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Autore: luna nueva 96    21/08/2013    2 recensioni
January - GaaSaku "-Sta nevicando Gaara-sama-"
February - LeeSaku "-Perchè proprio quello da principessa?- gli chiese"
March - NaruSaku "Mai nella sua vita Naruto aveva sentito il cuore battere più forte."
April - KibaSaku "Kiba le aprì, che era a torso nudo."
May - OroSaku "Sapeva che ad Orochimaru piaceva giocare."
June - ItaSaku "-E’ morto vero?- non fu necessaria una risposta. "
July - SasuSaku "Sasuke non sapeva baciare con dolcezza, questo Sakura glielo ripeteva sempre"
August - SaiSaku " “Toccami, Sakura. Toccami ancora” e si stupiva dei suoi stessi pensieri. "
September - ShikaSaku
October - NejiSaku
November - SasoSaku
December - DeiSaku
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Orochimaru, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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La decappottabile  sfrecciava a tutta birra sulla strada a mala pena asfaltata. Il vento gli arrivava in modo violento sul viso costringendolo a socchiudere gli occhi, mentre con una mano stringeva convulsamente la maniglia della portiera per il terrore: era pronto a gettarsi fuori in qualunque momento. Era un vero peccato, pensò, che un’auto così bella fosse finita tra le mani di Sakura. Non sapeva quanto tempo avrebbe impiegato a distruggerla, ma a giudicare della velocità stratosferica a cui stavano viaggiando, su quella strada per giunta piena zeppa di curve strettissime, c’erano buone probabilità che quello fosse l’ultimo giorno di vita della decappottabile. E non solo dell’auto.

Quella pazza della sua amica aveva preso la decisione che, volente o nolente, quel giorno sarebbe andato con lei a mare. Sai non aveva mai visto il mare, se non in cartolina o nei documentari; avere i genitori costantemente in viaggio per lavoro non aveva aiutato certo le sue esperienze con il mondo, e in più da quando suo fratello Shin aveva avuto quel terribile incidente in cui aveva perso la vita si era chiuso in sé stesso, evitando qualsiasi relazione interpersonale per non sentire più dolore. Col tempo l’apatia era diventata la norma e a volte si ritrovava tutt’ora a non saper più distinguere la gioia dalla tristezza.

Solo poche persone avevano saputo capirlo. Naruto, Sasuke e Sakura erano diventati la sua connessione con il mondo esterno, il professor Yamato invece lo aveva spinto ogni giorno di più a cercare di godersi la vita, di guardarsi intorno e vedere cosa c’è che di solito con gli occhi non vedi. Facendo più attenzione ai minimi particolari della natura, Sai aveva scoperto una spiritualità tutta nuova e si era chiesto come aveva fatto fino a quel momento a non accorgersi di cotanta meraviglia; ed era stata proprio la necessità di rendere immortale quell’immenso spettacolo che aveva scoperto il suo talento nella pittura.

Stava proprio dipingendo quella mattina quando Sakura era piombata vicino a lui, lo aveva strattonato-tanto che la a causa della pressione esercitata sul foglio la punta della matita si era spezzata- e gli aveva intimato di mettere il costume perché aveva voglia di andare a mare e lui doveva assolutamente accompagnarla.

-Perché non ti ci fai portare da Ino? Oppure da Sasuke e Naruto?-
Sakura era arrossita e aveva borbottato un veloce “vai e cambiati” per poi voltarsi indignata. La verità era che lui sembrava essere l’unico con cui Sakura manteneva un rapporto costante. Ino Yamanaka era la bionda amica/nemica di Sakura, con cui condividevano per la maggior parte del tempo un rapporto odio-amore: a quanto pare adesso erano nella fase “se ti vedo ti ammazzo”. Naruto e Sasuke erano stati fino a qualche tempo prima una costante nella vita della rosa, li conosceva da quando erano bambini e insieme avevano passato tutte le tappe fondamentali della vita; poi però qualcosa in quell’ingranaggio perfetto che funzionava a tre si era incrinato: Naruto e Sasuke si erano scoperti gay e folli l’uno dell’altro, e Sakura era rimasta in alto mare.
Si era lasciato dunque trasportare facilmente sapendo che comunque Sakura non aveva nessun’altra certezza nella vita tranne lui, al momento.

