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Autore: shallweliquefy    27/08/2013    0 recensioni
"...and it's hard to dance with a devil on your back, so shake him off"
Una gita. Una ragazza di 18 anni. Nessuna preoccupazione. Una sola notte per cambiare tutto ciò...E un grande fardello da portarsi dietro.
Una storia, per raccontarne mille altre.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Apro gli occhi. Le cifre digitali della mia sveglia mi informano che sono le 4.30 del mattino.
Mi alzo di scatto.
È oggi, penso.
Mi guardo intorno. Alla mia sinistra c'è la valigia, strapiena, che sembra quasi chiedere pietà.
Non è colpa mia se a Praga ci sono -18°. Mi devo coprire per bene, non voglio mica morire congelata.
Praga...Aspetto questa gita da mesi. L'ultima occasione di divertirmi con la mia classe, prima dell'esame di maturità. Peccato che abbiamo scelto il periodo più freddo dell'anno per andarci.
Accendo la luce del bagno, ed evito di guardarmi allo specchio. So già che ciò che ci vedrei non mi piacerebbe affatto.
Entro velocemente in doccia, dopo essermi asciugata mi pettino i capelli con vigore mentre lavo velocemente i denti.
Sono una fanatica del make-up, quindi mi armo di pennelli e spugnette e inizio a stendere strati di colore sul viso, sugli occhi e sulle labbra, in modo da avere un aspetto presentabile.
Ora mi guardo allo specchio, e mi scappa un sorriso.
Ora sì che ti riconosco.


Mio padre e mia madre sono già svegli, mi accompagnano loro all'aereoporto. Mio fratello, invece, è ancora lì che ronfa.
Arriviamo lì alle 5.30, e molti dei miei compagni sono già lì.
Dopo essersi accertati che non manchi nessuno, le professoresse si avviano verso il check-in.
Mi giro verso i miei, e li abbraccio forte.
«Allora, ci vediamo Venerdì» dico sorridendo.
Mia madre annuisce e inizia con le sue mille raccomandazioni, ma mio padre la interrompe quasi subito.
«Vai, sennò rimani indietro. Scrivici quando atterri»
Mi avvicino al resto della mia classe, e inizio a chiacchierare con le mie future compagne di stanza, Maria, Anna e Gaia.
«Flo!»
Qualcuno alle mie spalle mi chiama, e di certo non è una di loro. È una voce profonda, calda e rassicurante. Mi giro.
«Ciao, Massi»
Massimo, nel suo imponente metro e ottanta, si avvicina, con gli occhi azzurri che quasi gli brillano.
Siamo sempre stati molto legati, è uno dei miei migliori amici, anche se ultimamente i rapporti si sono un po' raffreddati, e non capisco perché.
Ok, diciamo che FORSE è perché ho l'impressione che si sia preso una cotta per me e sto cercando di allontanarlo il più possibile. Forse. Beh a dirla tutta non sono neanche convinta di piacergli, si comporta così con tutte, è solo che c'è qualcosa in lui che...
«Allora, sei pronta? Sarà una grande gita, questa» mi dice, strizzandomi l'occhio.
Ci metto qualche secondo a capire che si sta riferendo alla mia grande “esperienza”.
Ebbene sì, io, Floriana, ho deciso per la prima volta in vita mia, arrivata alla soglia dei miei diciannove anni, di provare a fumare erba. E lui, più esperto di me, mi avrebbe aiutata. Mi fido molto di Massi, e sapevo che non mi avrebbe mai messa in pericolo.
Superiamo i controlli di sicurezza, e ci imbarchiamo sull'aereo.


Quando riprendo conoscenza, siamo già atterrati. Sara, la mia vicina di sedile, si sta affannando per recuperare lo zaino dalla cappelliera sopra la sua testa.
«Spostati» sibila.
Che personcina simpatica.
Mi infilo velocemente il mio cappotto, e scendo insieme agli altri.
L'aria gelata di Praga mi colpisce in pieno volto, come un ceffone.
Una volta ritirate le valigie, lasciamo l'aeroporto e saliamo sulla navetta che ci avrebbe portati in hotel. Mi ritrovo vicino a Gaia, e vedo Massimo che si gira a sorridermi da un paio di file più avanti.
«Sbaglio o Mister Occhiblu ci sta provando con te?» mi sussurra la mia amica nell'orecchio.
«Sbagli. Decisamente.» replico secca, per poi alzare il volume della musica che stavo ascoltando.
Tanto per chiarire che la conversazione è chiusa, ecco.
Arriviamo in albergo, giusto il tempo di posare i nostri bagagli ed eccoci qui, a Praga, con il freddo di Gennaio. Devo riconoscere che è meglio di quanto mi aspettassi. Giriamo per le strade della città vecchia, ma io ormai la guida non l'ascolto nemmeno più. Piazza Venceslao mi ha stregata.
Continuiamo a girare per le vie di questa città fino a dopo cena, quando finalmente rientriamo in albergo.
La cena a base di zuppa di patate e verdura varia è stata molto soddisfacente, soprattutto perché irrorata da boccali enormi di birra chiara del luogo.


Io e le mie compagne di stanza rientriamo stremate e un po' brille, e ci buttiamo sui nostri rispettivi letti, finché qualcuno non bussa alla porta.
Poiché nessuno accennava ad alzarsi (e poiché quel rumore fastidioso era decisamente incompatibile con la quantità di alcool nel mio sangue), mi alzo e vado ad aprire.
Naturalmente, mi trovo di fronte il sorriso genuino di Massi.
«Ma state già dormendo? Che noia che siete!»
«Ci abbiamo provato. Poi sei arrivato te.» mi costringo a sorridere leggermente, per non sembrare troppo acida. Lui, comunque, non fa una piega.
«Senti...Noi abbiamo comprato un po' di roba. Sembra veramente buona, credo che dovresti provarla. Venite in camera nostra, gli altri hanno già portato materassi e coperte, ci stiamo attrezzando per dormire lì. Siamo nella 315, sbrigatevi o non troverete più nulla» mi sorride, e se ne va.
Richiudo la porta senza far rumore, e faccio un respiro profondo.
Il cuore batte all'impazzata e mi tremano le mani, sono decisamente nervosa.
Per l'esperienza che stai per fare, o per Massi? Sussurra quella stronza della mia coscienza, ma no, non era per lui.
Le mie compagne hanno già preparato la loro roba, e in men che non si dica ci ritroviamo davanti ad una porta di legno laccata di bianco, con un grossa placca di metallo che ci indicava che eravamo al posto giusto. Stanza 315.
Gaia bussa tre volte, piano.
Altro respiro profondo.
Ci siamo.






~ ~ ~

È la mia prima storia, sono accette qualsivoglia tipo di critiche. Mi aiuterebbero molto!
  
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