Di generazione in generazione: alla SA ci passano tutti ☆
Il mio nome ha cinque lettere e i miei occhi sono due.
“Io sono Aki! Felice di conoscerti!” affermò allegra Aki.
“Mancavate solo voi! Len e Kaori, giusto?” attestò dopo essersi data un’occhiata intorno.
Len annuì, mentre Kaori si limitò a sorridere.
“Ragazzi, venite, i pasticcini!” Esclamò Akira, la cuoca della mensa, mentre portava i pasticcini ai neo allievi.
“Grazie Mamma!” la ringraziò la figlia sorridente, piena di appetito nonostante avesse fatto colazione da poco.
Akira sorrise e ritornò in cucina.
“Piacere di conoscervi, sono Yahiro Dominic.” Si presentò un ragazzo non troppo alto, snello e con i capelli castani, con leggera presenza di gel, gli occhi nocciola e la bocca rosa come dei petali di loto in fiore.
“Layla Miuru.” Disse lentamente una ragazza che sedeva in un angolo del grande tavolo, di fianco al primo in classifica. Stava sorseggiando il suo the verde, in cui la sua immagine si specchiava: Capelli mossi e castani ma leggermente rosati, come se il rosa fosse nascosto da un sottile manto caffè latte, e gli occhi come mare in tempesta.
Ren, nonostante ci fossero il the e i biscotti, non si era mosso dalla sua posizione: il libro fra le mani, la testa china e lo sguardo fisso. Ma non di certo sul libro: osservava gli occhi di Layla con attenzione. Li scrutava senza farsi notare, ne era rimasto meravigliato sin da quando l’aveva vista entrare nella serra. L’aveva notata da lontano entrare sfoggiando i suoi abiti alla moda, mentre il vento le dondolava i capelli e i suoi occhi si guardavano intorno, con sicurezza, come se fosse consapevole di ogni cosa presente lì dentro.
La notte pullulava di rumori nella villetta a Tokyo di casa Miura. Gli uccellini cinguettavano ancora, nonostante il giorno fosse passato da qualche ora. Le pareti color smeraldo creavano un bell’effetto di contrasto con il blu del tetto, pensava Ren. Erano i suoi capelli e gli occhi di Layla. Non era un tipo romantico, ma Layla l’aveva incuriosito.
In quel momento la sentiva cantare. Una voce melodiosa, che intonava parole in britannico, mentre un sottofondo registrato a malapena si sentiva. Entrò dalla finestra, siccome era aperta. Layla aprì gli occhi.
“Che vuoi, Matsumoto? Vattene.” Affermò seria Layla.
“Calma, Number Seven.” Ren pronunciò le ultime parole con un accento britannico.
“Non sono meno intelligente di te.” Disse convinta la ragazza, scandendo leggermente le parole.
“E allora dammi una spiegazione. Perché sei arrivata settima?” la istigò.
“Il mio nome ha cinque lettere e i miei occhi sono due.” Layla si trovò spiazzata, quindi buttò a caso due parole e cercò di essere convincente.
Ren rise sonoramente. Layla si sentì ferita.
“Vattene via.” Esclamò.
“Cos’è, sei dispiaciuta?
Dai, ti offro una cena insieme.”
-Che cascamorto!- penso Layla.
“Non aspettarti che venga.”
“E perché no? Tanto tu sei innamorata di me.”
“Sei totalmente ubriaco.” Rise un po’.
“Ti vengo a prendere domani davanti casa, ho prenotato un tavolo per due in un ristorante a Manhattan. Non mancare, Number Seven.” Disse e se ne andò.
Layla si stese sul divano in pelle rosa, pensando a lui. Infondo, non era poi così male.
Angolo autrice:
Adesso credo abbiate un'idea un po'
più chiara dei personaggi,
ma ho in serbo molte soprese!
Aspetto le vostre recensioni,
sono di fondamentale importanza per me.
Anche una frase per me è molto importante.
Suzume Yuzuka.