Capitolo 20
Un ricatto
demoniaco
Scorpius aprì gli occhi,
infastidito da una dolce voce che
ripeteva il suo nome. Rimase a bocca aperta dalla visone che si
stagliò davanti
ai suoi occhi.
Questa volta, a differenza delle
altre, intorno a lui era
tutto bianco, completamente, anziché nero. E una dolce e
gentile figura lo
guardava con le mani davanti alla bocca, come se stesse cercando di
trattenere
l’emozione.
Aveva lunghi capelli biondi che le
sfioravano la metà
schiena in dolci boccoli. Gli occhi erano di un verde molto chiaro
pieni di
vitalità. Era poco più bassa di lui e aveva
tratti gentili ma decisi. Indossava
una elaborata ma allo stesso tempo semplice veste verde smeraldo.
La riconobbe all’istante.
Come non poteva, del resto? Una
delle stanze al Malfoy Manor era completamente rivestita di fotografie
di
quella giovane e bellissima donna.
-Mamma… -
sussurrò, incredulo. La donna sorrise emozionata e
allargò le braccia. Scorpius non aspettò nemmeno
un secondo e si fiondò tra le
braccia della madre. Questa volta la madre era lì, in carne
e ossa, non si
dissolse in fumo come le altre volte. Scorpius si sentì
felice, immensamente
felice.
-Oh, piccolo mio –
sussurrò la madre tra i singhiozzi. Stava
piangendo di gioia. Finalmente poteva abbracciare suo figlio. Il suo
splendido,
meraviglioso, potente figlio. Si staccò da lui e ne
osservò i tratti, così
simili a quelli di suo padre. Del suo Draco.
Il loro era stato un matrimonio
combinato, vero, ma lei
aveva sempre voluto un bene dell’anima a Draco. E mentre
guardava il frutto
dell’unica notte d’amore che avevano condiviso, non
poteva fare a meno di dirsi
che quel matrimonio era stata la cosa più bella che fosse
mai capitata in vita
sua.
-Mamma – disse Scorpius con
le lacrime agli occhi – che sta
succedendo? Come fai a essere qui? Sta accadendo nella mia testa?
-Oh piccolo – disse la
madre – certo che sta accadendo nella
tua testa. Ma dovrebbe voler dire che non è vero?
– Scorpius, che di solito
aveva la risposta pronta, rimase per la prima volta senza parole.
Cominciarono a camminare, senza
parlare, semplicemente
beandosi l’uno della compagnia dell’altro, cosa che
ad entrambi era sempre
mancata.
-Piccolo mio, è
stupefacente di quanto sia uguale a tuo
padre. Di me hai solo le labbra, che cosa triste. Ma forse è
un bene, tuo padre
è bellissimo, e tu lo sei di conseguenza. Dio, se sei bello.
Scorpius non trattenne più
le lacrime, toccandosi le labbra.
Non si era mai accorto che le sue non erano sottili come il padre, ma
morbide e
carnose. Gli era sempre sembrata una cosa futile, e invece quelle
labbra,
l’unica cosa che aveva ereditato fisicamente dalla madre, in
quel momento gli sembravano
la cosa più bella del suo aspetto.
-Piccolo mio, ora devo andare
– annunciò la madre, dopo
averlo abbracciato un’ultima volta. La sua forma stava
scomparendo in una
nuvola di fumo – ricordati di non dimenticare né
disperarti di quello che stai
per vedere. Ti aiuterà a fare chiarezza, a sconfiggere il
male. Delle immagini
non sembreranno chiare e per ora ti faranno disperare, ma tutto
ciò che vedrai
ti preparerà a quello che ti aspetta.
-Mamma, aspetta! –
esclamò Scorpius – non andartene! – ma
l’immagine della donna era già sparita, e Scorpius
era stato trascinato in
avanti, come da una presa all’altezza
dell’ombelico, come se avesse preso una
Passaporta.
Si ritrovò catapultato in
uno dei saloni del Malfoy Manor.
Una bambina era nel bel mezzo del salone e giocava con una scopa
giocattolo.
Aveva dolci riccioli biondissimi, quasi bianchi e occhi azzurro cielo.
