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Autore: Nanek    24/08/2013    4 recensioni
Quella città, era l’album dei loro ricordi: quei posti, quei locali, avevano una traccia di loro, avevano qualcosa da ricordare, qualcosa da far tornare in mente, qualcosa che li faceva tornare indietro, nei loro ricordi, nel loro passato.
-Ti va di andare a passeggiare un po’?- gli chiese lei, abbracciandolo.
-Non è che ti affatichi troppo?- rispose lui.
-Sono incinta, non decrepita- rise lei, facendolo sorridere a quella risposta.
Si presero per mano e si avviarono per le vie di quella piccola cittadina, che lei aveva tanto odiato, ma che le aveva fatto conoscere la persona più importante della sua vita.
Passarono davanti a quella scuola, la scuola che li aveva fatti incontrare.
Lei si strinse più forte a lui; -Chi l’avrebbe mai detto che la scuola sarebbe stata utile?- chiese lui ridendo.
-Non ti viene voglia di andare a salutare la preside?- chiese lei.
-Non metterei piede dentro quella scuola per nessuna ragione al mondo.-
-Come sei gentile amore mio-
-Non mi serve più la scuola per vederti, a me basta trovarti a casa-
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 23

Dentro l’anima


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Stavano sognando entrambi, quella notte.

Vanessa sognava il mare, un mare blu davanti ai suoi occhi: non capiva perché si trovasse in quel posto, non c’era un motivo preciso, ma nei sogni, nulla ha un determinato perché; sedeva sulla sabbia, quasi la sentiva sotto le gambe, si spalmava la crema, sul pancione scoperto.
Vedeva Niall, davanti a lei, mentre usciva dall’acqua, camminava, avanzava sempre più vicino, le sorrideva, e lei si sentiva arrossire.
Sembrava strano, in quel sogno, aveva il viso quasi più.. giovane.
Non che fossero di età avanzata, ma quel sorriso lo tradiva: era il sorriso che aveva quando lo aveva conosciuto, quando i suoi denti erano ancora leggermente storti, quei denti che l’avevano fatta arrossire, nonostante lui li odiasse e avesse voluto sistemarli con un apparecchio; in quel sogno, lui aveva di nuovo il suo sorriso, il sorriso che più gli apparteneva, secondo lei.
Quando se lo trovò faccia a faccia, sorrise a sua volta, e lo vide buttarsi su di lei, abbracciandola, facendola distendere sotto di lui.
Sentì però, una fitta di dolore, con il suo peso su di lei, lo sentì forte: Niall era sopra il loro bambino.
Lo incitava con le mani a spostarsi, gli diceva che Filippo era lì con loro, e che le stava facendo male, male da morire.

Niall, nei suoi sogni, non era mai troppo preciso: passava da una scena all’altra, un flusso di pensieri continuo, che lo spostavano dal suo ambulatorio a casa di sua madre, da casa di Greg a un giardino.
Vedeva un bambino in quel giardino, voltato di spalle, che si dondolava su un’altalena.
Aveva i capelli biondi e mossi, una maglietta verde e dei jeans, i piedi scalzi.
Lo chiamava, quel bambino: Filippo, ma lui non rispondeva.
Avanzava verso quel bambino, lentamente, come se i piedi pesassero.
Gli toccò una spalla, e lo chiamò ancora, ma nel momento in cui suo figlio si stava per voltare, una voce lo svegliò di colpo.

