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Autore: Angel_Mary    25/08/2013    2 recensioni
“Si, cherie perché andrò a chiedergli: senti scusa per caso ti manca un orecchio?” [...]
Guardava l’orizzonte riflettendo a tutti gli eventi spiacevoli che la guerra aveva portato: la morte di Silente, di Malocchio, l’orecchio mancante di George, il viaggio di Harry, Ron ed Hermione, torturata da Bellatrix Lestrange, la battaglia di Hogwarts e infine la morte di Fred.
La guerra era finita, Voldemort sconfitto, ma in ogni famiglia di maghi, la guerra non era ancora terminata, tutti stavano facendo i conti con i loro fantasmi e loro stavano cercando di andare avanti per amore di George. [...]
Intanto, dalla finestra della stanza di Charlie, tre teste rosse e una castana osservavano curiosi ciò che stava succedendo davanti alla tomba di Fred.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley | Coppie: Bill/Fleur
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Perla e George erano rimasti soli.
Si guardava intorno molto spaesata, non aveva ancora capito quali diavolerie vendesse George, lui invece quasi non si stava preoccupando della presenza di Perla, anzi stava continuando a mettere a posto.
Per quel poco che si conoscevano, George aveva capito che la ragazza gli avrebbe rivolto la parola molto presto, doveva solo sbollire la rabbia, che non aveva ancora ben capito come l’avesse assalita.
“Si può sapere che accidenti di posto è questo?” sbottò nel peggiore dei modi.
Quella ragazza aveva davvero un bel caratterino.
Fred l’avrebbe adorata dal primo momento. Come aveva fatto lui d’altronde.
“Mi stavo chiedendo quando avrei sentito la tua ugola”
“Allora?”
“Questo era il negozio mio e di F”
“Oh, okay ho capito …”
“Mio e di Fred. E’ un negozio di scherzi e vorrei riaprirlo”
“Scherzi …”
“Scherzi magici. Vendiamo merendine marinare, pasticche vomitose, pasticetti svenevoli, polvere buio pesto, filtri d’amore, puffole pigmeee …”
Perla aveva gli occhi luccicanti, amava quel posto, ancora di più adesso che stava recuperando il suo splendore.
“Di cosa volevi parlarmi?” il cuore di Perla stava accelerando a una velocità impressionante, a momenti usciva fuori dal petto.
Cercava di guardarlo il meno possibile.
Ora la sua mente stava partorendo un’immagine di George e lei in atteggiamenti piuttosto intimi.
Si diede una scossa, come poteva fermare il flusso dei suoi pensieri se si trovava davanti George?
“Grazie” i battiti del cuore di Perla si fermarono, tutto quell’artificio solo per ringraziarla???
“Di che stai parlando George? Perché io non capisco …”
Sul volto di lui si allargò un ghigno malandrino, Perla per l’ennesima volta lo considerò assolutamente diabolico, come i suoi fratelli. Avrebbe dovuto scappare via da lì, invece rimase piantata ferma dov’era.
“Sei seria o stai scherzando?”
“Oh santi numi! Sono seria, mi stai ringraziando per cosa esattamente?”
“Per oggi, al processo. Per come ti sei comportata, ecco, non me l’aspettavo”
“Sei un totale idiota George Weasley, come tutti gli appartenenti al genere maschile!” gli rispose in modo gentile, non con la delicatezza di uno gnu imbufalito (come aveva dato ampia dimostrazione poc’anzi).
“Sarebbe un complimento?”
“No, un dato di fatto. Sei un’idiota, totalmente idiota, irrimediabilmente idiota.”
“I tuoi complimenti mi lusingano. Io ti ringrazio e tu mi offendi, Zeruja!”
“Non chiamarmi con quel terribile nome che mi ha dato quel decerebrato di mio padre!”
Scoppiarono entrambi in una fragorosa risata.
Era risaputo che Knut Eberhard Wierlacher avesse un gusto pessimo nello scegliere nomi, basti pensare a come voleva provare a chiamare i suoi figli maschi.
“Comunque, non c’è bisogno di ringraziarmi per il processo. Non c’è bisogno, davvero.”
“Invece si, hai sacrificato parte della tua vacanza per venire al processo di colui che mi ha tolto Fred, che, tra le altre cose, non hai mai incontrato.”
