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Autore: _Skyline    25/08/2013    2 recensioni
Doppleganger:
Secondo le leggende, copia  o clone identico fisicamente -ma opposto moralmente- che ogni  persona vivente ha nel mondo.
Nel caso in cui una persona e il suo doppelganger si incontrino, l’esistenza di solo uno verrà ammessa. Lotteranno.
E il più forte sopravviverà.
Narcisismo:
Termine utilizzato nel linguaggio comune generalmente utilizzato per esprimere vanità, presunzione e amore per sé stessi e per la propria immagine.
--
Una Londra nebbiosa e grigia, ovattata e silenziosa.
Zayn Malik, vent’anni;  la sua autostima, la sua bellezza, la sua perfezione.
Una Londra piovosa e buia, misteriosa,
che vede le antiche leggende diventare una tetra realtà.
E che vedrà Zayn Malik, vent’anni, innamorarsi perdutamente
di se stesso.
Genere: Horror, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5.

“Mai Narciso aveva posato lo sguardo su niente di più adorabile:
occhi splendenti, bocca morbida e candidi denti,
pelle liscia e membra perfette.”

 

Zayn Malik sbatté le palpebre con difficoltà, sfarfallando le ciglia contro l’asciutta e candida cornea dei suoi occhi.
Inspirò ed espirò lentamente, per poi sollevare pesantemente una mano e farla passare sulle guance, rimuovendo così l’umidità e le tracce delle lacrime versate la notte precedente.
Il suo corpo pareva aver assunto improvvisamente uno stato di immobilità e paralisi,
-oltre che un peso inverosimile- e la particolare sensazione che gli arti e la schiena fossero magneticamente attratti dal materasso, tanto da impedire al moro ogni genere di movimento.
Un’intensa emicrania serrava il capo di Zayn in una dolorosa e potente morsa, mentre gli ingranaggi della sua mente sembravano attivarsi a rilento, come incrostanti da uno spesso strato di ruggine.
Il battito calmo del suo cuore era ovattato, sembrava rimbombare dolcemente in tutta la stanza, cullando il corpo del moro appena sveglio.
Questi era ancora incredulo, nonostante non riuscisse a ricordarne il motivo.
Sentiva un peso opprimente invadergli i pensieri, contagiarli, affaticarli.
Si portò una mano alla testa premendosi convulsamente le tempie, mentre il dolore si espandeva anche nel petto, ignorando la smorfia che andava dipingendosi sui lineamenti di Zayn.

Immagini sfocate iniziavano ad affiorare fra la massa intricata dei suoi pensieri: squarci di ricordi, sogni, incubi forse.
Il moro ricordava di aver gridato, durante quel sonno che credeva non sarebbe più giunto.
Rammentava le urla disperate che si erano fatte spazio violentemente fra le sue labbra, spalancandole e rompendo il glaciale silenzio della camera quasi spoglia.
La sua gola bruciava intensamente, arsa e secca: appariva incapace di produrre un altro suono.
Ricordava anche la sensazione umida e carica d’ansia che scorreva sottopelle al termine di un incubo, nell’attimo agitato e confuso del risveglio e del ritorno alla realtà, che però sembrava quasi più folle e assurda del mondo onirico.
Una timida e chiara luce mattiniera filtrava dalle scure tende che coprivano l’unica ed ampia finestra della stanza, illuminando lievemente le pareti nude e i pochi e semplici mobili in legno.
Zayn Malik, con un’incredibile forza di volontà comparsa d’improvviso da un luogo remoto e sconosciuto della sua mente, decise di alzarsi dal letto, accorgendosi del sudore che inumidiva la sua fronte e il suo intero torace.
Afferrò con le mani ancora intorpidite dal sonno i lembi della maglia di cotone scura, per poi sfilarla lentamente, sentendo i bicipiti contrarsi e riacquistare un soffio di energia.
Lasciò cadere la maglia a terra, senza nemmeno preoccuparsi di evitarla camminando, e muovendo i primi incerti passi verso il bagno.
Non c’era stato risveglio tanto faticoso, spossato e traumatico che Zayn Malik ricordasse in tutta la sua vita, e questa consapevolezza contribuiva alla crescita della confusione che regnava ormai incontrastata in lui.

Il torpore del sonno iniziava lentamente a sbiadire, mentre i ricordi della sera precedente si facevano sempre più nitidi.
Il battito del suo cuore accelerava lievemente, mentre un’ansia crescente, annidata durante la notte negli angoli più vuoti e insensibili del suo corpo, si diffondeva come nebbia nella sua mente ricreando la medesima, folle confusione della sera precedente.
Il sospetto iniziava a comparire scuro nelle sue iridi, mentre l’incertezza più intensa lo possedeva.
Zayn Malik si tuffava con disperazione nelle torbide acque che accoglievano i ricordi della sera precedente, speranzoso di emergere stringendo fra le dita qualche umida e scivolosa immagine, magari sufficiente a rievocare un ricordo che riempisse l’amaro vuoto che occupava la sua memoria.
Quel vuoto però sembrava ampliarsi, assumere una consistenza propria, ed espandersi tanto da raggiungere le pareti del suo cranio, provocando un dolore lancinante e sordo.
 
