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Autore: Scriveremiaiutamolto    22/08/2013    11 recensioni
Non ricordo il mio nome. Non ricordo la mia età. Non ricordo nulla di me. Mi trovo distesa sulla sabbia, priva di sensi. Un ragazzo cerca di rianimarmi. Chi sono? Cosa ci faccio qui?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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“Siamo a casa” dissero i miei genitori appena aprirono la porta del soggiorno.

Io e Louis eravamo particolarmente nervosi e preoccupati; ormai stavo bene, così decidemmo di non dire nulla, il peggio era passato!

“Com’è andato il giro in barca?” chiese mia madre

“Ci siamo divertiti molto” dissi io.

“Dovresti vedere come sono bravo a guidarla” aggiuse Louis.

Un ghigno uscì dalla mia bocca.

“Beh, vado a farmi la doccia e poi mi fiondo nel letto, domani c’è scuola!” dissi io frettolosa.

“Cavolo” disse mio padre “domani mattina ho degli impegni di lavoro con il capo di un’importante società..non posso accompagnarti!”

 “Hei Louis, che ne dici di accompagnarla tu?” aggiunse mia madre.

Sentivo qualcosa dentro di me. Ma non erano farfalle. Erano trenta dozzine di elefanti che sobbalzavano a destra e sinistra, avanti e indietro.

Dentro di me fremevo dalla voglia di sapere se avrebbe acconsentito.

I miei occhi si illuminarono quando Louis osservò mia madre, poi me,poi di nuovo mia madre e con un grande sorriso disse “Con molto piacere,

svegliati in orario Reb!”


“Certo” dissi io ammiccando l’occhio.
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Il giorno dopo ero così emozionata che mi svegliai alle sei del mattino. Scesi frettolosa dal mio letto e mi fiondai sotto l’acqua gelida, dopodichè

aprii il guardaroba. Ero indecisa sul mio outfit, ma alla fine optai per una T-shirt colorata, un paio di jeans stetti e le mie adorate Vans. Scesi in

cucina per fare colazione e rimasi un po’ sbalordita nel trovare Louis lì, alle 6.30 del mattino.

“Hei, sei saltato giù dal letto?” chiesi io ridendo.

“Beh, tu non sei da meno, cara mia” disse lui.

“Non riuscivo più ad addormentarmi, troppi pensieri” poi aggiunsi “e tu?”

“Stessa cosa, pensavo a te” confessò lui imbarazzato.

“A me?” chiesi io confusa.

Oddio, pensava a me. Ero felice e curiosa allo stesso tempo, morivo dentro, dalla felicità ovvio.

“Sì, pensavo a te.. cioè a ieri..”

Il mio cuore si era fermato. In quel preciso istante mi sentivo bene. I suoi occhi guardavano i miei, e quasi riuscivo a specchiarmi. Osservavo le

sue labbra, e mentre parlava, avrei preferito baciarlo. Lo interruppi dicendo “Devo dirti una cosa, una cosa davvero importante..e ho aspettato

fin troppo”


“Spara” disse lui con uno sguardo confuso e malizioso allo stesso tempo.

Era il momento giusto. Il momento giusto per confessargli il mio amore, per dirgli tutto ciò che provavo, provo e proverò.. perché un ragazzo

come lui non si dimentica facilmente. E’ quel tipo di ragazzo dolce e romantico che tutte le ragazze vorrebbero. I suoi occhi avevano qualcosa di

speciale, per non parlare del suo sorriso, che lascia senza fiato. Lui lascia senza fiato. Tutto ciò di cui avevo bisogno era il suo amore.

“Volevo semplicemente dirti che…”

Fui interrotta da mio padre che entrò in cucina.

“Buongiorno!” esclamò mio padre.

“Buongiorno” rispondemmo io e Louis.
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Verso le otto io e Louis ci incamminamo verso l’auto.

“Che dovevi dirmi?” chiese Louis mentre era impegnato a osservare attentamente le corsie stradali.

In quel momento il mio coraggio venne a mancare, non avevo colto l’occasione e quello non mi sembrava il momento adatto per dire una cosa

del genere.

“ Nulla, te la dirò più tardi, o domani..” risposi io pensierosa.

