Capitolo tre
Londra, Charing Cross Road. Pub il Paiolo Magico.
-“Cosa?! James, ragazzo mio, è ritornato con una ragazza?”- La testa
del vicepreside, Lumacorno appariva dentro il camino
di una delle stanze della locanda.
-“Si, una strega molto
portata in Incantesimi. È laggiù”- indicò la giovane sbalordita, seduta su una
poltrona nell’angolo della stanza.- “Daisy, avvicinati.”- la incitò.
Daisy scosse
energicamente la testa in segno di dissenso.
-“Non insista signor Potter, sarà spaesata, immagino.
Comunque, se sua madre era una strega è strano che non
abbia mai ricevuto nessuna lettera dalla scuola.”
-“Vivevano in un
luogo con altissime protezioni; un motivo plausibile.”
-“Forse, ma mi
stupisce il suo modo così avventato.”
-“Non aveva più
nessuno al mondo…e in un certo senso mi sento responsabile per lei.”
Si rattristò
nel sentire le parole del ragazzo. -Mamma…sono andata via dalla mia terra,
come volevi. Non so quanti anni ci vorranno, ma non mi arrenderò!Troverò mio
padre. Troverò quell’uomo di cui non conosco né nome
né volto…-
James
continuò ad informare il professore e si avvicinò a lei,prese
la mano per farle coraggio. -“Staremo al Paiolo Magico, fino alla conferma
della sua iscrizione dalla preside Mc Granitt.”
-“Va bene signor Potter, nonostante abbia vissuto
per sedici anni in un paese estraneo al Mondo
Magico, sarà ammessa favorevolmente ad Hogwarts.”-
Il volto di Horaze Lumacorno
svanì in mezzo al fuoco del camino.
Il giorno dopo James, accompagnò la giovane a Diagon
Alley, passando dal retrobottega del Pub.
Rimase affascinata
e stupita dal mondo che le si parava davanti agli occhi: vetrine vivaci e
colorate,pullulanti strade piene di vita, gente vestita con strani abiti
stravaganti ma non erano affatto ridicoli. Dietro le vetrine c’erano esposte
scope di vari modelli, in un’altra si trovavano animali di ogni
natura, un negozio di libri dove abitualmente gli studenti acquistano i libri
di testo magici:Il Ghirigoro. Poi si trovarono davanti ad una sartoria, quella
di Madama McClan, disse James;
accanto ad essa, il negozio di Olivander,
dove si acquistavano le prime bacchette.
Volle tenere
la bacchetta che apparteneva alla madre e decise di non sceglierne una nuova.Il ragazzo capì, e terminarono il giro nel negozio di
scherzi magici -Tiri Vispi Weasley- da suo zio, George.
La ragazza rimase
sbalordita: bacchette trabocchetto, piume della varietà Autoinchiostrante,
Autocorreggente e Rispostapronta,
Sognisvegli Brevettati, il Cannocchiale Tirapugni e Puffole Pigme. Erano tutte
invenzioni di George e del suo defunto fratello
gemello Fred.
Acquistarono dolci
e leccornie di tutti i tipi e ritornarono alla locanda per mangiarle.
Le ore
passavano, ma nessuna notizia dalla scuola. Nell’ attesa Daisy decise di andare
a vedere la casa dei nonni, l’indirizzo lo trovò tra i vecchi documenti della
madre . James rimase in
locanda aspettando notizie da Hogwarts. Non avrebbe
voluto lasciarla sola in giro in una città sconosciuta, ma lo tranquillizzò,
affermando che era capace di cavarsela.
Invece, fu
difficile trovare l’abitazione: non era abituata a vivere in una grande metropoli chiassosa, ma chiese ai vari passanti e
riuscì nell’intento.
Una piccola casa a
due piani con giardino… Aveva l’aspetto malandato, disabitata da parecchio
tempo .La madre aveva trascorso la sua infanzia tra quelle mura; i suoi nonni,
che non aveva mai conosciuto si prendevano cura del giardino, ormai pieno
di erbacce e sterpaglie. Sentì una grande
tristezza quando varcò il cancello di legno.
