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Autore: Luce_Della_Sera    25/08/2013    5 recensioni
Eleonora è una tredicenne molto timida che si trasferisce dalla città alla provincia. Sin dal primo giorno nella sua nuova scuola, dovrà fare i conti con la mentalità del luogo, che è molto ristretta, e con le angherie dei suoi compagni di classe, che la vedono troppo diversa da loro. Riuscirà a cavarsela?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18 – Epilogo
 

Due anni dopo

 

Seduta su una panchina del parco, guardo i bambini che in un punto poco distante occupano scivoli e altalene, e ripenso al giorno in cui Edlira, con suo figlio in braccio, venne a salutarmi prima di partire alla volta dell’Albania, suo paese d’origine. “Chissà, magari se fossero rimasti qui adesso anche lui starebbe giocando insieme agli altri!” penso. Ma le cose cambiano, o almeno, per me ne sono cambiate diverse. Soltanto una è rimasta uguale …
Dopo la partenza della mia unica amica, sono entrata a far parte del gruppo dell’oratorio come animatrice parrocchiale, e lì oltre a ritrovare vecchie conoscenze ne ho fatte anche di nuove: così ora ho un gruppo di persone che credo di poter definire amici, cosa impensabile per me ai tempi delle medie.
Anche sul fronte scolastico le cose sono migliorate; i miei nuovi compagni di classe non mi prendono in giro per il mio aspetto fisico e le ragazze mi rispettano, anche se non riescono a capire come mai io sia tanto ostile alla cannabis che loro invece consumano in gran quantità!
Riguardo i miei ex compagni, invece, è inutile specificare che il loro sogno di restare sempre uniti si è sgretolato già dai primi mesi di scuola superiore: da diciannove che erano sono diventati presto in sedici, perché Teodoro, Sara e Matteo hanno deciso di farsi altri amici; poi col passare dei mesi si sono ulteriormente divisi in tanti piccoli gruppetti a sé stanti.
In questi due anni mi è capitato di incrociarli spesso, ma quando succede solo i ragazzi si degnano di fermarsi per scambiare due parole; le altre fanno sempre finta di non vedermi, oppure mi salutano come se mi stessero facendo un favore. Quindi, non posso fare a meno di stupirmi vedendo una figura familiare dirigersi verso di me …
“Rebecca! Ciao, come stai?” chiedo, facendo un enorme sorriso falso.
“Eleonora, tesoro! Ma quanto sei abbronzata! Sei stata al mare?”
“Sì, in Abruzzo. E tu, ci sei già andata in vacanza?” domando ancora, anche se  in realtà vorrei dirle “Dimmi cosa vuoi e sparisci, per favore!” La conosco bene, so che non è qui per caso.
“No, non ancora, ci andrò tra due settimane … intanto, mi tengo informata sui pettegolezzi del paese”.
“Wow, sembra interessante”, dico meccanicamente, anche se non me ne può importare di meno. Sto cercando il modo più educato possibile per dirglielo, quando lei continua.
“A proposito di pettegolezzi … ma è vero che esci con i ragazzi dell’oratorio?”
“Sì che è vero: non è un mistero, dato che li vedo tutti i pomeriggi. Anzi, a dire il vero dovrebbero arrivare a breve!” aggiungo sperando che Rebecca mi lasci sola, ma lei non molla.
“E vuoi loro bene? Sono tuoi amici?”
“Sì! Ma non vedo come questo possa interessarti, sinceramente”.
“Sono più simpatici di noi?”
“Noi chi?”
“Non fare l’ingenua, sai cosa intendo … noi, la ex terza B. La nostra classe. La tua classe!”
“La mia classe?” sbotto, sentendo improvvisamente riaffiorare tutti i ricordi dolorosi di quell’anno. “Quando mai la terza B è stata la mia classe? Mi avete sempre trattata come un escremento umano, mi avete sempre esclusa dai vostri giochi, dalle vostre feste, dalle vostre chiacchiere; e ora tu osi venirmi a chiedere se ho trovato gente migliore di voi, con il tono di chi sta subendo un grave oltraggio? Ebbene la risposta è sì: i ragazzi e le ragazze che frequento ora sono molto, ma molto meglio di voi!”.
Dopo questa sfuriata mi aspetto che la mia ex compagna se ne vada, e invece, con mio grande disappunto, non solo resta dov’è, ma sfodera anche un sorrisetto compiaciuto che non mi piace affatto.