-Sei pronto Sai, stai per vedere finalmente il mare! Contento?- e gli rivolse il suo più bel sorriso.
Sai annuì accondiscende e cercò con scarsi risultati di apparire spontaneo e felice quanto lei. Quando Sakura rideva, rideva col cuore; lui non sapeva neanche se un cuore ce l’avesse ancora.
Voltarono un’altra curva e finalmente una distesa azzurra e cristallina si manifestò ai loro occhi.
Sai si fece convincere a stento da Sakura a bagnarsi i piedi-di fare il bagno non ne aveva nessuna intenzione-, poi si rifugiò tranquillamente all’ombra mentre Sakura come una bambina entusiasta giocava con la sabbia e si rilassava con lunghe nuotate.

-Mettiti un po’ al sole- gli consigliò poi- Sei sempre così pallido. Almeno prenderai un po’ di colorito-
Sai, un po’ riluttante per il caldo di pieno Agosto, accontentò l’ennesimo capriccio dell’amica. Distese l’asciugamano per terra, facendo ben attenzione che non fosse sporco di sabbia, poi si posizionò sopra con la schiena rivolta verso l’alto. Quando quell’arsura toccò la sua pelle nuda e mai baciata dal sole, pensò ai polli allo spiedo e al fatto che sarebbe presto diventato come loro.
-Ma che fai!- lo riprese Sakura- Alla prima esposizione non vuoi metterti neanche un po’di crema solare? Con una pelle delicata come la tua?-
Ricordandosi di aver letto una volta sul libro di scienze gli effetti che i raggi solari hanno sulla melatonina e in particolare sulle pelli abbastanza chiare, capì a cosa Sakura si stesse riferendo. Stava per alzarsi dall’asciugamano, ma la sua amica era stata molto più veloce di lui.

-Rimani steso- aveva detto- te la spalmo io la crema-
Quando sentì sulla pelle i leggeri tocchi di Sakura, impastate da quella poltiglia bianca e fredda, istintivamente chiuse gli occhi. Sai non ricordava neanche più di avere un istinto e per questo si sorprese quando  fu costretto a mordersi il labbro a sangue quando le mani di Sakura, dopo aver preso confidenza con la sua schiena, iniziarono a viaggiare in maniera sempre più libera e famelica.

“Toccami, Sakura. Toccami ancora” e si stupiva dei suoi stessi pensieri.  Per la prima volta dopo tanto tempo non si sentiva più una persona rinchiusa nel corpo di una marionetta.  Erano anni che non sentiva le stesse necessità dei suoi coetanei, ma lì, sulla spiaggia, in quel caldo lunedì di Agosto, era convinto che sarebbe bastato lasciare andare un pochino la tensione per girarsi e intrufolare la lingua nella bocca di Sakura, e poi chissà.
Ma no, non l’avrebbe fatto, perché Sakura adesso aveva solo lui. Superare il confine in quel momento sarebbe equivalso a farla rimanere da sola, e l’ultima cosa che voleva era vedere la tristezza dipinta su quel bel visino. Per averla poteva aspettare anche cent’anni.

-Andiamo Sai che ci fai lì impalato, ho finito da un pezzo!- rise Sakura- Dai tuffiamoci in acqua!-
-Meglio di no. Resto ancora un po’ al sole-

Poteva fargli il broncio con quella labbra adorabili o sbattere quelle ciglia irresistibili, poteva spogliarlo e prendergli l’anima, ma no. Non l’avrebbe comunque convinto a fare il bagno. 
  
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