-Niall!- urlava Vanessa, accanto a lui, facendolo sobbalzare dallo spavento.
-Niall! Niall ti prego svegliati!- lo implorava, e lui si affrettò ad accendere la luce del comodino: sua moglie era seduta sul letto, le gambe incrociate, le mani avvolte sulla sua pancia, i lineamenti del viso tirati, l’espressione dolorante, mentre tentava di respirare a fondo.
Le si avvicinò, accarezzandole la schiena, e spalancò gli occhi al vedere che le lenzuola erano bagnate.
Balzò in piedi, preso dall’ansia, indossò velocemente i jeans e la maglia, per poi dare una mano a Vanessa ad alzarsi e a mettersi un vestito al volo: dovevano correre in ospedale.
Lei urlava, non riusciva a stare calma, nonostante lui la incitasse a respirare, a stare tranquilla, a rassicurarla che sarebbe andato tutto bene.
Nel loro breve tragitto in macchina le teneva la mano, che lei stringeva forte, come se fosse una valvola di sfogo.
-Respira Vane, respira, dai respiriamo insieme amore mio- la incitava, inspirando tutta l’aria possibile, e buttandola fuori lentamente: anche lui era nervoso da morire.
 

L’arrivo all’ospedale di Mullingar, dove Niall era nato, il parcheggio trovato per grazia divina, gli infermieri allarmati, dato che Niall si era pure dimenticato di avvisare del loro arrivo, preso dal troppo panico, e poi: la corsa in sala parto.
Vanessa preparata, le gambe aperte coperte da un lenzuolo azzurro, il camice già indossato, il viso rosso e sudato, il medico che la controllava, e quasi si sentiva in imbarazzo ad essere osservata nella sua parte più intima; il pensiero però, fu scacciato velocemente dalle contrazioni, che la facevano urlare appena, le tagliavano il fiato, nonostante si ostinasse a respirare a fondo.

-Dov’è Niall- chiedeva con fare aggressivo alle infermiere, che le passavano un asciugamano sulla fronte, e la incitavano a stare tranquilla.
-Dov’è Niall dannazione! Rispondete!- ribatteva lei, perdendo in quei pochi attimi, il suo carattere docile e sensibile.
-è fuori, non può..- le rispose l’infermiera, ma lei non le fece terminare la frase in tempo.
-Voglio Niall! Lo voglio qui! Smettila di asciugarmi la fronte e va a chiamarlo! È mio marito! Voglio Niall, il mio Niall!- urlò ancora, presa dal dolore ancora più forte.

Notò il medico lanciare uno sguardo all’infermiera, la vide uscire.
-Respiri a fondo, ci siamo ormai- la calmava, ma lei continuava a fissare la porta, in attesa di vedere Niall.
Respirava ancora, cercava di ascoltare solo la sua voce nella testa: la voce di Niall che la incitava ad inspirare ed espirare, l’unica voce a cui lei dava ascolto.
Quando la porta si aprì, a momenti neanche lo riconosceva: indossava anche lui un camice, azzurro, i capelli non si vedevano neanche, avvolti nella “bandana” da infermiere, la mascherina poi, copriva quasi tutto il suo viso: ma non i suoi occhi.
I suoi occhi azzurro cielo, spalancati, quasi spaventati nel vederla in quelle condizioni, si sentì brutta, si sentì spaventosa, con il viso rosso e il sudore che le bagnava i capelli, ma aveva bisogno di lui.
Lo vide avvicinarsi, il medico che gli diceva dove mettersi, lei che sorrideva, quasi divertita, al vederlo così conciato.
Quando si trovò al suo fianco, le prese la mano, che lei strinse forte.
Dentro di lui, un mix di emozioni: di ansia, nervosismo, ma anche felicità, ansia di poter vedere suo figlio, di poterlo abbracciare, di poterlo accarezzare, era un vortice di emozioni, e quasi gli tremavano le gambe.
Si abbassò la mascherina, e guardò sua moglie, le baciò le labbra.

-Sono presa malissimo- gli disse lei, e lui alzò gli occhi al cielo.
-Sei bellissima- rispose lui.
-Sei un bugiardo- attaccò lei, e lui sorrise ancora.
-E tu sei sempre la solita Vane- concluse lui, accarezzandole la schiena.
-Sua moglie sa essere persuasiva quando vuole qualcosa o qualcuno- commentò il medico con un sorriso, facendoli sorridere appena.
-è ora- annunciò in seguito, posizionandosi davanti a lei, seguito da altre infermiere.
-Al tre, cominci a spingere- guardò Vanessa, che faticò a deglutire.

