Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Didone24    27/02/2008    9 recensioni
Una sfida dichiarata per gioco si trasformerà inaspettatamente in qualcosa di molto più intenso. Due anime così diverse che si fondono l'un l'altra, creando un'alchimia di sentimenti, passioni e dolori. Ma qualcuno ostacolerà l'unione di Draco ed Hermione...
- Non dirmelo. Sei arrossita, vero? – sussurra sicuro, percorrendomi la schiena con le dita.
- Già. E mi dai i brividi. – confesso senza imbarazzo, per poi poggiare una mano sul suo petto. Sento i battiti accelerati del suo cuore e mi chino per ascoltarli.
- E’ impazzito. Sai, quando ci sei tu non riesce a controllarsi, e non credo che ci riuscirà mai.
- Nemmeno il mio. – sorrido – E non mi dispiace per niente…
Postato il 25esimo capitolo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 2

Salve a tutti! Vi ringrazio tanto per le recensioni che avete lasciato, siete fantastici *-* Mi raccomando, continuate a recensire vi prego, per me è importante sapere che riscontri ha la mia fanfic^^ Ma bando alle ciance! Vi lascio subito alla lettura di quest'ultimo capitolo! Kisses! ;)

 

 

Sarebbe il caso di dire che i miei occhi si sono ormai abituati a questo posto. Più che altro, sono rassegnati all’oscurità. Non un solo raggio di sole può entrare in questo dannato tugurio. Penso che tornare a vedere la luce mi accecherebbe per sempre.

Non so quanto tempo è passato da quando mi hanno rinchiusa qui. Davvero, ho provato a restare lucida, mi sono sforzata di contare i giorni che passavano, ma ho abbandonato il tentativo pensando solo allo scorrere delle mie ore in un posto che potrebbe significare la fine di tutto. E poi ho pensato a lui. Ed è stato l’incubo più straziante che abbia mai fatto.

Non mi spaventa l’idea di morire. La morte mi ha sfiorata (o meglio, sono stata io ad andarle incontro) così tante volte che ormai ci ho fatto l’abitudine. Quello che mi terrorizza è il dopo. Per Draco. Sua madre aveva ragione: sono stata io, Hermione Granger, una Mezzosangue figlia di Babbani, a tirarlo inconsapevolmente fuori dall’agonia della sua realtà. Non posso sopportare l’idea di vederlo soffrire ancora, rientrare nel vincolo di una vita senza futuro, senza amore… Certo, morire sarebbe un brutto colpo anche per me. Se ci fosse qualcos’altro dopo e i nostri ricordi si conservassero intatti nella memoria, vorrei smetterla anche con quella seconda vita. Il ricordo di Draco torturerebbe la mia anima, lo so. Devo farcela, devo sopravvivere, ne va del destino di due persone.

 

Le uniche, vacillanti speranze che mi sono rimaste, le ripongo in Narcissa Malfoy. La madre di Draco è stata la sola a spezzare il silenzio terribile di questi giorni. Conservo intatta l’immagine del suo viso pallido e bellissimo, anche se da quando sono qui dentro è come se fossi diventata cieca. Sentire la sua voce è sempre un sollievo, un effimero scorcio di felicità in questo buio disumano. Quando Narcissa scende qui sotto a portarmi qualcosa da mangiare (e lo fa solo una volta al giorno; penso che Lucius Malfoy sia convito che io stia lentamente marcendo nei sotterranei del suo maniero) e riusciamo a scambiare qualche parola il sangue comincia a scorrermi nelle vene veloce, impazzito, caldo. Ovviamente, la sua voce chiara e vellutata mi evoca il ricordo di Draco, le sue parole sincere, il suo sorriso angelico e tentatore.

 

Ancora una volta, nell’ennesima ora scandita dal mio dolore, leggere lacrime mi rigano il viso come l’incessante pioggerellina autunnale. Penso a Harry, Ron, Ginny, Luna. Ai miei compagni di Casa, ai miei genitori. Si chiederanno dove sono finita. Sarebbe sciocco da parte loro pensare che io li abbia abbandonati per fuggire chissà dove con Draco, ma è un’ipotesi che probabilmente nessuno ha escluso, dato che sia io che Draco non ci vediamo in giro da giorni. Vorrei tanto che capissero. Che continuassero ad avere un briciolo fiducia in me, nonostante tutti i miei sbagli. Che venissero a prendermi e portarmi via da questo maledetto, freddo inferno.