“George davvero …”
George si avvicinò precipitosamente a Perla e l’avvolse in un abbraccio, le braccia di George ebbero sul corpo di Perla un impatto incredibile. Lei le trovò molto calde, accoglienti e ricambiò quel gesto affettuoso con impeto. Lui prese ad accarezzarle i capelli sciolti con una mano.
Si sentiva completo, anche se una parte molto importante di lui era morta quella notte del 2 maggio.
“Mi sento a casa” le sussurrò queste parole in un orecchio, Perla non stava capendo più nulla. Ricordava soltanto che George prima era vicino al bancone, ora era abbracciato a lei. La sua mente era completamente confusa, il cuore batteva all’impazzata ed era sicura che la sua faccia era diventata di un rosso ciclamino molto particolare.
“Ma sei a casa George …”
“TU mi fai sentire a casa!”
Perla si staccò leggermente da quella morsa meravigliosa per guardarlo negli occhi. Il suo volto era sempre più vicino, riusciva a contare tutte le lentiggini che aveva, la sua bocca sempre più vicina alla sua, George inclinò leggermente la testa, Perla si mise in punta di piedi e si baciarono.
Un bacio dolce, gentile, come se si stessero accarezzando, i loro corpi erano immobili, intenti a scoprire quella nuova emozione che il loro bacio stava procurando. Perla gli portò le braccia al collo, stava iniziando a baciarlo con più entusiasmo, il suo cuore accelerava sempre di più, la presa di George divenne più salda, non voleva lasciarla andare, la stringeva sempre di più a lui, al suo corpo che non chiedeva altro che avvertire il contatto con Perla.
Non smettevano di baciarsi, non esisteva più il tempo, lo spazio, c’erano solo loro due nel loro universo, nel loro mondo.
Perla mise una mano tra i capelli di George, aveva immaginato parecchie volte di accarezzarli, poi ad un certo punto, lei stessa interruppe il loro bacio.
George era contrariato da quel distacco, lei gli portò il dito indice davanti alle labbra in segno di non parlare, di continuare a fare silenzio.
Lo guardò negli occhi, poi la benda che portava intorno alla testa.
Doveva farcela, anche se le cicatrici le ricordavano un passato lontano, carico di sofferenza, doveva farcela per lei stessa e per lui, per loro.
Si allontanò quanto bastava per togliergli quella fasciatura, George aveva capito cosa aveva in mente Perla, non smise di abbracciarla, portò le braccia intorno ai suoi fianchi.
Gli diede un bacio a fior di labbra e iniziò a sbrogliare la fasciatura, compì questa operazione con lentezza, non avevano fretta, voleva guardarlo negli occhi, quando finalmente la fascia era caduta sul pavimento, Perla alzò la ciocca di capelli rossi che copriva la ferita, dove un tempo c’era il suo orecchio sinistro. La cicatrice era grande, segno che aveva perso molto sangue quando se l’era procurata, Perla non badò alle sue antiche paure, lo guardò un’ultima volta negli occhi e poi baciò quella cicatrice, con delicatezza facendogli delle lievi carezze sul viso. Quando smise di baciare anche quella parte di George, rossa in viso “Sei molto più bello senza quella fasciatura assurda”
“Sei carina quando arrossisci … Zeruja”
“Io mi chiamo Perla, Perla! Chiaro Weasley?”
“D’accordo Wierlacher!”
Scoppiarono a ridere, si erano appena baciati, lei aveva appena convinto lui a togliersi quella benda e ora ridevano e si prendevano in giro.
“Cosa avevi detto prima?”
George strabuzzò gli occhi “Prima quando?”
“Prima, prima di … beh ecco, prima!”
“Cioè tu ti staresti vergognando?” si avvicinò di nuovo a Perla, stava studiando il suo colorito, sul viso comparve un grande sorriso “Prima stavi pensando a quale modo fosse più doloroso per far fuori Angelina e ora arrossisci!”
“Smettila! Mi imbarazzi! Che hai detto prima?”
“Se non mi dici prima quando, come faccio a capire?”
“Prima … prima che ci baciassimo, che hai detto?”
George rideva sotto i baffi, era divertente mettere in difficoltà Perla “Ho detto che con te mi sento a casa”
Perla gli si attaccò al collo e riprese a baciarlo con un entusiasmo lanciato, George sorpreso, non aspettandosi lo slancio della ragazza, perse l’equilibrio e caddero sul pavimento. Stavano per riprendere a baciarsi quando un suono metallico, che ora anche Perla odiava, li interruppe.
