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Autore: Jessy87g    29/02/2008    5 recensioni
Sesshomaru la guardò allontanarsi, senza perderla di vista fino all’istante in cui scomparve. Strinse rabbioso i pugni: non era ancora venuto il momento. Ma, sul suo onore, si sarebbe vendicato…a qualunque costo. Avrebbe assaporato ogni singolo spasmo di dolore di quegli occhi insolenti, finché quella maledetta lingua velenosa non gli avesse chiesto pietà con un ultimo grido straziato.
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 22.


“Orgullo”




“La nostra vanità è più duramente offesa proprio quando è stato il nostro orgoglio ad essere ferito.”


(Nietzsche)





Non potendo trovare una scusa che fosse impietosamente smascherata dal marito come palesemente falsa, Lady Brockley fu costretta a partecipare a quella che prevedeva sarebbe stata una cena straziante.
Nel tentativo di prendersi minuti preziosi per cercare di ordinare le idee e di prepararsi psicologicamente al duello verbale che probabilmente il marito avrebbe intrattenuto col suo vecchio amante, continuava ad aprire e chiudere le ante dell’armadio fingendosi indecisa su quale vestito si sarebbe maggiormente adattato a quell’occasione.
“Cosa ne dite? Secondo voi è meglio quello azzurro oppure quello color crema? Però non sarebbe male neanche quello che mi sono comprata qualche settimana fa, quello semplice a maniche corte..Tanto non andremo ad un ricevimento galante..”
Poteva solo sperare che Sesshomaru fosse così intelligente da evitare di raccogliere ogni provocazione che gli sarebbe stata lanciata.
Speranza vana, conoscendo il suo orgoglio.
“Quale volete, mia cara..sarete comunque splendida.” Celiò il marito che se ne stava impazientemente seduto sulla sedia, tamburellando con le dita sullo schienale di legno “Basta che vi muovete; siamo già in ritardo. Non vorrei che ci accusassero di maleducazione.”
“Si si, mi sbrigo. Non mettetemi fretta..sennò mi sentirò ancora più indecisa.”

Infine, dopo alcuni minuti e innumerevoli lamentele, fu costretta a optare per quello color crema ed a rinunciare alla scelta dei gioielli e di un’acconciatura elaborata.
Naraku, non appena la moglie ebbe compiuto la fatidica scelta, le si avvicinò in silenzio e iniziò ad abbottonarle la veste dietro il collo, mentre essa si spostava i capelli con una mano per facilitare l’operazione.
“Mio Dio.” Esclamò esasperato l’uomo “Ma di quanti bottoni avete bisogno?”
“Quelli indispensabili affinché vostra moglie non rimanga nuda davanti a tutti.”
“Suppongo” insinuò Lord Brockley a bassa voce, accostandosi leggermente all’orecchio di lei “che per qualcuno non sarebbe una novità. Tuttavia al momento preferirei evitare una circostanza così spiacevole.” terminato l’oneroso compito, offrì con teatrale galanteria alla moglie il braccio, non prima di averle sfiorato il collo con un bacio “In fondo siete la mia consorte; dunque vorrei proprio essere l’unico ad avere l’onore di vedervi nuda.”


*****************


Surreale.
Si..se Rin avesse dovuto scegliere un aggettivo per descrivere la cena, quella sarebbe stata la parola prescelta.
Calati in un clima così carico di tensione che si sarebbe potuta tagliare tranquillamente col coltello insieme allo spezzatino, i convitati se ne stavano rigidi ai loro posti lasciandosi andare di tanto in tanto a qualche conversazione che più vuota davvero non si sarebbe potuta immaginare.
Sprofondata sulla sedia, dalla parte opposta del tavolo rispetto agli ospiti, accanto a Kagome e Inuyasha, la gitana osservava con la coda dell’occhio quella scena assurdamente grottesca.
Sesshomaru, costretto a sedere a capotavola, si trovava ad avere alla sua destra la povera Kagura, la quale sin dall’inizio aveva continuato a fissare il piatto, come se l’avesse ipnotizzata, senza peraltro toccare cibo. Tra di loro, se ne strava Lord Brockley che mangiava e parlava con una tranquillità disarmante, come se fosse l’unico a non avvertire l’artificialità di quella colma apparente.
“Poverina, non vorrei essere nei suoi panni.” Aveva sussurrato la zingara, stando bene attenta a non farsi sentire, ai coniugi Langston; i quali le avevano confermato la loro stessa preoccupazione con un mezzo sospiro.
La muta preghiera che i servi si muovessero a servire le portate si rivelò inutile. In mancanza di personale, erano stati scelti tra i soldati quelli che parevano maggiormente capaci a portare più di un vassoio per volta senza rovesciarlo addosso a qualcuno.
Evidentemente il terrore che una simile disgrazia potesse accadere, temendo le ire del colonnello già di per sé intrattabile, aveva suggerito ai poveri malcapitati di compiere i loro doveri con sicura lentezza.

