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Autore: Yellow Canadair    26/08/2013    3 recensioni
Una ragazza che doveva rimanere nascosta, un prigioniero che doveva rimanere tale, una minaccia che incombe come la nebbia sul mare… Ma tutto comincia in una latteria dove Moda, una biondissima bambina, trova sul greto del fiume un pirata svenuto con il vessillo di Barbabianca sulla schiena. Chiama così in piena notte la sua vicina di casa, Lilian, per farsi aiutare a soccorrerlo.
Lilian Rea Yaeger sembra una persona gentile e prudente come tanti abitanti delle fattorie che costellano i campi di grano, ma è davvero solo una ragazza di campagna? Portuguese D. Ace è scanzonato, allegro, pronto a mangiare come a combattere ma tormentato dai propri natali... il suo passato però conta poco qui: lui e i suoi fratelli stanno per essere travolti da una complicata rete d'intrighi intessuta tra le stanze dei dipartimenti scientifici della Marina.
Sparatorie, fughe rocambolesche, corse contro il tempo e alleanze improbabili saranno il filo rosso di quest’avventura in bilico tra la vita e la morte!
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boa, Hancock, Ciurma, di, Barbabianca, Nuovo, personaggio, Portuguese, D., Ace, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Flyin’ high'
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Fucili nella notte

Theme song: "For a few dollars more", di Ennio Morricone



Dove sono le stanze da letto? sibilò una voce.

Sopra! rispose unaltra.

Lilian impallidì stringendo di più il suo fucile: briganti. Che diavolo volevano? Quella era solo una fattoria con qualche mucca, lo sapevano tutti.

Tornò in camera da letto e svegliò i bambini. -Ragazzi, svegliatevi, dobbiamo scappare!-

-Che vuoi, Lilian?- mormoravano i fratelli.

-Ci sono i ladri, muovetevi!- tirò via le coperte. -Datevi la mano, e non lasciatela!

Prese i quattro bambini e corsero insieme giù per le scale, diretti in cucina dove cera una porta di servizio che si apriva sulla campagna.

-Eccoli! Stanno scappando!- urlò una voce.

-CORRETE!- urlò Rea ai fratellini. Corsero a rotta di collo via dalla casa, verso la campagna buia. Allimprovviso echeggiò uno sparo, poi un altro. Le luci accese della casa si riversarono sul prato dal rettangolo della porta, illuminando per qualche secondo le gambe dei fuggitivi che correvano attraverso il mare derba a piedi scalzi, ignorando il dolore quando pestavano una pietra, spinti dalla paura e dallistinto di sopravvivenza.

-Correte avanti, non vi fermate!- urlò Rea lasciando le mani dei bambini. -Moda corri, portali via!-

I quattro bambini scapparono dietro la piccola collina che stava alle spalle della loro casa, dietro la quale si estendeva una foresta fitta e buia. Avevano il divieto assoluto di entrarvi per giocare, ma Lilian sapeva perfettamente che i tre fratellini erano pratici dei suoi meandri oscuri e dei suoi alberi che offrivano riparo, frescura e divertenti arrampicate. Ma nonostante la loro vitalità, i diavoletti non ce la facevano a correre veloce quanto lei, quindi doveva fermare gli assalitori per recuperare un po di tempo; li avrebbe raggiunti dopo, quando il pericolo sarebbe cessato.

Rea si stese ventre a terra su una cunetta appena i bambini furono fuori dalla portata delle pallottole. Fece scattare il caricatore del Winchester e sparò alcuni colpi davvertimento in direzione della casa.

-Maledizione, era armata.- imprecò uno dei banditi riparandosi dietro allo stipite della porta di servizio, dalla quale voleva inseguire gli inquilini. Uno dei suoi tre compari aveva invece rovesciato il pesante tavolo e vi si era riparato dietro. -Lellan!- gridò rivolto al piano superiore. -Trovato niente?-

Un altro cacciatore di taglie raggiunse la cucina, tenendosi al riparo dal possibile fuoco di Lilian. -La casa è vuota, sono scappati!-

-Allora Portuguese sarà con loro.- ovviò il quarto bandito.

-Potrebbe aver già tagliato la corda invece!-

-Fa lo stesso, ci faremo dire dalla mocciosa dove sono andati quei quattrocentocinquanta milioni!

