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Autore: Lord Byron    26/08/2013    7 recensioni
La storia è stata revisionata e completata. Si trova ora qui : https://www.amazon.it/Anime-Salve-Elisabetta-Coruzzi-ebook/dp/B08QG2FVBK/ref=sr_1_3?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=elisabetta+coruzzi&qid=1607869396&sr=8-3
Grazie a tutti, a Erika, che mi ha concesso l'onore della pubblicazione, e ai lettori, fonte di soddisfazione e consapevolezza.
Genere: Angst, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Ecco l'ultimo capitolo di questa lunga FF. Un abbraccio a tutti.
LB



La mano di Luna indugiò dolcemente sul capo di Angel; gli accarezzò lieve i riccioli castani, così simili a quelli della madre, ed incontrò i suoi occhi ridenti. C’era un feeling particolare, tra loro, ed era scattato immediatamente, fluiva come energia tra le loro anime, senza bisogno di alcuna parola. Forse Luna aveva parlato per sbadataggine, per ignoranza, o forse l’aveva fatto inconsciamente per affinità con i desideri e i sentimenti di quel piccolo mago testardo e potente, nato dall’incontro di due essenze così lontane eppure vicinissime. Comunque fosse accaduto, il sipario si era ormai lacerato e agli occhi, alla mente e al cuore di Draco la verità balzò come un felino, bellissimo e pericoloso, pronto a graffiare o a lasciarsi domare. Nei momenti che trascorsero, loro come statue di sale, il sorriso candido di Luna, lo sguardo acceso e tuttavia serafico del bambino, Draco seppe che ciò che era stato con Hermione, nel tempo che per lui aveva ormai preso i contorni del sogno, aveva lasciato un segno, una traccia reale e tangibile. Era accaduto, si erano trovati e amati, lei, l’aveva amato e aveva conservato il filo che li legava, che li avrebbe legati per sempre. Comprese tutto, Malfoy, anche la ragione della sua sparizione, la ragione disperata del voler nascondere a tutti i costi Angel, del volerlo escludere dal mondo magico e dall’abbraccio di suo padre, lo capì e lo archiviò dentro di sé come una ulteriore prova del legame che li aveva uniti, al di là del bene e del male che avevano incarnato.
Hermione abbassò lo sguardo e s’irrigidì, prima di parlare, e la sua voce suonò seria, non sprezzante né spaventata.
“Ora sai” sospirò senza incontrare il suo sguardo “Mi sono chiesta spesso in tutto questo tempo se la decisione che ho preso fosse quella giusta. Lasciare Angel solo, tra i babbani… è stato molto difficile, ma la sorte è stata benigna e ha pensato a lui molto meglio di come avrei potuto fare io. E’ stato bene e ha sempre saputo. Non lasciarti ingannare dalla sua tenera età” fu a quel punto che puntò gli occhi in quelli di lui “Ma lo sai già, lo conosci”.
Malfoy avrebbe voluto avere le parole giuste, in quel momento. Avrebbe voluto lasciar cadere la maschera, ed implorarla, ma tutto il suo essere, la sua educazione, il suo retaggio gli impedirono di farlo. Rimase zitto, il cuore che scoppiava nel petto nel tentativo di mantenere una freddezza che era ben lungi dal provare. Tutto quello che era accaduto tra loro, l’odio che li aveva divisi, non si poteva cancellare con un colpo di spugna, non poteva convincere nessuno delle sue intenzioni, dei suoi sentimenti, del desiderio intenso che provava per lei e per Angel. Nessuno gli avrebbe creduto. E così decise di lasciarsi andare al destino; lui, che aveva combattuto, che aveva inventato strategie e condotto campagne militari senza paura, decise che non c’era nulla che poteva fare in quell’istante se non lasciar fare al destino.
Si abbandonò sulle coperte, chiuse gli occhi, in un gesto che non poteva essere frainteso.
Hermione spalancò gli occhi, incapace di crederci. Ci sta congedando!
La mano di Angel si strinse di più nella sua, costringendola a voltarsi. Il bambino la guardava sereno e cominciò a muoversi verso la porta, portandola con sé. Hermione non si oppose ed uscì dalla stanza, non senza un’ultima occhiata al prigioniero.
Luna rimase in piedi, accanto al letto. Passarono alcuni minuti, finché Draco non le intimò “Vattene, lasciami in pace”.
Ma la ragazza sollevò le sopracciglia “Malfoy la tua aura splende”.
“Smettila con queste sciocchezze. Non ho voglia di ascoltare i tuoi vaneggiamenti, c’è già Nott che svolge degnamente questo compito”.
“Ma non capisci, Malfoy? Tuo figlio ti vuole. E’ lui che ti ha condotto fin qui e non per le ragioni che credi tu. Lui è puro e vuole suo padre, l’ha sempre voluto, e ora i tempi sono maturi” si sedette sul bordo del materasso “Io non posso sapere di Hermione e dei suoi sentimenti. Un tempo lo sapevo, sapevo che ti amava e ti voleva, aveva visto la tua anima e la voleva accanto. Un marchio, un disegno, non cambia l’essenza di una persona, ma questo lei non lo capiva, eravate giovani e c’era già la guerra” gli posò una mano sul braccio e ignorò il debole strattone, premette di più “E comunque, è Angel che vuole suo padre. Non dirmi, Malfoy, che quest’idea non ti esalta”.
Quando Draco finalmente si girò a guardarla, Luna vide gli occhi lucidi, il pallore glaciale, la mascella serrata. E sorrise appena “Non ignorare i tuoi desideri più profondi. Hai trovato tuo figlio”.
Si sollevò alcuni istanti dopo e lo sentì appena mormorare “Lei…lei non mi vuole più…” capì che tratteneva a stento lacrime di disperazione “L’ho già vista sparire… ho avuto paura” respirò a fondo “Ho ferito la sua dignità in modi…” scosse la testa al ricordo della prigionia di Hermione “…ma avevo paura di lei, di me e di cio’ che sentivo… C’è una parte qui dentro…” mosse la mano per toccarsi il petto, ma fu frenato dai lacci “… che la vuole e che mi tormenta… e poi c’è il resto… la guerra, l’odio, tutto il resto…”.
“Questo non conta più. Ci sei tu, c’è Hermione e vostro figlio. E la guerra ha le ore contate, Draco” fece Luna.
La guardò confuso “No, il signore oscuro mi troverà. Siete tutti in pericolo”.
“Lo siamo sempre stati” disse subito la ragazza “Non sei che una comparsa, una pedina, un burattino, come lo siamo stati tutti. Ma ora puoi cambiare le cose, generale” lo fissò “Trova il coraggio dentro di te”.