“Allora Duca, avete saputo di Cadice?” Chiese Naraku con tono stranamente affabile, lasciando che il servitore gli togliesse da davanti il piatto sporco per portarne un altro pulito.
“Si. Una sfortuna, direi.” Si limitò a rispondere Sesshomaru, versandosi da bere. Neanche lui quella sera aveva toccato cibo: il solo pensiero gli dava la nausea.
“Più che sfortuna direi incompetenza!”
“E’ un’accusa grave; ne siete certo?”
“Gli ufficiali di marina sono solo dei tracotanti. Dovreste vedere come si comportano! Credono di avere solamente nelle loro mani le sorti della nazione..come se ci fossero solo loro a combattere per sua Maestà re Giorgio! E mentre giocano con le proprie barchette, il nostro amico Napoleone sta diventando sempre più pericoloso.”
“La nostra flotta è un orgoglio per l’Inghilterra..e l’eccessivo orgoglio a volte rende più ubriachi di quanto non lo faccia il vino…
Ma, comunque sia, Cadice è veramente una roccaforte, non mi stupisco che i Francesi siano riusciti ad affondare due nostre navi.” Si affrettò a concludere il demone, sperando che quella sottile frecciata sull’orgoglio non desse all’altro una valida motivazione per iniziare di nuovo a punzecchiarlo. Non credeva di poter resistere ancora.
“Credo che nella vita ci siano molte cose difficili; ma niente di impossibile.” constatò questi, lanciando un fugace sguardo alla moglie, mentre la bocca si allargava in un sorriso sadico “Per esempio fino a qualche anno fa non avrei mai ritenuto possibile di riuscire a sposare una delle più belle donne di tutta l’Inghilterra..e invece eccola qua, di fronte a me, con la fede al dito.”
Kagura maledisse mentalmente quella lingua avvelenata di suo marito e continuò imperterrita a fissare il suo piatto, non avendo il coraggio di alzare gli occhi.
“Vi faccio le mie congratulazioni. Non è da tutti, al giorno d’oggi, riuscire a contrarre un matrimonio felice.” Si limitò a constatare Sesshomaru, costringendosi a mantenere la massima calma; anche se i suoi muscoli tesi raccontavano un’altra storia.
Per non aumentare ancora di più l’imbarazzo della donna preferì non ribattere.
Inuyasha, invece, fu colto alla sprovvista dalla mano della maglie che, nell’udire le parole di Lord Brockley, gli aveva quasi stritolato un braccio.