 

Lilian rimase muta e immobile stringendo il suo fucile cercando di concentrarsi per sentire qualsiasi movimento proveniente dalla latteria. Se aveva sentito giusto, i malviventi erano troppi per lei e non ce lavrebbe fatta a fronteggiarli in uno scontro armato; alla luce forse sì, ma nel buio non poteva fare altro che sparare alla cieca sulla casa, sprecando munizioni e non risolvendo nulla. Era inoltre ben conscia del rischio che correva rimanendo ferma lì, uno degli uomini avrebbe potuto aggirare la collina e prenderla alle spalle. Decise allora di muoversi, e raggiungere la foresta dove si erano certo rifugiati i bambini.

Ma proprio in quel momento dalla casa partì una raffica di piombo che dilaniò laria con un fragore assordante e costrinse la ragazza a rimanere al coperto della sua cunetta. Lilian strisciò indietro per non rimanere allo scoperto mentre si rialzava e scappava da quella scarica di proiettili, ma quando si levò in piedi per correre verso gli alberi fu atterrata da un unico micidiale pugno che la colpì poco sotto lorecchio sinistro e che per poco non le fece volare via la mandibola.

-Ferma lì, dove pensavi di scappare?- disse luomo che laveva colpita, sollevandola poi tenendola per il bavero del pigiama e scaraventandola di nuovo a terra, e allontanando il fucile con un calcio.

Lilian infilò lesta una mano sotto la camicia da notte ed estrasse una pistola che puntò contro lassalitore, ma una canna fredda nella nuca la fece fermare di colpo.

-Non ti conviene, mocciosa.- lammonì una seconda voce.

-Siamo in quattro, tu una. Il tuo cannone non serve. GETTALO!-

Lilian alzò le mani in segno di resa inginocchiandosi sul prato tenebroso mentre cercava di pensare rapidamente ad un modo per sfuggire alla situazione e sentiva chiaramente la rotondità della bocca della pistola premerle contro il cranio. Avevano fatto esattamente quello che temeva: tre di loro la distraevano sparando dalla casa mentre il quarto aveva fatto di corsa il giro della collina per intercettarla.

-Tirati su, forza!- la strattonarono per un braccio. -Dove hai nascosto Portuguese?

-È ripartito ore fa, idioti!- rispose la ragazza, squadrandoli. Uno schiaffo la colpì in pieno volto, lasciandola senza fiato.

-Dov’è??- le urlò uno dei banditi, puntandole la fiaccola dritta in faccia. Rea sentiva il calore del fuoco, e il forte odore di alcol di quei ladri. Anzi, cacciatori di taglie.

-Rea!!- Moda la raggiunse ansante dalla foresta.

-Ti avevo detto di scappare!- gridò Rea mentre la bambina si buttò fra le sue braccia.

-Basta!!- latrò uno degli uomini. -Dov’è Portuguese D. Ace?- domandò glaciale, facendo scattare il grilletto della sua pistola mentre qualcun altro sollevava Rea per i capelli strappandole un gemito di dolore.

-È andato via! Lasciatela!- urlò Moda tra le lacrime, terrorizzata.

Il cacciatore di taglie lasciò cadere Lilian, che si accasciò come un sacco vuoto.

Due di loro fecero scattare il cane delle loro pistole, intenzionati a freddare le due ragazze. -Diteci dov’è diretto o vi mandiamo a far compagnia ai vermi!-

-Perché non ci vai tu, giuggiola?- fece una voce alle spalle dei banditi, poco prima che un poderoso pugno non scaraventasse a terra uno di quelli che stavano per far fuoco.

-Cercavate me, no? Eccomi qua!- li stuzzicò Portuguese D. Ace con un grande sorriso, mentre serrava e infuocava i suoi pugni.

-Maledetto- inveì uno degli uomini sfoderando due katane.

-Ma no dai, queste non mi fanno niente!- protestò Ace afferrando le lame a mani nude fino a fonderle. -A pugni c’è più gusto, no?- e assestò un belluppercut alluomo che aveva davanti, facendogli fare un balzo di almeno mezzo metro e lasciandolo tramortito per terra.

Lilian rimaneva in ginocchio, proteggendo Moda con il proprio corpo, quando una mano violenta la afferrò per un braccio costringendola ad alzarsi con la bambina ancora stretta a sé.

-Fermo, Portuguese!- gridò luomo che aveva preso le due. -Consegnati o le uccido! LE UCCIDO!- berciò puntando uno stiletto affilato alla gola di Moda, che si lasciò sfuggire un grido pieno di panico e angoscia.

