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Autore: shallweliquefy    23/09/2013    0 recensioni
"...and it's hard to dance with a devil on your back, so shake him off"
Una gita. Una ragazza di 18 anni. Nessuna preoccupazione. Una sola notte per cambiare tutto ciò...E un grande fardello da portarsi dietro.
Una storia, per raccontarne mille altre.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Massi ci apre la porta, sorridendo come al solito.
«Ce l'avete fatta! Entrate pure»
Io e Gaia ci guardiamo, ed entriamo nella 315. Le altre due hanno preferito rimanere in camera a disfare le valigie.
Nella stanza ci sono altri tre nostri compagni di classe.
C'è Mattia, che conosco dalla prima media. Simpatico e disponibile, è uno dei miei amici più cari.
C'è Giacomo, arrivato nella nostra classe due anni fa. È una persona piacevole, ci prendiamo spesso in giro e mi trovo molto a mio agio con lui.
C'è Valeria, una delle più belle della nostra classe. Nonostante sia piccolina, ha un fisico pazzesco, seno abbondante e vita strettissima. Una di quelle che non puoi non odiare, insomma.


La puzza di fumo è tantissima. Giacomo e Mattia sono seduti vicino alla finestra, e stanno preparando ciò che ad occhio inesperto potrebbe sembrare una sigaretta artigianale, un “drummino”, se non fosse per le cartine lunghissime e il tritaerba appoggiati sul letto.
«Stiamo preparando un purino», ci informano.
Gaia non sembra per niente convinta, le sopracciglia curatissime sono corrugate, conferendo un'espressione perplessa al suo volto pulito.
«Un purino?»
Il mio sguardo passa da Massi a lei, ripetutamente. Sono confusa.
«Cosa sarebbe un purino?» azzardo.
Tutti nella stanza si girano a guardarmi, con quell'espressione alla “aw, guardate la piccola Flo quanto è ingenua”.
Stavolta è Mattia a prendere parola.
«Un purino è una canna fatta praticamente solo di erba. C'è giusto una punta di tabacco, per evitare di doverla riaccendere ogni due secondi.»
«Beh, meglio no? Se c'è meno tabacco farà meno male e...»
Sono costretta ad interrompermi. Gaia e gli altri stanno trattenendo a stento le risate.
«Sai Flo...» inizia lei «Se c'è meno tabacco vuol dire che c'è più erba. Il che vuol dire che farà molto più effetto.»
«Oh»
Giacomo si alza di scatto.
«È pronta!»
Ci avviciniamo tutti alla finestra. Giacomo accende la canna, e tira un paio di boccate prima di passarla a Mattia, che fa lo stesso.
Nella stanza c'è una puzza di fumo incredibile. Dalla finestra spalancata si vedono figure nere indistinte che passeggiano per i vicoli di Praga, tutti stretti nei propri cappotti, più o meno costosi.
Il gomito di Massi nel mio fianco interrompe i miei pensieri.
«Dai, prova. È buona» dice con voce rauca.
Prendo in mano l'involucro di carta e marijuana.
Mi sento un'impedita completa, mi sembra quasi di non sapere da dove cominciare, nonostante io abbia fumato tabacco per diversi mesi.
Avvicino il filtro alle mie labbra, sperando che nessuno si accorga della mia mano tremante.
Faccio un tiro decisamente troppo lungo, e la gola inizia a bruciarmi in maniera incredibile. Inizio a tossire, con gli occhi che mi lacrimano. Gli altri continuano a passarsi la canna.
«Beh a me non sembra stia facendo effetto. Magari vi hanno dato una fregatura.»
«Devi avere pazienza» mi spiega Valeria, gli occhi fissi su un punto indefinito fuori dalla finestra «Dopotutto hai fatto un solo tiro.»
Sì gira verso di me, con quegli occhi da gatta che mi trapassano da parte a parte. Massi mi passa di nuovo lo spinello.
Faccio un altro tiro, questa volta molto più corto. Passo la canna a qualcun altro, e mi siedo sul letto.
A poco a poco, i contorni dei mobili della stanza iniziano a farsi sempre più indefiniti. Mi sento la testa pesante.
Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi.
Pessima idea. Sembra di stare sulle montagne russe.
Li riapro quasi subito, anche se in realtà ho perso completamente la percezione del tempo e non saprei dire con esattezza quanto tempo è passato. Dieci minuti? Quindici secondi?
Il mio stomaco brontola, abbastanza forte perché tutti lo sentano.
«Ecco i primi segni della fame chimica» ridacchia Gaia.
«Guarda sul tavolo, abbiamo preso una scatola di barrette kinder» stavolta è Giacomo a parlare.
Cioccolato. Ottimo.


Mi avvicino al tavolo al centro del salone, barcollando. Mi siedo sulla prima sedia che trovo, ed inizio a scartare le barrette.
Mentre ne addento una, mi scappa da ridere.
La risata diventa sempre più fragorosa, e prima che potessi capire cosa stava succedendo (o perché stessi ridendo) mi trovo accasciata sul tavolo con le lacrime agli occhi per le risate. Quasi non riuscivo a respirare.
«Oh mio dio, guardate Floriana! È fattissima!» sento dire da qualcuno. Chi, non importa.
Continuo a ridere per un tempo che mi sembra infinito, finché non vengo interrotta dalla voce di Gaia.
«Beh, è stato divertente, ma sono esausta. Credo di andare a dormire nella 310, sono praticamente tutti lì. Ci stiamo organizzando con coperte e materassi, voi venite?»
Mi alzo di scatto, seguita da tutti gli altri. Proprio quando stavo per uscire dal corridoio, sento Massi afferrarmi un braccio. Mi giro, e per un attimo mi incanto a guardarlo.
Floriana riprenditi, cazzo!
«Dormiamo vicini? Giuro che non russo!» Massi sorride.
Cazzo, no. Perché deve rovinare tutto così? Non posso dormire vicino a lui, non vorrei che si facesse un'idea sbagliata...Non posso mettermi in una posizione così scomoda!
«Ehm, mi farebbe piacere, però avevo già detto a Gaia che avrei dormito vicino a lei. Sai com'è fatta»
Per un attimo, gli si riesce a leggere la delusione in faccia. Poi mi sorride di nuovo.
«Certo, non ti preoccupare»
Cazzo, mi sento una vera merda.
Entriamo nella 310, e io mi sistemo su un materasso, tra Gaia e Giacomo.
La testa mi gira tantissimo, e con le luci spente mi sembra di trovarmi su una di quelle giostre che fanno giri della morte e cadute in picchiata, una sensazione orrenda.
Nonostante ciò, la stanchezza si impossessa presto di me, a cado in un sonno profondissimo.
Inizio a tornare lentamente a galla, dopo un lasso di tempo indeterminato, ma c'è qualcosa che non quadra.
Sento una strana sensazione, non riesco a capire cos'è, evidentemente il THC sta ancora facendo il suo effetto.
Poi, d'un tratto, inizio a mettere a fuoco ciò che stava succedendo.
E mi si gela il sangue nelle vene.

  
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