“Maledetto telefono!”
“Che succede?”
“Aspetta un secondo” prese il telefono dalla borsa, lo aprì. C’era un messaggio non letto, lo lesse velocemente.
“Merlino, Godric e Morgana maledetti!”
“Che succede??”
“Tieni, leggi!”
 
Perlina, bellina, sorellina, cattive notizie. Avvisa Fleur, vediamo cosa riusciamo a fare. Silvio & Giulio.
“Che vogliono i tuoi fratelli?”
“Andiamo alla Tana, devo parlare con Fleur!”
“Mi vorresti spiegare?!”
“Mon dieu! George vit vit! Il n’ya pas de temps!”
 
Intanto alla Tana, i membri della famiglia Weasley capitanati da Fleur stavano architettando un piano per far mettere insieme Perla e George, ancora ignari di cosa fosse accaduto al negozio.
L’unico tranquillo era Charlie.
“E dite di essere i suoi fratelli! George ne avrà approfittato!” urlò esasperato per la milionesima volta. Quando aveva pronunciato quella frase per la prima volta si era beccato un’occhiataccia dalla cognata Veela, alla seconda da sua madre e alla terza Ginny gli aveva scaraventato contro una fattura orco volante. Lee Jordan partecipava volentieri a quella riunione perché George era il suo migliore amico e Perla gli aveva fatto un’ottima impressione.
Erano seduti in cucina intorno al tavolo intenti a progettare, quando udirono il sono crack della materializzazione.
George aveva deciso che si sarebbero smaterializzati fuori dalla Tana, per avere giusto il tempo di assaporare le labbra di Perla per qualche altro minuto. La ragazza, che avrebbe preferito non tornare proprio alla Tana e continuare quello che avevano iniziato in negozio, lo trucidò con lo sguardo.
“George devo parlare con Fleur, è urgente!” ma lui l’aveva bloccata con un abbraccio, dandole brevi baci sulle labbra.
“Anche questo è urgente!”
“Weasley smettila!”
“Sei antipatica Zeruja!” si beccò un’altra occhiataccia da Perla “Vorrà dire che verrò a disturbarti dopo!”
“Sisi d’accordo Weasley!”
Perla Zeruja Wierlacher non aveva idea a cosa stava andando incontro, dopo aver pronunciato quella frase a George Weasley.
 
Intanto dalla cucina Fleur sentì sua cugina che correva urlando!
“Fleur! Fleur! Un macello, un casino, un’emergenza!!!”
Perla era arrivata trafelata in cucina, non tenendo contro di quanto fosse spettinata e che al posto di labbra rosee le aveva rosse e molto più gonfie, aveva quell’espressione terrorizzata che Fleur conosceva benessino.
“Oh mon dieu! No, no, no, no! Cheire c’est ne pas possible! C’est impossibile!”
Bill si stava preoccupando, sua moglie e sua cugina avevano lo stesso volto terrorizzato.
Gli altri guardavano divertiti la scenetta.
“C’est possible!”
“NO!”
Molly, che non sopportava rimanere all’oscuro di nulla, incrociò le braccia al petto e le guardò, prima una e poi l’altra.
“Care, potreste dirci cos’è successo di così grave?”
Le due la guardarono come se avesse fatto una domanda retorica.
“Mollì, cosa est susciesso di grave?”
“Molly, vuoi scherzare?!”
Dato che le due ragazze non davano alcun segno di ripresa, Bill, che aveva mantenuto la calma fino a quel momento, si rivolse a George.
“Si può sapere che le hai fatto?”
“Niente, ha visto il telefono ed è impazzita. Silvio e Giulio le hanno detto solo ‘cattive notizie’”
“Ma chi sono Silvio e Giulio?” domandò innocentemente Ron.
Sul volto di Bill scomparve il suo sorriso e la sua aria rilassata, le sue orecchie stavano iniziando a diventare rosse.
“Fleur che vogliono quei due!”
“Ma chi sono Silvio e Giulio!”
“Sta’ zitto Ron!”
“FLEUR DELACOUR!”
Fleur e Perla si guardavano, pietrificate.
“Cherie … quanto manca …”
“Al mio compleanno manca un mese, ce la possiamo fare”
Si guardarono un’ultima volta terrorizzate.
“Ma si può sapere che succede?”
