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Autore: Gobra1095    20/08/2013    2 recensioni
Asteria lo odiava. Ma come si può odiare qualcuno che si conosce appena? Lei non lo conosceva, non poteva di certo capire. Nessuno può capire se non sa.
Asteria odia Draco, e l'odio non fa che intensificarsi quando lui le chiede la mano. Una convivenza difficile, tra litigi e scoperte, e sentimenti e canzoni. Una piccola pazzia che dovete concedermi.
[Draco/Asteria]
Genere: Romantico, Comico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NCS 9

Capitolo 8° Ricordi

 Ricordi

Yesterday I died, tomorrow's bleeding 
Fall into your sunlight

And I've lost who I am, 
and I can't understand
Why my heart is so broken, 
rejecting your love, love without, 
love gone wrong; lifeless words carry on 
But I know, all I know's that the end's beginning 

Ieri sono morto; il futuro sta sanguinando
Caduto nella tua solarità
E ho perso chi sono 
E non riesco a capire 
Perché il mio cuore è infranto? 
Rigettando il tuo amore (amore), senza 
amore va male; parole senza vita prendono forma 
Ma lo so, tutto quel che so è che la fine sta cominciando
Sharatted

Rieccomi... dopotutto sono solo passati tre anni... Mi sono rimessa a continuare a scrivere questa storia perché non voglio lasciarla in sospeso, il prossimo capitolo è già pronto devo solo riscriverlo sul pc -e fu così che passarono altri tre lunghi anni xD- no seriamente, ho intenzione di finirla, sto per finire il 10 capitolo e poi ce ne dovrebbero essere solo altri tre contando l'epilogo. Spero vivamente di farcela perché mi piace molto la storia e non sopporto di lasciare sempre tutto incompiuto perciò per chi avrà ancora il coraggio  -e ce ne vuole tanto- di seguirmi spero di non deluderlo. Ora i ringraziamenti.

Somebody_: Grazie! Spero di potercela fare a finirla... Comunque tu sarai sempre costretta a leggere ciò che scrivo -muahahah- che ti vada o no... Ad ogni modo grazie per l'aiuto e spero di non deluderti.

Bia_: Grazie, la caratterizzazione dei personaggi è la parte più importante per me  perciò mi fa piacere di non averli stravolti :) anche perché non è facile riuscire a descrivere Draco. Grazie =)

confettina: Certo che mi sei mancata, i tuoi commenti riescono sempre ad aiutarmi a scrivere. Sono felice che ti piacciano i loro discorsi xD Anch'io mi diverto molto a scriverli spero che quelli che ci sono qui riescano ad emozionarti.

terryborry: Ehm... in effetti avevi ragione xD ci sono voluti tre anni per pubblicare un capitolo -che tra i tanti difetti è pure corto ç_ç- però che mi vada o no -e mi va tanto- finirò questa storia, ancora non ho finito, solo il prossimo capitolo è finito -ma ancora lo devo riscrivere sul pc ç_ç- comunque i capitoli dovrebbero essere 13 in tutto. Per quanto riguarda Draco, lui si è ubriacato perché era arrabbiato con Asteria ma non voleva litigare con lei, poi è finito in un bar e un tizio più ubriaco di lui gli ha detto di spostarsi dalla sedia e figurati se Draco si lascia trattare così, perciò la rissa era inevitabile u.u

Invece, per i capitoli extra ci devo pensare, di certo in questa storia non metterò parti dal punto di vista di Draco, perché rovinerebbe tutto... non ti dico altro... -anche perché ho paura di uscire un po' dal personaggio...- Però forse ci sarà una lettera di lui, ancora non ho finito la storia perciò... buh.

Adoro soprattutto Jane Austen e le sorelle Bronte, tu?

Giulyp_95:Mi dispiace di avere fatto un piccolo ritardo -piccolo?- comunque spero di non deluderti.

Buona lettura =D

L’episodio di ieri sera è stato davvero strano. Draco si è rivelato, o meglio, l’alcool ha fatto uscire la parte più … come definirla?

