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Autore: Rubus idaeus    22/08/2013    7 recensioni
Un ritardo di consegna di un abito da sposa può essere così fatale? Oh si, decisamente fatale. Potrebbe sconvolgere completamente tutti i piani, creare problemi, scompigli, magari anche far aprire gli occhi, dare una svolta al destino.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dunque, qui si inizia sul serio con la storia. Ho deciso di strutturarla un po' come se fosse un diario di viaggio, anche per rendervi le cose un po' più facili.

 


15 dicembre, New York, Empire State Building. 21:42 pm
 
-Vuoi sposarmi?
Non fu quasi affatto una sorpresa per lei, se lo aspettava da un momento all'altro da circa un mese. Era ormai da diverso tempo che provava ad immaginare come dove e quando sarebbe successo, anzi, era stata così piena di quell'idea, sognata fino alla fine, aspettata, per così dire, a denti stretti che in qualche modo ne rimase perfino delusa. 
Aveva immediatamente immaginato che quella sera il quarto dito della sua mano destra sarebbe stato cinto con un anello di fidanzamento, quando il suo ragazzo le aveva proposto un incontro all'ultimo piano dell'Empire State Building intimandole di vestirsi elegante e comunicandole che sarebbero stati presenti le loro famiglie e i loro amici più stretti.
E infine ecco che era giunto il tanto atteso momento.
Ci siamo.
Aveva pensato lei mordendosi le labbra, mentre guardava lui che si metteva in ginocchio. Il chiacchericcio che rimbombava nella sala era un veleno per l'atmosfera da sogno che ci sarebbe dovuta essere ed in più sentiva che gli occhi di tutti i presenti, anche chi non li conosceva affatto, puntavano insistenti verso di loro, il ché le parve piuttosto fastidioso. Ma gli occhi chiari del suo lui le fecero dimenticare qualsiasi altro sguardo che fosse rivolto a lei in quel momento. E quando finalmente lui aprì il prezioso cofanetto dell'anello, finse di essere stata colta di sorpresa, si portò una mano alla bocca per mascherare il falso sorriso commosso, fece un lieve gesto di assenso col capo e il gioco fu fatto.
I neo fidanzati si abbracciarono sorridenti e nella sala scoppiò un fragoroso applauso.
È sicuramente la sera più bella della mia vita.
Pensò lei osservando prima l'anello, poi lui, poi la gente e poi ancora l'anello.
Strinse i pugni per contenere l'entusiasmo. Era ufficialmente fidanzata. Fi-dan-za-ta. Alla faccia delle sue smorfiose amiche che fino a qualche anno prima le canzonavano che non avrebbe mai trovato uno straccio di uomo. E invece...
Beh, chi l'avrebbe mai detto? Aveva sempre creduto che non si sarebbe mai sposata e, in vero, l'idea di una vita libera e indipendente non la disgustava affatto. Eppure da quando aveva conosciuto lui, aveva subito pensato che saebbe stato uno spreco non tenerselo ben stretto.
Stringendo in un abbraccio sua madre e suo padre pensò che probabilmente tutte le donne del mondo avrebbero desiderato essere al suo posto e ricevere una proposta dieci giorni prima del proprio compleanno, con un Tiffany da sedicimila dollari, all'ultimo piano dell'Empire State Building, nel bel mezzo di un prestigioso ricevimento, davanti a centinaia di persone di rilievo. Poteva ritenersi soddisfatta.
-Congratulazioni Oscar, congratulazioni Hans!
-Felicitazioni, signorina Jarjayes! E anche a lei, signor Fersen, miss Jarjayes è uno splendore.
-Mi congratulo con entrambi!
Ognuno si accalcava per stringere loro la mano e per porgere le proprie congratulazioni. E quella fu la parte più torturante. Ma ben presto finì tutto e due ore dopo Oscar si ritrovò, più felice che mai, tra le robuste braccia di Hans sul divano del loro appartamento.

Il matrimonio si sarebbe svolto in Francia, a Parigi, luogo natale dei nonni di lei, e per la precisione a Notre Dame, il quattordici luglio, scelta patriottica da parte del padre.
A lei andava benissimo che sia i suoi che i futuri suoceri decidessero ogni cosa del suo matrimonio (invitati, cerimonia, ricevimento,...), in fondo della cerimonia le importava davvero poco, ma c'era un patto: l'abito lo sceglieva lei, punto. Non voleva sberluccichii, né pizzi, né fronzoli vari, voleva un liscio, semplicissimo e classico abito bianco col taglio a sirena, non troppo scollato e soprattutto comodo.
Per la scelta si era affidata al consiglio esperto delle inseparabili amiche Marie e Rosalie, e infine aveva optato per un meraviglioso vestito di seta color panna finemente ricamato d'argento sulla scollatura, leggermente accentuata ma elegante, e sul bordo della gonna. Era entrata nel negozio, l'aveva visto, l'aveva provato e non era stato necessario visionarne altri, quello era perfetto, anche se non c'era della sua taglia. Così l'aveva ordinato ben convinta dell'acquisto ed era uscita dal negozio sicura che sarebbe andato tutto alla perfezione.
Ma sarebbe stato tutto troppo facile se fosse andato come sperava.
Esattamente sedici giorni prima del matrimonio, quando ormai tutti si preparavano alla partenza verso la Francia, Oscar ricevette la telefonata del negozio d'abiti da sposa che con rammarico le comunicava che il suo vestito aveva avuto un ritardo di confezionamento e che sarebbe stato pronto solo dopo una settimana da quella data. Ovviamente lei non l'aveva presa affatto con filosofia, comunque fu costretta ad annullare il suo volo e a veder partire tutti gli altri, mentre lei restava a New York per aspettare che il vestito fosse pronto.
  
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