Tsunade
fissò incredula i volti delle persone davanti a lei. Non
poteva essere vero.
Era spaventoso, era… era un incubo! Fissò i tre
copri fronte davanti a lei e
strinse i pugni. Prima Sasuke, ora le due Hyuuga e Konohamaru, dove
diavolo
aveva sbagliato?
<Lasciatemi…>
una supplica. Kiba, davanti a lei strinse i pugni e, Naruto scosse la
testa
incredulo.
<Lasciatemi!>
Urlò la donna con tutto il fiato che aveva in corpo. Sakura
afferrò Naruto,
Sai e Lee e li
trascinò fuori, conosceva Tsunade e
sapeva quando era il momento di battersela. Asuna seguì la
giovane con sguardo
vuoto, suo figlio aveva tradito il suo villaggio, eppure
l’unica cosa che
importava al padre era che sopravvivesse, o da ninja o da munkenin.
Kiba
imprecò sottovoce. Hinata era la sua ragazza e lui, non era
stato neanche in
grado di proteggerla. Non voleva crederci che lei se ne fosse andata di propria
volontà, come sostenevano gli altri. Loro
insieme erano felici. Non importava se non c’erano segni di
scontro nella
camera della sua ragazza. Lei non l’avrebbe mai lasciato. Lei
lo amava. Ma era
davvero così? Cadde in ginocchio, ma si sentì
prendere da delle braccia forti. Shino
l’aveva afferrato prima che toccasse terra.
L’allevatore di insetti gli si
avvicinò all’orecchio e sussurrò:
<Non
dare troppo peso a questa storia Kiba. Hinata è una ragazza
forte e
incredibilmente bella. Non è il primo colpo che la vita le
riserva, e forte e
sopravviverà. E forse, un giorno la rivedremo…ma
ricorda sempre che lei non
avrebbe voluto che tu ti riducessi così. Combatti Kiba,
fallo anche per lei e
vivi.> Detto questo, Shino afferrò per le ascelle il
padrone di Akamaru e,
lo trascinò fuori dall’ufficio di Tsunade seguito
da Kurenai, che era
semplicemente sconvolta. Shikamaru passò un braccio intorno
alle spalle di Ino,
che si strinse al suo petto alla ricerca di calore. Choji
sospirò, guidando i
due compagni di squadra ancora avvinghiati, fuori dalla porta. Ten ten
si
avvicinò a Neji,da quando era arriva la notizia della fuga
delle due giovani Hyuuga
non aveva ancora mosso un muscolo ne detto una parola. Lei gli
sfiorò una
spalla per farlo girare, ma lui parve non accorgersene, fissava negli
occhi l’Hokage
serbando dentro di se una muta accusa che non osava esprimere. Gai
uscì
accompagnato da Kakashi. Borbottavano qualcosa scuotendo la testa ma a
la
moretta non importava, lei voleva solo lenire il dolore del compagnoni
squadra.
L’’ufficio era praticamente vuoto tranne i due
giovani, Tsunade e Jiraya
nascosto in un angolo. Anche Shizune se n’era andata. Neji
ridusse gli occhi a
due fessure e poi, prendendo per mano una sconvoltamente felice Tenten,
uscì
sbattendosi la porta alle spalle. L’hokage si prese la testa
tra le mani,
respirando sempre più forte e profondamente, prima di scoppiare in
lacrime.
<
Tsunade… > Jiraya la fissava con tenerezza.
<Perché
non te ne sei andato!> ringhiò lei.
<
Sai> continuò lui come se non l’avesse
sentita< sei sempre stata una
donna incredibilmente forte, so che puoi farcela anche stavolta>
le sorrise
incoraggiante. Lei si alzo dalla sedia avvicinandosi a lui.
< Non
posso più farcela da sola…>
sussurrò. Lui allungò la mano e le accarezzo il
volto, dolcemente.
< Si
che puoi, sei sempre stata sola ma non se mai crollata.> La
guardò con gli
occhi pieni di tenerezza, e la donna, gli si butto tra le braccia
singhiozzando. E lui la strinse a se. Perché Tsunade era
sempre stata sola, ma
quella notte, per un eccezione o forse, per un errore lei non lo
sarebbe stata.
Perché c’era lui con lei.
Tenten seguiva Neji stupita. Non sapeva dove andava, ne perché lui la portasse con se. Eppure, l’unica cosa di cui era certa era che lui non lasciava la sua mano. Finalmente il ragazzo smise di camminare, alzò lo sguardo al cielo e una lacrima gli scivolo sulla guancia.