-Moda!- gridò il pirata assestando un pugno ad un altro aggressore, scaraventandolo via privo di sensi. 

Un altro cane scattò in quel momento, e il freddo metallo di una pistola andò a posarsi sul pomo dAdamo del bandito che teneva strette le due ragazze. -Amico, usa quella lametta sulla bambina e sarai il prossimo a lasciarci la pelle.- sussurrò Rea glaciale. Stupido da parte sua cercare di imprigionare due persone con un braccio solo.

Ace liberò lunghe e roventi lingue di fuoco attorno a sé. -Lasciale e allontanati, porco.- minacciò ringhiando. Uno così lavrebbe incenerito allistante, ma non poteva rischiare di colpire le due ragazze.

Lilian puntò la pistola alla mano che reggeva la katana che minacciava il collo piccolo e sottile di Moda ed esplose un colpo, che andòa fracassare le ossa della mano del manigoldo, che urlando di dolore allentò la presa e lei afferrando saldamente Moda si lanciò in avanti sfuggendo alla sua stretta e gridò: -Adesso, Ace!-

Il bandito però reagì immediatamente, estrasse una pistola e sparò.

-CROCE DI FUOCO!- unondata rovente investì il cacciatore di taglie, risparmiando Moda e Lilian che rimasero per terra abbracciate. Un torrente di fuoco correva davanti ai loro occhi, il calore lambiva loro i piedi, lodore acre di carne bruciata riempiva laria, la bambina e la ragazza si strinsero tra di loro mentre quella tempesta di fiamme trascinava via laggressore. Quando la fiammata si estinse, del bandito non era rimasto che un tizzone fumante, spinto a qualche passo più in là, cosparso di braci, con le braccia nere e raggrinzite protratte davanti alle orbite vuote. Moda scoppiò in lacrime, Rea si rimise in piedi stringendo la bambina e schiacciandole il viso contro di lei perché non guardasse quellorrido spettacolo, e mosse qualche passo indietro guardandosi attorno spaventata, cercando il pirata.

Nelloscurità di quella collina buia una brillava ormai solo una fiammella, il pugno di Ace ardeva e gli faceva da fiaccola nel buio spettrale del campo. Lilian, con Moda in braccio, gli corse incontro.

-Mi dispiace.- mormorò il pirata stringendole con il braccio libero. -È stata colpa mia.- la bambina si staccò dal collo di Rea per andare in braccio ad Ace; lui forse non se laspettava, ma non respinse la piccolina.

-Non dire stronzate, ci hai salvate.- lo rimproverò Lilian, senza badare ai termini. -Ora devo cercare gli altri, portala dentro casa, per piacere.- gli chiese affidandogli la piccola.

-No, meglio andare insieme. Non hai nemmeno una torcia.- sorrise, lasciandosi ardere una mano. Pugno di Fuoco, ecco come era conosciuto nellambiente: luomo con il potere della fiamma.

-Non ci sarai andato un po pesante?- boccheggiò Rea, indicando il cadavere nero ancora fumante.

-No, guarda.- le mostrò Ace, facendo qualche passo. Arrivò nei pressi del punto dove stavano abbracciate Rea e Moda subito dopo che la pistola di questultima aveva distrutto la mano del bounty killer e attirò lattenzione di Lilian su un oggetto per terra, toccandolo con il piede. Lilian si chinò.

-Non toccarlo, scotta!- lammonì il pirata.

-Questo è piombo.- riconobbe la ragazza.

-Non volevo usare un attacco del genere, ma quello era riuscito a sparare era lunico modo per fermare il proiettile.

Recuperarono i tre fratellini, che spaventati si erano nascosti sugli alberi della foresta vicina, e tornarono tutti dentro casa. La ragazza fece entrare il gregge dentro e chiuse la porta sbattendola forte. Poi andò nella stalla a chiudere lingresso che i banditi avevano forzato per entrare, aiutata da Ace.

Una rapida ricognizione attorno alla casa fece scoprire ai due ragazzi i quattro cavalli usati dai cacciatori di taglie, che evidentemente venivano da lontano, per arrivare fin lì.

-Begli animali.- commentò Lilian. -Peccato.-

-Perché peccato?- domandò Ace, che trascinava i tre supersiti, legati e tramortiti a suon di cazzotti.