“E voi, Lord Langston?” Insisté l’uomo, portando nuovamente le pupille bluastre su di lui.
“Io cosa?”
“Quand’è che ci allieterete con la notizia di un vostro matrimonio? Ho sentito dire che molte giovani, belle e ricche signorine spasimano per i vostri occhi dorati e, credo, non solo per quelli.” Kagura gli diede un leggero colpo con il piede sotto il tavolo nella speranza di farlo tacere. Invano.
“Credo ci siano molti altri buoni partiti ai quali possano dedicare le loro attenzioni. Il matrimonio non è certo una delle mie priorità, in questo frangente.”
“Ma, santo cielo signore..” lo incalzò Naraku, fingendo di essere sconvolto a quella notizia “Noi siamo soldati; lo sapete bene che potremmo passare a miglior vita da un momento all’altro, senza alcun preavviso! A chi lascereste i vostri possedimenti e l’illustre nome che portate?”
“Suppongo al mio cavallo: è un animale nobile e molto intelligente. Credo proprio che sarà un ottimo amministratore dei miei beni.” Nonostante la battuta, l’espressione del volto rimaneva grave e leggermente spazientita.
“E vostro fratello?” Rise l’altro, dando l’idea di aver apprezzato l’ironia.
“Potrà prendere servizio come suo domestico quando vuole. Spero lo tratterà con riguardo.”
Inuyasha per la prima volta si trattenne dal rispondere con un’altra battuta; si limitò solamente a lanciare al fratello un’occhiata con cui gli esprimeva tutto il suo sostegno e la sua disperazione; mentre l’altro si limitava a carezzare distrattamente il coltello alla sua destra.
“E quella moretta seduta laggiù?” insinuò Lord Brockley, mentre il sorriso si allargava sempre di più “Mi avete detto che è solo una guida del posto. Eppure siede al tavolo con noi..E’ un trattamento di riguardo davvero sospetto..”
“Non credo sia un comportamento da gentiluomo farla cenare da sola in mezzo a una cinquantina di soldati.”
“Suvvia, Duca, chi credete di prendere in giro? Nessuno di noi vi condannerà se ammettete di esservi procurato un’ amante per allietare la vostra permanenza nell’assolata Spagna. E’ molto carina, sebbene non sia il tipo che piace a me. Preferisco le donne di carnagione chiara e dai tratti nobili: come la mia cara consorte..Cos’è? Una zingara? Si.. mi sembra una zingara...”
Rin dovette faticare non poco per resistere alla tentazione di alzarsi dal tavolo, avvicinarsi a quel bastardo e conficcargli la forchetta che stringeva in mano in un occhio.
Tuttavia si costrinse a continuare a fissare tranquillamente davanti a sé; fingendo di non comprendere una sola parola che era stata pronunciata.
“La mia vita privata non credo vi debba interessare.” Tagliò corto Sesshomaru: la sua pazienza era ormai agli sgoccioli.
“Chiedo scusa se vi ho offeso. Non era mia intenzione.” si difese l’uomo, con un tono che lasciava intendere tutt’altro “E’ una cosa normalissima..non tutti in fondo hanno la fortuna di avere sempre la propria moglie al fianco..”
“Lord Brockley!” L’urlo sconvolto di Kagura attirò l’attenzione di tutti i commensali; facendoli voltare all’unisono nella sua direzione. La donna, con i pugni serrati e l’aria esasperata, stava fulminando il marito con lo sguardo “Smettetela con questi discorsi sconvenienti! Mi state facendo vergognare di voi davanti a tutte queste persone.”
Naraku sembrò per un attimo intenzionato a ribattere con una constatazione altrettanto velenosa; ma, valutata la situazione, si limitò ad alzare leggermente le spalle: “Perdonatemi, mia cara. Avete perfettamente ragione.”
Ma la donna era decisa a finire lì quello strazio.
Ormai il suo compagno aveva protratto abbastanza a lungo il suo perverso desiderio di punzecchiare Lord Langston, il quale era ormai sull’orlo di una crisi di nervi: non si sarebbe opposto alla sua richiesta.
“O mio Dio signore, che tremenda emicrania mi avete fatto venire.” Si lamentò, portandosi le mani alle tempie con espressione sofferente “Vi prego, accompagnatemi in camera.”
Il diretto interessato le lanciò una lunga occhiata; poi, ritenendosi soddisfatto di quella farsa, si alzò dal proprio posto ed aiutò la moglie a fare altrettanto.
“Non vi preoccupate, ce la faccio da sola.” lo rassicurò “Vi dispiace andare dal cuoco a dirgli se mi può preparare un the caldo?”
Lord Brockley apparentemente non sembrò molto accondiscendente a lasciare la moglie sola, anche se per pochi minuti. Tuttavia, rassicurato dalla presenza dei coniugi Langston e di quella che era sicuramente l’attuale amante di Sesshomaru, si allontanò in silenzio.

Non appena lasciò la stanza Kagura si voltò improvvisamente verso il demone, in piedi a meno di un metro da lei, e, raccolto il coraggio a due mani, si rivolse a lui per la prima volta da quando era arrivata.
“Vi prego signore, devo parlarvi..concedetemi di rubarvi pochi minuti questa notte. Se non fosse una cosa urgente non oserei mai chiedervi tanto.” parlava con un sussurro, cercando di farsi udire solamente dal diretto interessato.
“Quando e dove?”
Sesshomaru avrebbe preferito evitare, calcolando i rischi che una situazione del genere poteva comportare. Ma non se la sentiva di respingere una tale supplica.
“Non appena mia marito mi farà la grazia di addormentarsi. Vi raggiungerò nel giardino interno, quello non lontano da camera mia.”

