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Autore: udeis    21/08/2013    2 recensioni
Piton una volta disse a Lily che dovevano esserci dei maghi in incognito alle poste e che qualcuno del ministero della magia sarebbe andato da lei a spiegarle di Hogwarts.
Tutto inizia da qui.
John Tokai lavora alle poste per conto del ministero della magia e rivela ai nati babbani di essere maghi.
La sua sarebbe una vita tranquilla, se la gente fosse più competente e, soprattutto, seguisse i suoi consigli.
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Ufficio alle relazioni babbane e le sue dis/avventure.'
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Sono un mago che vive la maggior parte del suo tempo come babbano.
Folle eh?
Passo in incognito tutte le mie giornate perciò non è strano che alla fine mi sia affezionato al loro modo di vivere e conosca perfettamente il loro modo di pensare ed agire.
Lavoro alle poste babbane e mi occupo di rintracciare la corrispondenza magica che prende vie poco ortodosse mettendo a rischio lo statuto sulla segretezza. Di solito sono i genitori dei nati babbani a scrivere, ma non mancano anche i maghi che decidono di lamentarsi con l’amministrazione pubblica per l’altezza dei lampioni o chiedeno se per caso hanno ritrovato il povero Piffy un – e qui mettete il nome di un animale potenzialmente mortale e/o dannoso, quando va bene solo vistoso, e, possibilmente, illegale- povero animaletto molto dolce disperso nelle fogne della città.
Capita più spesso di quanto potreste immaginare.
 
In estate invece consegno le lettere per conto di Hogwars ai nati babbani e rivelo alle loro famiglie l’esistenza del nostro mondo. È un compito che mi piace molto: serve empatia, delicatezza e buon senso e soprattutto una buona conoscenza del loro mondo. Negli anni ho sviluppato una serie di tecniche per svolgere al meglio il mio lavoro e ho notato come alcune situazioni tendono a ripetersi.
 
Tanto per cominciare bisogna convincerli di non essere pazzi.
Di non essere, per esempio, depravati pedofili, rapitori originali o membri di qualche agenzia governativa con il compito di sottoporre il figlio a esperimenti, addestrandoli a diventare un’ arma nelle mani dell’esercito e tanto meno membri di qualche setta o esponenti estremisti di qualche religione in cerca di seguaci.
Non che te lo dicano apertamente. Non ammetterebbero di averlo pensato neanche sotto tortura, ma se li guardi con attenzione e se conosci abbastanza bene la cultura babbana, quella televisiva e cinematografica in particolare, ti accorgi facilmente che in un lampo valutano tutte queste ipotesi. Poi nascondono le assurdità dietro una maschera di serietà o gentilezza che non riesce a dissimulare del tutto la preoccupazione e il sospetto. Non che gli si possa dare torto in linea di principio: uno sconosciuto piomba a casa loro farneticando assurdità, chiunque sarebbe preoccupato, soprattutto quando il destinatario di quelle idiozie è una creatura ingenua e vulnerabile. E comunque se chiunque di voi avesse visto qualche film babbano sarebbe ugualmente paranoico: in quasi ogni film c’è un serial killer, un ladro, un truffatore, un terrorista, un traditore, un assassino o un depravato. È inquietante come riescano ad immaginare il peggio in ogni situazione: perché ogni casa isolata deve nascondere un folle? Perché non c’è mai uno sconosciuto fautore di buone notizie? Senza contare i film storici, che vengono ambientati di solito durante periodi di guerra o estrema povertà e non mancano mai torture e sopraffazioni. Come se noi maghi scrivessimo romanzi solo sui mangiamorte o i loro simili: in paio d’anni saremmo tutti ridotti come Malocchio.
Perciò tanto per iniziare imparate a vestirvi da babbani.
Anche se un vostro avo era un babbano non potete riutilizzare i suoi vestiti neanche se vi stanno bene: la moda è cambiata parecchio.
Mettete il naso fuori da casa vostra e osservate i vestiti di uno di loro e copiateli, non mi sembra molto complicato. E, non smetterò mai di ripeterlo, le vesti lunghe sono da donne.
Ancora meglio sarebbe se riusciste a vestirvi in una maniera un po’ più seria. Non che bermuda e canottiera non siano dei tipici vestiti babbani, anche minigonna e top lo sono, ma, ecco, vestirsi in maniera più professionale aiuta ad essere presi in considerazione all’ inizio e sul serio poi.
 
