Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Sana chang    01/03/2008    23 recensioni
E se un piccolo Harry, tra gli sconosciuti che lo salutavano per strada avesse incontrato anche un certo Messer Moony?
Genere: Generale, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: Harry Potter, appartiene a una certa J.K. Rowling o Bowling, non certo a me


QUELLA VOLTA CHE MI SI RUPPE LA CINTURA

Quando era più piccolo aveva sognato tante volte che qualche parente sconosciuto venisse a portarlo via, ma questo non era mai accaduto; gli unici suoi parenti erano i Dursley. Eppure gli sembrava che gli sconosciuti per strada lo riconoscessero.

- Harri Potter e la pietra filosofale - 

1985

 

La ragazza col cartellino rosso guardava verso di loro con uno sguardo che Harry decisamente non capiva.

Era al Supermercato insieme ai suoi zii, che camminavano davanti a lui tenendo per mano suo cugino, Dudley. Si poteva tranquillamente sostenere che più che essere loro a portarlo era il contrario, era, infatti, da quando erano entrati che li strascinava con tutte le sue forze per ogni scaffale del negozio, nel tentativo di riempire fino al soffitto il carrello con tutti i tipi possibili del classico “cibo spazzatura”.

In questo momento però stava urlando perché Zio Vernon non aveva abbastanza soldi dietro per comprargli la macchina dei gelati che, attualmente, sembrava la cosa di cui aveva più bisogno.

Forse era per questo che la signora dove si andava a pagare li stava guardando. In seguito posò lo sguardo anche su Harry e lui, quando se ne accorse, abbassò gli occhi.

Si vergognava abbastanza, anche se i vestiti che aveva quel giorno, erano i suoi preferiti. Aveva una camicia con una fantasia scozzese rossa che, come diceva Zia Petunia, lo faceva sembrare un bambino “di costituzione normale, invece che uno scheletraccio”.

Gli era stata passata da suo cugino, l’aveva usata molti anni fa, ora non ricordava esattamente quando, tuttavia era una di quelle che gli stavano meno larghe, infatti, le maniche erano state svoltate solo due volte. In compenso era piuttosto lunga, gli arrivava poco sopra le ginocchia, perfetta per coprire il rigonfiamento dei jeans, enormemente larghi, tenuti a malapena da una cintura logora che si era rotta già due volte e aveva aggiustato come poteva.

Alzando la testa guardò di nuovo suo cugino, che adesso stava prendendo a calci sua madre davanti ad un’attonita vecchietta.

La sua famiglia.

Arricciò istintivamente il naso, per poi sfregarselo con la mano, come se prudesse, e distolse lo sguardo.

Si portò le braccine dietro la schiena e iniziò a giocare con le mani un po’ sudate.

Avrebbe voluto sapere se lui aveva davvero una famiglia, oppure se l’avevano solo quei bimbi che vivevano con la loro mamma e il loro papà, ma sapeva che non doveva fare domande.

Non doveva chiedere niente di niente, ma soprattutto non poteva chiedere dei suoi genitori.

Credeva che prima del loro incidente avessero litigato con i suoi zii riguardo a delle cose che dovevano essere molto importanti, ma ovviamente non conosceva i dettagli.

Si allontanò dai suoi zii, e si mise a guardare con aria assente lo scaffale pieno di caramelle davanti a lui, pensando a quello che gli aveva raccontato Tommy, un bambino che andava all’asilo con lui, riguardo alla sua mamma e al suo papà, ovviamente prima di smettere di salutarlo dopo l’intervento di Dudley.

Forse non esisteva davvero una mamma che fosse buona come quella di Tommy, e lui aveva solo esagerato o forse gli aveva detto addirittura una bugia, forse, semplicemente, non gli piaceva crederlo.

Mentre puntava l’occhio su un tubetto enorme di Mars, con uno sguardo che sperava apparisse desideroso, ma che sapeva benissimo, sarebbe passato inosservato, giocava con la sua frangetta, decisamente troppo lunga.

Zia Petunia, non voleva fargliela tagliare di più, per evitare che si vedesse troppo la sua “orrenda cicatrice”, si passò quindi le mani tra i capelli, tirandoli su, tenendoli per qualche istante con le mani, nella speranza che non scendessero di nuovo sopra i suoi occhi.

“Ciao”.

