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Autore: ChiaraLilianWinter    24/08/2013    2 recensioni
Camilla Herstood ha quindici anni, un'amica fantastica che cambia fidanzato con la stessa velocità con cui si fa zapping in tv, una madre depressa che, dopo la fine di un matrimonio sbagliato, tenta di rifarsi con il primo che le capita sotto mano.
Camilla ama scrivere, ma, a forza di essere circondata da persone superficiali, ne ha assunto il carattere: non riesce a completare una storia, che già sta lavorando ad un'altra, e così di continuo.
Camilla ha un segreto, un segreto terribile che è costretta a trattenere all'interno del suo cuore.
Camilla incontra William, e da allora cambia tutto. Il ragazzo gli propone di esaudire dieci desideri, per superare la sua superficialità, e Camilla accetta. Tra i due nasce qualcosa che diventa sempre più profondo, ma il tempo a loro disposizione è poco, e ogni secondo che passa diminuisce.
Perchè anche William nasconde un segreto. E non solo lui.
I segreti, le bugie, i tradimenti, sono fili insidiosi che avvolgono tutto, in un intreccio terribile che Camilla dovrà districare. Ma ciò che rimarrà alla fine potrebbe non essere quello che lei e William hanno sperato.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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<< Camilla, apri... Posso spiegare! >>
<< Non devi spiegarmi nulla, assolutamente nulla! >>
<< No invece... Ti prego... >>
<< Non sei contento? Alla fine sei riuscita a fartela, la cameriera. Bravissimo! Aggiungi questo alla "lista delle cose che ho fatto e che mi hanno fatto sembrare un puttaniere"! >>
<< Non me la sono portata a letto! Cioè... >>
Lo sento mugugnare, dall'altro lato della porta, e capisco che per lui è imbarazzante parlare di queste cose con me, che sono più piccola di tre anni.
<< Non importa, non fa niente! Te l'ho già detto, puoi fare quello che diamine ti pare! Solo magari evitate di uscire sul pianerottolo come se foste ancora a letto, qualcuno si potrebbe scandalizzare! >>
<< Camilla, andiamo... >>
<< E io che ti pensavo come qualcuno di serio! >>
<< E tu allora?! >>
Oh, è scattato anche lui. Ho l'impressione che da qui a poco succederà un macello.
<< Io?! >>
<< Ma sì, a te non fa differenza, no?! O io o Alex, è uguale! Basta avere qualcuno! >>
<< Che coooooosa?! >>
Mi ha dato della puttana? Mi ha dato della puttana.
Ah-ah, mossa sbagliata, caro. Io sono facilmente infiammabile.
Apro la porta con uno strattone e lo afferro per il colletto della camicia. Almeno si è messo qualcosa addosso.
<< Prova a ripeterlo, se hai il coraggio! >>
<< Lo ripeto, lo ripeto eccome! Stavi guardando me, ero io quello che stavi tenendo per mano, e ecco che un attimo dopo sei tutta sorridente con quel tizio! >>
Colgo una sfumatura nella sua voce, tra la rabbia e l'imbarazzo, ma non mi illudo pensando che sia gelosia.
<< E che dovrei dire io?! Lo so, sono stata una stronza! Stavo venendo a bussarti per chiederti scusa, ed ecco che mi ritrovo davanti una donna sulla ventina praticamente nuda! >>
<< Non era nuda! >>
<< Sì che lo era, e lo eri anche tu! >>
Credo si renda conto che le nostre grida stanno scuotendo tutto il palazzo, perchè lo vedo farsi rosso all'improvviso. Con una mano mi tappa la bocca e mi spinge nel mio appartamento, chiudendosi la porta dietro di sè. Io scivolo subito via, con il viso in fiamme per la rabbia e l'indignazione.
<< Che c'è? La cameriera non era soddisfacente? Vuoi farti anche me adesso? >>
<< Non scherzare. >>
Il suo tono è pacato, ma sotto di esso c'è ancora la rabbia.
Mi si avvicina e mi poggia le mani sulle spalle, stringendole.
Poi, si china alla mia altezza.
<< Camilla... >>
Sospira.
<< Io... Ero arrabbiato... E ho visto quella ragazza... Le ho chiesto se le andava un caffè, non so cosa volevo fare... Ma non l'ho fatto. >>
<< William, eri senza maglietta. >>
<< Lei... Ad un certo punto mi si è avvicinata sempre di più e mi ha baciato... Ho provato a lasciarmi andare, ma non ci sono riuscito. Ho inventato una scusa e l'ho mandata via. Mi dispiace che tu... >>
<< Non importa, te lo ripeto. Non sono la tua ragazza, non devi dirmi tutto questo. Mi sono arrabbiata soltanto perchè eravate praticamente nudi. E se ci fosse stato un bambino?! >>
Bugiarda. Che bugiarda che sono.
Lui non risponde. Mi osserva attentamente, cercando di cogliere qualcosa nei miei occhi. Sembra rinunciarci, perchè sospira di nuovo e distoglie lo sguardo. Mi lascia andare e si appoggia alla porta, passandosi una mano tra i capelli. Sembra davvero stanco.
<< È... È vero, scusami. Sono stato incosciente. >>
<< Ecco, bravo. >>
Provo a sorridere, ma mi esce solo una smorfia strana che cancello subito, riprendendo un'aria indifferente.
<< E... E comunque... >>
Adesso che è arrivato il mio momento per farmi perdonare, sono terribilmente impacciata.