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Nott le aveva salvato la vita, di nuovo. L’aveva portata nel covo e ora le stava porgendo un bicchiere pieno a metà di un liquido ambrato e profumato. Le accompagnò gentilmente la mano e la guardò bere, poi disse “Hai fatto la cosa giusta, Granger” si appoggiò al tavolo ed incrociò le braccia sul petto “Fin dall’inizio, intendo. Se avessi avuto un figlio col mio peggior nemico anch’io l’avrei nascosto, dandogli un’altra possibilità. E lo sa anche Draco che è così” assottigliò lo sguardo “Lui non è più un mangia morte”.
Hermione non trattenne un risolino sarcastico “Ah, si… perché vi hanno cancellato il tatuaggio…”.
“No” la interruppe subito “Draco non ha mai scelto, veramente. E nemmeno io” sospirò “Figli di maghi, progenie di antiche casate, serpeverde per tradizione… immagino che tu non capisca, ma è stato così. Qualcuno ha scelto per noi e noi ci siamo adeguati. Siamo colpevoli di ogni cosa, ma la scelta non è stata nostra, all’inizio…”.
“Avreste potuto disertare” ringhiò lei senza riuscire a guardarlo.
“Il marchio ci avrebbe riportati da Lui, dal nostro padrone, che ci avrebbe ammazzato senza pietà e avrebbe ammazzato le nostre famiglie” fece Nott con voce appena percepibile “Naturalmente, questo non ci assolve”.
Dopo un momento, lei sussurrò “No, non vi assolve”.