<Neji…> Tenten lo fissava con sguardo triste. E lui si riscosse. Che rendesse infelice se stesso era una cosa, ma lei no, lei era troppo importante. Si asciugò gli occhi e si girò per andarsene. Sempre freddo. La mora rimase ferma lì accanto a un ciliegio in fiore, che neanche aveva notato. Sempre controllato.
<Neji > una supplica. Ma lui non le diete peso. Sempre razionale.
<Voltati maledizione!> Urlò la ragazza. E lui si voltò. I lunghi capelli castani mossi dalla brezza. Gli occhi madreperlacei che la fissavano intensamente. Bello come una statua e quasi altrettanto freddo. Si avvicino alla cinesina e, senza che lei avesse il tempo anche solo di pensare, la baciò. Con rabbia, con passione, con calore. Perché erano quelle le emozioni che lo scuotevano nel profondo e che, non rilevava mai. Lei lo fisso incredula perdendosi in quel bianco indimenticabile. Lui si voltò e senza una parola, senza un sorriso se ne andò. Tenten cadde a terra, gli occhi sbarrati. Dimenticami. L’unica cosa che il freddo Hyuuga gli aveva detto prima di voltarle le spalle. Come poteva dimenticarlo?
<Neji!!!> Un urlo che non arresto i passi del giovane anzi li trasformò in corsa.
<Nejjjjjjjjiiiiii!> L’eco delle urla di Tenten scandiva i passi della sua corsa e smorzava i battiti del suo cuore. Dimenticami…
Ino era ancora abbracciata a Shikamaru quando arrivò vicino a casa sua. Si poteva dire tutto tranne che quel contatto la spaventasse anzi, per la prima volta dopo che Sasuke se n’era andato, si sentiva davvero bene. Davvero felice. Tutto a un tratto Shikamaru la lasciò. Lei gli rivolse uno sguardo interrogativo e lui borbotto qualcosa che suonava vagamente come Inochi, il nome di suo padre. La biondina sorrise maliziosamente.
<Ti credevo più maturo Nara e soprattutto meno sporcaccione.> Lui inarco le sopracciglia.
<Non capisco a cosa ti riferisci Yamanka> disse con occhioni dolci.
<Ah no? > disse lei con voce dolce avvicinandosi con passo seducente<Solo chi ha la coscienza sporca a paura di mio padre, pensieri peccaminosi eh?> e ammiccò. Come non farli? pensò lui osservando il ben di dio che aveva davanti.
<Ti sbagli, una donna come te non suscita nulla in uno come me> buttò lì con finta noncuranza< E poi le donne sono una seccatura> aggiunse.
<Ah si?> Ino sorrise avvicinandosi ancora< Vediamo se riesco a farti cambiare idea > sussurrò al suo orecchio, strusciandosi sensualmente contro di lui. Shikamaru aveva cambiato idea, ma non gliel’avrebbe mai detto. E cercò di controllarsi.
<Cambiato nulla?> domandò la bella ninja.
<Assolutamente niente.> proclamò il giovane cercando di sembrare controllato. La ragazza gli baciò la guancia, prima di urlare a squarciagola.
<Papà aiuto mi vogliono violentare!>
<Ma cos..?> Il giovane
Nara, che era dotato di un
ottimo cervello, capì fin troppo presto lo scherzo giocateli
dalla compagna. Si
diede giustamente alla fuga imprecando contro
< Shika> le urlò dietro lei.
<Che vuoi seccatura?!> domandò senza smettere di correre.
<Ci vediamo> disse lei mandandogli un bacio con la mano. Puoi giurarci pensò lui. Infodo quel giorno non era poi così male.
Dopo aver accompagnato a casa Lee e Sai, Naruto e Sakura camminavano uno affianco all’altra. Il giovane si divideva fra due sentimenti contrastanti . Era felice di essere solo con la rosa, ma non riusciva a levarsi dalla testa l’immagine di Hinata. Non poteva credere che se ne fosse davvero andata. Non la ragazza dolce e silenziosa che conosceva. Non la spigliata ragazza di kiba che arrossiva quando la vedeva. Era arrivato a casa si volto verso la compagna e le sorrise.
<Grazie di avermi accompagnato. Non sai quanto mi ha fatto piacere> disse sinceramente. Il biondo si volto e si diresse verso la porta della sua abitazione. Era praticamente entrato, quando la ragazza prese la sua decisione.
<Naruto, posso parlarti un attimo> Il biondo la guardò con aria interrogativa , ma accettò volentieri. Infondo era della donna dei suoi sogni che stava parlando. Si avviarono verso il bosco parlando del più e del meno. La ragazza attende3va il momento buono. Attendeva l’attimo in cui Sakura Haruno sarebbe tornata a vivere.
