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Autore: Soul of the Crow    22/08/2013    5 recensioni
Questa long è il sequel de "L'Avvento del Sole Nero".
Ci troviamo nella serie di IE GO CS: l'El Dorado e la Feida stanno distruggendo il Giappone, e come era successo anni prima con il Fifth Sector e la Confraternita del Sole Nero, un'altra forza si dovrà mettere al lavoro per far tornare le cose come dovrebbero essere.
Servirà l'aiuto degli ex Emissari del Sole Nero, e tra viaggi nel tempo e nuovi personaggi, saranno svelate anche nuove notizie riguardanti la Confraternita del Sole Nero: un esperimento avvenuto alla nascita della Confraternita, ma risultato troppo pericoloso da poter essere portato a termine, potrebbe tornare a galla e qualcuno sarà costretto a compiere una scelta...
Per i dettagli, vi aspetto dentro.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Di mattina… Allo Spiraglio di Luce delle Ali Nere… Nella mensa…

Durante la notte non c’erano stati boati, probabilmente gli androidi stavano portando a termine il loro compito, ma non fu questo a svegliare i membri delle Ali Nere: a farlo, ci pensò una melodia dolce e lenta di un flauto, udibile sia nelle stanze sia nei corridoi.
- Questa sveglia è stata senz’altro meglio dei rumori provenienti dalla sala d’allenamento. - disse Rin, lasciandosi cullare da quel suono.
- Devo ammettere che hai ragione. Non ho mai sentito un suono che mi facesse sentire così tranquillo. - ammise Sho, mentre si recava al tavolo di Alan e Aster:
- Mi chiedo però chi sia a suonare. Siamo già tutti qui. -
- Come? Non l’hai notato? - s’intromise Kaori, ma dall’espressione confusa dell’altro, dovette indicare con lo sguardo il posto vuoto accanto a Suzuki.


