Fanfic su artisti musicali > Blink-182
Segui la storia  |       
Autore: fraVIOLENCE    25/08/2013    2 recensioni
"Ti ho detto che non ho bisogno di te! Non ti amo Thomas, non ti amo più!" - bugia, lo amavo ancora. Ma amavo il vecchio Tom: quel ragazzo con il piercing al labbro. Quel ragazzo scombinato che non si sentiva al sicuro se non si nascondeva sotto quel cappellino arancione. Quel ragazzo che pianse di felicità quando gli confessai di aspettare un bamino. Quel ragazzo che mi accudiva, che mi amava, che prendeva in braccio nostra figlia e che la cullava per farla addormentare. Quel ragazzo che la notte si svegliava per darle da mangiare, quel ragazzo che ripeteva di amarmi. Quel ragazzo che mi sorrideva sempre, che mi faceva sentire al sicuro, che mi faceva sentire viva.
SEQUEL DI ' THERE'S SOMEONE OUT THERE WHO FEELS JUST LIKE ME? '
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 7


Aprii la porta della stanza e voltai lo sguardo verso sinistra, trovando il mio amico disteso a letto, con la schiena appoggiata sul cuscino.
Non aveva una bella cera, aveva gran parte delle braccia fasciate a causa delle ustioni e il suo occhio destro era leggermente più chiuso del sinistro.
"Travis!" - mi precipitai su di lui, facendo attenzione a non fargli male e a non toccare nessuno dei tubi e dei macchinari attaccati al suo corpo.
"Jennifer! Che bello rivederti!" - fece lui con voce stanca, ricambiando lievemente la stretta di quell'abbraccio - "Ci sei solo tu?"
Sciolsi lentamente quell'abbraccio e mi allontanai appena, scuotendo la testa.
"Ragazzi, entrate!" - dissi, sfoderando un enorme sorriso sincero.
Fecero capolino dalla porta Mark e Tom e mi voltai verso Travis per ammirare la sua espressione.
Spalancò gli occhi e la bocca in un'espressione sorpresa e nonostante i dolori appena loro si avvicinarono a lui, li abbracciò con tutte le forze che aveva.
Mi morsi le labbra e sorrisi, ammirandoli.
Mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo. O qualcosa del genere.
I ragazzi sorrisero e, leggermente imbarazzati, si allontanarono appena, sistemando le sedie vicino il letto di Travis.
Mi andai a sedere vicino a loro.
"Voi due qui. Insieme" - Travis ridacchiò - "Non ci posso credere!"
"Amico, nel '94 abbiamo suonato in Canada, e Mark a momenti non ci portava in Alaska" - fece Tom, ridendo - "Mi tocca sempre fargli da navigatore satellitare, altrimenti si perde"
"Ma se hai dormito tutto il tempo!" - rise Mark, spingendolo appena.
"Quella veramente è Jennifer!" - i ragazzi si voltarono verso di me e io soffocai una risatina nervosa.
Quella confidenza con Tom mi metteva in imbarazzo, e non poco. Sentivo il viso andare a fuoco, evidentemente ero rossa come un peperone.
"Beh, come stai?" - chiese Mark, voltandosi verso Travis.
"Le ustioni mi fanno abbastanza male, però guariscono. Mi dispiace moltissimo di aver perso Chris" - sospirò, abbassando lo sguardo.
Tom allungò una mano verso il braccio di Travis senza dire nulla, per consolarlo.
"E poi tutti i concerti saltati, dio" - Travis si portò una mano sul viso.
"Ma non pensare ai concerti adesso, hai bisogno di un po' di tempo per te stesso prima di ritornare a suonare" - dissi, guardandolo.
Travis annuì appena, tenendo lo sguardo basso.
"Ragazzi, vi dispiace se scorreggio? Ho fatto colazione con un Big Mac e non riesco a digerirlo" - sbottò all'improvviso Mark, cercando di sdramatizzare la situazione.
Io e Tom scoppiammo a ridere, trascinando nella nostra risata anche Travis.
"Non cambierai mai, Hoppus" - disse lui, sorridendo.
"Ti ricordo che io ho salvato il drago della Foresta Incantata, tanti, tanti anni fa" - ammiccò lui, passandosi una mano tra i capelli.
"Eccome se me lo ricordo! Amico, la tua gamba era davvero messa male! Ti dobbiamo tutti la vita, qui" - disse Tom, trattenendo una risata.
"Spero che tu abbia ancora lo scudo di quel giorno" - rise Mark, rivolgendosi a Tom.
"Oh, certo che ce l'ho! Come potrei liberarmene?" - rispose Tom, continuando a ridere.
"E io ho anche avuto l'onore di toccarlo quel bellissimo scudo! Ti dobbiamo la vita, Mark" - aggiunge Travis, ridendo.
