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Autore: MCR_24_9    23/08/2013    1 recensioni
Gerard stava camminando guardandosi le scarpe, senza sapere dove stava andando. Aveva bisogno di scacciare i brutti pensieri. Ma non sapeva che si sarebbe trovato di fronte la ragazza che la sera prima si era introdotta in casa sua. E quei occhi blu, così profondi, così pieni di tristezza. E di certo non sapeva che, dopo quel giorno, la sua vita sarebbe cambiata e non sapeva che sarebbe finito in una brutta faccenda. Solo perché anche lei aveva il marchio della sofferenza, solo per quei occhi blu. Solo per scrivere la parola fine a tutto quello che in due anni lo aveva afflitto e a tutto quello che in otto anni aveva afflitto lei e altri ragazzi come lei.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gerard Way, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                           Capitolo 1

                                   Il Blu della Tristezza



EraEra una serata come tante altre,  non aveva nulla di speciale. I genitori erano sempre via per lavoro e Gerard e suo fratello Mikey abitavano da soli in una casa molto bella. La casa era a due piani con un piccolo giardino che la circondava. Ma non era molto curato. Gerard non usciva molto spesso e Mikey era un po' pigro. Per fortuna che una volta alla settimana,  la loro nonna Elena li andava a trovare e curava il giardino. Di solito, i due frateli uscivano insieme con un gruppo di amici, ma erano due mesi che gerard non usciva più di casa e il fratello sapeva perchè. Quella sera provò a convincerlo, ma non c'era nulla da fare. Così se ne andò con gli amici, lasciandolo solo, nella sua stanza. L'intera casa era spenta, perfino la stanza del ragazzo. A Gerard piaceva stare sdraiato sul suo letto,  con la luce spenta. Ma non dormiva, pensava. Erano passati quasi due anni da quel tragico giorno, ma si sentiva ancora spossato. Dopo l'incidente, non faceva altro che disegnare, ma quei disegni erano tetri e cupi. Ormai nessuno voleva i suoi fumetti. Nessun suo amico gli parlava. Persino i suoi genitori se n'erano andati, perchè non riuscivano a fare nulla. Solo il fratello era rimasto. Solo lui provava ad aiutarlo. Ma non poteva, Gerard ne era certo, non poteva. Il marchio era invisibile, ma c'era e lo segnava ogni giorno. Di notte sognava sempre incubi. Vividi e terribili. Occhi aperti nel vuoto, che lo fissavano. Fuoco, detriti e sangue. Ogni volta si svegliava urlando, mentre il fratello cercava di rassicurarlo. La mattina era sempre stanco, ogni mattina beveva una tazza di caffè bollente. E cercava sempre un modo per scacciare quei pensieri. Da bambino, quando era triste, disegnava, oppure ascoltava la musica. Ma in quei momenti, le sue più grandi passioni non riuscivano a consolarlo. Si perchè Gerard, oltre ad essere un abile disegnatore, era anche un ottimo cantante. Da bambino aveva due sogni: diventare un fumettista e far parte di una rock band. Ma non pensava che sarebbe riuscito a realizzarli tutti e due. Pensava che, un giorno, avrebbe dovuto scegliere. E allora avrebbe scelto il fumettista. Ma in quei due anni, non riusciva a produrre un buon fumetto e riscattarsi. Tutti lo rifiutavano, così smise anche di disegnare. Non toccò matita per un anno intero. Poi, un giorno, si mise alla scrivania,  ma in mano non aveva una matita, ma una penna. Con essa, intrise il foglio di parole.  Era il testo incompiuto di una canzone: Skylines and Turnstiles.  Mancava la parte centrale e alcune strofe, ma ogni colta che ci pensava, riviveva quei momenti. Così, lasciò perdere anche quello. Da quel giorno decise che non sarebbe uscito più di casa. Se ne stava tutti i giorni a guardare il soffitto, perso nei suoi pensieri. Non aveva dimenticato la promessa che aveva fatto all'uomo che gli aveva salvato la vita. Aveva cercato informazioni su quella coppia scoprendo che erano marito e moglie e che avevano una figlia. Ma lei non si chiamava Annabelle,  ma Valery. Trovò il numero di telefono. 'Forse può aiutarmi a capire' aveva pensato. 'Forse sa chi è Annabelle'. Ma il nnumeroera inesistente. Gerard era rimasto allibito. Perchè un uomo gli avrebbe mentito dicendo che aveva una figlia di nome Annabelle?  E perchè non aveva nominato Valerý? Perchè il numero era inesistente? Si era inventato tutto? Alla fine arrivò ad una logica soluzione. Stava per morire, la mente dell'uomo era annebbiata. Delirava. Forse Annabelle nnonesisteva, forse nemmeno Valery non esisteva. Così si arrese e tornò ai suoi soliti pensieri. 'Poverino, era rimasto schiacciato sotto quel blocco. Non gli arrivava più sangue al cervello' aveva pensato. Adesso, anche se era passato un anno, ripensò di nuovo a quei fatti. Forse non doveva arrendersi. Forse doveva cercare ancora. Ma dove poteva cercare? Non aveva alcun indizio, nessuna certezza. Niente. Qualcosa aveva interrotto i suoi pensieri. Un rumore. Prese la sveglia che era appoggiata sul comodino vicino al suo letto. Erano le 23:30. Pensò che fosse Mikey che voleva fargli uno scherzo. Lo faceva spesso. Così, si alzò dal letto e camminò senza fare alcun rumore.  Andò in salotto, vvedendoche tutto era al buio,  tranne una stanza: la stanza dove dormiva sempre sua nonna. Entrò chiedendosi che cosa ci facesse Mikey lì dentro. Ma non c'era suo fratello, ma una ragazza. Gerard rimase immobile, ma fece ccadereun oggetto per terra, facendola voltare. i capelli castani erano legati in una coda. I vestito erano completamente neri. Ma una cosa lo aveva colpito di più. Gli occhi di un blu intenso, erano pieni di stupore, paura e panico. GGerard notò che in mano aveva il braccialetto d'oro di sua nonna. Si avvicinò, ma lei fu fulminea a scappare via. Il ragazzo cercò di fermarla,  ma lei si buttò da una finestra del soggiorno,  aggrappandosi ad una fune. Il ragazzo rimase a guardare la sua ombra sparire tra il blu della notte. Forse doveva chiamare la polizia,  ma non lo fece. Rimase alla finestra, adesso nella sua mente c'erano gli occhi di lei. Oltre alla paura di essere scoperta, Gerard aveva notato tristezza in quel blu, tanta tristezza. La tristezza di chi non avesse scelte, di una persona che era costretta, comandata da una volontà non sua.