 

E, infondo a tutti questi pensieri, un profondo e lacerante senso di colpa mi trafigge come una spada nel cuore. E’ colpa mia se siamo finiti qui. Solo mia. Non avrei mai dovuto cedere a quella stupida tentazione, non avrei dovuto nemmeno mai avvicinarmi a quella dannata festa. Non mi sorprenderebbe se Draco stesse meditando di lasciarmi, dopo tutto il casino che ho provocato… un’altra acuta fitta di dolore.

 

Cerco di scacciare quell’assurdo pensiero e dopo un tempo indefinito tormentato dai miei singhiozzi mi obbligo a smettere di piangere, ricacciando dentro a forza le lacrime.

 

Il cigolio ormai familiare di una porta che si apre lentamente mi sveglia dal mio sonno inquieto.

 

-         Narcissa? – dico, cercando di mantenere un tono calmo.

-         Hermione.

 

Il delicato, inebriante sussurro fa impazzire il mio povero cuore. La voce di velluto ad arrivarmi alle orecchie non è quella di Narcissa, ma quella di Draco.

 

-         Draco! – dico in un urlo strozzato. Cerco di alzarmi per andargli in contro, ma le mie gambe sono deboli e stanche, e ricado inerte sul freddo pavimento di pietra. – Dove sei… vieni, ti prego… - supplico, sull’orlo delle lacrime.

-         Sono qui. Caspita, non ti vedo…

 

Sento il rumore sordo dei suoi passi mentre mi viene incontro, svelto, sfidando il buio. Sentirlo avvicinarsi mi riempie d’aria i polmoni e mi da la forza di rimettermi in piedi. Lo cerco disperatamente, avida di lui.

 

Al tocco della sua mano fredda lo abbraccio con tutte le forze che ho in corpo. Quasi subito trova le mie labbra, catturandole in un bacio così intenso e infuocato da farmi svenire. La gioia di questo momento è così immensa che non riesco a smettere di tremare, al sicuro tra le sue braccia che mi sorreggono senza sforzo.

 

-         Mi sei mancata… - mormora Draco tenendomi stretta a sé.

-         Anche tu. Non sai… - non riesco a finire la frase a causa dei singhiozzi. Draco, paziente come non mai, mi accarezza i capelli asciugandomi le lacrime senza dire niente. D’un tratto mi sento così bene, riscaldata dal suo abbraccio, che non m’interessa più di nulla, nemmeno di uscire viva da questo incubo. Insieme a lui sono felice, sempre. E’ come se le sue carezze mi toccassero il cuore, intorpidito dalla sua straziante mancanza.

-         Non sai quanto mi sei mancato. E quanto ti amo.

-         Posso immaginarlo. – Se non fosse buio pesto, sono certa che vedrei un sorrisetto nascere dalle sue labbra.

-         Stai sorridendo, vero? – chiedo, sicura della risposta.

-         Già. Come hai fatto a capirlo?

-         Ormai ti conosco troppo bene. So sempre quando sorridi e quando no. Infondo sono io che manipolo le tue espressioni, no?

-         Pensavo che l’avessi dimenticato. – risponde in tono serio.

-         Dimenticarti? Come avrei potuto? – dico, indignata. – Draco, io ti amo. Forse finora non sono riuscita a dimostrarti quanto, ma è così. Non c’è stato un solo secondo in cui io non abbia sentito la tua mancanza. Anzi, temevo che ti saresti arrabbiato con me, che non mi volessi più vedere…

-         Che cosa?

-         Bè… è per colpa mia se siamo finiti qui… al ballo, io non… non avrei dovuto fare quello che ho fatto e…

-         Ti sbagli, Hermione. Tu non c’entri niente, sul serio. Qualcuno ha fatto la spia prima che tu… ecco, mi saltassi addosso. Non precedermi, sto sorridendo. Anzi, a essere sincero, sono felice che tu l’abbia fatto. Mi hai fatto sentire in paradiso quella sera.

-         Vorresti dire… che ci avrebbero portati qui comunque? – dico, sconvolta.

-         E’ probabile.

-         Ma, insomma… nessuno sapeva di noi! – esclamo inorridita, scostandomi per un attimo da lui.

-         Non allontanarti. Ti prego. Non essere arrabbiata. – implora.

-         Non sono arrabbiata. – mi avvicino nuovamente a lui, abbracciandolo. – Lo giuro. Vorrei solo sapere chi c’è dietro a questa storia.

-         Io non lo so. Ma ormai non importa più. Dobbiamo pensare a uscire di qui.

-         C’è un modo? – chiedo speranzosa.

-         Io e mia madre avevamo pensato a una passaporta. Sarebbe il modo più facile e sbrigativo, ma Lucius – ho un sussulto, sentendolo nominare suo padre per nome – ci ha segregati in casa, e ci sono non so quanti Mangiamorte a sorvegliarci. Siamo in trappola.

