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Autore: Parallel universe    24/08/2013    2 recensioni
Sono un bugiardo, cerco di illudere me stesso. Cerco di arrampicarmi in una scala immaginaria, che, secondo il mio cervello, mi porterà alla disintossicazione, ma si che sono un bugiardo
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sbatto più volte le palpebre per far abituare gli occhi alla luce del sole, la testa scivola verso destra e un suono acuto mi fa scattare. Ho dormito nella mia auto e la mia testa ha colpito il tasto del clacson. Mi massaggio le tempie e scruto la strada per capire dove sono andato a finire. Non mi trovo nel vicolo buio, ne tantomeno di fronte la casa di Flea. Metto a fuoco la casa sulla mia sinistra e la riconosco, è l'appartamento di Hillel. Ho qualche ricordo vago della sera precedente, così decido di andare a trovare l'amico. Salgo le scale fino all'ultimo piano e trovo la porta dell'appartamento semi aperta. La spingo col piede ed entro. Tutti i cassetti dei mobili sono stati svuotati infatti riconosco il loro contenuto a terra. Mi dirigo in cucina che è costellata da cucchiai, siringhe , lamette. Massaggio ancora un po' le tempie, ma non ricordo ancora nulla. Vado nella stanza da letto. Il letto è disfatto ed è occupato da un Hillel mezzo sveglio e mezzo addormentato e da due donne di cui non mi ricordo ne il nome ne il volto. Chissà di cosa mi sono fatto per non ricordare proprio nulla. Sveglio bruscamente le due donne che sgattaiolano via velocemente senza fare rumore. Mi siedo accanto ad Hillel e osservo il suo viso, è buffa la piccola striscia di barba che collega il labbro inferiore al mento. Accenno un sorriso, in fin dei conti è un bravo ragazzo e un buon musicista. Con la mano scuoto la sua spalla e aspetto che si svegli. Dopo pochi minuti apre gli occhi e mi dice:-Cosa ci fai qui?- Non riesco a cogliere appieno le ultime parole perché Hillel fa uno sbadiglio rumoroso e profondo. -Cosa è successo ieri sera?- Chiedo con aria investigatrice. -Non ti ricordi?- Risponde Hillel Scuoto la testa in segno di negazione. -Ho organizzato una piccola festa...- Comincia a dire Hillel con aria innocente. Mi blocco ed un tratto mi ritorna tutto in mente, ero andato al party di Hillel e mi sono fatto per tutta la durata della festa. Sono incazzato con Hillel e con me stesso. Avevo imposto una regola, prima delle prove e prima dei concerti niente droghe. La cosa buffa è che a imporre questa regola ero stato proprio io, e proprio io sono stato il primo a sgarrare. Mi sento un vero stupido. Guardo Hillel e mi accorgo che non è in grado di uscire di casa, ne tantomeno di andare alle prove. -Senti Hillel è meglio che tu te ne stia qui. Okay?- Chiedo. Hillel annuisce e scompare sotto le coperte del letto. Recito una preghiera veloce per lui, sono solo semplici parole, sono le stesse parole che gli dedico ogni notte: non morire, non lasciarmi solo. Esco dall'appartamento e con l'auto raggiungo il bar di fiducia. Riesco ad ottenere un trancio di pizza e una bottiglietta d'acqua gratis grazie alle mie doti di truffatore. Le prove sono nel primo pomeriggio e dubito che Hillel possa uscire per quell'ora. Fortunatamente la casa di Flea è vicina al bar, così vado a trovarlo. Vado per premere il pulsante del campanello che mi ritrovo Flea davanti. Mi guarda e mi rimprovera col solo sguardo. Come fa a sapere che sono andato al party di Hillel? Poi ricordo, c'era anche lui, ma ha preferito andarsene quando i sacchetti di cocaina avevano iniziato a girare. Ricordo anche che mi aveva consigliato di andarmene, mi aveva pure proposto di dormire a casa sua, ma da coglione che sono ho rifiutato. So già come andrà a finire, sarò buttato fuori dalla band e il mio unico futuro sarà quello del tossico dipendente. Passo una mano tra i capelli biondi e unti, ma non trovo nessuna parola di scusa. Questa volta le mie suppliche non serviranno a nulla, devo affrontare le conseguenze dei miei errori. Mi volto e me ne vado. Alle mie spalle sento la porta chiudersi in un tonfo secco che riecheggia nella mia mente vuota. Ho ancora impresso davanti lo sguardo di Flea. Vorrei piangere, vorrei urlare , vorrei aprirmi con qualcuno, ma mi accorgo che sono rimasto solo. No, non sono solo, c'è il messicano che mi aspetta con un pacchettino di cocaina. Posso decidere di tornare indietro oppure di andare avanti fino al vicolo buio. So già la scelta che prenderò, perché, allora, farsi domande? Il messicano è sempre li, come un cane da guardia. Conosce bene il mio volto, ma non dice una parola. Gli porgo i soldi e lui mi da la dannata bustina. Rientro in macchina e trovo tutto l'occorrente sotto il sedile posteriore. Lo sballo, voglio solo questo. Forse solo Flea e Jack si erano presentati alle prove, chissà cos'hanno pensato sul mio conto e sul mio comportamento. Mi sento dannatamente arrabbiato con me stesso. Se riesco a scrivere qualcosa, forse, potrei sentirmi meglio e chiarire con gli altri. Dalla tasca del jeans sfilo il taccuino e vedo una frase segnata in maiuscolo: FIGHT LIKE A BRAVE. Non ricordo bene quando l'ho annotata, ma mi piace. Decido di scriverci una canzone, un inno contro le fottute droghe. Verso sera ho la canzone pronta, per la melodia ci penserà Hillel, se non sarà troppo fatto. Questa canzone mi piace da impazzire e sono sicuro che farà impazzire anche gli altri.
  
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