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Autore: RoloChan105    23/08/2013    6 recensioni
Dalla storia: "Sei stupida.
Ti sei sempre fidata del tuo istinto, ma l'hai miseramente sotterrato.
Ne hai pagato le conseguenze, ma hai imparato."
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Broken



Non è facile vivere.

Per niente.

Non con la consapevolezza di svegliarti la mattina e immergerti in un ulteriore giorno.

Un giorno sempre identico e monotono.



Alzi gli occhi verso le sveglia e sospiri appena: sono le nove e sedici minuti.

È buffo.

Il giorno prima hai aperto gli occhi alle nove e tredici e quello prima ancora alle nove e quindici.

Il tuo corpo è più preciso di una sveglia.

Scosti il pesante piumone; l'aria fresca dell'autunno inizia a farsi sentire.

Ti guardi attorno cercando di scorgere un cambiamento, anche piccolo, ma non c'è niente: è tutto, maledettamente uguale al giorno precedente.

Chiudi gli occhi e inspiri forte. Serve per farti coraggio, per prendere la carica, per iniziare un nuovo giorno.

Posi i piedi sul freddo pavimento e rabbrividisci. Le pantofole sono accanto all'armadio.

Ti guardi alle spalle e nuovamente, sospiri.

La parte sinistra del letto e orribilmente intatta.

Il lenzuolo è incalzato nel letto e il cuscino non è stropicciato.

Ancora non hai perso quell'abitudine, ma nessuno occuperà più quella parte di letto accanto a te.

Ti avvii ingobbita in cucina a prepararti un caffè.

Nessun latte caldo, nessuna ciambella o cornetto ad ornare il tavolo. Non hai più bisogno di vedere quelle stronzate e di preparare la colazione a qualcuno.

Sei sola.

Apri lo sportello della credenza per cercare una tazzina e i tuoi occhi, si posano su una grossa tazza colorata.

La tua mente la conosce bene.

Conosce alla perfezione i disegni e le facce buffe dei personaggi stampati sopra.

Ti alzi sulle punte e l'afferri, rigirandotela tra le mani.

Si intravede ancora la colla, segno appunto che molte volte, accidentalmente, era cascata di mano alla proprietaria.

I tuoi occhi imprimono nella mente i volti sorridenti delle figure rappresentate.

Alzi la tazza per scorgere il nome sotto di essa.

Silk.

Quattro lettere, semplici e lineari.

Il solo vederle però, ti fanno battere il cuore.

La riponi con delicatezza all'interno del mobile e prendi il necessario per preparare il caffè.

Il tuo animo è in subbuglio e abile navigatrice, sai bene che devi dare ascolto al tuo sesto senso.

Percepisci tensione, dolore e il cuore non smette di battere.

Sei stupida.

Ti sei sempre fidata del tuo istinto, ma l'hai miseramente sotterrato.

Ne hai pagato le conseguenze, ma hai imparato.

Percepisci nell'aria un leggero miagolio e ti avvicini alla porta finestra che dà al giardino. Eviti bene di fissare l'altalena che con il vento, dondola e oscilla da sola.

Abbassi la maniglia e Coco, sgattaiola dentro lesta.

Con il suo muso, ti saluta, strusciandolo energica contro la caviglia. Ti chini per infonderle qualche carezza, per poi, alzarti e andare a prendere una scatoletta.

Deve essere affamata: è da due giorni che non si fa vedere.

Non appena posi un piattino a terra, assieme alla ciotola del latte, si fionda a mangiare famelica. Ti ricorda Rufy e gli altri.

Apri un cassetto della credenza, pronta per provvedere al tuo nutrimento, ma ti fermi: il caffè è terminato.

Chiudi gli occhi e inclini la testa all'indietro.

Lo sai.

Lo sai benissimo.

Devi uscire.



Paghi senza fiatare il pacchetto contenete la polvere per il caffè, pensando mentalmente che i prezzi, sono troppo cari; è dura andare avanti con un misero stipendio derivato da uno squallido lavoro.

Afferri il resto e ti dirigi all'uscita.

Affondi il volto nel cappotto e ti stringi al petto il nuovo acquisto. Non hai bisogno di buste, non occorre sprecare soldi inutilmente.

Il cielo è grigio, le nuvole dense sono color della cenere: presto avrebbe piovuto.

Avanzi verso casa, passando per il villaggio. Non sei in vena di salutare nessuno, nemmeno tua sorella.

Vuoi andare diretta verso casa, un luogo tranquillo, un rifugio da tutto. Odi uscire e ripercorrere quelle strade.

