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Autore: Scottature    24/08/2013    1 recensioni
16anni.
Perché la ritengono l'età più bella? Infondo, io la stavo perdendo e, proprio per questo, voglio imparare a viverla al massimo. E rinascerò per imparare a vivere. E forse, anche per amare.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminava, perchè altro non sapeva fare. Eppure in quel paesino tanto piccolo quanto desolato le strade da percorrere non erano molte. Forse un giorno si sarebbe fermata o forse qualcuno per strada l’avrebbe bloccata. Forse qualcuno l’avrebbe abbracciata.
La musica dell’ipod al massimo, lasciava che le note di una chitarra elettrica invadessero la sua mente permettendole di respirare, di scacciare quei pensieri tanto insistenti che le affollavano la testa.
Un’altra svolta a destra, una a sinistra e finalmente a casa, soddisfatta di aver fatto anche oggi i suoi dodici kilometri.
“Sono tornata!”, ma la ragazza non sapeva cosa l’aspettava dopo quel ritorno. Suo padre indossava uno sguardo stanco e afflitto, sua sorella semplicemente evitava di guardarla.
“Andiamo in ospedale Liliana.”
Il mondo le crollò addosso.
No. Non era questo che aveva programmato, non era questo che voleva, ma lei lo sapeva. E un po’ lo sperava, lo sognava.
E' in momenti come questo che il respiro si blocca, il cuore non batte e un momento può sembrare l’eternità.
Lily, come la chiamavano sempre i suoi amici, ne era sicura che prima o poi sarebbe successo: lo stava solo aspettando. Sapeva che quel non mangiare, l’essere così fissata con il cibo, pesarsi ogni giorno e bruciare, bruciare continuamente avrebbero distrutto la sua vita. Aveva perso il controllo, anche se ripeteva ogni giorno il contrario. E faceva del male a tutti, ma lei non voleva realmente ferirli, voleva solo proteggerli da se stessa. Voleva proteggerli da quella cosa che aveva ucciso la Lily che tutti conoscevano.
Liliana era sorridente e determinata, aveva i suoi obbiettivi e nessuno poteva fermarla.
Liliana era buona, una ragazza con un cuore grande grande sempre pronto a donare amore.
Liliana non era mai stata amata però. Non stiamo parlando dell’amore che i genitori provano verso i figli o quello di una grande amicizia; lei desiderava quell’amore che ti logora dentro, che ti sconvolge completamente, che ti fa battere forte il cuore e ti fa sognare.
Era morta per avere quell’amore.
“Forse non sono mai stata con nessuno perché non piaccio.”, “Odio le mie gambe, sono troppo grosse. Forse agli altri non piaccio perché ho le gambe troppo grosse.” e “Forse non sono abbastanza per gli altri” diventarono pian piano “Faccio schifo.”, “Mi odio.” e “Devo dimagrire.”. Delle certezze che solo lei aveva. Non le mancava niente, i suoi genitori l’amavano e non le negavano nulla, aveva una sorella su cui poteva sempre contare e una migliore amica che avrebbe accettato anche di andare in capo al mondo con lei. Solo quel maledetto amore le mancava. Non che non avesse pretendenti, solo che non li vedeva. Ormai, si era convinta che non ci fosse altra via di fuga a quest’attesa interminabile. E che era lei sbagliata in questo mondo. E lentamente si era fatta divorare da un’idea di bellezza impossibile. Era arrivata a un punto di non ritorno, 39 kili solo di ossa e di odio. Paura e morte dimoravano il suo mondo e ne dettavano legge. E il bisogno di amore che aveva prima era diventato debole, quasi impercettibile. Vivere senza farlo veramente. Sopravvivere, tirare avanti in qualche modo cercando di trovare una scusa abbastanza plausibile a quell’odio che provava verso il mondo e lei stessa. Ma lei aveva solo bisogno di sentirsi amata, di nuovo.

Fu il viaggio più lungo di tutta la sua vita.  La sua mente era vuota tanto quanto la sua pancia. E aveva freddo in quel corpo scheletrico, sentiva che non le apparteneva e in quel momento avrebbe solo voluto fermare quella maledetta giostra. Il mondo era diventato troppo veloce anche per lei.
Avrebbe solo voluto poter chiudere gli occhi e dormire, ma stavolta per sempre.

   
 
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