<< Mi...Mi dispiace per prima. Sono stata terribile. >>
Lui alza lo sguardo, sembra volere dire qualcosa, poi sospira e ci rinuncia. Quando parla, so che non è quello che avrebbe voluto dirmi. << Allora... Come è andata con Alex? >>
Non credo gli interessi la mia vita sentimentale, credo mi stia piuttosto chiedendo riguardo il terzo desiderio.
Sposto lo sguardo dalla massa di capelli neri disordinati all'orologio a muro. Sono le sette.
<< È andata benissimo. Ho quello che mi serve. Adesso, devo esaudire il mio desiderio. >>
Annuisce e fruga nella tasca dei jeans - ma porta sempre i jeans? Stavolta trova la lista e la tira fuori. È un pò spiegazzata, perciò la apre lentamente, attento a non strappare la carta.
<< Terzo Desiderio: Fare gli auguri di compleanno a Melìne. >>
Cala il silenzio. Lui sembra rileggere la frase più volte, poi mi osserva confuso.
<< Chi è Melìne? >>
<< Mia cugina. Oggi compie dodici anni. >>
<< E tu non le hai mai fatto gli auguri di compleanno? >>
<< Non... Non è quello il punto... >>
Lui alza un sopracciglio ma sta in silenzio. Deve aver capito che sono a disagio.
<< Ti accompagno? Ho la moto... >>
Ha una moto? Questa mi è nuova.
Lo osservo e alla fine annuisco. Anche dopo tutto quello che è successo, stare con lui mi fa comunque piacere. Se sentirsi le farfalle nella pancia e la testa girare può definirsi piacere.
Prima di uscire afferro la busta che intanto avevo lasciato accanto al divano. Vedo William che la osserva.
<< È il regalo. >>
<< Certo. Ovvio. >>
Mi sfugge un sorriso davanti alla sua espressione imbarazzata, ma mi affretto a nasconderlo mentre iniziamo a scendere le scale.
Lui sta zitto, ma io ho qualcosa di cui voglio parlare. Di cui devo parlare adesso, prima che la nostra relazione si sfaldi ulteriolmente.
<< Hai... Hai incontrato mia madre, per caso? >>
William si gira verso di me, scrutandomi il viso per capire la risposta giusta da dare.
<< L'ho incrociata sul pianerottolo. È una donna... Allegra. >>
<< Molto. >>
Distolgo lo sguardo, per paura che la vergogna che provo per mia madre mi si legga negli occhi.
<< E le hai detto qualcosa di particolare? >>
Lui alza il viso, pensieroso.
<< Di particolare? No, in verità no. Non abbiamo parlato molto, sinceramente. Due parole di saluto. Sai... >>
Mi osserva sottecchi.
<< Sei molto diversa da lei. >>
Per fortuna. Non lo dico ad alta voce, ma il sollievo mi si legge in faccia, e non mi preoccupo molto di nasconderlo. Sono pochi gli adolescenti che desiderano essere come i genitori.
Comunque... Se davvero lui non le ha detto granchè, come mai prima... Insomma, è da sette anni che non si interessa minimamente di me. È sempre stata presa da altro, raramente mi guardava negli occhi. Dovevo ricordarle papà. Eppure, solo poco fa...
Prima che qualcuno di noi due possa dire qualcosa, arriviamo al garage.
La sua moto è molto bella. E moderna. È tutta nera, lucida, sembra nuova da quanto è tenuta bene.
<< Ha due anni. >>
<< Non si direbbe. >>
<< Due anni sono pochi. >>
<< Due anni sono anche troppi. >>
Mi guarda confuso, ma stavolta non mi preoccupo di chiarirgli le idee. Ci sono cose che nessuno dovrebbe mai sapere, segreti che non possono e non saranno mai svelati.
Mi offre il casco - anch'esso nero - e mi aiuta a salire. Sento le mani sui miei fianchi, calde, e involontariamente arrossisco. Sale davanti a me e si gira, guardandomi negli occhi.
<< Cingimi la vita con le mani, non lasciarmi mai andare. >>
Annuisco e, impacciata, gli passo le mani attorno al bacino. Il mio petto e il mio viso aderiscono alla sua schiena, mentre tremo leggermente.
<< Hai freddo? >>
<< No... È che.. È la prima volta che salgo su una moto. >>
<< Wow. Sono la tua prima volta. Che onore. >>
La tua prima volta.
Ma no, che pensieri faccio?! Abbiamo appena litigato! Non posso pensare... A quello. Insomma, ho quindici anni!
<< Vedi di renderla piacevole. >>
<< Ai suoi ordini. Dove la porto, signorina? >>
<< Al Childrens' Hospital. >>
Sento che si irrigidisce. Per un attimo temo di doverlo ripetere, ma dopo un paio di secondi la moto si accende rombando e parte.

Nell'antro della strega
Ciao a tutti! Ho notato che alcune persone hanno saltato dei capitoli, andando direttamente a leggere quelli con i desideri. A loro dico: i desideri sono solo una parte della storia! Anche se quest'ultima è basata su di loro, ci sono altre storie alla base, scoperte che danno un senso alla storia, e che raramente inserisco nei capitoli con i desideri! Quindi, per il vostro bene, vi prego di leggerli tutti.
Comunque, due parole sul capitolo. Come avete letto, il litigio tra William e Camilla si risolve abbastanza facilmente. Questo perchè William è comunque maturo, e Camilla non sente di avere il diritto di essere gelosa di lui. Mi spiace per chiunque voleva vedere un bello scazzottamento! Potrei anche metterlo, prima o poi... Mhmhmhmhhhh..... Beh.
Grazie e alla prossima!
  
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