Non esiste un modo ottimale di dare l’annuncio, perciò mettetevi il cuore in pace: perlopiù bisogna adeguarsi alla situazione e al tipo di famiglia che ci si trova davanti e, dopo il silenzio che necessariamente seguirà le vostre parole, continuare a parlare, rassicurandoli con dettagli verosimili, concreti e logici, sul mondo magico.
 
Alcuni di loro, trattenendo con una mano il coniuge che è appena sobbalzato o vuole chiedere qualcosa, ti interrogano con quella incredula gentilezza, che spesso nasconde più di una traccia di ironia. Altri ti attaccano con sarcasmo e un’ incredibile parlantina. Altri ancora, le donne soprattutto, scoppiano in lacrime presagendo una tragedia, aggrappandosi disperatamente al marito, che non può fare altro che scrutarti interdetto impediti dalla mole della loro dolce metà. Ci sono poi quelli che, inviperiti, si alzano in piedi e ti ingiungono di uscire dal loro salotto, pochi ti insultano, dando fiato ai loro sospetti e minacciano di passare alle vie di fatto, ancora meno alle vie di fatto ci passano sul serio.
Ma l’incredulità e il sospetto durano il tempo di estrarre la bacchetta e mostrar loro una vera magia.
Bisogna stare attenti all’incantesimo che si sceglie: qualunque cosa si faccia non bisogna sembrare dei prestigiatori, perciò niente cose fatte apparire dal nulla e neanche, qualunque sia la situazione, magie indirizzate su di loro. Non cambiate loro il colore dei capelli e, se vi stanno per tirare un pugno, colpire con un coltello o con una mazza da baseball, trattenetevi dall’immobilizzarli con la magia, schivate, o incassate, se siete scarsi. La cosa migliore è esibirsi in qualche trucco di levitazione, le tazze da te, per esempio, o in qualche piccola trasfigurazione, al limite aggiustare qualche oggetto o cambiate il colore della teiera. Mostrare qualche foto magica o la gazzetta del profeta, si rivela sempre una mossa vincente: se vi ricordate di regalagliela avranno sempre sotto gli occhi una prova dell’esistenza del nostro mondo. Non lasciatevi mai andare ad ostentazioni esagerate di magia: niente fontana d’acqua che sgorga dal divano, non fate piovere in casa e -per Merlino!- attenti a cosa fate lievitare! Non c’è niente di meglio per esasperare un babbano, che fa lievitare la loro televisione, il computer o il frigorifero: sono oggetti costosi e molto utili che non gradiranno affatto veder volare per casa, perciò se volete andare sul sicuro fate lievitare solo quelle cose piccole che usate anche voi.
Non spaventateli e siate sempre gentili, disponibili e comprensivi, parlate con calma del nostro mondo, chiarite ogni loro dubbio, offritevi di accompagnarli a Diagon Alley, spiegategli l’obbligo di segretezza, non alzate mai la voce. Non crediate che siano stupidi e non trattateli come tali, la loro è ignoranza, non idiozia e, come qualunque mago, anche un babbano si altera se lo trattate con troppa condiscendenza.
Più conoscerete il loro mondo, più riuscirete a rassicurarli e a spiegarvi: comprendere il bagaglio culturale di un persona vuol dire saper usare le parole e le immagini giuste.
I genitori con cui parlerete sono terrorizzati di perdere i loro figli, perciò se citerete qualche film o programma televisivo recente avranno l’ impressione che voi possiate comprenderli meglio e che i loro figli non saranno inghiottiti in un mondo sconosciuto e lontano  per non tornare mai più. Fategli capire che i loro bambini resteranno comunque e sempre parte della loro famiglia e del mondo babbano, dategli l’impressione che i nostri due mondi siano più connessi di quanto non lo siano in realtà. Una piccola illusione è sempre meglio della disperazione: aiuterà genitori e figli ad accettare con più facilità il cambiamento.
Non dimenticate di spiegare, questo è fondamentale, come raggiungere il binario nove e tre quarti e di come funzionano le comunicazioni da noi.
E poi parlate di Hoghwars: guardate negli occhi il piccolo mago e raccontategli dei vostri anni scolastici e di quello che impareranno a fare e di quanto quegli anni hanno significato per voi.