Harry si girò di scatto, quasi inciampando nell’orlo dei pantaloni, e alzò la testa per guardare chi lo aveva salutato.

Era un signore molto strano, vestito con un mantello di colore marroncino chiaro, piuttosto vecchio, che, probabilmente anche lui aveva avuto di seconda mano da qualche suo parente.

Aveva dei segni rossi sul viso, come dei graffi, nonostante questo lo sguardo con cui lo guardava era dolce e allo stesso tempo emozionato, come di qualcuno che dopo tanto cercare, ha trovato qualcosa che aveva perso.

Harry rimase turbato dall’interesse dello sconosciuto e, abbassando il capo, rispose con vocina flebile: “...’iao”.

Poi, prendendo un po’ di coraggio e, lanciando un’occhiata ai suoi zii, che stavano armeggiando con dei soldi, disse: “Non posso parlare con gli estranei”.

Il signore davanti a lui sorrise per un attimo e poi gli rispose: “Hai ragione, ma io non sono un estraneo, ti conosco.”.

“Sì?”

“Sì, ti chiami Harry Potter, giusto?”

Ormai privo d’ogni timidezza, Harry gli rivolse un’occhiata stupita, guardandolo, come se lo vedesse per la prima volta.

Avrebbe voluto chiedergli molte cose, come faceva a conoscerlo, chi era, se aveva mai visto i suoi genitori, se era un parente, ma sapeva che non era buona educazione fare troppe domande.

“Chi sei?”, la domanda gli uscì dalle labbra senza nemmeno rendersene conto.

Subito dopo, imbarazzato dalla sua domanda e da quei pensieri, così poco educati, abbassò lo sguardo, arrossì, e iniziò timidamente a giocare con la fibbia della sua cintura, e lo scotch che cercava di tenerla attaccata.

“Mi chiamo Remus”.

Sembrava che questo Remus ci tenesse ad essere gentile con lui, senza che Harry ne afferrasse il motivo, lui era un adulto, non doveva essere educato con i bambini era il contrario.

Strap.

La fibbia della cintura, con la quale stava giocando, si ruppe, i pantaloni fecero per abbassarsi, ma Harry li prese in tempo. Mentre i resti della cinta giacevano nel pavimento, Harry, rossissimo in viso, cercava di trovare un modo per farli stare su, ma senza la cintura era un’impresa ardua.

“Aspetta ti aiuto” disse Remus.

Prese i resti della cintura e si girò, coprendosi alla vista di Harry col suo mantello. Borbottò qualcosa a voce molto bassa e poco dopo si voltò.

Aveva in mano la sua cintura, proprio la sua, completamente aggiustata.

Harry non sapeva cosa pensare, era ormai immobile che lo guardava con palese stupore.

Remus sorrise della sua sorpresa, s’inginocchiò e infilò la cintura nei passanti, poi la chiuse e Harry non poté fare a meno di pensare che l’aveva stretta al punto giusto, non come Zia Petunia.

Dopo si abbassò e gli risvoltò l’orlo dei jeans un paio di volte, finché non furono giusti per la sua altezza.

“Grazie” disse Harry, nonostante non sapesse perché questo Remus gli avesse aggiustato la sua cintura, ringraziare gli sembrava il minimo.

Poi in un lampo, passò nella mente di Harry un pensiero, o meglio un sogno, che aveva fatto molte volte e si ritrovò a domandargli: “Mi porti via?”

Remus lo guardò con occhi diversi, erano un po’ tristi, Harry pensava di averlo offeso con quella domanda e gli dispiacque, perché lui era stato molto gentile con lui.

“Mi dispiace Harry, non posso. Ma un giorno verrà qualcuno a prenderti”.

“Harry, vedi di muoverti, ci aspetta tuo Zio in macchina”.

La voce di Zia Petunia sembrò risvegliare Harry da una specie di trance, nella quale era rimasto praticamente tutto il tempo a bocca aperta, con la testa che esplodeva di domande non dette.

“Aspet…” tentò di dirgli, doveva saperne di più di Remus, di chi sarebbe venuto a prenderlo e quando, ma lei lo aveva già afferrato per un braccio e lo strava strascinando verso l’uscita, Harry allora si girò, per guardare un’ultima volta quella strana persona, ma era troppo tardi.

Il corridoio era vuoto.

 

 

Che dite...me lo lasciate un commentino??^^

 

   
 
Leggi le 23 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sana chang