La ragazza corse veloce tra le strade della città. L'aveva vista, quel ragazzo dai capelli neri l'aveva vista. Ma c'era qualcosa di strano. Non era allarmato,  nè la guardò con rabbia. C'era qualcosa in quei occhi castani dalle sfumature verdi, ma non sapeva bene cosa fosse. Era qualcosa di antico e di doloroso. Si fermò per qualche attimo. Aveva ancora in mano il braccialetto d'oro.  Forse doveva tornare tornare indietro e restituirlo. Ma come spiegare ad una persona che viveva in una casa così bella? Scosse l testa. 'Lui non potrebbe mai capire!' si disse. 'È ctutti di altri!'. Continuò a correre, la sua tana era vicina e suo fratello l'aspettava. Quando arrivò, aprì la porta e vide il ragazzo su una sedia. Sorrise. "Ciao sorellina" la salutò lui, "ci sei riuscità?". "Certo!" rispose lei facendogli vederw il bracciale. Il ragazzo lo guardò preoccupato.  "Sai che non è abbastanza!" affermò. "Ma questo non lo darò al Capo" sentenziò lei. "Lo terrò io. Frank, me lo merito. Lui non se ne fa niente di questo!". Frank si alzò e si avvicinò a lei. Era un po' più alto,  sebbene avesse circa otto anni più di lei. "Annabelle,  sorellina,  non voglio che ti accada nulla di male" le disse, visibilmemte preoccupato. Lei gli sorrise. "Non mi accadrà nulla" lo rassicurò, scompigliandogli i capelli corvini. "Adesso andrò a fare un aaltro colpo e tutto andrà bene". Il ragazzo annuì, mentre lei uscì di nuovo dicendo: "Non aspettarmi alzato". Frank era ancora preoccupato. Sospirò. 'Speriamo che sia così' pensò andando verso il suo letto. 



Ciao a tutti ragazzi. Questo è il primo capitolo e già abbiamo tanti personaggio nuovi, ma questo è solo l'inizio. Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la mia fan fiction.  Grazie a tutti e a presto. KKisskiss MCR_24_9
  
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