Spalancò la porta del bagno, aprendo il getto gelido dell’acqua del lavandino, mentre i numerosi tentativi di contrastare il dolore che gli attanagliava il capo venivano respinti.
La pura irritazione presente in lui venne lentamente sostituita da stupore quando da quelle scure e occultatrici acque affiorò qualcosa, un’immagine, una risata, un battito cardiaco attutito.
Il moro strinse le labbra, allacciando saldamente la mano al bordo candido e freddo del lavandino.
Attese una frazione di secondo, evitando di sbattere le palpebre, prima che quell’autentica onda anomala di ricordi lo investisse totalmente, lasciandolo inerme e fragile, di fronte alla tempesta.

Proprio nell’attimo in cui quella violenta onda si infranse sul suo corpo, i ricordi sembrarono arrampicarsi strisciando sulla sua pelle ambrata percorrendone ogni zona, raggiungendo poi il capo, e colmando improvvisamente il vuoto che lo occupava.
La fronte del moro era d’un tratto imperlata di sudore, che inumidiva le tempie e bruciava come fiamme e sale. Zayn Malik respirava, costantemente e profondamente, regolarizzando con parziale successo il battito del suo cuore.
Un piccolo sorriso distese le sue labbra, mentre un appagante senso di soddisfazione riusciva a ricavarsi un minuscolo spazio fra i suoi tetri pensieri.
Ricordava, ricordava ogni cosa.
E le contraddizioni in lui in quell’attimo si fecero più numerose che mai, scontrandosi e accettandosi, fra felicità e paura, confusione e folle calma.
La tentazione di abbandonarsi ai ricordi e alla pazzia che ormai lo possedeva era forte e dal sapore dannatamente dolce, ma lui non voleva, perché era pur sempre Zayn Malik, e nonostante ciò che era successo, non l’aveva certo dimenticato.
Mormoratosi ciò debolmente drizzò la schiena, mentre l’acqua limpida e la schiuma dell’onda anomala scivolavano via dal suo corpo perfetto, accarezzandolo impercettibilmente.


In un istante, però, i suoi occhi incontrarono un altro paio di iridi, identiche alle sue.
Ebbe un tuffo al cuore, mentre il pavimento gelido sotto i suoi piedi sembrava scomparire, e le sue viscere apparivano già spostarsi verso il petto, rammentandogli la terribile sensazione di una caduta libera. Riusciva quasi a percepire il vento sferzargli il viso.

Davanti a lui, l’altro.
La sua figura perfettamente immobile si stagliava a poca distanza dal moro, immergendo il caramello delle sue iridi nelle sue pupille color catrame.
Zayn esitò un istante, non riuscendo a trattenere il suo sguardo bramoso, già fuggito sui muscoli appena accennati del torace dell’altro, sulle sue spalle ampie, sui suoi fianchi stretti.
Il moro si morse violentemente il labbro, concentrandosi sul dolore soffuso che si diffondeva nell’intera bocca, appena prima di percepire il sapore metallico e salato del sangue.
Il cuore di Zayn però batteva, batteva forte come non mai, eccitato e fuori controllo.
La sua vista era offuscata dal prepotente desiderio di avvicinarsi all’estraneo, di toccare la sua pelle, di udire nuovamente la sua voce irreale e cristallina, di sentire il suo calore e il profumo del suo respiro.

Un calore afoso sembrava essere calato attorno al suo corpo come un banco di nebbia, azzerando la sua salivazione, mentre ogni sfumatura del castano nelle iridi dell’altro sembrava emanare luce propria, accogliere e circondare la pupilla color petrolio, rendendo quello sguardo perfettamente dolce ma gelido al tempo stesso, misterioso ma sincero in modo disarmante.

Quasi inconsapevolmente, le dita affusolate del moro tangevano delicatamente l’aria salendo verso l’alto, protendendosi davanti a lui e allungandosi con innaturale lentezza verso la figura dell’altro, sperando di scontrarsi con il calore e la morbidezza della pelle estranea.
Il suo cuore sembrava aver raddoppiato l’intensità e la velocità dei suoi battiti, che rimbombavano nelle orecchie e surriscaldavano il suo intero corpo.


Quello che Zayn Malik non si sarebbe mai aspettato, era di percepire sotto i polpastrelli una liscia e gelida superficie di vetro.

Uno specchio.
 







 
Writer’s cooorner:

Buonsalve a tutti! c:
Come avete potuto notare –sempre che qualcuno abbia letto- ora la storia inizia ad assumere un carattere più consistente, e la mente del nostro povero Malik è ormai andata a rotoli.
Spero come al solito che il capitolo vi sia piaciuto e che la storia vi incuriosisca, e vi ringrazio davvero infinitamente per le recensioni che mi lascate, siete adorabili. ♥
Mi fareste davvero felice se mi lasciaste il vostro parere anche questa volta in una recensione, grazie di cuore a chi lo farà! :* ♥
 
  
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