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Autore: Nefer    29/02/2008    9 recensioni
ONESHOT. ANNO IN CUI E' STATA SCRITTA: 2007
E' una calda notte d'estate... una notte speciale e piena di stelle e Sirius vuole mostrare a Remus una cosa... una cosa di cui Sirius va molto fiero e vuole che sia Lunastorta a vederla per primo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Thank you, stars
Autore/data: _Nefer_/ 21 giugno 2007
Tipologia: One-shot
Raiting: Verde
Genere: Fanon, Shonen-ai
Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Pairing: Remus/Sirius
Epoca: Malandrini


THANK YOU, STARS…

La notte era calma. Non una nuvola oscurava il cielo. C’erano un silenzio e una pace incredibili. Era bello starsene lì, seduto sul davanzale della finestra, a guardare quell’infinito firmamento e le miriadi di stelle che splendevano in esso. Ma solo una era la più bella e la più luminosa. Solo una contribuiva più delle altre ad illuminare debolmente la terra.
Era splendida e accecante. Irriverente e smagliante. Come se volesse essere al centro dell’attenzione… esattamente come lui.
Sorrise. Avevano finito la scuola da un anno e Remus non avrebbe mai creduto che lo invitasse a vivere con lui, nella sua nuova casa, dove era da poco andato a vivere da solo. Come poteva rifiutare? Senza esitazione gli aveva detto di sì.
Agli occhi di tutti erano due semplici amici che convivevano, ma sapevano entrambi che erano molto, molto di più. Si completavano a vicenda, l’uno non poteva vivere senza l’altro. C’era una tale complicità tra loro, un così grande amore, che andava di là dell’amicizia.
- L’ho finita. Vuoi vederla?
Si voltò e incrociò quegli splendidi occhi color oceano che tanto amava. I capelli di Sirius erano cresciuti in quell’anno e lui non sembrava intenzionato a tagliarli. Erano neri, lisci e splendidi e adorava affondarci le mani quando facevano l’amore.
- Allora, Remus, vuoi vederla o no? – ripeté Sirius.
Remus si era imbambolato nel guardarlo. Il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri e sorrise a Sirius. Una cosa che Black amava più di ogni altra erano i suoi sorrisi. Erano così sinceri e spontanei.
- Certo che voglio… - rispose Remus scendendo dal davanzale e raggiungendolo.
Lo guardò con un sorriso divertito. Sul naso di Sirius c’era una macchia di grasso per automobili babbane, nera. E lo stesso sulla fronte.
Ma non gli disse nulla. Gli piaceva vederlo così in disordine. Gli dava tanto quell’aria da ragazzino innocente che non era e che Remus amava.
Uscirono fuori di casa e si ritrovarono all’aperto, sotto il cielo di quella calda notte d’estate.
Sirius sbuffò per l’afa e si tolse la maglietta buttandola a terra. Remus la raccolse prontamente. Era il solo a tenere all’ordine in quella casa. Ma con la scusa di voler ordinare, la strinse tra le mani e vi affondò il volto, sentendone il buon odore di Sirius.
- Remus! Lascia queste smancerie a dopo!
Sirius era impaziente e questo fece ridere Remus, che abbassò la maglietta e lo guardò negli occhi – E se io non volessi rimandare le smancerie?
Sirius alzò un sopracciglio – La proposta è molto allettante, ma… non mi farai cadere in tentazione Remus John Lupin! Ho lavorato mesi a questa cosa e ora che l’ho finita voglio che tu sia il primo a vederla!
Remus rise ancora e lo seguì – D’accordo, Sirius!
Lo seguì verso il garage. Sirius afferrò la saracinesca, fremendo per l’emozione. Fece un sorriso a Remus e la tirò su.
Il ragazzo spalancò gli occhi, meravigliato – Sirius, è splendida! – esclamò.
Sirius sorrise soddisfatto, mettendosi le mani sui fianchi. Mesi di duro lavoro, ma alla fine ce l’aveva fatta. Era pronta. Avrebbe volato.
La nera moto, si ergeva lucida e fiera davanti ai due che rimasero a fissarla in silenzio a lungo. Remus ne scorse ogni piccolo particolare. Ogni cosa di quella moto parlava di Sirius.
Era bella e forte come lui. Nera e lucida come i suoi capelli. Le ruote dure e massicce davano un senso di sicurezza e protezione, come le sue braccia.
Era assolutamente splendida. Non c’erano altre parole per descriverla.
- Vuoi fare un giro? – chiese Sirius impaziente.
- Cos… ora?
- Sì, proprio ora! Voleremo il più in alto possibile, Remus! Fino a toccare le stelle!
Remus sorrise. Adorava il modo di fantasticare di Sirius. Era così innocente – Va bene. Portami a vedere le stelle, Sirius…
Entusiasta Sirius salì sulla moto e gli fece cenno di salire dietro di lui. Remus obbedì.
- E il casco, signor Black?
Sirius fece una smorfia – Con il casco non potremmo sentire l’odore delle stelle…
Remus alzò le sopracciglia, poi le corrucciò lievemente – E che odore avrebbero le stelle, scusa?
- Lo sentirai…
Sirius mise in moto e uscì dal garage, imboccando poi la strada. Accelerò e la moto iniziò ad inclinarsi impercettibilmente verso l’alto. Remus si aggrappò alla vita di Sirius, quando la moto si staccò da terra.
Guardò verso il basso e vide le case farsi sempre più piccole… sempre di più. Stavano volando verso le stelle.
Solo quando le case furono lontane, Remus alzò lo sguardo e i suoi occhi si illuminarono di meraviglia e della luce delle stelle.
Non aveva mai visto quegli astri così vicini e così grandi, luminosi. Sembrava davvero che avrebbe potuto toccarli.
Era uno spettacolo meraviglioso. Dal canto suo anche Sirius era rimasto a bocca aperta a fissare quello spettacolo maestoso.
Intorno a loro non c’era altro che la distesa luminosa del cielo. La moto non faceva rumore. Non interrompeva quel silenzio. Gli occhi oceano di Sirius rispecchiarono il firmamento luminoso e poi si soffermarono proprio su quella stella.
- Si chiama Sirio… - gli sussurrò Remus all’orecchio – E’ la tua stella. Lei brilla come te…
Sirius non distolse gli occhi da Sirio, la Stella del Cane. Non poteva fare a meno di trovarla meravigliosa.
- Tu come fai a conoscerla? – chiese poi.
- La guardo ogni notte…
Remus sorrise. Sentiva l’aria sferzagli delicatamente il corpo ed i capelli di Sirius gli solleticarono il volto. Fu allora che rimase inebriato da un buonissimo odore. Un odore che sapeva un po’ di tabacco e un po’ di birra, ma anche di biscotti caldi, quelli che Sirius tentava inutilmente di preparare e che alla fine andava a comprare al supermercato spacciandoli per propri, sapeva di lenzuola, quelle in cui dormivano accaldati ogni notte, di erba appena tagliata, del giardino in cui amavano passare le belle giornate di sole, sonnecchiando abbandonati l’uno contro l’altro. Un odore incredibile, sopraffino, ineguagliabile. L’odore di Sirius.
Era dunque quello l’odore delle stelle. Remus lo capì in quel momento. Sì, le stelle avevano un odore indimenticabile e buonissimo… le guardò. E non solo: stavano regalando ad entrambi un’emozione nuova e unica. Quella sensazione di libertà assoluta…
Sirius si voltò e sorrise a Remus. Lui ricambiò. Era una serata magnifica ed era tutto merito delle stelle e del loro profumo…

Grazie, stelle…
  
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