Dopo quel che è capitato, non provi più gioia ne felicità.

La casa enorme che Franky anni prima ti ha costruito, ti sembra una prigione.

Una prigione che ogni giorno, diventa sempre più stretta.

La gente del villaggio inizia la propria giornata senza degnarti di uno sguardo.

Ne sei abituata.

Ormai tutti sanno e tutti, sono contro di te.

Assottigli gli occhi mentre fissi la strada sterrata sotto ai piedi; senti di nuovo una sensazione orribile pressarti il petto, quasi soffocante.

Alzi gli occhi e li vedi.

Muori.

Muori come ogni dannata volta che li pensi, che li scorgi e che li senti.

Come sempre, sono insieme.

Loro tre.

Zoro, Silk e quella maledetta copia.

Il tuo ex marito, tua figlia e l'amante di tuo marito.

Stanno ridendo, sono felici, una famiglia modello.

Silk è cresciuta, immagini che abbia iniziato la scuola, lui non è cambiato, sempre uguale e bello.

Sposti lo sguardo verso la donna e avvampi di rabbia.

Occhi color cioccolato.

Capelli color carota esattamente come i tuoi.

Un seno sodo e dei fianchi snelli.

Non ha un filo di pancia, non ha mai partorito del resto.

Guardi con estremo dolore e irritazione la donna che ti ha portato via tutto.

L'amore, la famiglia e la vita.

Tua figlia nemmeno sa che esisti. Pensa che lei sia la sua vera madre, era troppo piccola d'altronde per ricordarsi di te.

Fissi la figura di quello che era stato tuo marito e un tuo nakama.

Ti odia, ti detesta, ti disprezza.

Non sei la sua Nami.

Non lo sei mai stata.

Quella al suo fianco è la vera Nami.

Per loro, quella sei tu.

Per loro però, nemmeno esisti più.



Urli disperata e straziata.

Sei a casa, nella tua prigione.

In preda alla furia scaraventi tutto a terra. L'ordine che negli anni la casa ha conservato, quel giorno, viene stravolto da te.

Ti avvicini alla credenza e afferri la tazza di tua figlia.

La scagli contro il muro mandandola in pezzi.

Rompi ogni cosa, mandi in frantumi qualunque oggetto che possa ricordarti loro.

Dovresti distruggere la casa, perchè quella è un luogo esteso con impresso il loro essere.

Sei un intrusa a cui è stato concesso tenere quel luogo, con ancora la camera della piccola e con ancora gli indumenti di lui.

Corri fuori, iniziando a strappare le foglie dai mandarini: distruggi quelle piante testimoni delle vostre unioni sotto la luna.

Torni in casa verso la palestra, graffi la porta fino a farti sanguinare le unghie.

Quel luogo è un martirio: lì hai perso il figlio che portavi in grembo per proteggere lui. Zoro.

Zoro...

Ti dirigi come un automa in camera da letto e prendi dal cassettone, una piccola scatola.

Sollevi il coperchio e scorgi l'anello.

Non è mai stato tuo marito.

Non vi siete mai sposati.

Non potevate dopotutto. Non siete credenti e un atto di matrimonio, avrebbe attirato la marina al villaggio.

Te lo rigiri tra le mani e chiudi gli occhi pieni di lacrime.

Ti porti una mano al polso.

Conservi quel braccialetto.

Ancora, nonostante tutto, lo conservi.

Ci sono le iniziali di ogni cosa a cui tenevi.

La Z di Zoro, la S di Silk e la R di Ryuma.

Nuove lacrime sgorgano lungo le tue guance per poi cadere a terra.

Ti aveva promesso amore ma ti ha donato solo odio.

Ti aveva promesso che ci sarebbe stato per sempre e ti ha abbandonato.

Ti aveva fatto sperare in un altro figlio, ma non è mai nato.

Ti aveva giurato che eri l'unica ma ti ha rimpiazzato.

Ti aveva detto tante di quelle cose, ma niente si è avverato.


Ti ha abbandonato Nami e tu sprofondi sempre di più nella spirare del dolore.






Che diavolo sarebbe?

Mah, dato che non ho molta voglia di spiegare, arrivo al nocciolo della questione dicendo che è uno sclero.

Uno sclero bello è buono.

Come detto in precedenza: ruolavo.

Questa shot è un po' la situazione in cui il mio personaggio è stato catapultato.

Non occorre sapere nient'altro.

Non ha senso quindi l'ho inserito tra gli avvertimenti.

Non scriverò un seguito perchè come detto in precedenza è uno sclero e nulla.

Spero possa essere gustata lo stesso.


   
 
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