Mark, Tom e Travis continuarono a scambiarsi battute divertenti e a ricordare i vecchi tempi e io li osservavo, sorridendo.
Non si vedevano da anni, eppure scherzavano come non fosse successo nulla.
E vederli era un piacere. Li scrutavo uno ad uno: era passato del tempo ma il loro animo da ragazzini ribelli viveva ancora dentro di loro.
E forse un po' viveva anche dentro di me, dato che ogni volta che incrociavo lo sguardo di Tom avvertivo una specie di scarica elettrica invadermi la schiena.
Guardarlo mentre rideva, mentre con la punta dell'indice si strofinava la fronte, mentre si passava la mano tra i capelli, mentre si mordeva le labbra, segnate ancora dal vecchio piercing.
Abbassai lo sguardo e arrossii di colpo, quando si accorse che lo stavo osservando attentamente.
Ad interrompere quel momento per me imbarazzante, fu l'infermiera, che irruppe nella stanza chiedendoci cortesemente di lasciarla, per fare in modo che Travis riposasse.
Io, Mark e Tom ci alzammo lentamente e uno ad uno salutammo il nostro amico.
"Mi ha fatto piacere rivedervi ragazzi, non sapete quanto" - Travis sorrise, stringendo la mano a Mark e a Tom.
"Anche a noi ha fatto piacere e mi raccomando, vedi di uscire il più presto possibile da qui che è tanto che non ci prendiamo una birra" - fece Mark, sorridendo.
Mi avvicinai a Travis e mi chinai su di lui, abbracciandolo.
"Ti voglio bene Travis, guarisci presto" - sussurrai, dopo avergli schioccato un bacio sulla guancia.
"Vi voglio bene, ciao ragazzi" - rispose Travis, che ci osservava mentre uscivamo dalla stanza.

Mark prese le chiavi e aprì la macchina.
Salii al bordo del passeggero e indossai la cintura, seguita da Mark e Tom.
"L'ho visto bene" - disse Mark, dopo aver messo in moto la macchina e aver ingranato la prima marcia.
"Già, per fortuna!" - aggiunse Tom, tirando un sospiro di sollievo con un sorriso.
Mi limitai a sorridere, appoggiando la testa sul finestrino.
"Tutto bene, Jen?" - mi domandò Mark, guardandomi con la coda dell'occhio.
Annuii distrattamente.
"Sono solo un po' stanca" - mormorai, abbassando il parasole e osservando la mia immagine riflessa nel piccolo specchietto per sistemarmi un ciuffo ribelle di capelli dietro l'orecchio.
"Riposati, tanto ne abbiamo di strada da fare" - rispose Mark, seguendo le indicazioni del navigatore.
Sbadigliai, voltandomi a guardare il sole che tramontava all'orrizzonte.
Era stata una giornata stancante, tutto quello che volevo era andare a casa, abbracciare la mia piccola e chiederle come fosse andato il suo primo giorno di scuola.
Ad un certo punto, sussultai, sentendo il cellulare squillare.
Misi la mano in tasca e lo afferrai, premendo il pulsante per rispondere alla chiamata dopo aver visto il nome di mia madre lampeggiare sul display.
"Pronto, mamma?" - risposi.
"Jennifer, tesoro, sono passata a casa di Skye a prendere Ava. L'ho portata a casa vostra visto che avevo il doppione delle chiavi e l'ho lasciata con la babysitter, ho fatto male?"
"No mamma, hai fatto benissimo, grazie" - mormorai, sbadigliando nuovamente.
"Mi dispiace tantissimo ma non potevo tenerla, avevo un impegno importantissimo al lavoro. Travis come sta?" - mi domandò, preoccupata.
"Ha delle bruciature su gran parte del corpo ma sta benone, è fuori pericolo" - risposi.
"Meno male.. Adesso ti devo lasciare, ci vediamo domani tesoro"
"Va bene, a domani mamma, ti voglio bene"
Allontanai il telefono dall'orecchio e chiusi la chiamata, gettando il telefono in borsa.
Mi sistemai sul sedile, spostando distrattamente lo sguardo sul parasole e arrossii, osservando il riflesso di Tom che mi sorrideva dallo specchietto.
Il mio cuore iniziò ad accellerare i suoi battiti e ricambiai leggermente il sorriso, distogliendo velocemente lo sguardo.
Iniziai a strofinarmi nervosamente le mani e sospirai, senza farmene accorgere.
Improvvisamente mi sentii una stupida adolescente impanicata dopo aver capito di essersi presa una cotta.
Scossi velocemente la testa e chiusi gli occhi: avevo solo bisogno di una dormita. Di una lunga dormita.
Schiusi leggermente le labbra e cullata dal lieve movimento della macchina e dal rumore delle ruote che sfrecciavano sull'asfalto, mi addormentai.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Blink-182 / Vai alla pagina dell'autore: fraVIOLENCE