Rin, per quanto cercasse di captare il discorso, non riusciva a comprendere che sporadiche parole. Ormai, alla luce della discussione che aveva avuto con Lady Brockley, non si sentiva più così in pericolo come prima di conoscerla.
Tuttavia la prudenza non è mai troppa. Specialmente quella di una donna innamorata.
Si ripromise di chiedere a Inuyasha se avesse sentito cosa si erano detti; ma dovette, con suo grande disappunto, constatare che il mezzodemone era completamente preso dalla discussione con la moglie, non accorgendosi minimamente dell’accaduto.
Non fece in tempo a farglielo presente che Naraku era già rientrato nella stanza e, frappostosi tra la moglie e Lord Langston, le offrì il braccio come sostegno, conducendola via.

Nel silenzio tombale che era sceso i convitati poterono a stento udire la minaccia che Kagura aveva rivolto al marito, il quale, nonostante ciò, perseverava orgogliosamente ad ostentare un sorrisetto crudele.

“Stanotte dormite sul divano.”





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lollyna: Grazie mille cara: mi sostieni sempre, fin dalla scorsa fict!
Odi Kagura? E perchè? ç__ç poverina. Mi ci sono impegnata così tanto per rendere giustizia a questo bel personaggio.
MARTY_CHAN94: Grazie per I complimenti. Che intendi per “Kagura non può vendicarsi così”? Non preoccuparti. Kagura non ha niente di cui vendicarsi (a differenza di Naraku ^__^)
KaDe: Bentornata! Bhe…più che due face diciamo che Naraku è molto abile nel dissimulare. Ognuno qua sta facendo il proprio gioco: da Kagura a Rin; vedremo come finirà.
rosencrantz: Oddio..i complimenti fatti da una come te sono un onore! Eheh…non potevo esimermi dal fare un piccolo omaggio al caro Coleridge (“La ballata del vecchio marinaio” è veramente un capolavoro! Quando l’ho letta sono rimasta letteralmente a bocca aperta.)
Per quanto riguarda Naraku ho paura di doverti dare una piccola delusione. In questo frangente egli non ha bisogno di intessere la sua tela perché, in realtà, ha già vinto. Anzi; posso dire che, al momento, è l’unico personaggio che esce vittorioso da questa matassa intricata di relazioni e vicende. L’unica cosa che, dall’alto della sua posizione si limita a fare, è tormentare gli sconfitti della situazione (in particolar modo Sesshomaru) solamente per intrinseco orgoglio.
Chiedo umilmente perdono se ho deluso le tue attese; d’altra parte non pretendo di riuscire a fargli raggiungere il grado di fascino del maggiore Ose e, soprattutto, ho preferito puntare l’attenzione sul personaggio di Kagura che, in questa vicenda, ha un ruolo molto più importante. XD
crilli: Personalmente con i romanzi gotici o simili ci vado molto cauta; anzi, con i piedi di piombo. I titoli buoni sono veramente pochi in mezzo ad una marea di cianfrusaglie.
Per quanto riguarda i vampiri, sono la prima ad ammettere di trovarle delle figure molto affascinanti ma, purtroppo, maltrattate. Credo che, specialmente degli ultimi tempi, siano stati eccessivamente stereotipati: una pallida imitazione del primitivo (ed unico nel genere) capolavoro di Stoker. (Anzi, a questo riguardo, se hai letto qualche bel libro di questo genere che a me è sfuggito, ti prego di farmelo presente.)
Bhe, al tempo in cui è ambientata la storia, i romanzi gotici erano solo letture di intrattenimento: piacevoli ma dallo scarso valore artistico (prima che arrivi il capolavoro della Shelley dovranno ancora passare quasi dieci anni).
Mi dispiace molto che tu abbia trovato tedioso lo scorso capitolo: innanzitutto mi sembrava doveroso, nel creare una storia quantomeno decente, approfondire la psicologia dei personaggi principali, in relazione a quello che è successo. Anzi, il capitolo precedente è fondamentale per comprendere i rapporti che ci sono tra i protagonisti: in special modo quello tra i coniugi Brockley; volendo sottolineare quanto l’idea dell’esistenza dell’Amore Assoluto sia, in realtà, fallace.
Comunque hai fatto bene a commentare, senza ipocrisie; senza risparmiare le critiche; mi spiace solo che tu abbia trovato noioso un capitolo per me così importante e, come dice scrittore che è infinitamente superiore a me: “…se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s'è fatto apposta”.

Alla prossima, Jessy





  
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