Omettete, ovviamente, i racconti sulla foresta proibita, su calderoni esplosi o su quella volta in cui avete fatto spuntare un palco di corna a quel cretino del vostro compagno di casa.
A proposito, mi raccomando, quando parlerete delle case, siate imparziali! Non mi importa che abbiate sempre pensato che i Tassorosso siano degli inutili mollaccioni, che odiate i Corvonero perché incredibilmente saccenti, che non sopportiate i Grifondoro e i Serpeverde perché si mettono sempre e comunque in mostra, oltre ad essere i primi, tracotanti e i secondi presuntuosi. Quei ragazzini entrano a far parte di un mondo ancora sconosciuto, non riempiteli di pregiudizi e di insicurezze perché, lo sapete bene, in qualsiasi casa saranno smistati, sarà quella giusta. Parlate delle case vagamente, oppure enunciatene le virtù in modo neutro, come il cappello parlante, e anche della competizione tra case accennatene con leggerezza.
A questo punto il vostro compito è finito; di solito, ma è qualcosa di estremamente personale, li invito a scrivermi per poter chiarire qualsiasi dubbio possano avere e qualsiasi difficoltà possano incontrare nel nostro mondo.
Sicuramente prima, dopo o durante i vostri racconti sul mondo magico uno dei due genitori pronuncerà la frase fatidica: “ Tu, forse sei un mago, ma come fai a essere sicuro che mio figlio lo sia?” A questo punto rivolgetevi sia al mago che ai genitori con una frase del genere:“ Non avete mai notato come a vostro figlio capitino cose strane, soprattutto quando è arrabbiato o impaurito?” Almeno uno tra il bambino e i genitori si illuminerà, capirà di cosa state parlando e si rassicurerà almeno un pochino. I veri problemi sorgono quando è solo il bambino ad essersi accorto dei suoi poteri: i genitori non gli crederanno e penseranno che sia solo una sua fantasticheria. Voi sostenete la tesi del bambino, senza scomporvi, accennando al dipartimento Ministeriale che si occupa della magia minorile, spiegandogli come questo esista per salvaguardare i giovani maghi da incidenti involontari dovuti alla loro giovane età e di come sia in grado di conseguenza di intercettare la magia dei più piccoli. Parlare delle misure di sicurezza per i minori nel mondo magico è un espediente che tranquillizza anche i genitori più ansiosi.
Se vi imbattete in genitori particolarmente testardi, stupidi o increduli non vi resta che dare in mano la vostra bacchetta al loro adorato pargolo, permettendogli di fare qualcuna delle magie involontarie che riescono anche in casi così ostili.
Non è mai successo, ma se anche questo non dovesse bastare confondete i genitori e spiegate al piccolo le vostre motivazioni, i bambini sono molto più comprensivi degli adulti.
Ricordatevi sempre che il fine della vostra visita è soprattutto quello di rassicurare i genitori piuttosto che di rivelare i suoi poteri a un giovane mago. I bambini hanno fiducia e nella maggior parte dei casi già sanno di essere in grado di fare qualcosa di speciale, o comunque sono disposti a crederci, i genitori hanno paura e il loro amore può renderli incredibilmente ciechi.
 
Ancora un’ultima cosa. Bisogna fare estremamente attenzione che i due coniugi non si allontanino dal salotto troppo a lungo e che non lo faccia nemmeno uno dei due: non devono riuscire a chiamare la polizia o il manicomio, prima che voi gli diate una dimostrazione di magia (dopo ovviamente non ne hanno più bisogno) altrimenti vii troverete in guai seri.
Sfuggire alla cattura non dovrebbe essere tanto difficile, ma potrebbe capitarvi di schiantare qualcuno o trascinare qualcuno con voi nella materializzazione e questo minerebbe profondamente la fiducia babbana nei confronti del mondo magico. Se invece riuscissero a disarmarvi, ciò provocherebbe un sacco di grattacapi all’ufficio degli obliviatori, e a voi un paio di giorni di permanenza in qualche struttura babbana non proprio confortevole, oltre a minare comunque il reciproco rapporto di fiducia.
Essere sottoposti ad esami medici per poi farsi imbottiti di farmaci e rinchiudere, legati in una stanza bianca, minerebbe la fiducia di chiunque e metterebbe a grave rischio la sua salute mentale.
  
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