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Autore: Yellow Canadair    21/08/2013    7 recensioni
Rufy è diventato il Re dei Pirati, e ha festeggiato con la sua ciurma il coronamento dei sogni di ciascuno... due mesi più tardi Nico Robin, chiusa in una delle toilette della Thousand Sunny, scopre di aspettare un bambino... ma come si può crescere un figlio su una nave pirata? Sarà pericoloso? E se lei invece scappasse? E se decidesse di non tenerlo? Il padre come reagirebbe? E di chi si tratterà? Pochi capitoli, una decisione importante per la nostra archeologa!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Monkey D. Rufy, Nico Robin, Roronoa Zoro, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'attesa


Rosse.

Grosse, grasse e rosse.

Due belle linee rosse parallele e sgargianti lì, a pochi centimetri dal suo naso e dai suoi occhi vispi. Controllò e ricontrollò su quel foglietto minuscolo che aveva in mano, ma non c’era ombra di dubbio: la risposta era univoca.

Robin si appoggiò contro la porta del bagno delle ragazze, fissando ipnotizzata quelle due stanghette. E adesso?

Guardò fuori dall’oblò che illuminava la piccola toilette, un cielo azzurro con poche nuvole bianche e sfilacciate all’orizzonte, il vento forte che le faceva galoppare via. E adesso?

E adesso? nella mente analitica dell’archeologa si erano già delineate tutte le strade che poteva imboccare, arrivata a quel punto, ma a quella domanda così semplice ed elementare, “e adesso?”, non riusciva a dare una risposta precisa.

Si allacciò su un fianco la voluminosa gonna che aveva appoggiato sullo sgabello vicino alla doccia, aprì il rubinetto, fece uscire l’acqua fredda e la raccolse nelle mani messe a coppetta immergendovi il viso. Si sollevò e si guardò allo specchio: eccola, Nico Robin, archeologa, taglia di svariati milioni, alta, occhi azzurri, bocca sottile che negli ultimi anni aveva imparato a curvare in seducenti sorrisi. Eccola Nico Robin, chiusa in uno dei perfetti bagni della Thousand Sunny, con gli occhi fissi sulla sua immagine riflessa e un solo pensiero martellante in testa: sono incinta.

Non tenerlo: non dire niente a nessuno, nemmeno al padre, sbarcare alla prima occasione, trovare uno di quei dottori che praticano questo genere di operazioni e cancellare, cancellare, cancellare ogni traccia di quel bambino. Sarebbe tornata sulla Sunny il giorno dopo, tranquilla e leggera, e la sua vita sarebbe andata avanti senza se e senza ma.

Tenerlo: come l’avrebbe detto a Rufy? Era il suo capitano, non poteva abbandonarlo, non voleva abbandonare quella ciurma che per lei era diventata una famiglia. Ma come avrebbe cresciuto un bambino così piccolo, su una nave in mezzo al mare? va bene che a bordo c’era un dottore, però non era un rischio allevare un neonato in condizioni così incerte? Per non parlare del fatto che quella era una nave pirata, che poteva essere attaccata e affondata in qualunque momento! Poteva dare un simile pensiero ai suoi compagni? Allora sarebbe sbarcata, li avrebbe abbandonati. Non per sempre, magari solo i primi anni, solo finché il piccolo non fosse stato abbastanza grande… e poi? L’avrebbe lasciato sulla terraferma, mentre lei andava per mare, proprio come era successo a lei?

Ma no, non voleva che suo figlio passasse un’infanzia come la sua, tra devastazioni, assassinii, solitudine, l’incubo di essere braccata, e poi magari finire in mani di gente senza scrupoli… no no, suo figlio, se avesse deciso di tenerlo, avrebbe passato un’infanzia felice, o almeno non da solo.

Si sedette sul coperchio della tazza di ceramica e mise la testa fra le mani con gli occhi chiusi. E adesso? una mano sbucò dal muro e aprì con agilità l’oblò per far passare un po’ d’aria fresca, e così com’era apparsa, velocemente sparì.

Trentadue anni, non presto per fare figli ma nemmeno troppo vecchia, pensò Robin. Un’età giusta, una via di mezzo. Non respingeva completamente l’idea di allevare quella creatura, ma era quello che le sarebbe costato allevarla, in termine di affetti, che la metteva in profonda agitazione e la faceva sprofondare in un oblio di ansia e di tensione.

Abortire. Abortire lì, in quel bagno, subito, senza dolore, senza ferri, senza sangue, cancellare quello che si stava creando dentro di lei. Con il suo potere avrebbe potuto farlo, un colpo netto e… l’archeologa si chinò con uno scatto isterico verso il water in preda ad un conato di vomito alla sola idea che la sua mente macabra stava elaborando.

No, no, no, era tutta colpa sua, solo sua, e doveva trovarla lei la soluzione... ma quale?


Ciao! Ecco la nostra Nico Robin, chiusa in un gabinetto che scopre di essere in dolce attesa! Ma di chi? Stay tuned! 

  
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