Nel frattempo… Nella foresta che circondava il faro… Nei pressi di una cascata…

Come gli ex Emissari dovevano aver capito, era stata proprio Lorella a suonare la melodia che li aveva svegliati: normalmente non avrebbero potuto sentirla perché era un po’ lontana dalla base delle Ali Nere, ma grazie ad uno dei suoi poteri, la musica si era diffusa in ogni posto si trovasse ad una certa distanza da lei.
In quel momento, la bionda era seduta vicino a un fiume, più precisamente lo stesso posto dove era finita insieme a Rinako quando si era ritrovata in quell’epoca: l’aria mattutina era fresca, le foglie degli alberi e i pochi ciuffi d’erba erano ancora bagnati da alcune gocce della pioggia del giorno prima, il terreno era leggermente umido, e il vento soffiava leggermente, ma si stava comunque bene. Alcuni uccelli si erano messi a cinguettare allegramente, ma Gold non ci badava: quando suonava, non c’erano molte cose che potessero distrarla. Eseguire una melodia ogni tanto riusciva a farle dimenticare per un attimo i suoi problemi e a calmarla; era un’abitudine che aveva sin da prima di entrare nella Confraternita del Sole Nero, ma dopo essere stata reclutata da Pandora per l’allenamento per diventare Emissaria, i momenti in cui poteva suonare erano diventati pochissimi. Durante e dopo la missione contro il Fifth Sector era riuscita a suonare qualche volta, ma prima di finire in quell’epoca, tutte le volte che eseguiva una melodia col flauto, con lei c’era sempre qualcun altro:
- Chissà come sta adesso Taiga… - pensò lei guardando immediatamente un punto imprecisato vicino a lei, ma senza smettere di suonare. Per un istante, le sembrò di vedere il bel capitano della Kidokawa Seishuu insieme a lei; ora che ci pensava, era proprio vicino ad un corso d’acqua nel quartiere della scuola in cui era stata mandata da Pandora che aveva passato alcuni momenti speciali con Kishibe: lei gli aveva detto la verità sul suo conto, o almeno una parte della verità, e dopo la Holy Road, si erano ritrovati sempre in quel posto, nonostante il programma di educazione al calcio li avesse tenuti lontani la maggior parte del tempo.
Ad un certo punto, ci fu un soffio di vento gelido e Lorella dovette tornare alla realtà: Taiga non era con lei in quel momento e probabilmente gli ex Emissari stavano per affrontare un’impresa molto più grande di loro.
- La partita dell’ultima volta è stata un disastro completo. Non siamo riusciti a combinare niente e sembra che i nostri poteri non funzionino come dovrebbero, ma forse erano solo quelli a permetterci di giocare in quel modo contro i SEED. - disse tra sé e sé la bionda dopo aver smesso di suonare il flauto, senza sapere che qualcuno la aveva ascoltata:
- A volte ti fai troppi problemi Lorella. - la chiamata in causa sussultò: conosceva fin troppo bene quella voce femminile, fredda come solo le nevi dell’Hokkaido sapevano essere. Ad un certo punto, sentì dei passi leggeri e avvertì un’aura a lei familiare che non faceva che dare conferma alla sua teoria: si trattava di una cerva, avvolta da una strana energia argentata, che portava al collo una cordicella alla quale erano infilate tre sfere di legno alternate a piccoli anellini d’argento.
- Ancora tu? Per quanto tempo hai ancora intenzione di seguirmi e come hai fatto a raggiungermi in quest’epoca? - le domandò l’ex Emissaria senza scomporsi: non era la prima volta che riceveva una visita di quell’animale, e anche se all’inizio si era un po’ spaventata nel constatare che la cerva le potesse parlare e che lei fosse l’unica a poterla vedere, col tempo aveva finito per farci l’abitudine.
- Ormai dovresti aver capito che non sono un animale comune. Ti ho seguita da quando mi hai evocato la prima volta, e continuerò a comparire fino a quando non capirai l’errore che hai commesso a… - cominciò l’animale, ma fu interrotta dalla ragazza:
- Non penso che ne avrò l’occasione: dopo quello che ho fatto, non sono del tutto convinta che lui mi stia cercando. Probabilmente anche lui era uno dei tanti che mi definivano “strana” e ha preferito evitarmi quando ha saputo dei miei poteri e della tua esistenza. -
- Non credevo che avessi così poca fede in qualcuno. Comunque, sai che non potrai continuare a scappare dai problemi; la sorte ti ha condotto in quest’epoca, ma dalla partita d’allenamento sei stata assalita dai dubbi: tu e i tuoi amici non siete riusciti a fare niente, ma del resto ognuno di voi deve ancora scoprire il proprio vero potenziale. Inoltre, credi di non essere riuscita a fare niente come capitano, e non hai mai capito perché Nori ti abbia affidato quel ruolo… -
- Basta! - sbottò la bionda, scattando in piedi e avvicinandosi all’animale:
- Tutte le volte che sei comparsa, da prima che entrassi nella Confraternita del Sole Nero e anche durante e dopo quel periodo, e persino negli ultimi due mesi, non hai fatto altro che rimproverarmi per gli stessi motivi. Dici che ho fatto degli errori, ma se l’unica cosa che sai fare è criticarmi, puoi anche sparire! - la cerva indietreggiò di qualche passo, come intimorita da quello scatto d’ira, ma si riavvicinò poco dopo:
- Per il momento, non posso dirti nient’altro. Non ho abbastanza tempo. - la informò l’animale, e la ragazza vide che il corpo della cerva stava diventando un po’ più trasparente; quando l’animale fece per andarsene e addentrarsi nel bosco, si voltò un’ultima volta verso la ragazza:
- Oh, e riguardo a Kishibe Taiga… Sta tranquilla. Lo rincontrerai molto prima di quando pensi. - la cerva fece appena in tempo a vedere l’espressione sorpresa e leggermente imbarazzata di Lorella, prima di scomparire in un fascio di luce argentea tra i cespugli.
- Credo di sapere di cosa parla, ma non avrò comunque la possibilità di rimediare. Non pensare che ti evocherò ancora, cara la mia cerva: mi hai già causato problemi in passato e non voglio che qualcun altro finisca male, sia che si tratti di un amico o di un nemico… - pensò Lory, lasciandosi cadere a terra e cominciando a guardare la cordicella:
- Tuttavia, tu e il mio flauto siete tutto ciò che mi è rimasto del periodo in cui sono rimasta con lui… - pensò lei, stringendo tra le mani lo strumento musicale, per poi ricominciare a suonare.


