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Autore: _mcfly_    21/08/2013    1 recensioni
(dal cap. 1)
Ehm, io sono Gerard, puoi chiamarmi Gee.. Cosa ci faccio qui?- chiesi cercando di non sembrare uno psichiatrico con gli amici immaginari
-Eri svenuto su un marciapiedi ed eri coperto di sangue percui ti ho portato in casa mia. Non eri in un bel quartiere, sai? Non volevo lasciarti lì conciato così. A proposito, non hai nulla di rotto, mia madre è infermiera- disse e le sue guance divennero di un rosso vivo -non sono un maniaco, tranquillo, e neanche un assassino- piuttosto un angelo direi.
-Lo so, cioè non lo so ma ehm- dì qualcosa di sensato ti prego -grazie- risposi.
Frank fece un sorriso che lo fece sembrare seriamente un angelo sceso sulla terra per salvarmi la vita.
Ancora non lo sapevo, ma lui mi avrebbe salvato per davvero.
Magari era un angelo seriamente.
(Frerard, e come potrebbe non esserlo? quei dui sono troppo shippabili! *w*)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Hola! OK oggi ero straordinariamente ispirata... nel prendere a botte il mio odiosissimo computer che mi aveva cancellato tutto.
(povera Dora, ha dovuto riscrivere tutto *sigh*)
Coooooooooomunque, sono abbastanza contenta di quello che la mia mente malatissimamente malata (?) ha creato per questo secondo capitolo.
Se vi va, recensite, in modo tale di farmi capire se la storia vi piace oppure no, cosa dovrei cambiare secondo voi o cosa apprezzate.
Aaaaaaaaaaaaaallla prossima! E buona lettura!


Erano passati cinque giorni da quando avevo conosciuto Frankie e ancora non avevo smesso di pensare a lui. 
Erano anche iniziate le odiosissime vacanze di Natale che io, come al solito, avrei passato in camera mia a leggere e disegnare, non avendo nulla di meglio da fare.
Lunedì mattina, vigilia di Natale.
Era un po' che ci pensavo, ma non avevo abbastanza coraggio; ecco, quel preciso giorno mi ero deciso. Avrei comprato un regalo a Frankie per ringraziarlo, sarebbe stata un'ottima occasione per rivederlo.
Così mi avviai in un negozio di dischi e dopo quindici minuti scelsi un disco dei Misfits che incartai con un fiocco blu.
 
                                                                     **
Impiegai ben 45 minuti ad arrivare alla casa di Frankie (cosa che un comune mortale avrebbe fatto in 10 minuti) e inutile dire che ne spesi altri 20 per decidere se suonare il campanello o meno. Potrei sempre lasciarglielo nella buca delle lettere... 
"No che non puoi, idiota. Sei venuto fin qui per questo, hai alzato il culo dal caldo letto solo per rivedere i suoi occhioni, perciò ora alza il dito e schiaccia il pulsante!"
Si, certo, facile per te, sei solo una cazzo di vocina nel mio cervello! "Beh, intanto se seguissi i miei consigli non saresti qui come un coglione a parlare da solo!"
Era l'inizio della fine. Perdevo il mio santissimo tempo a parlare con una voce interiore, che per di più mi rispondeva. Forse invece di andare da Frankie dovrei infilarmi nel più vicino manicomio.
Persi un altro quarto d'ora a discorrere da solo dei pro e dei contro del suonare il campanello, quando la porta s'aprì da sola.
-Gerard! Che piacere rivederti! Che ci fai qui?- era Frankie che, giusto per cominciare bene la giornata era mano nella mano con una bionda.
GNAH, ci mancava la biondona.
-i-io, ehm, volevo, i-io, solo, cioè, sono qui p-per- e ridaje -questo è per te, buon natale. Ci si vede- dissi tutto d'un fiato lanciandogli il regalo e mettendomi a correre sulla strada.
Per di più inciampai urlando come una checca giuliva sul gradino suscitando le risate della srt... EHM, bionda.
Riuscì appena in tempo ad imboccare la stradina che mi portava al mio Antro Segreto, che lo sentìì chiamarmi dall'altro lato della strada.
Quando fui arrivato mi nascosi sotto al mio olmo (era quello il mio Antro Segreto, era un parchetto dove non veniva nessuno, ma siccome ho sempre avuto delle manie delle manie di protagonismo mica da niente era diventato mio) e notai con orrore che non ero solo.
Santo cielo, volevo restare solo, mi ero appena illuso come una ragazzina deficiente, avevo bisogno di pensare!
-ciaaaaaaaaaaaaao zio! Io sono Ray che ci fai tu qui bello?- una massa informe di capelli si voltò a parlarmi. Resistetti all'impulso di lanciargli un sasso in fronte.
Comunque mi limitai a a rispondergli -i cazzi miei, quello che dovresti farti anche tu- con un tono brusco quando vidi che aveva in mano ina bomboletta e che stava creando un magnifico graffito colrato sul muro vicino a me.
                                                                    **
Per ore parlammo, era simpatico quel Ray, per quanto squinternato sembrasse. Non ci potevo credere, avevo un amico. W-O-W, questa è da segnare sul calendario.
 
ebbene sì ragazzi, il mio Ray è un rapper di strada che va in giro a fare il graffitaro :°°°D (non uccidetemi plz)
  
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