L’ansia le scorreva nelle vene, il suo battito era accelerato, aveva paura, e Niall glielo leggeva in faccia; quel numero “tre” arrivò fin troppo velocemente, e lei non si sentiva pronta, si sentiva male.
Spinse, incitata dal medico.
Spinse, e urlava per il dolore.
Spinse e non sapeva se stesse facendo la cosa giusta in quel momento.
-Spinga, spinga, ancora- la incitava il dottore, e lei stringeva tra i denti gli insulti che voleva strillargli nei timpani: mica era lui a dover spingere, mica era lui a dover provare quel dolore.
-Vedo la testa! Vedo la testa! Continui così- e lei avrebbe voluto ucciderlo: non poteva starsene zitto?
Respirava e spingeva, e quel dottore continuava a parlarle, le dava il nervoso, non riusciva a concentrarsi, le metteva ansia, le metteva paura.

-Non avere paura Vane- disse poi una voce, alla sua destra.
-Stai andando benissimo, non avere paura, sono qui- continuava quella voce, l’unica voce a cui lei dava ascolto.

Avrebbe voluto rispondere a quella voce: dirle che aveva paura, che stava male, che non ce la faceva, stringeva la mano al proprietario di quella voce, e sperava di trovare quella forza che le mancava.
-Sei forte Vane, spingi amore, tra poco sarà tutto finito- e sentì la sua mano sulla schiena, sentì il suo profumo invaderla.

Cercò i suoi occhi, i suoi splendidi occhi azzurri, che le sorridevano, che le davano coraggio, quei suoi occhi azzurri che amava più di ogni cosa e che le diedero la forza di spingere ancora.
Un’ultima spinta.
Un altro respiro.
E poi un silenzio interrotto da un pianto.
Il dolore che si attenuava.
Il cuore che le rimbombava pure nella testa.
Gli occhi che si alzarono, nel vedere quel bambino tra le braccia dell’ostetrica.
Un bambino in lacrime, dai capelli scuri, ancora tutto sporco, che piangeva, avvolto da un lenzuolo azzurro.
Vide quel bambino passare tra le braccia del suo biondino, vide Niall prenderlo con sé, vide i suoi occhi increduli davanti a quel fagottino, mentre si girava verso di lei.
Sorrise nel vederli insieme, e quasi le lacrimavano gli occhi al vedere suo figlio con suo padre.
Niall era senza parole.
Teneva tra le braccia suo figlio, Filippo era davvero lì con lui, quel bambino che tanto aveva aspettato, quel bambino che amava ancora prima di vederlo con i propri occhi.
Camminò piano verso sua moglie, ancora rossa in viso, ma bella come sempre ai suoi occhi, le si avvicinò, e le avvicinò il loro bambino, che si era calmato un po’, ed aveva smesso di piangere.
-è uguale a te- riuscì a dire Vanessa, accarezzandogli il nasino –è bellissimo- commentò ancora.
Niall le baciò la guancia.
-Credo che potrei piangere ancora- riuscì a sussurrare, accarezzando quella manina così piccola, morbida, la mano di suo figlio.
-Filippo- lo chiamarono insieme, e il bambino, quasi ad aver riconosciuto quelle due voci, aprì gli occhi verso di loro.
 
 
La mattina seguente, dopo aver spedito un messaggio all’intera famiglia riguardo la nascita del Baby Horan, all’ora delle visite, l’ospedale cominciò ad accogliere i parenti e gli amici di Niall e Vanessa.
Greg era l’emozione fatta a persona, gli occhi azzurri che brillavano, seguiti da quelli di Theo, che non vedeva l’ora di incontrare il suo cuginetto; Gaia era emozionata all’idea di essere considerata la sua “zia”, e Josh arrossiva quando si lasciava sfuggire qualche urletto euforico; i nonni Bobby e Maura arrivarono insieme, seguiti dai genitori di Vanessa, dei nonni emozionati, quest’ultimi, dato che Filippo era il loro primo nipote.
Le nonne dei due neo genitori furono acclamate con entusiasmo: erano diventate bisnonne, ancora.
Regali per il nuovo arrivato riempirono la stanza di Vanessa: scarpette blu, vestitini azzurri, ciucci, pannolini, giochi a non finire, sembrava di entrare in un negozio per giocattoli che in una stanza d’ospedale.
-Allora, volete vederlo questo baby Horan?- chiese Vanessa, alzandosi dal letto.
 

