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Autore: Hope it    22/08/2013    2 recensioni
Abbie è una ragazza forte, che nasconde i suoi sentimenti dietro ad un sorriso.
Lei è coraggiosa, orgogliosa.
Lei sa perfettamente cosa vuol dire il dolore, visto che l'ha provato molte volte.
Lei è bellissima, ma non sa di esserlo.
Lei è dolce, quando vuole
Lei sa amare, ma non lo fa da tempo, per paura di essere ferita.
Ma sarà proprio un ragazzo, ad entrare nella sua vita casualmente, riuscirà a sconvolgerla a tal punto da cambiarla, per sempre.
Capiranno, insieme, l'importanza del vero amore, diquello che significa amare, dare la vita per una persona, capiranno l'importanza della vita e di tutto ciò che ne fa parte.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Pochi minuti dopo, arrivai a casa dei ragazzi. Louis e Harry scesero dalla macchina, Louis mi aiutò a scendere, mentre Harry scaricava la sedia a rotelle dal retro. Salii sulla sedia a rotelle e Louis mi spinse fino alla porta. Ero agitata, non era sicura che fosse stata una buona idea venire  qui, ma ormai non potevo più tornare indietro. Harry aprì la porta e subito si trovò davanti  un assonnatissimo e arrabbiatissimo Zayn.
‘’dove siete stati?’’
Urlò cosi forte che avrei voluto coprirmi le orecchie.
‘’ vi sembra questa l’ora di sparire? Vi abbiamo cercato dappertutto!’’
Continuò, sempre incazzato nero.
‘’siamo andati a prendere Abbie, deve assolutamente parlare con Niall, potrai sgridarci dopo, ora abbiamo da fare.’’
Disse Harry, sbrigativo. Entrò in casa, spingendo da parte Zayn e trascinando la a rotelle. Louis ci seguì, Zayn anche, furioso.
‘’ma lui sta già male, volete fare peggio? Ragazzi, secondo me non è una buona idea..’’
Borbottò Zayn, mettendo una mano sulla spalla di Louis, bloccandolo. Stavo per rispondere, per dire che non era un’idea mia. Anche io pensavo che forse gli avrei fatto ancora più male. ma io non potevo sopportare di farlo stare male. non avevo idea di cosa gli avrei detto, non mi aspettavo mi perdonasse e sicuramente non l’avrebbe fatto, ma almeno un po’ ci speravo. Speravo che mi perdonasse, mi mancava il mio amico. Mi mancavano i suoi occhi, mi mancavano i suoi capelli sempre sparati in aria, il suo sorriso che illuminava il mondo intero, la sua risata contagiosa, il suo arrossire cosi dolce. Si, mi mancava e molto anche.
‘’no, devono parlarsi e chiarirsi, è la cosa giusta da fare, Zayn.’’
Disse Louis, interrompendo i miei pensieri. I due si guardarono negli occhi per un tempo che sembrò lunghissimo, poi Zayn tolse la mano dalla spalla di Louis e ci fece passare. Louis gli sorrise debolmente.  Mentre attraversavamo il corridoio, vidi Liam, davanti alla porta di camera sua. Mi sorrise, facendo un cenno di saluto, che ricambiai. Ma tornò serio all’istante.
‘’spero per voi che sia la cosa giusta, non voglio più vederlo stare male.’’
Disse, guardando soprattutto me. annuii, anche se non ero certa che sarei riuscita a farmi perdonare. Louis mi spinse verso la camera di Niall. Non bussò nemmeno, aprì la porta. Entrai, alzandomi dalla sedia a rotelle. Era grande e spaziosa. C’èra un grande letto matrimoniale, al centro della stanza, mentre a lato una scrivania, con una sedia piena di vestiti. Nell’altro lato, c’èra un grandissimo armadio, mezzo aperto. Notai una piccola poltroncina vicino alla finestra,  su quasi tutto il muro c’èrano delle foto dei ragazzi e della sua famiglia. Vidi che, a lato del letto, in parte alla finestra c’èra una vetrata, con una porta a vetri che dava sul terrazzo. Era aperta. La tendina attaccata alla porta svolazzava nel venticello che entrava da fuori. Era quasi luce, fuori, cosi vidi distintamente la sagoma che stava seduta sui gradini dell’enorme terrazzo.
‘’Niall.. c’è qualcuno per te.’’
Disse Harry, spingendomi leggermente verso il terrazzo.
‘’Harry, te l’ho già detto, non voglio vedere nessuno. ‘’
Rispose Niall. Sobbalzai al suono della sua voce, cosi fredda e vuota. Lo vidi girare leggermente la testa, per guardare Harry, ma non mi vide, ero nascosta ancora nella penombra.
‘’lo ,ma è qualcuno di speciale.’’
Disse Harry, facendomi l’occhiolino. Poi  si girò e uscì dalla stanza con Louis. Avrei voluto seguirli e andarmene di colpo. Invece cominciai a camminare verso il terrazzo, dov’èra seduto Niall. Presi un bel respiro e dissi:
‘’ciao Niall.’’
Lui, al suono della mia voce si girò, i suoi occhi si illuminarono per un secondo, poi divennero grigi e spenti, come quando gli avevo detto quelle cose che lo avevano ferito.
‘’che vuoi?’’
Chiese, il suo tono di voce insolitamente cattivo. Cercai di non prestare attenzione, al dolore che mi provocava. Non risposi subito, presi tempo per pensare. Andai verso di lui, uscii in terrazzo e mi sedetti vicino a lui, attenta, però, a non sfiorarlo, negli scalini. Guardai il sole, che stava per uscire dalla montagne. Vidi con la coda dell’occhio che cercava di non guardarmi.
‘’ mi dispiace.’’
Dissi. Lui sospirò.
‘’Non pensare di risolvere tutto con un mi dispiace.’’
Rispose, duro.
‘’lo so. Lo so che ti ho ferito con quello che ho detto ma, credimi non l’ho mai pensato. Non avrei mai voluto ferirti in quel modo,  non sai quanto faccia male vederti adesso cosi, i tuoi occhi sono spenti adesso non sono più luminosi come dei fari in mezzo al buio, adesso sembrano solo spenti, grigi.  Non posso accettare che la causa di tutto questo sia io. Per questo spero che tu possa perdonarmi un giorno. Perché non posso vederti cosi. Ti amo Niall,  non posso sopportare che tu stia male per quello che ti ho detto.’’
Una lacrima scese dal mio viso. Lui rimase in silenzio, pur continuando a non guardarmi. Le mie lacrime continuavano a scendere, mi ero resa conto di quanto tenessi a lui, di quanto lui fosse importante per me, non volevo perderlo, non volevo soffrire di nuovo.
Sentii qualcosa posarsi sulla mia spalla. Sobbalzai, poi mi accorsi che era il suo braccio. Si avvicinò a me.
‘’non sono un  po’ scomodi questi gradini?’’
Disse, sorridendomi timidamente, con gli occhi arrossati. Mi persi nei suoi occhi, di nuovo luminosi e gli sorrisi, tra le lacrime.
Senza parlare, mi strinse a sé. mi aveva perdonato, non ci credevo ancora.
Rimanemmo in silenzio per un po’, a guardare l’alba, fino a quando non mi addormentai.
  
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