Era
bellissima, pareva una piccola bambola di porcellana. Doveva avere
appena
quattro anni, eppure aveva un’aria abbastanza matura, e un
sorriso dolcissimo
incorniciato da piccole fossette. Al collo aveva una collana
d’argento con un
piccolo ciondolo. Una A, d’argento anch’essa,
adornata da piccoli brillanti.
La scena cambiò e lui si
ritrovò in quella che riconobbe
come casa Potter. Harry era chino sulla moglie, la stava abbracciando,
e
piangeva di dolore insieme a lei. Lily era stretta a James,
singhiozzava con il
volto affondato nel petto del fratello maggiore, scosso da singulti.
Anche quell’immagine
svanì di nuovo, sostituita dalla
bellissima visione di una anello in argento con un piccolo smeraldo
sulla punta
ed il simbolo dei Venerabili inciso sopra. E vide due mani che lo
prendevano
nello stesso momento, generando un’enorme luce rosso sangue.
E poi di nuovo Scorpius
aprì gli occhi, incrociandone
immediatamente un altro paio, neri come la pece.
-Scorpius, ti sei svegliato
finalmente! – esclamò la
ragazza. Nella sua voce c’era un evidente sollievo, ma al
biondo non sfuggì la
nota di preoccupazione di cui era intriso il suo tono.
-Diana, cos’è
successo? – domandò immediatamente il
Serpeverde. Diana si sforzò di sorridere.
- Bè, dopo la tua
performance sul campo sei svenuto e ti
abbiamo portato qui in infermeria. Sei stato incosciente per tre ore,
ma
finalmente sei tornato in te e sei fuori pericolo.
- Non quello, Diana! E dimmi la
verità, porca miseria! –
sbottò Scorpius, alzandosi dal letto. Sentì la
testa girare e le gambe
intorpidirsi. Si appoggiò al letto in preda a un capogiro,
ma quello che disse
Diana poco dopo ebbe il potere di farlo riprendere.
-Hanno preso Rose, Scorp.
L’hanno rapita.
Scorpius era fuori di sé.
Avevano un patto, minchia, doveva
solo proteggerla! Lui doveva rimanere fuori dalla battaglia per fare
quello che
alla fine aveva fatto, scatenare il suo An, ma lui no! non
l’aveva protetta
dalla grinfie di quei mostri!
-Albus! Dove cazzo sei?!?-
urlò, girando per l’accampamento
avvolto in una spirale di energia azzurra, incazzato nero.
Finchè una testa
nera non fece capolino da una delle tende. Scorpius si
avvicinò al giovane
Potter e lo prese per la collottola.
-Dovevi proteggerla! Solo questo!
– urlò, mentre le lacrime
gli pizzicavano gli occhi. Albus distolse lo sguardo e strinse i pugni.
-Senti, Scorp, mi dispiace. Ma
l’ho persa di vista, e uno di
quegli zombie l’ha afferrata e… sono preoccupato
anch’io, cosa credi?! Mi so
rodendo l’anima dal senso di colpa e tu non migliori certo la
situazione! Sarà
la tua migliore amica, ma è anche mia cugina, ci sono
cresciuto insieme,
cazzarola!!
Scorpius lo lasciò stare.
Non ci aveva pensato, ma non aveva
intenzione di perdonarlo. Lo lasciò andare spingendolo via.
Poi affrettò il
passo e percorse a grandi e decise falcate il tratto che separava
l’accampamento dei maghi da quello dei Demoni.
Come previsto, era protetto da una
barriera magica. Scorpius
non resistette. Posò le mani sulla barriera che gli bloccava
il passaggio e
urlò. Concentrò tutta la sua magia nelle mani e a
poco a poco la barriera si
spezzò in mille frammenti, come di vetro, che colorarono
l’area aerea intorno
all’accampamento di riflessi splendenti.
Il biondo cadde in ginocchio,
ansimando per riprendere
fiato. Sorrise amaramente. Se i Demoni l’avessero trovato in
quello stato, lo
avrebbero ucciso all’istante, e lui non avrebbe
più potuto vedere Rose.
In quel momento una nuova forza si
impossessò di lui. Non gli
importava più di niente. Né del destino del mondo
magico, né dell’esito di
quella guerra. Voleva solo rivedere il suo sorriso, i suoi occhi color
del
cielo. Voleva rivedere la sua Rose.