-Per le code e lo spavento che si prenderanno.- spiegò lei raccogliendo una discreta quantità di rametti da terra e legandoli insieme con dello spago che si era portata dalla cucina apposta. -Mettili su due cavalli, per favore.- e il ragazzo, perplesso e incuriosito, li caricò di traverso sulle cavalcature.

-Fuoco, grazie.- chiese ancora la ragazza. Aveva legato un po di rametti alle code dei cavalli, ed Ace finalmente capì.

-Gli aspetta una lunga cavalcata!- disse ridendo, mentre la legna prendeva fuoco. Qualche istante più tardi gli animali si resero conto di avere la coda in fiamme e si buttarono in un galoppo sfrenato lungo la strada che portava al paese.

-Ma moriranno?- si preoccupò Portuguese.

-Non dovrebbero.- spiegò Lilian stringendosi nelle spalle. Le dispiaceva per i cavalli, ma doveva assicurarsi che quella gente non ronzasse più nei dintorni.

Tornarono nella casa, dove i bambini li aspettavano ansiosi, e Lilian li rimise tutti a letto. -Stavolta non succede niente- li rassicurò. -Per stanotte rimane anche lui.- inutile dire che Moda non stava nella pelle.

-Lilian.- mormorò la bambina. -Ho avuto tanta paura.-

-Lo so. Anche io.- rispose sinceramente la ragazza mentre le rimboccava il lenzuolo.- Ma non ti succederà più niente, lui dorme di sotto e io nella stanza accanto.- le spiegò accarezzandole la testa. Ace si affacciò alla porta della cameretta appoggiandosi allo stipite, la sua alta figura spiccava contro la luce del corridoio. -Buonanotte, signorina!- bisbigliò nel buio.

-Buonanotte!- rispose Moda, tutta contenta, mentre cacciava via langoscia con un lungo sospiro.

 

-Dormono tutti?- Ace era sceso ed era rimasto ad aspettare nella bella cucina che i piccoli si addormentassero e che Lilian lo raggiungesse.

-Erano terrorizzati, soprattutto Moda.- rispose la ragazza, stranamente pallida. Si lasciò cadere sul divanetto che cera poco distante dal tavolo.  -Grazie. Grazie infinite per essere tornato, ci hai salvati tutti.- disse in un soffio stropicciandosi gli occhi con una mano. -Sei sei arrivato appena in tempo, che ci facevi ancora qui?

-Lungo la strada mi era venuta in mente una soluzione per Moda.- spiegò il pirata. -E sono tornato subito indietro per fortuna!- Si andò a sedere anche lui sul divanetto, vicino alla ragazza. -Quando ho sentito gli spari poi, ho fatto una corsa! Certo che nemmeno tu ci scherzi, con le armi! Lilì? Mi ascolti?-

Lilian era pallida, aveva lo sguardo vuoto. Per Moda e per i fratelli aveva mantenuto il sangue freddo, fronteggiato i banditi e li aveva messi serenamente a dormire, ma adesso stava cominciando ad accusare il colpo. Scrutava il vuoto e aveva un po troppo caldo per una serata come quella, con la brezza leggera che entrava dalle gelosie chiuse.

-Ehi, Lilì… adesso è finito, sei a casa.- le sussurrò gentilmente il pirata, vedendola così spaventata.

-Ho avuto paura per i piccoli se non era per te- si mise una mano sulla bocca mentre gli occhi spalancati guardavano il nulla, pensando a quello che sarebbe potuto succedere. Moda le era praticamente caduta fra le braccia, nel bel mezzo dello scontro a fuoco, con il rischio di rimanere uccisa lì, e lei non poteva cancellarsi dalla mente il pensiero che fosse stata una sua responsabilità.

-Ehi, ehi-  Ace le mise un braccio sulle spalle e lattirò a sé. -Calma adesso. Siamo tutti salvi, non pensarci più.-

Lilian chiuse gli occhi e assaporò quellattimo di calore, e ricambiando timidamente la stretta del ragazzo con un sospiro buttò fuori i cattivi pensieri. Non poteva continuare a stare in quel villaggio, dove si sentiva in gabbia, dove non cera neppure il mare, però con che cuore avrebbe abbandonato quei quattro piccini?

-E fuori c’è ancora quel quel - si ricordò allimprovviso diventando di marmo, con il respiro scosso da tremiti.

-Non ti preoccupare per quello, ci penso io dopo.- promise il pirata; effettivamente il cadavere carbonizzato era un po troppo da gestire per Lilian.

