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Autore: Yuna Shinoda    27/02/2008    5 recensioni
Bella arriva a Forks e scopre di possedere un destino diverso da quello che si aspettava. Si imbatte nei Cullen che l'aiuteranno a portare questo nuovo fardello... Edward le starà molto accanto, i loro destini si intrecceranno... Ma cosa succederà tra i due e a Bella? ^^
***
Non avevo mai fatto caso, dal giorno della mia nascita, a quei due nei che avevo sul collo. Vicini, paralleli in verticale e perfetti. Non pensavo che un giorno avrei dovuto subire le conseguenze di questa mia connotazione genetica, ma chi conosce il suo destino? Ogni giorno, ogni ora, ogni secondo è da vivere nel senso più profondo del suo significato. Soprattutto quando il tempo che Dio ti ha donato alla tua nascita sta quasi per scadere.
Genere: Generale, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Intanto era arrivato Natale.
Non era una festa che adoravo alla follia, la vedevo con tristezza poiché non avevo mai l’occasione di passarla assieme a mio padre e mia madre, uniti, intendo.
Questa volta non ero ne con l’uno, ne con l’altra, questo sarebbe stato il primo anno in cui tutto sarebbe cambiato. Mi sarei buttata alle spalle il passato e ne avrei fatto tesoro…
Sarei vissuta assieme ai Cullen che già apprezzavo perché mi avevano accolta tra di loro, inoltre c’era Edward…
Nei giorni che seguirono la mia dichiarazione si può dire io e lui fossimo inseparabili.
Io sempre goffa e un po’ debole, lui attraente e perfetto. Ancora non capivo le ragioni che lo avevano spinto a provare un sentimento forte per me.
Non si era mai rivelato realmente, all’inizio sentivo il suo comportamento dovuto a delle costrizioni che si imponeva per Carlisle, ma da quando fuggì fuori scuola capii che in realtà lui non mi voleva in questo senso come adesso mi vuole.
E’ stata una rivelazione, una nuova luce che si è accesa nella mia breve esistenza, una luce che finora avevo visto solo con il mio migliore amico che non ha trovato fuga dalla morte...
Stando con lui, però, tutte le mie preoccupazioni si erano risolte. Non avrei avuto paura dopo la trasformazione, se fosse rimasto con me.
Era il 25 dicembre, quel giorno faceva freddo.
Forse l’avvicinarsi della fine della gestazione, oppure altri fattori, facevano si che sentissi appena il freddo.
Pian piano, attorno a me è come se si stesse creando una corazza, dura e fredda.
- Oggi voglio portarti fuori. - Mi disse Edward, con un sorriso mozzafiato che mi fece quasi svenire.
- Certo, Edward. E dove si va? –
- E’ una sorpresa. –
- Amo le sorprese. –
Mi tese il braccio in cerca della mia mano. Velocemente afferrai la sua e la strinsi forte.
Edward aprì la porta e ci dirigemmo nel bosco, ancora non avevo capito dove voleva portarmi, non aveva preso la macchina, così dedussi che il posto era molto vicino.
Arrivammo al limitare della foresta, in una parte dove iniziava un sentiero.
- Visto che ciò che desidero farti vedere si trova a circa 3 km di distanza da qui, potremmo fare più velocemente se… -
- Se? –
- Salta su -.
- Dove? –
- Sulla mia schiena, e dove sennò? –
Diventai rossa di vergogna. Sistemai le gambe attorno alla sua vita e le sue mani gelate mi cinsero i polpacci.
- So che sei debole di stomaco, quindi è meglio che tu chiuda gli occhi! Non vorrei farti da medico poi. – rise di gusto.
Misi il ghigno e non risposi.
Edward prese a correre tra i rami molto velocemente. Non percepivo ciò che mi circondava, sentivo solo un vento gelato sul volto e un grande senso di smarrimento, come i postumi della sbornia. Il viaggio durò meno di cinque minuti, alla fine dei quali ero quasi sbiancata dalla paura che non riuscivo ad aprir bocca.
Lentamente mi mise a terra, mi sentivo il cuore in gola.
- Tutto bene, piccola? -
Con l’affanno, risposi – Si… Abbastanza… E’ stato solo… Un po’… Da voltastomaco.-
Sfoderò prima un sorriso sensuale, poi si abbandonò ad una fragorosa risata. A Edward piaceva molto ridere, soprattutto delle mie disavventure. Lo lasciavo fare, d’altronde scherzava.
Mi tese la mano, che strinsi prontamente.
- Volevo mostrarti questo luogo… Può essere banale, ma è qui che sono rimasto gran parte del mio tempo, bhè, quando non stavo con te. I giorni in cui sono scomparso. -
- E’, è bellissimo. Non ho mai visto un posto così perfetto. –
Davanti a me vedevo un piccolo ruscello che scorreva lento, gli alberi erano più verdi e più radi che quasi si riusciva a vedere il sole. Stranamente, c’erano dei piccoli tronchi messi a mò di panchina. Era tutto così suggestivo…
- Andiamo. – Mi condusse verso uno dei due tronchi e ci sedemmo.