 
 
Quel giorno le due cugine ebbero ben poco da festeggiare. Ovviamente erano felici per il processo, Perla per quello che c’era stato con George, ma più di tutto avevano il terrore di Evelyne Katrine Delacour in Wierlacher, ossia la madre di Perla.
Non che fosse una cattiva donna o una cattiva madre, più che altro incuteva un certo timore nella sua unica figlia femmina e nella sua prima nipote, ovvero Fleur.
Da quello che le due ragazze erano riuscite a capire grazie a  Silvio e Giulio, Evelyne aveva deciso che avrebbe fatto una sorpresa alla figlia il giorno del suo compleanno, a fine luglio. Non che Fleur non fosse contenta di vedere i suoi zii, ma se le era sembrata ingestibile la situazione con Perla, prima che le svelassero l’esistenza della magia, con sua zia Evelyne diventava impossibile.
In quel momento Fleur, Perla e Bill erano in camera dei gemelli per cercare di escogitare un piano.
“Fleur, amore, che ne dici se li ospitassimo noi?”
“Si, certo Bill, vivete in Cornovaglia! Poi come arrivate alla Tana?”
“Mon dieu Cherie! Come fasciammo?”
“Fammi pensare santo Godric!”
“Da quando imprechi in quel modo?”
“Da quando sono vostra ospite! Fatemi pensare!” Perla mise le mani sulla fronte, cercando di spremere le meningi, ma la soluzione a quel casino enorme non lo vedeva minimamente.
Poi una vaga illuminazione.
George bussò alla porta, anzi spalancò la porta, come il suo tenero fratellino Ronnie.
“Perché vi siete persi l’annuncio del secolo?”
Bill, Fleur e Perla volevano trucidarlo in quel momento. le ragazze erano sedute sul letto, un tempo appartenuto a George, con aria disperata, Bill faceva avanti e indietro.
“Che annuncio?”
“Domani riapro il negozio!”
Perla non ce la fece ad aspettare, si fiondò addosso a George, il quale aveva accuratamente chiuso la porta, e lo baciò con trasporto, dimenticandosi della presenza di sua cugina e del suo cugino “acquisito”. A Bill cascò la mascella, Fleur invece era raggiante: George non l’aveva scambiata per una banshee.
“Tu … Lei … Come … Quando ….”
Dopo che i due ragazzi si staccarono da quel bacio mozzafiato, George, Perla era troppo rossa dalla vergogna, disse “Il quando non ti interessa fratellino, il come, beh sei tu l’uomo sposato, non io!”
“Ma … ma … gli altri …”
“Se lo dici a qualche altro Weasley, Bill, giuro che ti riempio la colazione con le pasticche vomitose!”
“Che schifo Georgie!” Perla non l’aveva mai chiamato in quel modo, ma le venne spontaneo e a George non dispiacque.
“E la benda?”
“Da qualche parte sul pavimento del negozio!”
“Sul pavimonto del negozio? Oh Mon Dieu!”
“Comunque, come facciamo? Non abbiamo ancora una soluzione!” disse Perla in tono spiccio, cercando di cambiare argomento.
“Cherie dobbiamo trovorla una solution!”
“Amore, Perla ascoltate, parlo con mia madre e sentiamo lei cosa propone. In fin dei conti lei potrebbe aiutarci!”
“Oui, oui, Je t’aime Bill!” Fleur si alzò di scatto e baciò Bill, Perla scoppiò in una fragorosa risata. Non aveva mai visto Fleur così innamorata.
“Tres bien! Bill vieni ici, noi andiamo dagli oltri. Sci vediamo dopo!” se ne andarono ancora sorridendo, con le mani intrecciate.
Perla e George erano rimasti soli, di nuovo.
Perla voleva assolutamente domandargli quella questione del Patronus, ma George la guardava estasiato. Era raggiante, si avvicinò a lei e la strinse di nuovo tra le sue braccia, rimasero in silenzio per un po’, fino a quando lo sguardo di lui non cadde sul manuale di Difesa Contro le arti Oscure aperto sul letto.
“Come mai stavi sfogliando quel libro?”
“Prima, mentre Bill e Fleur discutevano, lo stavo sfogliando. In realtà stavo cercando un incantesimo”
“Non credi che posso aiutarti in questa grande ricerca? Di che incantesimo si tratta?”
“Ehm … d’accordo. Cos’è la maledizione imperius? L’hanno nominata al processo, e non ho avuto tempo di chiedere a Fleur. Bill mi ha raccontato della notte in cui è stato ucciso Silente.”
