferma e  immobile attendendo con timore ciò che sarebbe successo.
Suigetsu era altrettanto meravigliato, sia per la docilità di Karin, sia per l’avventatezza dei propri gesti.
Non credeva di poter osare tanto. Solo nei suoi sogni più proibiti e nascosti desiderava stringerla con passione tra le braccia, ma era una fantasia che si esaudiva solo nelle ore piccole e più buie, quando era preda di Morfeo, e svaniva non appena compariva la luce del giorno.
Era un’immagine che dimenticava la mattina successiva, o almeno era quello che tentava di fare; a volte era semplicissimo perché il volto della reale Karin scacciava come fumo al vento la sua controparte onirica, mentre a volte era più complicato, perché lo prendeva una prorompente voglia di abbracciarla per scoprire le sue reali reazioni.
Infine avevano sempre la meglio la codardia e il buon senso.
Quante menzogne si era raccontato fino a quel momento? Come aveva fatto a sopprimere i suoi veri sentimenti per tutto quel tempo?
La stuzzicava sempre, perché sapeva che lei non avrebbe resistito senza dargli il ben servito, senza poter difendersi; Karin era una tosta e a lui piaceva proprio per questo.
La sua unica soddisfazione era vederla inviperita e rossa dalla rabbia, pronta a esplodere  e se ne compiaceva perché sapeva che l’artefice di tutto era proprio lui, lo squaletto – come lei lo chiamava - che tanto odiava.
Ed ora se la ritrovava finalmente tra le braccia. Per un secondo si era chiesto se Karin avrebbe preferito che al suo posto ci fosse stato Sasuke, ma non appena affogò nel rosso cremisi dei suoi occhi rimase sorpreso nello scorgervi emozioni che non si sarebbe mai aspettato. Alla ragazza non sembrava dispiacere, nonostante provasse un po’ di confusione e smarrimento.  
Era già un buon traguardo, ma voleva andare fino in fondo. Voleva capire cosa provasse effettivamente per lui.
Sorrise maliziosamente, senza farsi accorgere.
Impercettibilmente le si avvicinò di più, accostando le proprie labbra al lobo dell’orecchio, come se volesse sussurrarle un segreto, mentre inspirava il suo inconfondibile profumo, che gli sarebbe rimasto marchiato a fuoco nella sua memoria.
Quando la ragazza aveva intuito che Suigetsu si sarebbe avvicinato notevolmente al suo viso, aveva sbarrato gli occhi dallo stupore e dal terrore dell’ignoto e, non appena il suo collo era stato solleticato dal suo respiro, aveva sussultato distintamente.
Ancora una volta si era trovata protagonista di sensazioni nuove ed estranee, senza che potesse mascherarle o in qualche modo prevenirle. Ed era confusa, tremendamente disorientata poiché non aveva idea che il suo corpo avrebbe reagito così stranamente al contatto con Suigetsu.
I segnali che le mandava il suo corpo non potevano essere smentiti, a lei tutta quella vicinanza piaceva e nel profondo si augurava che continuasse e che diventasse anche più stretta. Si vergognò delle sue riflessioni e soprattutto di quei nuovi sentimenti sorti dal nulla.
Avrebbe voluto scrollare la testa per scacciare quei pensieri impuri, ma era letteralmente paralizzata.
<< Dimmi: vuoi ancora che Sasuke ti morda? >> le chiese con voce sensuale, provocandole un fremito.
Spostò il proprio viso, rientrando nuovamente nel campo visivo della ragazza e le sorrise.
A mente lucida, avrebbe risposto in tutt’altra maniera, ma in quel determinato frangente non ricordava nemmeno più chi fosse Sasuke e, nel profondo, sapeva che avrebbe voluto che fosse solamente il ragazzo, che si trovava di fronte, a morderla; si sarebbe lasciata piegare molto volentieri.
Se si fosse ascoltata nel pieno delle facoltà mentali si sarebbe presa a schiaffi da sola, preferendo le peggiori torture che la mente umana più malata aveva ideato fino a quel momento.
A riportarla alla realtà fu la visione del dente aguzzo di Suigetsu che spuntava, minaccioso, dal suo sorriso accattivante. Riluceva sinistro e le risuonò un campanello d’allarme; non si era mai soffermata sulla possibilità che quei denti acuminati potessero divenire un’arma efficiente contro un nemico e in quel momento si sentì perduta.