Entrò al nido, circondata da numerosi lettini, cercò il bambino dal numero “313”, e quasi sorrise nel vederlo già sveglio e attivo.
-Sei già una peste- gli diceva in un sorriso, alzandolo e prendendolo in braccio, cercando di non fargli male, ma il fagottino non si lamentò.
Lo portò vicino agli occhi di tutti i presenti, che lo fissavano dall’altra parte del vetro: leggeva nelle labbra i vari commenti, vedeva gli occhi di tutti che brillavano al vedere quel bambino; vedeva Gaia con la bocca aperta, emozionata come non mai; vedeva Theo con un sorrisone che andava da un orecchio all’altro; Sean dava pacche sulla schiena a Niall, Kayla la fissava dolce, mentre le scattava una foto.
Suo figlio però, sembrava troppo preso a fissare qualcosa in particolare, non davanti a lui, di lato.
Teneva la testa all’indietro, gli occhietti ben aperti, e Vanessa lo guardò curiosa.
Volse lo sguardo nella sua stessa direzione.
-Che guardi tu?- gli domandò, e alzò gli occhi.

Vederlo lì, le fece rabbrividire la pelle.
Come aveva potuto non notarlo?
Come aveva fatto a non notare quei capelli?
Quei capelli rossi che non vedeva da troppo tempo.
Quelle lentiggini che non avevano lasciato le sue guance.
Quegli occhi grandi, come i suoi, ma marroni.
Come aveva fatto a non notare che suo cugino Alberto era lì?
Spalancò gli occhi, la bocca aperta in un sorriso ebete, incredula, stupita, sorpresa di vederlo lì.
Lui le sorrideva, la salutava con la mano, e poi rivolse lo sguardo al piccolo Filippo, che lo stava ancora fissando.
 
Quando ripose suo figlio nel lettino, gli lasciò un bacio veloce, dicendo che lo “zio” Alberto doveva abbracciarlo ad ogni costo.
Quasi corse verso la sua stanza, nonostante le avessero detto di non affaticarsi, corse con il cuore in gola, e quasi lo sentì smettere di battere quando trovò suo cugino ai piedi del suo letto, mentre parlava con Niall.
Gli si buttò contro, abbracciandolo da dietro, inspirando quel profumo che le era mancato da morire; suo cugino si girò, e l’avvolse a sua volta in un abbraccio, accarezzandole i capelli.
-S-sei qui- quasi balbettò, e una lacrima le solcò il viso.
-è nato mio nipote, non me lo sarei perso per nessuna ragione al mondo-
-Ti voglio bene, mi sei mancato da morire-
-Ti voglio tanto bene anche io, cuginetta mia-
 
Quattro giorni dopo, Niall, Vanessa e Filippo, varcarono la porta della loro casa.
-Benvenuto a casa Filippo- annunciò Niall, suo figlio tra le braccia, mentre Vanessa portava dentro i regali ricevuti.
-Tuo cugino mi ha detto che domani ci offre la cena- continuò Niall, mentre faceva vedere al piccolo la cucina.
-Sì me l’ha detto, sono contenta che stia qui due settimane, ne avevo bisogno- rispose lei, mentre richiudeva a chiave la porta, con un sorriso che le riempiva il volto.
-Filippo andiamo a vedere la tua cameretta- parlava Niall, e Vanessa rideva: la sua voce era buffa quando si rivolgeva a suo figlio, gli parlava, faceva domande, come se suo figlio a pochi giorni di vita potesse già rispondergli.
Lo teneva in braccio, come se fosse la cosa più naturale al mondo, lo accarezzava, gli baciava le guance, suo figlio era prezioso, era la cosa più preziosa che avesse.
 