La porta
principale della casa si schiuse. Una donna anziana, vestita in modo elegante
si affacciò. Fissò il volto di Daisy. Esternando un senso di fastidio la donna
si avvicinò:-“ Cosa ci fai nella mia proprietà?”
Riluttante, spiegò
che la casa era un tempo della madre. L’anziana donna sgranò gli occhi: “Mi
sembrava che avessi un aria familiare…mi chiamo Phoebe Glendower ”- invitò la
ragazza dentro casa.La fece accomodare nel divano.
-“Così, anche tu sei come tua madre…come quella svitata?!”-
l’apostrofò la donna.
-“Come…?”- Daisy
non riusciva a capire il perché di tanta ostilità.
-“Senti ragazza,
conoscevo i tuoi nonni, mi sono occupata di loro, fino alla morte. Persone
perbene che hanno avuto la sfortuna di avere come figlia un
ingrata che li ha abbandonati. Loro l’amavano, ma decise di andare via,
lontano da tutti e far nascere una bambina dalle origini sconosciute come te.”-
-“Una bambina dalle origini sconosciute…?”- ripeté Daisy.
-“Ti ha voluto
partorire all’Estero, quella sciagurata! Nessuno sa di chi sei figlia. E’
sempre stata così, sin da quando era piccola. Ha
sempre voluto fare ciò che voleva,senza preoccuparsi
degli altri! E i suoi genitori? Erano entusiasti di
avere come figlia una…mezza matta!”- si accese una
sigaretta con noncuranza.
-“Mia madre non era
matta come crede! Era una grande donna!”- irruppe
Daisy: - “Per quanto riguarda mio padre, si amavano
sul serio! Perciò la mamma…”
-“Vediamo se è
vero!”- interruppe la donna.
Uscì dal salotto e
ritornò con una scatola di scarpe. L’aprì e buttò sul tavolo varie foto, dove
le immagini si muovevano da sole.- “Queste sono le
strane foto che mandava qui. Le ho trovate nella sua vecchia camera; le ho
conservate fin ora, senza un motivo. Probabilmente, fra queste, ci sarà anche
la foto di tuo padre. Soprattutto questi tre che vengono
ritratti con lei.”-
La ragazza diede un
occhiata alle foto indicate. Erano tre ragazzi giovani con
delle divise di una scuola,forse quella di Hogwarts.
-“Questo è tutto.
Non so se potrai fartene qualcosa di questo materiale…ora è meglio che vai.”-
Si alzò dal piccolo divano, insieme alla ragazza,
incamminandosi verso l’uscita della casa. Daisy raccolse tutte le foto e
uscirono nuovamente in giardino.
L’anziana donna si rivolse a lei per l’ultima volta: - “Fatti coraggio
ragazza…Addio.”-
Phoebe
Glendower la lasciò sola, con una nuova ferita
nel cuore.
Ritornò al Paiolo
Magico che era quasi buio.
-“Daisy!”-James le andò incontro quando
varcò la soglia:-“Come è andata?”- Le chiese stringendola tra le braccia.
-“…Dopo essere
stata per un po’ davanti alla casa …sono andata in giro per la città, non mi
sono resa conto del tempo che passava.. .”-mentì nascondendo la busta con
all’interno le foto.
Quella
stessa sera, si presentò alla locanda il guardiacaccia e custode delle chiavi
di Hogwarts,Rubeus Hagrid.Un gigante con una barba lunga e incolta che lo faceva
apparire pericoloso.
-“James! Porto notizie dalla scuola!”- Con un enorme sorriso gli porse una lettera sgualcita.
Il ragazzo aprì la
busta e lesse il contenuto della pergamena:- “
hanno accettato la tua iscrizione ad Hogwarts!”-
Prese la ragazza in braccio e la fece girare con entusiasmo,
contagiando anche lei: finalmente, dopo lungo tempo, le apparve sul volto un
aperto sorriso.
Credits:Tutti i
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