Ancora scossa dalla congettura appena formulata, non riuscì a fermarlo; Suigetsu le lambì il collo e, con naturalezza, la morse.
La percorsero per tutto il suo esile corpo brividi, prima di paura, poi di puro piacere.
I temibili denti di Suigetsu si insinuarono nella sua carne morbida con sensualità mista a dolcezza, non le diedero fastidio e non le provocarono nessun dolore.
Era un morso differente da quelli che era solita sentire, non era come quelli che le dava chi voleva salvarsi la vita o semplicemente curarsi dalle ferite più o meno gravi. In quei casi era un semplice mezzo curativo, le veniva succhiato via il chakra in modo così insensibile e indifferente, come se lei non fosse stata un essere vivente, come se non si meritasse un qualche riguardo o ringraziamento, come se fosse nata solo ed esclusivamente per assolvere quel dovere. Si sentiva usata, umiliata e sporca come una delle più luride meretrici che si ritrovava costretta a vendere il proprio corpo.
Quello che le fece provare Suigetsu fu tutta un’altra cosa: egli non voleva rubarle l’energia vitale, il suo morso era propriamente destinato a farle provare quella piacevole sensazione, niente di più semplice ed inusuale.
E a Karin piacque molto, in fondo non era mai stata abituata a certe attenzioni; desiderò ricevere ancora tali premure.
Quando si staccò dalla pelle profumata della ragazza, Suigetsu si leccò le labbra compiaciuto.
Un gesto eccitante che scatenò una miriade di sensazioni inedite nella ragazza, che si ritrovò a tremare come una foglia dal desiderio e, se non fosse stata sorretta dalle braccia forti del ragazzo, sarebbe potuta scivolare a terra, non riuscendo neppure a sostenere il proprio peso.
Karin si sentì come una bambina indifesa che era stata appena scoperta a rubare la marmellata nascosta, era così scioccata dalla rivelazione, ormai più che lampante, che tra lei e Suigetsu intercorreva una forte attrazione fisica e ne paventava le conseguenze.
Non sarebbe rimasta sorpresa se, in futuro, si sarebbe ritrovata a condividere con lui le lenzuola, visto come stavano realmente le cose fra loro, sebbene i suoi neuroni benpensanti rimasti non accettavano per niente quella scomoda verità trovandola una situazione disgustosa e orrida.
Suigetsu, dal canto proprio, era ancora piacevolmente sorpreso dai comportamenti della ragazza, che non lo aveva ancora allontanato da sé, tollerando la propria vicinanza; questa scoperta gli lasciò campo libero e continuò nella sua impresa.
Dedicò anche all’altra parte del collo flessuoso di Karin la stessa cura con la quale si era prodigato poc’anzi, essendo certo di non risultare sgradito.
Come era successo precedentemente, anche in quest’occasione la ragazza non si ritrasse e non tentò di allontanarlo, ma si lasciò trasportare dalle sensazioni che le lasciarono sfuggire un gemito di piacere.
Le si imporporarono le guance nel sentire quella tonalità diversa della propria voce, era sbalordita perché non conosceva così bene, come credeva, il proprio corpo.
Provò un pizzico di disagio, che si riversò anche nella sua postura, si irrigidì per un millesimo di secondo, ma poi si ricompose, scacciando quella sensazione e molte mezze riflessioni contorte.
Aveva deciso: alle conseguenze, ci avrebbe pensato il giorno seguente, in quel momento voleva seguire l’istinto, che le consigliava vivamente di godere insieme a Suigetsu di quelle nuove emozioni.
Così le sue mani andarono alla ricerca del suo viso, lo catturarono arrestando la sua dolce attività e lo baciò con inaudita passione.
Il ragazzo fu preso alla sprovvista, ma ben presto contribuì a rendere quel bacio più intimo e focoso, con il permesso di Karin vi aggiunse la lingua che, insieme a quella dell’amante, crearono coreografie sensazionali.
Karin decise che, per una volta, avrebbe seguito il cuore, utilizzando una di quelle frasi sdolcinate e romantiche che non erano congenite al suo frasario quotidiano, anche Suigetsu parve prendere alla lettera quel luogo comune; per una buona volta nelle loro vite, i due membri del team Taka si trovarono sulla stessa lunghezza d’onda.
 