-         Non avevi detto che c’era un modo? – dico sconcertata.

-         L’ho detto. E’ solo che… non voglio illuderti.

-         Che vuoi dire?

-         Ci vorrà del tempo.

-         Quanto tempo?

-         Non lo so, Hermione. Non ne ho idea, ma sto facendo tutto il possibile, credimi.

-         Ti credo. – appoggio la testa sul suo petto, godendomi questo momento di inquietudine e pace insieme.

-         Dovrò combattere. Finchè mio padre resta a sorvegliarmi non posso niente contro di lui. Ma presto se ne andrà, la sua vita è fuori da questa casa.

-         Dove andrà?

-         Al Ministero. Uno dei suoi progetti ultimamente è quello di diventare Ministro della Magia.

-         Che cosa? – sono sbalordita, sconcertata, terrorizzata. Se Lucius Malfoy diventa Ministro sarà la fine per tutti i Mezzosangue esistenti sul pianeta.

-         Lo so, è orribile. Ma per adesso dobbiamo pensare a uscire di qui. Dovrò affrontare un paio di Mangiamorte, posso farcela.

 

Il mio cuore accelera furioso nel petto, facendomi sussultare.

 

-         Che cosa significa dovrò?

-         Che sarò io a combattere.

-         No.

-         Non posso permettere che ti succeda qualcosa, lo capisci? – dice frustrato, stringendomi le mani.

-         Ma… non posso pensare di vederti… solo contro tutti… quei Mangiamorte sono pronti a uccidere! – urlo disperata.

-         Anch’io sono pronto a uccidere! – esclama Draco, senza allentare la presa.

-         Tu… - le lacrime sono pronte a uscire, ancora una volta. – Se dovesse succederti qualcosa io morirei.

-         Hermione, maledizione, non dire così. – svincola una mano dalla mia per tracciare col dito il contorno del mio viso contratto dalla paura, per poi sollevarlo con delicatezza verso il suo, come se potessi guardarlo in quegli occhi color dell’oceano. – Non posso permettere che ti facciano del male. Non me lo perdonerei mai. Io saprò badare a me stesso, ma tu devi avere fiducia in me. Promettilo. – mi fissa attraverso l’oscurità con uno sguardo tanto penetrante che riesco a coglierlo nonostante il buio.

-         Non dirmelo. Sei arrossita, vero? – sussurra sicuro, percorrendomi la schiena con le dita.

-         Già. E mi dai i brividi. – confesso senza imbarazzo, per poi poggiare una mano sul suo petto. Sento i battiti accelerati del suo cuore e mi chino per ascoltarli.

-         E’ impazzito. Sai, quando ci sei tu non riesce a controllarsi, e non credo che ci riuscirà mai.

-         Nemmeno il mio. – sorrido – E non mi dispiace per niente…

 

Mi sporgo in avanti cercando le sue labbra morbide. Le trovo. Ne traccio i contorni con la lingua; sento Draco sussultare.

 

-         Devo andare.

 

Passa qualche secondo prima che io recepisca il messaggio. Probabilmente il più straziante incubo dopo giorni e giorni di prigionia.

 

-         Non è giusto. Hai interrotto il sogno sul più bello.

-         Mi dispiace. Devo tornare, mio… Lucius non sa che sono qui.

-         Aspetta…

 

Riprendo a giocare con le sue labbra finchè non le schiude, arrendendosi all’alchimia che corre veloce tra i nostri corpi. Poso le mani sulla sua schiena, insidiandole sotto la camicia.

Sento Draco gemere.

 

-         C’è qualcosa che non…? – le parole mi muoiono in gola quando mi accorgo di aver accarezzato delle grandi cicatrici. La prova della sua agonia.

 

Penso immediatamente allo straziante urlo di dolore. L’urlo che ho continuato a sentire in tutti i miei incubi. E rabbrividisco.

 

-         Scusa. – sussurro mortificata.

-         Non preoccuparti. Non fanno più male. – mi rassicura, sincero.

-         Ti ho sentito urlare per tutto questo tempo.

-         Mi dispiace.

-         Come ha potuto farti una cosa del genere?

 

In risposta, Draco mi accarezza con dolcezza la guancia. Le sue dita fredde ardono come il fuoco sulla mia pelle.

 

-         Non preoccuparti per me. Pensa a tenerti in forze per quando ce ne andremo.

-         Ci proverò.

 

Mi bacia sulla fronte, per poi attraversare l’angusto stanzino e chiudersi la porta alle spalle, girando più volte la chiave.

E resto sola, all’in piedi, di nuovo debolissima, una mano posata sulla guancia bruciante.

E il suo profumo sulla pelle.

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Didone24