Videogiochi > Final Fantasy IX
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Autore: PandaPlaysFlute    22/08/2013    3 recensioni
Mikoto convinta ad usare la sua anima nuova, e consumarla, raggiungerà Gaya.
Vivrà la sua avventura.
La sua vita si intreccerà con quella di Kuja, di Gidan e del resto del gruppo.
"Loro sono solo dei recipienti. Io parlo di te e di me." (Mikoto, Final Fantasy IX, CD 3)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kuja, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Spoiler!, Violenza
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-Roulette russa-


Da quando aveva un'anima, attendere era diventata la sua peggior sofferenza.
Cosa diavolo stava attendendo?
A Tera nemmeno c'era il tempo!
 
Uscì dal villaggio, pensierosa.
Fantasticava spesso su Gaya, il pianeta rosso.
Lo immaginava con una grossa luce rossa nel punto più alto del cielo, con grandi specchi d'acqua che riflettevano l'accogliente luce rossa.
Certamente lei su Gaya avrebbe passato tutto il tempo a fissare quella luce rossa per godere del suo calore, per lasciarlo entrare dentro.
 
 
Si fermò, accennando un sorriso.
No, Gaya doveva essere migliore, non solo una versione rossa e accogliente di Tera.
Si mise seduta e tirò le ginocchia al petto, era su una specie di ponte bianco iridsecente, guardando quella strana natura che aveva un aspetto così aritificiale, si sentì piccola.
In fondo, era appena nata.
 
All'improvviso sentì qualcosa di viscido a contatto con la sua schiena.
 
Un Okulum
 
Era pieno di quelle dannate creature lì intorno, si chiese se li avesse messi Garland per tenere i jenoma prigionieri a Branbal una volta che avessero acquisito l'anima.
Ad ogni modo, lei non sapeva combattere, né aveva armi.
Si accorse con orrore che l'Okulum la stava inglobando nella sua massa gelationsa, mentre centinaia di piccoli occhietti azzurri la fissavano.
 
Troppo tardi per fuggire.
 
Di solito, la sua tattica di combattimento era quella.
 
Non così idonea... Pensò, mentre il cuore le batteva fortissimo, e cominciava a mancarle il respiro.
 
Provò con il braccio rimasto libero a colpire con tutta la sua forza quell'essere disgustoso.
Aveva coplito un occhio, constatò, sentendo la mano umida.
Non sarebbe bastato tutto il tempo di Tera per abbattere un Okulum a suon di pugni di Mikoto.
Adesso toccava a lui.
Mikoto si sentì finita, era chiaro che anche se fosse sopravvissuta ancora ad un colpo o due, non avrebbe mai sconfitto quel mostro.
Sospese il fiato, mentre il mostro chiuse tutti gli occhi insieme e invocò Ade.
 
Roulette russa.
 
Mikoto chiuse gli occhi, non era possibile... Adesso che aveva un'anima l'avrebbe persa così, senza averla mai usata, in quel luogo blu e gelido, per colpa di un mostro da cui aveva passato l'esistenza a fuggire durante la sua attesa di idonoeità.
 
Ma quanto ci mette ad ammazzarmi?
 
Aprì gli occhi.
Si trovava per terra, libera dal mostro, accasciato qualche metro distante da lei con tutti gli occhi chiusi e un profondo taglio nel mezzo.
Un taglio di falce.
 
Mikoto mosse la coda, poi si rialzò piano.
Era stata fortunata, ma non sarebbe successo due volte, anche se sfinita doveva tornare subito al Villaggio Branbal, prima che altri mostri la attaccassero.
Aveva un'anima da tenersi stretta adesso, non più un contenitore da conservare.
Fuggì di corsa dai Pingo Pongo che stavano per attaccarla, e arrivò respirando affannosamente nel villaggio, finalmente al sicuro.
Non credeva potesse essere confortante rivedere... casa.
Si diresse nella stanza vicina al laboratorio e scosse un cesto, ancora agitata per l'accaduto di poco prima.
 
-kupò-
 
Ne uscì un assonnato moguri, stirandosi le alette.
 
-Morokku, sono stata attaccata dai mostri!- Disse lei allarmata e ansimante.
 
Morokku la guardò perplesso, era l'unico che si era accorto di quanto Mikoto fosse vitale, attiva e rumorosa in quei giorni. Un giorno lo aveva svegliato chiedendogli di raccontargli di quando viveva su Gaya, di come attraversando in volo il mare fosse capitato sopra l'isola splendente e ne fu risucchiato in un vortice, per poi finire lì, a Branbal, a sonnecchiare tutto il giorno in un cesto, perchè quel posto non era adatto ad una creatura vitale come lui.
Per dire la verità da quel giorno Mikoto gli chiedeva sempre più spesso di parlargli di Gaya.
Vedendola accasciata a terra, appena cosciente, capì che il mostro doveva averla sfinita.
 
-Prendi questa e vai a riposarti sul letto, kupò- le diede una pozione.
 
La jenoma afferrò la pozione e la bevve immediatamente, poi si diresse verso la stanza con il letto per fare come Morokku aveva detto, ma prima gli chiese di raccontarle ancora una volta qualcosa di Gaya.
 
-Prima riposati, kupò.- Disse lui gentilmente.
 
A Mikoto piaceva Morokku. Lui aveva un'anima, e un pon pon rosso sulla testa, era l'unica cosa morbida e calda nel villaggio, o forse in tutta Tera.
Appena si rilassò il sonno la accolse.



Grazie per avere letto. ^_^
  
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