 
 
 
 
 










Salve a tutti! ^^
Sono tornata! Ta daaaan * si ricompone*
In realtà avrei programmato di postare questa shot il 26 di agosto, per festeggiare così i miei due anni di iscrizione su efp, ma non ho resistito. E quindi eccola qui!  =)
Credo – ma voi se lo ritenete giusto potete smentirmi eh XD – che questa volta mi sia avvicinata un po’ di più all’essenza di questa coppia, anche se la strada per comprenderla appieno è ancora molto luuuunga.
Vi avverto che queste note saranno un po’ lunghe – e me ne dispiace – ma ho alcune notazioni da fare.
Questa cosa che vi propongo è nata pensando a cosa sarebbe potuto succedere se il buon e vecchio Orochimaru non si fosse intromesso nella lite dei due, per questo motivo la classificherei come una what if, sebbene non ci siano tanti ed evidenti rimandi al manga.
Addirittura potrebbe accadere anche dopo tutti i fatti narrati da Kishi, non ha un luogo e un tempo precisi…
Non sono neppure sicura se è corretto l’avvertimento spoiler, ma l’ho messo per sicurezza dato il legame che ha con il capitolo 635.
Allo stesso modo non sono certa dell’IC dei personaggi, a tratti mi sembra che sforino nell’OOC, nonostante il mio impegno, in particolare mi riferisco ai sogni di Suigetsu, riguardo ai quali avrei una mia tesi: inizialmente li classifica come incubi e solo in seguito diventano sogni veri e propri nei quali ha un rapporto tutto diverso con la sua racchia preferita. Non dire no, Sui, tanto lo sanno tutti. *Selly fa pat pat sulla testolina di Suigetsu per calmarlo *
Che ne pensate? Dovrei mettere la nota OOC? O.o
Ho immaginato che Suigetsu fosse il primo a capitombolare riguardo ai suoi reali sentimenti per Karin, quindi essere, tra i due, il primo ad accettarli.
Mentre Karin, essendo una ragazza forte e combattiva, ho supposto che le sarebbe occorso di più tempo per metabolizzare la cosa.
Non so se si capisce dalle righe della shot. ^^
Il rating è giusto? È la prima volta che scrivo qualcosa che non sia rating verde, ma per questa ho pensato che il giallo sarebbe stato l’ideale. In caso, fatemi sapere se dovrei ritornare al verde. C:
Devo ammettere che ho provato un po’ di vergogna nello scrivere dell’intimità creatasi tra Karin e Suigetsu – e voi direte: ma vergogna di che, se non c’è stato nessun rapporto intimo? E vi darei ragione, tuttavia la loro vicinanza ha avuto quest’effetto su di me, prendetemi pure per pazza! XD
Ah dimenticavo: il titolo. Probabilmente non ha un nesso con il testo in sé, ma mi sembrava il più adeguato possibile per la situazione e per questi due pazzerelli. :3 Sono o non sono una contraddizione vivente? =D
Il finale è aperto, nel senso che voi, cari lettori, potete decidere cosa accadrà in seguito: Karin e Suigetsu potrebbero continuare la loro conoscenza oppure Karin potrebbe rinsavire e schiaffeggiare Suigetsu, facendo tornare tutto come prima. La scelta sta a voi! ^_^
Grazie per aver letto. ;)
Se vorreste lasciare un commento, un consiglio, una critica e quant’altro sono qui pronta a leggerlo. C:
A presto! ;)
Selly * si scusa per essere così logorroica e…scappa via *
 
   
 
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