Tirava vento, era una sera di novembre, la sera del mio compleanno. Da bravo odiatore di compleanni qual'ero, non avevo organizzato nulla, ritrovandomi a festeggiare il mio 18esimo compleanno esattamente come gli altri 18, da solo. Per 18 volte nella mia vita presi un foglio bianco per fare la lista degli invitati, e bianco rimaneva, se non per quei solchi umidi lasciati dalle lacrime che scendevano fluenti dai miei occhi, da quelle orbite inanimate, da quelle pupille spente, quasi appannate dalla nebbia che avevo dentro la testa. Tirava vento, anche se onestamente era il vento a tirare la pioggia in faccia a me, si, era la sera del mio 18esimo ed io ero a camminare sotto il temporale piu' brutto dell'ultimo anno, guardando i ragazzi della mia età divertirsi. I miei piedi avrebbero camminato per kilometri e kilometri se fosse servito ad allontanare tutta questa tristezza, ma lei era sempre dietro di me, sempre. Camminando scorsi una figura sfocata che fiancheggiava il marciapiede, quasi centrale rispetto alla strada, praticamente vuota dato l'orario. La figura diveniva sempre piu' nitida man mano che mi avvicinavo. Mi trovai quasi al suo fianco, quando vidi che aprì le braccia, e si fermò. Non sapevo cosa stesse facendo, ma mi fermai a guardarlo per un secondo, quando capii. Stava aspettando di essere investito dalla macchina, con un cappuccio in testa, e molte lacrime nel viso. Non ci pensai neanche, lo presi per un braccio, e lo portai verso di me, non sono un tipo impulsivo, ma lo feci, forse perché mi ritrovavo nel suo essere. E fu questo l'inizio della nostra amicizia.