Un anno dopo….
Una ragazza camminava in un giardino affiancata da un giovane da i lunghi capelli neri raccolti in una coda e gli occhi del medesimo colore.
< Ma dove cazzo si è cacciata mia sorella?> domandò più a se stessa che al suo compagno la fanciulla, mentre scansava le piante che crescevano indisturbate. L’uomo scosse la testa.
< Ma non ti hanno insegnato l’educazione quelli snob con cui sei cresciuta?>
<Fanculo Itachi!> Proclamò Hanabi. I capelli castani si erano ulteriormente allungati, ed erano raccolti in una coda bassa, tranne le immancabili ciocche a coprirgli gli occhi bianchi truccati pesantemente di rosso. Indossava un Kimono nero tagliato al ginocchio, con le immancabili nuvole rosse. Le unghie delle mani erano macchiate del medesimo colore del trucco per gli occhi. Itachi osservava la figura che aveva accanto. Era cresciuta parecchio da quanto l’avevano rapita.
<Sai,ti sei in carinita > buttò li il ragazzo. Lei si fermò sbiancando. Da quando l’avev incontrato il maggiore degli Uchia dominava i suoi sogni. Lui rise osservando l’espressione della giovane. Poi prese a correre incurante della vegetazione. Sapeva dove trovare Hinata, al lago.
<Stronzo> la voce di Hanabi, risvegliata dallo shock, gli giungeva da lontano. Si fermò di fronte a una pozza d’acqua, che un tempo era stata molto bella . La maggiore delle Hyuuga era lì. I lunghi capelli neri assumevano al sole dei riflessi bluastri. Al contrario della sorella, lei li portava raccolti in una lunga treccia, tranne due ciocche lunghe fino al seno che le incorniciavano il viso insieme alla frangia. Gli occhi di perla fissavano l’acqua, la matita nera gli donava profondità. Anche lei portava un Kimono nero, ma era lungo fino ai piedi e, aveva un profondo spacco laterale che arrivava fino alla fine della coscia. Inoltre le lasciava scoperte le spalle nivee. La fanciulla carezzava il manto dell’acqua con la mano, osservando le piccole increspature che provocava sulla superficie del lago.
<Ciao Itachi> sussurrò con voce dolce.
<Hinata> disse lui
chinando il capo, in segno di
rispetto. Si fissarono a lungo negli occhi con sentimento. Erano stati
amanti.
Ma non erano complementari. Lei si passò la mano sul collo,
con lentezza
esasperante. Si spostò la lunga treccia nera da dietro la
schiena alla spalla
destra e si alzò. I due si fissavano negli occhi. Ora che si
era alzata, era
visibile
<Mi cercavate> domandò ingenuamente lei arrossendo un poco.
<Si, volevamo sapere se ti andava di partecipare ad un kai.> Lei annuì.
<arrivo subito, chi inizia?> chiese.
<Pensavamo di iniziare io vs te > Lei sorrise.
<Perché no? Pronto a perdere?>
<NBon ci sperare ragaz…> Non finì la frase che Un alquanto incavolata Hanabi si piazzo tra i due.
<Itachi sei uno Stronzo!> urlò< Uno stupido maschio, idiota, egocentrico, bastardo, ciao sorellona, coglione e..> Hinata era abituata ormai alle scenate tra quei due. Da quando lei e il maggiore degli Uchia avevano interrotto la relazione, era iniziato a nascere qualcosa tra sua sorella e il suo ex ,ne era sicura. Ma non le dispiaceva.
< Ciao sorellina> disse< Io vi precedo ci vediamo quando avete finito di amoreggiare…> detto questo sparì, raggiungendo gli altri membri dell’Akastuki
Allora che ne dite? Ho strapazzato un po’ la coppia Neji Ten ma c’è un motivo. Non so se avete intuito che Sakura vuole chiederlo a Naruto…cosa gli risponderà il biondiono? Lo saprete nel prossimo capitolo! Il kai è un termine che ho inventato io…poi vedrete…comunque scusate se ieri non ho aggiornato ma sono andata allo stadio in tribuna, quella blu!! E la roma ha vinto…ovvio c’ero io a portargli fortuna….vabbè per la cronaca i commenti non mi fanno schifo..uno ogni tanto potreste lasciarlo..ora devo andare a pranzo baci e un grazie speciale a la mia commentatrice e lettrice preferita mart!!!Grazie di cuore…