Quel pomeriggio… In una pianura erbosa del bosco…

Haily e Aoiri si erano recate lì per fare un picnic: non avevano intenzione di passare un’altra giornata nei sotterranei e stare un po’ all’aperto non poteva fare che bene.
Camminarono per circa un paio d’ore nel bosco prima di trovare un luogo adatto dove iniziare a mangiare, cioè una radura erbosa circondata dagli alberi, non molto lontana dalla cascata dove Lory si era messa a suonare il flauto quella mattina; anche in quel momento, si poteva udire quella melodia:
- Stavolta il clima ha deciso di sorriderci Aoiri-chan. - disse felice Shan, mentre sistemava sul terreno un telo a quadretti blu e gialli.
- Infatti, e finalmente abbiamo avuto l’occasione di uscire un po’. - fece Ryudekazi, prendendo dagli zaini due bottiglie, un paio di bicchieri e alcuni panini avvolti nella stagnola. Quasi distrattamente, l’altra si mise a guardare il cielo, privo di nuvole e dominato dal Sole splendente:
- Mi ero stancata di vedere quasi sempre il bianco e il grigio della base segreta. Spero che il Sole non cali troppo presto. -
All’inizio, Ari non si curò troppo di quello che l’amica aveva detto, ma alla parola “Sole”, le venne in mente un viso chiaro come la Luna, circondato da capelli del colore che il cielo stava assumendo in quel momento, con l’aggiunta di occhi del colore del cielo limpido e senza nuvole.
- Taiyou… Chissà come sta ora… - sospirò leggermente triste la blu.
- Ehm, Aoiri-chan… - esalò la castana dopo un po’:
- Stai cercando di togliere qualcosa dallo zaino quando non è rimasto nulla. - Aoiri sembrò tornare alla realtà e si accorse che la compagna di squadra aveva ragione.
- Eh eh… Scusami Hai-chan. Ero sovrappensiero. - disse Ryudekazi con una risata leggermente nervosa, per poi cominciare a mangiare come l’amica.
- I panini che hai preparato sono buonissimi Aoiri-chan. - disse Shan con un sorriso dopo diversi minuti.
- Chiunque è capace di prepararli Hai-chan. Questo lo sai. - replicò l’altra, mentre versava del succo d’arancia da una delle bottiglie in un bicchiere.
- Sì, ma ultimamente nessuno riusciva a preparare niente di buono. Era evidente che erano stanchi, stressati o comunque avevano la testa da tutt’altra parte; stamattina tu mi eri sembrata tranquilla e forse è per questo che sei riuscita a fare un buon lavoro. -  
L’altra si mise a guardare nuovamente il cielo:
- Ora che ci penso, i primi tempi alla Confraternita del Sole Nero eravamo tutti preoccupati che Pandora potesse fare qualcosa alle nostre famiglie e non riuscivamo mai a combinare niente di buono durante le prime settimane di allenamenti.
Questa volta, il fatto di esserci ritrovati in un’altra epoca e dover affrontare sfide forse più difficili di quelle della Holy Road potrebbe aver stressato qualcuno, ma dopo quello che è successo durante la partita d’allenamento, altri potrebbero essersi sentiti improvvisamente impotenti o scoraggiati di fronte agli scarsi risultati ottenuti contro la Squadra B. Inoltre, a causa dei boati della sala d’allenamento, nessuno è riuscito a chiudere occhio. Forse è per questo che molti non sembrano essere al massimo della loro forma e non riescono a fare le cose per bene. - suppose la blu senza distogliere gli occhi dal cielo.
La castana si limitò ad annuire: in effetti, Ryudekazi non aveva tutti i torti. Un esempio lampante di quello che aveva detto era Lorella: quasi tutti gli ex Emissari sapevano che suonava quando non si sentiva tranquilla; anche nella melodia che aveva suonato quella mattina c’era una nota d’inquietudine.
- Ora che ci penso, Phoenix ci aveva dato questi giorni liberi anche per decidere cosa fare. Io pensavo di rimanere, anche perché non credo che abbiamo molta scelta. - esalò Shan dopo alcuni minuti di silenzio.
- Vale lo stesso per me. A prima vista quell’uomo non mi è sembrato affatto ai livelli di Pandora, e nonostante ci abbia detto che non si sarebbe comportato come lei, preferisco aspettare prima di decidere cosa pensare di lui. - disse Aoiri, per poi bere un sorso di succo d’arancia.
- Vedo che non sono l’unico a non fidarsi completamente del capo. - s’intromise subito dopo una voce maschile, anche se l’effetto iniziale fu solo quello di rischiare di far andare di traverso a Ryudekazi la sua bevanda.
Le due si guardarono intorno, senza però vedere chi avesse parlato, fino a quando Sho non comparve a pochi metri da loro con un quaderno nella mano:
- Sho! Mi hai fatto prendere un colpo! - esclamò la blu, la quale sembrava essersi tranquillizzata.
- Scusatemi, non era una mia intenzione. -
Haily lo squadrò da capo a piedi e si accorse di alcuni particolari:
- Che ci fai qui e dov’è Shadow? -
- Dal momento che ci sono stati concessi un paio di giorni liberi, ho deciso di lasciare un po’ di tempo libero anche alla mia aquila. - mentì lui: era meglio se gli ex Emissari rimanevano all’oscuro delle ricerche sue e di Isako, soprattutto dopo quello che Marcus aveva detto riguardo alla Feida e l’El Dorado.
- Sono venuto qui perché pensavo di poter trovare ispirazione per un nuovo disegno, anche perché non sarei riuscito a combinare niente rimanendo chiuso nei sotterranei. -
- Disegni spesso? - gli domandò Aoiri.
- Soltanto nei pochi minuti di tempo libero che ho ogni giorno, anche se preferirei avere la possibilità di farlo più spesso. -
- Perché non ti siedi con noi? Hai detto di non essere riuscito a combinare niente finora. Mangi qualcosa, recuperi energie e forse troverai l’ispirazione per un nuovo disegno. - lo invitò la blu con un sorriso.
Il ragazzo sembrò pensarci un attimo, poi annuì e si sedette sul telo insieme alle due ex Emissarie:
- Posso vedere gli altri disegni che hai fatto? - gli chiese Hai-chan.
Shibuya si limitò ad annuire, consegnandole il quaderno che la ragazza dai capelli castani cominciò subito a sfogliare: una gran parte dei disegni era fatta soltanto con la matita o col carboncino, ma alcuni sembravano essere stati colorati coi pastelli. Erano soprattutto rappresentazioni di paesaggi, solo raramente c’erano delle persone raffigurate sui quei fogli. Dal sorriso che vedeva sul volto di Shan e di Ryudekazi che ogni tanto guardava, il ragazzo poté capire che quei lavori erano di loro gradimento e provò un senso di soddisfazione al riguardo, ma ad un certo punto, sul suo viso comparve un’espressione leggermente malinconica che le ex Emissarie sembrarono non notare: un soggetto di quei disegni era l’oggetto delle ricerche sue e di Isako, un’altra era qualcuno da cui Sho si era dovuto separare e probabilmente e ce la aveva con lui e l’ultimo era qualcuno da cui Shibuya si era dovuto separare da piccolo e di cui gli erano rimaste solo poche foto, ma le due ragazze presenti non potevano saperlo.