Dopo cena si sedettero tutti e tre sul divano, Filippo in braccio a Niall, quasi pronto a dormire,  mentre i suoi genitori lo fissavano con occhi increduli.
-Quanto bello non è mio figlio? Cioè guardalo, è bellissimo, diventerà un rubacuori- diceva Niall.
-Beh, guai a chi si avvicina al mio bambino, single fino ai trent’anni- scherzò Vanessa, facendo ridere Niall, accarezzando la mano di suo figlio.
-Dovremmo fare una foto, tutti e tre insieme- propose lei, baciando le labbra di lui, che annuì, maledicendosi di non aver ancora fatto una foto di loro tre insieme.
-Qualche dichiarazione da fare prima che parta l’autoscatto?- domandò Vanessa, posizionando la macchina fotografica sopra alla televisione.
-Ti amo, e sono il papà più felice del mondo- annunciò Niall, sorridendo –e tu?-
-Ti amo, e sono super felice di averti qui, e di avere Alberto qui, e sono contenta anche per Gaia e Theo e.. e.. la mia vita non potrebbe essere più perfetta di così- confessò lei, schiacciando il tasto per fare la foto, per poi correre vicino a Filippo e Niall, mentre una lucetta rossa lampeggiava i secondi prima dello scatto finale.
Sorrisero entrambi in quella foto, il piccolo Filippo aveva gli occhi aperti.

La loro prima foto insieme, la loro prima foto come famiglia.

 




Note di Nanek

Ehyoooo =)
Eccomi quiiiiii oddiooooo sono emozionataaaaaa *-* voi no??
Vi dirò, questo capitolo è stato proprio un parto  *battutona* e chiedo scusa se magari è troppo surreale, soprattutto quando sta nascendo Filippo.. ma non avendo ancora provato questa gioia immensa, ho cercato di essere il più coerente possibile!
Insomma insomma, questo baby Horan è nato!!! Papà Niall lo tiene sempre in braccio ed è la cosa più asdfghjk coccolosa del mondo <3
Che famiglia <3 vi piace? Spero di sì <3
Colpo di scena lettrici!!!! ALBERTO IS BACK!!
Back per due settimane, ma è tornato, e la nostra Vanessa è felice <3
Scusate se ho trascurato la scena tra i due cugini, lo so, ci voleva qualcosa di più.. però insomma, il protagonista di questo capitolo è Filippo Horan u.u
Nel prossimo (che devo ancora scrivere) vedrò di approfondire un po’ di più.. il prossimo sarà il PENULTIMO capitolo T.T e io piangerò a mo’ di fontana: mi piange il cuore a dire che questa ff finirà, sono affezionata a questa ff T.T
Passando oltre: vi piace il banner? So che è Theo Horan, ovviamente, ma.. dai insomma, fingiamo che tra cugini di primo grado ci sia una somiglianza assurda :D e poi Niall è così carrrrinooooooooo <3
Basta. Sto impazzendo, passiamo a voi <3

Grazie a voi che avete messo la storia tra le Seguite <3  Directionina  Aspasia96  paola_m  thenefia  vi aodro <3
Grazie a te che hai messo la storia tra le Ricordate <3  ylenia_malik_1d  ti adoro <3
Grazie a voi che avete messo la storia tra le Preferite <3  clasp_   _beconfident_  veroloccola88  vi adoro <3
Grazie a voi che avete lasciato la vostra Recensione  <3  My_Nialltingale  Directionina  stuckinsilence_  vi adoro <3


Direi che per ora è tutto, vi ringrazio ancora per ogni cosa che fate, spero che questi ultimi capitoli vi piacciano <3
A presto!
Nanek
  
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