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Il Signore Oscuro non trovò i disertori. L’espediente per cancellare il Marchio Nero funzionò e i combattimenti ripresero. I ribelli tentavano di arginare gli effetti degli attacchi ai babbani, sabotando i piani di Valdemort, rimasto senza generali e con le truppe allo sbando. L’esercito di Silente ottenne vari successi e nel giro di pochi giorni la guerra entrò in una fase di stallo. Nott e Zabini, dopo un’iniziale diffidenza, riuscirono a ottenere la fiducia del Comando e poterono partecipare alle azioni, mettendo a sevizio dei ribelli la loro esperienza e la loro conoscenza delle forze nemiche.
Draco rimase confinato nella sua stanza. Fu liberato dai lacci e gli fu consentito ricevere le visite dei suoi compagni di sempre, Nott e Zabini. Anche Luna lo andava a trovare tutti i giorni e portava con sé Angel. Il bambino aveva vinto le resistenze dell’uomo, costringendolo a chiacchierare, ad assistere alle sue magie e a partecipare ai suoi giochi. Draco non aspettava altro che le sue visite, sebbene non fosse ancora riuscito a mostrargli il suo affetto. Né abbracci né gesti affettuosi tra loro.
“Angel non ne ha bisogno” lo rassicurava Luna “Angel sa”.

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I maghi tornarono in dieci. Gli altri erano caduti sul campo, arginando l’attacco delle Forze Oscure. Il duello li aveva impegnati per due giorni, aveva sfiancato una parte e l’altra, ma l’esito era stato positivo. Molti civili babbani erano stati salvati dagli strali di Valdemort.
Draco sapeva della battaglia e sapeva che Hermione era fra coloro che stavano combattendo. Aveva trascorso le ore nella stanza come una tigre in gabbia, maledicendo il destino, impaurito che lei potesse cadere, lasciandolo solo ancora una volta, chiedendo continuamente notizie a Luna, che lo teneva informato. E così, quando i combattenti tornarono, Draco, chiuso nella sua stanza, smaniava per sapere. C’erano stati morti, e la Granger..?
Quando la vide ferma sulla soglia, ancora avvolta nella divisa da combattimento, i capelli scomposti, il viso fuligginoso, la bacchetta tra le dita, un masso scivolò via dal suo petto, il fiato si azzerò, temette di svenire. Era viva.
Si guardarono, e lei non distolse lo sguardo nemmeno mentre si chiudeva la porta alle spalle e vi si appoggiava, sfinita.
“La prossima volta lo ammazzo” mormorò respirando.
Non c’era bisogno di specificare. Draco la fissò, chiedendosi come aveva fatto a vivere senza di lei, senza poterla vedere tutti i giorni, tutte le ore del giorno, senza sapere che cosa facesse, dove fosse… Ma non trasparì nulla nel suo sguardo o nei suoi gesti. Si limitò a sussurrare “E’ stata una dura battaglia” la scrutò “Ma ne sei uscita”.
“Sono morti molti dei miei compagni” disse.
“… si…e ne sono dispiaciuto… ma tu… tu sei qui”.
Si fissarono a lungo. Draco teso come una corda di violino, lei impenetrabile. Per una volta, i ruoli si invertivano. Forse aveva detto troppo, Malfoy, e lei si sarebbe girata e sarebbe uscita per sempre, abbandonandolo al suo destino di prigioniero in attesa di giudizio.
Invece la sentì dire “Io non so che cosa sarà di noi” si fermò e riprese, senza aspettare la sua reazione “C’è la guerra, che sembra infinita, e tu devi essere giudicato. Io potrei morire in combattimento, una delle prossime volte. Ma c’è una cosa…” le parole parvero morirle in gola “… c’è una cosa che voglio, adesso, con tutte le forze, e sei libero di non credermi… Voglio che mi abbracci, Draco” la voce tremò.
Gli occhi sgranati, le braccia già tese, Draco coprì la distanza che li separava e obbedì, abbracciandola, e stringendola, immergendosi in quel calore che ricordava e che credeva perduto per sempre.
“Io non lo so che cosa accadrà…” iniziò Hermione ricambiando quella stretta, ma lui la interruppe “Shh… non importa… non importa, Granger”  la strinse ancora e più forte.
Fuori, a qualche metro dalla porta chiusa, Angel e Luna si allontanarono discretamente, le mani intrecciate e un sorriso sulle labbra.

   
 
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