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Autore: Dama Grigia    22/08/2013    6 recensioni
Sibilla Cooman ci prova. Ci prova davvero, a sedurre Severus Piton. Certo, la parte della seduttrice non fa per lei: il risultato? una raccolta di one shot il cui intento è quello di strappare un sorriso.
E magari riesco anche a convertire qualcuno a questo pairing che, personalmente, adoro. ;)
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton, Sibilla Cooman
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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*La storia ha partecipato al contest "Comico, drammatico, demenziale" indetto da Elizabeth Loveood sul GDR "Draco Dormiens Nuquam Titillandus" e si è classificata prima*

Il tutto era pressoché ridicolo.

Severus Piton, con il calice del succo di zucca ancora sollevato a mezz'aria, guardava fisso davanti a sé, in direzione di una Sibilla Cooman con le braccia incrociate e l'espressione ostentatamente sdegnata.

Gli altri insegnanti, seduti allo stesso tavolo del perplesso collega di pozioni, inscenavano un delizioso quanto completo repertorio di reazioni scandalizzate.

Nella fattispecie, Minerva stava tossendo come una disperata a causa del tè che le era andato di traverso; Albus ridacchiava (esatto, in un momento del genere lui rideva, la sua intera figura era scossa dai singhiozzi di una risata non troppo trattenuta); Filius continuava a stropicciarsi gli occhi per poi sgranarli in un ciclo continuo, come se sperasse che un cambiamento improvviso della scena potesse giungere a interrompere lo strano algoritmo di movimenti che stava mettendo in atto; Pomona meditava assorta, probabilmente chiedendosi se qualcuno dei suoi funghi curativi avesse proprietà allucinogene a lei sconosciute. Gilderoy, infine, aveva in faccia lo stesso sorriso ebete di uno zio che guarda il nipotino di pochi mesi ciucciarsi il ditone del piede.

Come diamine era successo tutto ciò?

Stai calmo, Severus. Si impose il mago. Ricapitoliamo.

***

Stava facendo colazione, come tutte le mattine. Mentre spalmava marmellata di Mora Ruggine su una fetta di pane, si chiedeva come Albus avesse potuto concedere la cattedra di difesa a quel buono a nulla di Allock.

Poi, un secondo prima che potesse bere il suo calice di succo, Sibilla Cooman era entrata a passo di carica dirigendosi verso il fondo della sala.

Verso il tavolo degli insegnanti.

Verso di lui.

Gli si era parata davanti, puntandogli contro un dito, gesto che aveva fatto scampanellare i numerosi braccialetti che portava al polso.

"Severus. Tobias. Piton."

"Ma pensa, è il mio nome."

"Oh, è tutta colpa tua!"

"In realtà l'hanno scelto i miei genitori, ma convengo con te che non abbiano avuto un gran gusto."

"Non fare il finto tonto, sai di cosa parlo."

"Davvero?"

"Sono incinta!"

***

Ecco com'era andata. Sibilla aveva gridato davanti all'intero corpo docenti (e a giudicare dalle espressioni, anche a tutti gli studenti più vicini) di aspettare un bambino, alludendo al fatto che Severus ne fosse responsabile.

Peccato solo che a lui non risultasse niente di simile.

Nel tentativo di mantenere la calma, il mago inspirò a fondo, avvertendo così un vago sentore di Sherry. Probabilmente quella simpaticona della sua collega era un po' alticcia.

Con tutta l'imperturbabilità di questo mondo, le chiese:

"Cos'è, avevi terminato l'alcool e hai deciso di provare a berti il cervello? Ci sei riuscita, direi."

"Non prendermi in giro, lo so che sei stato tu!"

Severus sospirò.

Questo è uno di quei momenti in cui penso che l'educazione sessuale sia una delle poche cose buone nelle scuole babbane.

"Se credi che io abbia scritto una letterina alla cicogna, forse è ora che tu sappia che non funziona così. Dimmi, cosa sai delle api e dei fiori?"

"LO SO come nascono i bambini!"

"E allora come puoi pensare di aspettarne uno da me, se non abbiamo mai fatto nulla che potesse portare al suo concepimento?"

"Questo lo dici tu, ma come posso esserne certa?"

"Dimmi che stai scherzando!"

"Noi veggenti attraversiamo delle fasi in cui la nostra mente è annebbiata a causa di una crisi mistica."

Severus si portò le mani alle tempie, correggendo mentalmente la frase:

Noi alcolizzati attraversiamo dei momenti in cui la nostra mente è annebbiata a causa di una sbronza.

Molto più credibile.

"In questi momenti, caro, è molto facile confondere la realtà con i sogni. Ora, vedi, io ho un vago ricordo legato a noi due. La domanda è se io stessi sognando o meno."

"Sei completamente fuori di testa. Inoltre, da cosa deduci di essere in attesa?"

"Stamattina mi sono svegliata con una forte nausea e un gran mal di testa. Avevo anche le voglie, sì, voglia di caffè. Questi sono i sintomi di una gravidanza!"
"Questi sono i sintomi di una sbornia!" Sbottò lui.

"Adesso sii sincero, Severus: hai approfittato di me mentre ero nel pieno di una -ehm- crisi mistica?"

"Mentre eri nel pieno di una sbronza!"

La corresse lui automaticamente.

"Dunque lo ammetti!"

"Non ammetto un bel niente!" Ribatté, consapevole di essersi espresso male.

"Allora è così? Bene, adesso andrò da Madama Chips a farmi visitare! E allora non avrai scuse, di fronte all' ecomagigrafia dovrai ammettere la tua paternità!"

Annunciò lei, facendo dietrofront.

"Cerca di mangiare meno pesante la sera, il tuo non è stato che un sogno!"

Borbottò lui.

Già, un sogno. Un sogno erotico.

Io sarei il suo sogno erotico?

Realizzò, terrorizzato.

Si voltò verso Minerva, che tentava di mantenere la propria dignità.

"Io sarei il suo sogno erotico?"

Le sussurrò, in cerca di conferma. La collega fu costretta ad alzarsi ed uscire, diretta in bagno, dove avrebbe potuto ridere fino a farsela addosso.

Tzè. Sono il sogno erotico di una donna, e con ogni probabilità morirò vergine.

Destino infame.

Si legnò mentalmente lui, prima di tracannare finalmente il suo succo di zucca.

   
 
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