- Mi piace la natura. Il mio istinto mi porta ad essere in sintonia con tutto ciò che è selvaggio, ribelle. Spesso penso sia il mio habitat naturale. –
Risi. – Edward il ragazzo della giungla. –
- Bel paragone, bel film soprattutto. Hai azzeccato in pieno. – sorrise, poi mi poggiò una mano sulla spalla e mi spinse versò sé con dolcezza, poggiai la testa sul suo petto, mentre lui mi accarezzava i capelli.
- Mia Bella, il motivo per cui ti ho portata qui è un altro. –
- Spara. –
- Oggi è Natale. –
Misi una mano sulla sua bocca per interromperlo. Natale. Ciò intendeva regali, era l’unica cosa plausibile. Ed io odiavo i regali. E non avevo nemmeno un presente giusto da dargli, visto che non avevo potuto prendergli nulla a causa della mia prigionia nei giorni precedenti.
- Prima di fare una brutta figura, volevo dirti che io… Io non avuto il tempo di comprarti qualcosa. Quindi, qualsiasi cosa tu mi abbia regalato, a patto che mi volessi parlare di questo, mi dispiace ma non posso accettarlo. -
Mi prese il volto tra le mani per guardarmi negli occhi. Vedevo una luce strana, diversa. Era come se gli brillassero.
- Bella… - sospirò – mi leggi nel pensiero? -
- Ehm, no. Dannazione! Sono una stupida! –
- Stupida, perché? –
- Perché? Perché è Natale e io non ti ho preso nulla, anche se a me non piace ricevere regali… So che tu sei in buone condizioni economiche, ma io odio i regali. –
Guardai in basso, mi prese il mento per alzarmi il viso.
- Ti stai fasciando la testa prima di cadere - mostrò la dentatura perfetta – non mi importa che tu non mi abbia regalato nulla, ciò che importa adesso siamo solo tu ed io. Ma vorrei che tu ricevessi il mio regalo, e se non lo vorrai vedere, non opporrò resistenza. -
Non volevo deluderlo, così accettai. Edward mi disse di chiudere gli occhi.
Io abbassai le palpebre e restai immobile.
Non so come, nemmeno perché, sentì qualcosa di freddo sulla bocca, subito dopo capì che erano le sue labbra di marmo.
Presero a muoversi con le mie, dolcemente, ma con vigore, sentivo il suo anelito nella gola che mi inebriava tutto il corpo facendomi rabbrividire.
Quel momento non durò molto, ma fu sufficiente a farmi scaldare, dopo aver dichiarato i nostri sentimenti, quello fu il nostro primo bacio.
Quando si staccò, era sorridente.
- Spero che questo rientri nei tuoi canoni. -
- Si… - risposi timidamente, abbassando lo sguardo.
- Benissimo. Sapevo già che non sei una materialista accanita. Ho deciso allora di darti qualcosa che andava oltre la superficialità, qualcosa che va oltre tutto il resto dell’universo. Qualcosa che ti dimostrasse quanto ci tengo a te. Non era mai accaduto tra noi, questo è stato il momento adatto. -
- Già. Non sai quanto mi ha fatto piacere.-
Il suo volto si illuminò, piano le sue labbra si dischiudevano in un nuovo sorriso a cui non riuscì a resistere… Avvicinò di nuovo le sue labbra alle mie, sentivo il suo coinvolgimento nel modo in cui le nostre lingue si muovevano all’unisono, di sicuro era un momento che aspettava da tanto anche lui, poi si staccò.
- Ci ho messo tempo per capire cosa provavo per te, Bella. E il fatto che tu abbia una mente così chiusa mi ha reso le cose ancora più difficili. Ho pensato: e se l’avessi ferita? Ho sentito la tua mancanza quando sono sparito, ho sentito che nella mia vita mancava una parte, tu. -
Mi strinse forte a se in un abbraccio. Mi sentivo euforica alle sue parole dolci, all’inizio lo vedevo un po’ chiuso in se stesso, diffidente, che non ama parlare di sé e di ciò che gli piace.
Da quando si era dichiarato, avevo notato il suo cambiamento, non troppo radicale, di relazionarsi con me, ed ero più felice che mai.
Mi stringevo sempre più stretta al suo petto, e lui anche.
- Ti amo, Edward. -
- Sembra banale che a questa affermazione non ci sia un’alternativa, quindi ti dico che il mio amore per te è indescrivibile. Tu sei la mia vita, Bella. – mi baciò i capelli.
- Sarà meglio ritornare, si chiederanno dove siamo finiti. – disse, guardando il cielo.
  
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