“Vedrai, se sono davvero meglio di noi … io non credo, perché siamo il meglio che c’è in paese. Comunque, mi pare che uno della classe sia nel tuo gruppo di amici, adesso, o mi sbaglio?”
Il mio cuore inizia a battere furiosamente a quelle parole, ma con grande sforzo riesco a mantenermi calma e a dire: “Sì, è Matteo. Perché me lo chiedi?”
“Perché mi pare che lui ti sia simpatico, anche se era in una classe di cui tu dici tanto apertamente di non aver mai fatto parte! Gli vuoi bene?”
Il sorrisetto di Rebecca non accenna a svanire, e io comincio a preoccuparmi. “Possibile che Teodoro abbia detto loro qualcosa?” penso, agitata. “No, non lo è”, rifletto poi “Se avesse parlato l’avrebbe saputo già tutto il paese, e sarei stata presa in giro a tutto spiano!”
Sollevata,  rispondo quindi con un sincero: “Sì, gli voglio bene. Ma non fraintendermi, io voglio bene a lui per come è, non perché ha fatto parte della tua classe!”
“Quindi vi confidate?”
“Non sono cose che ti riguardano!” Sto iniziando a stufarmi, vorrei solo che se ne andasse per non vedere più quel suo ghigno furbetto.
“Allora non sai proprio tutto di lui … e se ti dicessi che si è fidanzato?”
“Ecco dove voleva arrivare!” mi dico. “Vuole farmi capire che anche se ho cambiato compagnia, sono sempre una sfigata indegna di confidenze. Ma ho una sorpresa per lei: per me questa notizia non è affatto una novità!”
“Ma è successo un mese fa! Non dirmi che l’hai saputo soltanto ora!” esclamo.
“Che? Lo … lo sapevi già?”
“Certo, me lo ha detto lui stesso!” rivelo, cercando di non gongolare troppo vedendo l’espressione sconvolta della mia coetanea. In realtà quando Matteo mi ha detto di essersi messo con una ragazza di un anno più piccola di noi ci sono rimasta malissimo, e ancora ci soffro … ma questo lei non può saperlo!
“Ma guarda … chi l’avrebbe mai detto …”
“Mi dispiace di averti scombinato i piani, Becky”, dico, per nulla impietosita. “Ma vedo che sta arrivando uno dei miei amici, quindi devo andare: tu perché non torni dal tuo nuovo fidanzato, che è Riccardo, e dalla tua best friend Elisa che invece a quanto ne so si è messa con il tuo ex?”
Sorrido soddisfatta vedendo l’espressione sempre più stupefatta della mia interlocutrice, e mi allontano da lei per andare incontro a quello che a detta delle mie nuove amiche è il più figo del gruppo: peccato che, avendo solo tredici anni, a me fa venire un altro tipo di istinto.
“Ciao Eleonora! Da quanto sei qui?” mi domanda, spalancando i suoi occhi color del mare.
“Ciao Federico … sono qui da circa un quarto d’ora. Ho fatto una breve chiacchierata con una mia ex compagna di scuola, che con la scusa di ricordare i vecchi tempi ha cercato praticamente di dirmi che sono stupida ed insignificante e non capisco nulla. Peccato che io non glielo abbia permesso, dimostrandole il contrario: le ho detto quel che dovevo per poi piantarla in asso proprio qualche secondo fa!”
“Cosa? Ha provato a dirti che sei stupida e che non capisci niente? Dimmi dov’è, che la gonfio di botte!”
“Tu non gonfi di botte nessuno: primo perché non sta bene dato che usare la violenza è sempre sbagliato, e secondo perché la signorina in questione non è sola: con lei ci sono il suo fidanzato, la sua migliore amica e il fidanzato della migliore amica. Non voglio che ti impegni in uno scontro due contro uno, ti farai male!”
“Ok, va bene, come vuoi tu, mamma …. o dovrei chiamarti Mahatma Gandhi?
Resto interdetta per un attimo, non capendo la battuta. Poi improvvisamente realizzo, e scoppio a ridere: mi fermo solo quando, poco più tardi, cominciano a sopraggiungere gli altri membri della comitiva.
“Sì”, dico a me stessa dopo che anche l’ultimo di noi è arrivato a destinazione, “Alla fine forse mamma aveva ragione: il fiore più bello è quello che sboccia più tardi degli altri. Io non so se lo sono davvero, ma forse ho le credenziali per esserlo. E mi impegnerò per diventarlo!”
 
 
 

  
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