Nel frattempo… Nel passato… A Tokyo… A casa di Yamato Kazetsuki…

La situazione nel futuro non si poteva definire completamente tranquilla, ma anche nell’epoca a cui appartenevano gli ex Emissari la calma era andata a farsi benedire, almeno per quel che riguardava i due allenatori della squadra degli Emissari del Sole Nero: si erano accorti sin dal primo momento della scomparsa degli ormai ex Emissari, ma non avevano potuto avvertire nessuno perché la notizia di ragazzi che sparivano nel nulla non sarebbe stata credibile per nessuno e avevano dovuto arrangiarsi come sempre.
Nikora si era diretta a casa del collega perché quest’ultimo la doveva informare su una cosa importante, anche se non aveva specificato di che si trattava di preciso:
- Potresti spiegarmi perché mi hai fatta venire fin qui Yamato? - chiese impaziente Violet.
- Dovresti calmarti Nikora. - la riprese l’altro senza scomporsi.
- E come faccio? I ragazzi sono spariti e tu te ne stai bello e tranquillo come se niente fosse! -
Il verde sospirò rassegnato, poi prese il cellulare per spiegare alla viola il motivo per cui la aveva chiamata:
- Questo messaggio mi è arrivato lo stesso giorno in cui ci siamo accorti della sparizione dei ragazzi. -
Il contenuto del messaggio era:
“Ex Guardiani del Sole Nero, sappiamo che gli ex Emissari sono arrivati degli strani messaggi e sono spariti quando li hanno ricevuti. Possiamo darvi qualche informazione al riguardo; se vi interessa, presentatevi tra una settimana alla scuola media Raimon alle 21.30 e assicuratevi che nessuno vi segua”.
- Un momento. Il giorno in cui dovremo incontrare queste persone è stasera. - notò Nikora.
- Non è che io mi fidi molto di questo messaggio, ma un paio di giorni fa mi hai detto che la Fiamma del Sole Nero non ha dato segnali riguardo alla presenza degli ex Emissari, e poiché i loro poteri sono legati ad essa, deve essere successo qualcosa di particolare che ha causato un’interferenza. Se finora quell’oggetto non ci ha voluto aiutare, questa potrebbe costituire l’unica soluzione al problema. - suppose Yamato.
L’altra annuì, ma il verde notò che non sembrava essere molto convinta su quello che dovevano fare. Non che lui lo fosse.
- Senti, abbiamo ancora tempo prima dell’incontro con queste persone. Tanto vale pensarci un po’ e, se vogliamo davvero incontrarli, andremo nel luogo dell’appuntamento all’ora stabilita. Va bene? - le propose lui.
La viola annuì con un leggero sorriso, poi si diresse all’uscita di casa Kazetsuki.
Ciò che i due Guardiani non sapevano, era che il tempo non era dalla loro parte.


Angolo di Emy
Un pizzico di enigma in ciascuno dei pezzi: cosa voleva di preciso la cerva da Lory? A chi si riferisce Sho con gli ultimi soggetti di cui ha parlato? Chi ha contattato Yamato e Nikora? Per le prime due domande ci vorrà un po’ di tempo, ma per la terza si saprà qualcosa nel prossimo capitolo.
Alcune cose si sapranno prima e altre dopo, ma arriverà un momento adatto per tutte.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy

  
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