Ma perché l’ha fatto? Era arrabbiato? Ma perché sfogare la sua rabbia in maniera così autodistruttiva? Pensavo che se la sarebbe presa con me per quello che avevo combinato.

Comunque oggi sono a casa da sola, perché anche George è fuori con lui. Non ho nulla da fare così decido di girare per casa. Dicono che le case riflettono il carattere delle persone che ci abitano, e secondo me la stanza più rappresentativa è il salone. Il loro salone infatti ne è un chiaro esempio: le mura sono grigie e spesse e la stanza appare quasi spoglia. La guerra ha lasciato un segno su tutti e i Malfoy non hanno fatto eccezione.

Mi dirigo nella stanza di Draco. Finora questa è la stanza più scura che io abbia visto qui. Le finestre sono chiuse e sul muro ci sono delle mensole piene di libri, uno uguale all’altro. Ne prendo uno a caso: “Legilimens volume I”.

Perfetto, di questo ne ha circa 10 volumi. È informato sull’argomento. Io speravo in una vaga conoscenza marginale.

Prendo un altro libro.

È senza titolo e aprendolo noto che non c'è nemmeno una parola scritta, è completamente bianco.

Lo tocco con la bacchetta e ne vengo risucchiata.

Mi ritrovo nel bagno delle ragazze di Hogwarts. È quello abitato da Mirtilla Malcontenta.

Dietro di me c’è Draco che si pulisce il viso dandomi le spalle. Sono serena però, quella che ho preso non è una passaporta bensì un ricordo. Lo capisco perché Draco è visibilmente più giovane, deve avere all’incirca sedici anni. I capelli sono leggermente scombinati come se per molto tempo ci avesse tenuto le mani. Il viso è così pallido, sembra che non abbia dormito da mesi.

Ok, devo assolutamente andarmene, non posso rimanere qui, almeno non dopo avere chiesto a Draco di non invadere la mia privacy.

Però è così bello poterlo guardare senza la paura di essere spiata a mia volta.

Ma la calma si interrompe bruscamente quando Draco dà un pugno al muro e inizia ad urlare.

 «Chi si crede di essere? Non gli permetterò di prendersi i meriti del mio lavoro! Io devo riacquistare la sua fiducia, è la mia ultima occasione per salvare i miei!»

Questo piccolo sfogo sembra bastargli o forse è troppo stanco per riuscire a dire altro. Infatti quando prosegue lo fa lottando con i singhiozzi.

«Io … sono … solo …»

Senza forza si butta per terra e appoggia la testa tra le mani quando un altro pianto, diverso dal suo, lo fa sobbalzare.

Quando capisce di non essere solo in quel bagno cerca di riprendere immediatamente il controllo di se stesso.

Per un attimo penso che si sia accorto di me, perché guarda dalla mia parte, ma poi mi accorgo che davanti a me c’è Mirtilla che lo guarda con un sguardo compassionevole.

«Da quanto tempo sei lì?» non l’avevo visto così spaventato e fragile.

«Dal 1942. Comunque non è vero, tu non sei solo»

«Che cosa hai sentito?» chiede ancora tremante Draco.

«Che hai paura»

«Questo non l’ho detto»

«Ma è quello che senti»

Lui guarda dal lato opposto a Mirtilla. Sembra soppesare le parole di lei e comprendere quanto siano vere.

«Sei la prima a capirlo. Ma non posso evitarlo, devo farlo, anche se non credo di potercela fare»

«Non sei costretto a farlo, puoi sempre dire di no, o no?»

«Vorrei che fosse così semplice, ma non si tratta solo di me, da quello che farò dipendono tutte le persone a me più care»

«Quindi non c’è altra via?»

Draco chiude gli occhi e prende un lungo respiro.

«No»

«Mi spiace, ma se può aiutarti io ti starò vicina»

Draco riapre piano gli occhi e fissa un punto davanti a sé. È sereno anche se non completamente.

Senza rendermene conto mi ritrovo fuori dal diario.

Lo ammetto: mi sono fatta gli affari suoi e da parte mia questo è un atteggiamento leggermente ipocrita –in effetti dopo avergli chiesto di non usare il Legilimens su di me, non è stato giusto avere fatto esattamente l’opposto-.