“D’accordo, sono curioso.. ma vabè” disse lui

Ero un po’ triste, dovevo dirglielo..ma non mi sembrava appropriato in quel momento. Prestava troppa attenzione alla strada per poterla

prestare anche a me.
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“Okay Louis, grazie per il passaggio, ti devo tutto! Ci vediamo a casa” dissi io dandogli un bacio sulla guancia.

“Di niente, piccola” disse lui ammiccando l’occhio.

Durante la lezione non facevo altro che ascoltare la sua vocina nella mia mente che ripeteva “Di niente, piccola”. Il cuore mi batteva forte, e

decisi di confessargli tutto la sera stessa, quando mamma e papà sarebbero andati a dormire.

“Signorina Rebecca, cosa fa? Deve prestare attenzione alla lezione, non deve avere la testa fra le nuvole! Questo succede molto spesso, se la

richiamerò un’altra volta, sarò costretto ad avvisare i suoi genitori del suo scarso interesse”
disse il professore rimproverandomi.
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Tornai a casa nel tardo pomeriggio e dopo aver studiato un po’ di biologia, non capendoci un bel niente, decisi di andare nella camera di Louis e

parlargli, finalmente.

Bussai alla porta della sua camera da letto.

“Chi è?” domandò Louis.

“Louis, sono io, Reb. Posso entrare? Devo parlarti”.

“Certo entra” disse lui.

“Beh allora, devo dirti una cosa importantissima che non riesco più a tenermi dentro”.

“Sono qui per ascoltarti, piccola. Dimmi tutto..” disse lui accarezzandomi dolcemente la guancia.

Un brivido percorse il mio collo fino ad arrivare alla fine della schiena. Soltanto il suo dolce tocco, riusciva a farmi girare la testa, talmente che mi

piaceva.

“Tu.. Io.. beh, noi..” farfugliai io.

“Speravo che volessi parlare di NOI, e per fortuna è così” disse lui sollevato.

“In che senso?” domandai io.

“Devo startelo a spiegare piccola?” chiese lui ironicamente.

“Beh, te lo dico. Non ho nulla da perderci tanto” dissi io. “Mi piaci, e tanto anche. Da ben due anni, e più i giorni passano e più sento di essere

sempre più legata a te. Se tu sorridi, io sorrido. Se tu non lo fai, non lo faccio neanch’io. Ho bisogno di te, ma non come fratello. Ho bisogno di

te e del tuo amore, che nel profondo so che c’è, altrimenti non avrei avuto il coraggio di dirti tutte queste cose. Sei davvero speciale per me, e

non ci trovo nulla di strano nell’essere innamorata di te, il mio fratellastro. Abbiamo il sangue diverso, e questo è un bene, ma ci completiamo a

vincenda, e so che anche tu provi questo. Lo capisco nel modo in cui mi guardi. Amo i tuoi occhi, e ho imparato a leggerli”.


Louis rimase a bocca aperta. I suoi occhi brillavano. Erano le due di notte. Eravamo seduti a tre metri di distanza ed ero finalmente riusciuta a

confessargli il mio amore, dopo due anni.

Louis si avvicino pian piano, e con un sorrisetto e una lacrima che gli usciva dall’occhio sinistro, mi baciò. Fu un bacio dolce e tenero, uno di

quello che si danno i bambini all’asilo. Le nostre labbra si toccarono, si sfiorarono e poi si staccarono dolcemente. Ci guardammo negli occhi. Il

mio cuore batteva a mille all’ora, e un po’, ero preoccupata che lui potesse sentirlo. I nostri nasi si sfiorarono. D’un tratto lui avvicino la sua

bocca al mio orecchio.

“Ti amo anch’io piccola, da ben tre anni” sussurrò.

Il mio cuore si bloccò, le mie gambe iniziarono a tremare. Aveva detto di amarmi da tre anni, non esisteva frase più bella.

Dopo esserci dati la buonanotte, e un lieve bacio a stampo, andai a dormire. Era stato uno dei giorni migliori di sempre. Mi amava, lo amavo.. e

non c’era cosa più bella.

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Ecco a voi il terzo capitolo, spero vi piaccia. RECENSITELO E SE VOLETE AGGIUNGETELO AI PREFERITI E SEGUITE LA STORIA. 
  
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