-O guarda guarda cosa abbiamo qui
– la voce del Demone era
strascicata e inquietante. Scorpius alzò la testa e si
rimise in piedi. Uno scudo
piuttosto debole si innalzò intorno a lui, ma il Demone, ora
circondato da
altri tre della sua specie, vi soffiò sopra una fiammata che
lo fece crollare
miseramente e senza troppi complimenti.
- Il piccolo Angelo vendicatore
ridotto a uno straccio per un’inutile
Custode… - lo sbeffeggiò un altro Demone.
Scorpius gli indirizzò uno sguardo
pieno di astio e scagliò verso di lui una fiamma azzurra.
Colpì il Demone di
striscio, ma gli procurò una brutta ustione sulla spalla. Il
ferito fulminò il
giovane Malfoy con un’occhiataccia e fece per colpirlo, ma il
Demone che l’aveva
trovato lo bloccò.
Scorpius notò con
un’occhiata veloce che a una di quelle dita
tozze e rossastre il Demone (che sembrava essere il loro capo) portava
lo
stesso anello che aveva visto nella sua… visione.
-Ci serve vivo, l’hai
dimenticato? -
disse, rimproverando l’altro, per poi
sussurrargli qualcosa all’orecchio. Scorpius non
riuscì a sentire, ma dal
ghigno che si dipinse sulle labbra dell’altro mostro, non
doveva essere nulla
di buono.
-Vieni qui stasera, al tramonto, e
riavrai la tua Custode. Da
SOLO, e non dire a nessuno che verrai qui – ordinò
il Demone con un ghigno,
facendogli un incantesimo, in modo che lui non potesse parlare.
Scorpius li guardò a uno a
uno. Quei mostri immondi, quelle
creature senza cuore… una volta anche lui aveva creduto di
essere senza cuore,
ma il suo odio contro chi lo disprezzava ingiustamente era nulla
paragonato all’odio
insensato di quei mostri contro il resto
dell’umanità.
E rivide i momenti che aveva passato
chiuso nella sua
stanza, il suo piccolo nido di salvezza da quel mondo che lo odiava e
disprezzava. Le volte che si era appoggiato alla porta della stanza del
padre e
aveva udito il suo pianto sommesso, poco dopo che gli aveva raccontato
qualcosa
della madre.
E l’arrivo di Hermione e
Rose nelle loro vite, come questo
aveva sconvolto due uomini ormai rassegnati al proprio deprimente
destino. I sorrisi
nascosti suoi e di Rose, gli sguardi timidi di suo padre e Hermione.
-Verrò – disse.
Detto questo, si allontanò, mentre giurava
sulla propria vita che Rose sarebbe uscita da lì, viva.
Perché se una volta lei
era stata la sua salvezza, ora le parti si erano invertite, e lui
doveva
portare a termine il suo compito come la rossa aveva fatto con lui.
Eccomi qui,
sono
tornata ieri! Il tempo di aggiornare il giglio nero (che aveva la
precedenza) e
di ricopiare questo sul computer, ed ecco a voi il nuovo capitolo.
Vorrei davvero
ringraziarvi una a una, adesso sono 132 le persone che seguono la mia
storia. E
io che all’inizio mi stupivo se arrivavo a 33.. 132 capite?
Vi amo, davvero. Voi
siete davvero la speranza di una piccola aspirante scrittrice, vi
ringrazio di
cuore.
Che dire
delle 76 recensioni? Davvero, grazie. Siete davvero meravigliosi. Spero
che
questo capitolo vi sia piaciuto. Mi è piaciuto tantissimo
descrivere la scena
tra Scorpius e sua madre, mi sono quasi commossa da sola. Rose
è stata rapita,
sembra che nelle mie storie succeda sempre. Nel giglio nero, ora in
questa…
Una cosa.. tra voi 132 c’è
qualcuno disposto a betare questa povera scapestrata? Vi prego! Nessuna
delle
mie amiche scrive o legge su questo sito, e nessuna di loro
è appassionata di
HP. Perciò.. cerco beta piena di fantasia e pazienza. Vi
prego!
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commento,
vi amo e vi ringrazio,
Nihal