George ammirava Perla, lei non si sentiva inferiore a loro perché non aveva una bacchetta, e non si vergognava a chiedere informazioni e non sembrava spaventarsi nel venire a conoscenza degli eventi che erano successi.
“La maledizione imperius fa parte delle cosiddette maledizioni senza perdono, perché sono appunto imperdonabili” parlò con lo stesso tono pomposo, usato da Hermione per spiegare cosa fosse l’incanto patronus.
“Che sono imperdonabili l’avevo intuito … ma perché?”
“Perché oltre a procurarti un biglietto di sola andata per Azkaban, l’uso di una di queste è illegale, perché non perdona colui che ne sarà vittima”
Perla lo guardava affascinata con un misto di curiosità.
“La maledizione imperius è la maledizione che obbliga chi ne è vittima a fare qualsiasi cosa decida chi l’ha inferta.”
Perla parve disgustata da quella maledizione, “E nessuno può opporsi?”
“Devi avere una grande forza di volontà e forza d’animo per vincerla”
“E le altre due?”
“Poi c’è la maledizione cruciatus, la maledizione della tortura. Chi ne è vittima viene torturato. Hermione durante la guerra ne è stata vittima, una mangiamorte l’ha marchiata come Nata Babbana” Perla rabbrividì, così le fu chiaro il motivo per il quale Hermione portava sempre magliette con maniche a tre quarti.
“L’ultima è la più terribile. L’anatema che uccide, un fiotto di luce verde. L’unico sopravvissuto finora è Harry.”
Perla ora rimase sconvolta, una sensazione strana le pervase le membra, tremava.
“Perla, che hai? Ci sono io, che ti succede?”
George abbracciò la ragazza e le diede dei teneri baci sulla sua folta chioma.
“Perché hai paura?”
“Mi sento una sciocca per come ho trattato Bill e Fleur, appena sono arrivata qui …”
“Non capisco”
“Avete affrontato tutte queste cose, non mi hanno invitato al loro matrimonio, e non so ancora perché e io che gli ho urlato contro. Sono stata insensibile!”
Scoppiò a piangere sul petto di George, infondo stava conoscendo un mondo nuovo pieno di creature e di cose che lei non immaginava che esistessero e in più aveva scoperto che sua cugina, insieme alla famiglia del marito, erano state le persone più coraggiose di tutto il mondo magico.
“Tu non potevi nemmeno lontanamente immaginarlo. E comunque il matrimonio di Fleur fu interrotto dall’arrivo dei mangiamorte che cercavano di catturare Harry.”
Perla smise immediatamente di piangere, cosa era successo? Cosa avevano affrontato in un giorno così?
“George, perdonami, non so cosa mi sia preso!”
“Amore smettila, oggi sei stata fondamentale per tutti!”
Perla strabuzzò gli occhi, lo fece anche George, come l’aveva chiamata?
Fred, in qualsiasi posto si trovasse in quel momento, stava ridendo alla grande.
“Come … come mi hai chiamata?”
“Zeruja?”
“Non fare lo sciocco!” prese a fargli il solletico, ma George la bloccò piuttosto facilmente.
“Amore … perché c’è qualcun altro che ti chiama in questo modo?”
“E tu vorresti l’esclusiva?” Perla sorrise sghemba, quella ragazza aveva decisamente incastrato il più scapestrato, incontrollabile e ingestibile Weasley che il mondo avesse mai conosciuto.
“Io ho l’esclusiva!”
“D’accordo Georgie!” si staccò dall’abbraccio e riprese a mettere a posto, poi si arrestò di colpo.
“Ehm, George potresti mettere a posto tu?”
“Come scusa?”
“Non potresti agitare la bacchetta, dire qualche formula e mettere tutto a posto? Sai, non sono molto ordinata …”
Scoppiò a riderle in faccia, la ragazza oltre ad averlo incastrato, l’aveva anche fregato. Con un gesto secco della bacchetta in  due minuti tutto fu al suo posto.
“Comunque perché eri venuto prima?”
“Ti andrebbe di aiutarmi in negozio?”

 

NdA:
Alla fine non sono stata troppo crudele, vi ho aggiornato subito :D
Cosa ne pensate di Perla che aiuta George in negozio? E di zia Evelyne Katrine Delacour in Wierlacher? Insomma quella donna incute terrore anche alla nostra dolce Fleur! 
Chissà cosa accadrà! 
  
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