Ma è stato un incidente, io volevo solo leggere un libro, non è mica colpa mia se non sa nascondere i suoi segreti. E poi è stato lui a lasciarmi incustodita a casa sua. Che si aspettava?

Che mi mettessi a ricamare o a bere del tè con il mignolino alzato in sua attesa?

Una parte di me, non so esattamente quale, mi suggerisce una buffa e strana parola: fiducia?

No, non credo proprio, se per me quella parola era quasi sconosciuta per lui non esiste nemmeno.

Sono troppo piena di pregiudizi? Ma che male c’è? Non è anche lui così? Forse abbiamo dei caratteri simili solo direzionati verso due poli opposti.

Vado in cucina a prepararmi un tè per calmare uno strano senso di vuoto nello stomaco –la voce che prima aveva suggerito fiducia, ora blatera riguardo a qualcosa chiamato “senso di colpa”-.

«Buongiorno» mi saluta stranamente allegro Draco.

Da quando ho visto il suo diario ho sempre l'impressione che lui si sia accorto di qualcosa, ma devo smettere di pensarci o se ne accorgerà veramente.

E poi non credo che abbia capito nulla e come avrebbe potuto? Il suo buon umore è sincero e potrei approfittarmene. Ho un appuntamento con Luna, e Draco o no ci rivedremo.

«Come mai così felice?» gli chiedo ingenuamente.

«Da gentiluomo dovrei dire che la tua sola vista mi arreca piacere, ma siccome ti conosco so che tu riusciresti a trovare qualcosa di sarcastico e poco appropriato per mostrare il tuo disprezzo nei miei confronti, così penso che la migliore risposta sia: affari miei»

«Non ti credere così importante, non spreco fiato e tempo per te, di solito preferisco ottimizzare i tempi in cui sono costretta a stare con te con un minimo di buone maniere, ma se non apprezzi la mia domanda nata solo dalla mia ingenua educazione di intrattenere al meglio il tempo in cui tu mi hai costretta a stare insieme a te, va bene»

Draco e io non riusciamo ad essere seri per un’altra manciata di secondi e iniziamo a ridere.

Quando questo piccolo strano momento finisce mi chiedo di che cosa stessimo parlando e se fosse veramente importante parlare. Non voglio baciarlo, vorrei abbracciarlo e continuare a ridere invece tra di noi c’è un imbarazzante silenzio. All’improvviso mi ricordo che cosa gli volevo dire e decido di rompere quel silenzio.

«Senti, Draco, io dovrei vedere una mia amica, quindi oggi uscirò» non è una domanda, è una semplice affermazione, sono una donna indipendente checche ne dica lui.

Lui smette di sorridere e mi fissa indeciso se credermi o meno e non so per quale motivo so che non sta usando il legilimens.

«D’accordo, ma ti accompagno io»

«Non se ne parla nemmeno» ribatto decisa io.

«Prendere o lasciare»

«Come ti permetti? Tu non puoi costringermi»

Mi alzo velocemente dalla sedia e gli parlo con i pugni chiusi mentre lui mi guarda impassibile con le mani in tasca. Più che impassibile sembra divertito.

«Non è divertente, perciò smettila di sghignazzare» gli lancio uno sguardo di sfida e incrocio le braccia in grembo. «Io non ho bisogno ne del tuo permesso ne del tuo aiuto, te l’ho detto solo a scopo informativo.

A questo punto lui sembra non resistere più e scoppia a ridere.

Poi si volta e tra le risate dice: «Stasera mangiamo fuori e se vuoi puoi vederti con la tua amica.»

E se ne va nell’altra stanza senza darmi il tempo di replicare. Questo non mi sbalordisce più di tanto, è un gesto talmente da lui da apparirmi quasi scontato.

Quello che mi sconvolge è la mia reazione.

Potrei seguirlo, urlare, potrei anche affatturarlo volendo, ma non faccio assolutamente niente di niente.

Rimango immobile dove sono senza avere alcuna voglia di seguirlo, urlare e affatturarlo. Al contrario mi ritrovo ad attendere con ansia stasera.


   
 
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