My Angel


Sapete, ho sempre trovato assurdo il fatto che io e lei fossimo così inseparabili seppur così diversi. Tommo, mi chiamavano, a quel tempo.
Non ero uno di quei tipi popolari, ma nemmeno uno di quegli sfigati che andavano in giro piangendo perchè non avevano la ragazza, mi spiego?
Ero normale, forse un po' pazzo a volte. Lo facevo perchè lei si potesse divertire, perchè lei si accorgesse di me. Cercavo di conquistare il suo amore.
Ah, "amore", esiste parola più bella, forse? Eppure, nonostante la ricerca del'amore sia la causa per la quale viviamo la maggior parte della nostra vita, esso può diventare nocivo.
Può ucciderci, schiacciarci, distruggerci, annullarci. Perchè, allora, noi sciocchi uomini andiamo alla ricerca di quel qualcosa così annullante?
Perchè non preferiamo una bella tazza di cioccolata calda? L'amore ci fa sentire sicuri, vivi, amati. Cerchiamo qualcuno per non sentirci inutili. Cerchiamo qualcuno per cui dire:"sì, vivere ne vale la pena".
La verità è che bisogna imparare a cavarsela da soli. Non abbiamo bisogno di un altro essere umano per essere completi! Siamo perfetti nel modo in cui siamo, altrimenti Dio ci avrebbe fatto nascere in coppia.
Ma lei era la ragazza più bella che io avessi mai visto.
La prima volta che la notai, fu in quel parchetto davanti a scuola: avevo undici anni.
Stava giocando con la sua amica Jennifer quando, all'improvviso, si voltò verso di me, immobilizzandomi con quel suo sguardo vivace.
Da lì non riuscì più a levarmela dalla testa. Ogni giorno facevo in modo di riuscirci a scambiare almeno due parole e, talvolta, i miei sforzi si domostravano vani.
Lei era sempre sorridente, mi trattava bene, non era come gli altri bambini: quando mi vedeva da solo in un angolino mi offriva la sua merenda ed io non potevo che pensare che fosse un angelo.
I pomeriggi passati a casa sua mi scaldavano il cuore. Eravamo come fratelli, dividevamo tutto, perfino i genitori.
Tutto cambiò a quindici anni: lei si fidanzò con uno sbruffone. Sapete, uno di quelli con il motorino e i capelli sempre laccati.
Capii che l'avevo persa per sempre.
Ormai non passavamo più i pomeriggi l'uno a casa dell'altra, ormai non ci sentivamo più per telefono.
Lui me l'aveva rubata.
Avevo bisogno di una persona al mio fianco che mi volesse bene davvero. Avevo bisogno di lei.
Erano passati all'incirca quattro anni, quando la rividi.
Il suo sorriso era sempre splendido, i suoi occhi sempre vivaci, il suo cuore sempre puro.
Ed io, che fino a quel momento avevo pensato di aver superato la cotta per lei, mi ritrovai nelle stesse condizioni dei miei quindici anni.
Avevo pensato che lei non sarebbe stata mai mia. Avevo pensato che io non sarei mai stato abbastanza per lei. Avevo pensato di essere il nulla.
Ma adesso che la guardo dormire distesa sul letto capisco: io e lei siamo stati creati per stare assieme. E a fanculo la teoria della nascita individuale!
Lei mi hai raccolto, ha salvato i miei pensieri buoni, ha annullato le mie insicurezze, mi ha insegnato ad amare di nuovo. Ad amarla.

"E io ti amo, Emma, ti amo come il primo giorno. Ti amo come quando ti ho vista davanti scuola ad undici anni." sussurro strofinando il naso contro la sua guancia calda.
 
Emma apre leggermente gli occhi e mi rivolge un sorriso dolce.

"Anche io, Louis Tomlinson"

Forse siamo nati da soli ma, sono sicuro al cento per cento, siamo stati creati per amare.


Nota dell'autrice:
Non so perchè l'ho scritta, ma mi sento una romanticona stasera :)
Mmm, sarà questo meraviglioso temporale ad ispirare la mia creatività ahahah
Spero che vi sia piaciuta. Un bacione <3