-Grazie.- sospirò, recuperando il sorriso. -Adesso però è tardi, ti preparo il letto per stanotte.- disse, sciogliendo a malincuore quellabbraccio.

Uscì dalla stanza, andò al piano superiore e tornò in pochi minuti reggendo lenzuola e cuscini.

-Aspetta, ti aiuto io!- si offrì Ace, prendendo il cuscino che ballonzolava pericolante sulla pila di lenzuola. -Per quanto riguarda Moda, dovrò infiltrarmi negli uffici principali della Marina.- le sussurrò allorecchio. -Se scriveste due righe per un ammiraglio, io gliele potrei consegnare.

-Ma è pericoloso- obiettò Lilian aprendo il divanetto sul quale si trovavano poco prima, facendolo diventare un vero e proprio letto. Ace sorrise.

-E allora?- scherzò. -Loro sono ufficiali, ma io sono un capitano di Barbabianca, ricordi?-

-Grazie.- sospirò Lilian, in piedi davanti a lui con il copridivano in braccio. -Grazie per stanotte, e per quello che farai per i bambini. Loro non lo dimenticheranno mai.-

-Non ho fatto niente di straordinario, eri tu quella con le pistole.- rispose il pirata, schivo.

-Non è vero!- protestò Lilian. -Potevamo morire, se non fossi arrivato!

-Se non fossi mai arrivato qui, non vi sareste trovati quei ceffi in casa!- avversò piccato il ragazzo.

-Sei arrivato, basta, non puoi cambiarlo. E sei tornato giusto in tempo. È stato bello averti come ospite per un po, e anche i bambini sono stati felici, soprattutto Moda.- poi si pentì della frase azzardata, ma non voleva rimangiarsela. Arretrò di un passo, si strinse al petto il copridivano. -Ehm, si è fatto tardi, a domani.- disse in fretta piegandosi sulle ginocchia per prendere un cuscino caduto. Quando si tirò su, trovò ad attenderla un dolce sorriso fra due costellazioni di lentiggini. -Buonanotte allora.- sussurrò il ragazzo ad un soffio dal suo viso ravviandole i capelli che le erano sfuggiti davanti agli occhi.

Lilian arrossì, biascicò un buonanotte, e tornò in camera sua. A metà delle scale però si fermò e si voltò verso il pirata. Ace le puntava ancora addosso i suoi occhi neri e luccicanti dossidiana.

-Buonanotte!- gli disse sorridendo.

Il giorno dopo Ace partì, stavolta per davvero. Nessun altro venne a cercarlo alla fattoria.

 

Quattro mesi dopo

 

-Che ci fai qui?

Silenzio. La figura inginocchiata ai suoi piedi a meno di un metro di distanza, illuminata appena dalla luna che si affacciava dalloblò, si irrigidì e non disse nulla. Aveva portato del cibo, un uomo la aspettava sulla soglia. Allargò le narici mentre esitava, incerta se rispondere o  no. Lasciò il vassoio a terra e scappò verso la porta, che si chiuse quasi senza darle il tempo di uscire. Un rumore violento lasciò immaginare al prigioniero che avesse ricevuto un ceffone.

Che ci faceva quella ragazza sulla nave di Barbanera?


Dietro le quinte della storia...

Ciao! Capitolo piuttosto violento, no? Si capiva fin dal suggerimento del soundtrack! L'intera scena della sparatoria è dovuta ad un'assunzione massiccia di fumetti di Tex in poche ore. Non conoscete Tex? È uno dei fumetti italiani di maggior successo, "figlio" di Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini, che ha recentemente compiuto 60 anni! 

L'"Uppercut" usato da Ace in questo capitolo è un tipo di pugno usato spesso da Tex: niente fiamme, ma un micidiale colpo sotto il mento dell'avversario, che viene scaraventato verso l'alto. In fondo Pugno di Fuoco tutti quei muscoli non li ha solo per bellezza!

Ringrazio tutti coloro che stanno recensendo, _Firestorm_ e Kiel_Violet, e -TheLadyVampire97 che l'ha messa tra le seguite! Grazie infinite! 

E... e adesso?? Chi c'è sulla nave di Barbanera?? Vi dò appuntamento alla prossima puntata! Ma vi è piaciuto il capitolo? *^* per favore, ditemi cosa ne pensate nei commenti, anche le critiche saranno ben accolte... e non con un Uppercut, promesso!! 

Yellow Canadair

  
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