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Autore: S_Nity    02/03/2008    3 recensioni
Cosa succederebbe se all'improvviso quattro geni del computer venissero trasformati in dati ed inviati in rete? E se per sbaglio qualcuno li facesse entrare in EFP e, per uscirne, dovessero avventurarsi in qualche storia ed affrontarla, finchè da qualche parte non trovano una specie di portale? Ma prima o poi riusciranno a cavarsela...forse! ^___^
Genere: Azione, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La biondina era a terra; aprì gli occhi e li batté ripetutamente cercando di mettere a fuoco l’ambiente circostante, con scarsi risultati

La biondina era a terra; aprì gli occhi e li batté ripetutamente cercando di mettere a fuoco l’ambiente circostante, con scarsi risultati. Di certo non era aiutata dalla scarsissima luce presente. Con le mani tastò il terreno alla disperata ricerca degli occhiali. Le sue dita incontrarono vari ramoscelli prima di trovarli. Li pulì un po’ dalla terra e li indossò.

-Rotti…- Gemette esasperata quando si accorse che vi era una lunga crepa sulla lente sinistra. –Pace, dovrò arrangiarmi così-.

Si rimise in piedi e osservò meglio attorno: l’oscurità celava agli occhi la maggior parte di quel luogo, riusciva a vedere ben poco… quelle pietre levigate e dritte… erano forse…

-TOMBE???- Gridò a sé stessa, in preda ad un attacco di panico. Girò due volte su di sé, cercando di guardare in tutte le direzioni contemporaneamente. –Questo vuol dire che sono in un…-

-Cimitero?- Concluse per lei una figura nell’ombra. –No, tu non sei in un cimitero. Sei nel mio cimitero.-

La sagoma fece un passo avanti. Aveva il volto coperto e non lasciava intendere nulla di buono, ma la ragazza fu lo stesso rassicurata di una presenza umana in quel posto.

-Chi…chi sei?- Chiese provando a farsi coraggio.

-Io… io sono… il becchino!- Un ghigno affiorò alle sue labbra.

-Ma tutto questo io l’ho già visto… Bloody Hell? Possibile che sia davvero la fan fiction di Devil??- Una volta presa consapevolezza del fatto, prese la parola –Io sono Angela. Senti… becchino… ho bisogno del tuo aiuto per uscire da qui-

-Vieni- Disse lui con un cenno della testa e cominciando a camminare.

La ragazza corse per qualche metro e si affiancò a lui. I due proseguirono così, camminando in religioso silenzio l’uno affianco all’altra per un tempo indefinito. Fu Angela la prima a rompere quella quiete opprimente.

- Ma… tu sei consapevole di essere solo un insieme di dati che prende forma dalla fantasia dei lettori? Sai che tutto questo non è la realtà?

Il becchino scoppiò in una fragorosa risata e si girò a guardarla.

-Questa è la mia realtà. Io sono di questo mondo come tu sei di fuori e, per quanto mi riguarda, è solo la tua realtà ad essere vacua e priva di significato. Inoltre- continuò girando lo sguardo verso di lei –Per quel che vedo, anche tu ora sei come me! Solo un’accozzaglia di numeri senza un vero significato, no?

Il becchino si fermò.

Le ombre delle tombe disegnavano lunghe ombre sul terriccio scuro. L’aria era statica e pesante, odorava quasi di chiuso.

Improvvisamente, quasi senza che la ragazza se ne accorgesse, alzò la mano e gliela poggiò sulla guancia, in modo deciso eppure incredibilmente delicato.

-Credi che io non provi delle emozioni, dei sentimenti??- Le chiese lui. I suoi occhi erano colmi di lacrime, eppure non c’era pianto nella sua voce.

Il silenzio dominò di nuovo per qualche secondo.

-La tua mano è così…- C’era insicurezza nella voce della giovane.

-Calda?- Finì per lei la frase. –Ne dubitavi, vero?

Angela abbassò lo sguardo. Si sentiva così in colpa per quello che aveva detto. Non le era nemmeno venuto in mente che avrebbe potuto ferirlo parlandogli in questo modo, esattamente come ci si potrebbe rivolgere ad un automa.

-Io…- Sospirò e trovò finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi –Mi spiace…-

Un sorriso amaro si fece spazio nel suo volto e scosse la testa, quasi più a se stesso che a lei. Le cinse le spalle con un braccio e ripresero a camminare. Le uniche due cose che scandivano il passare del tempo erano il ritmo dei loro passi e il battito dei loro cuori.

Dopo quasi un’ora le ombre erano scese ancora di più e Angela quasi non distingueva i lineamenti del ragazzo a fianco a lei. Perché in fondo di un ragazzo si doveva trattare… la voce sembrava ancora immatura sebbene fosse così alto. Ma poi… aveva età? In fondo era nato già…

-Siamo arrivati- La voce del becchino la riscosse dai propri pensieri.

La ragazza guardò davanti a sé: una lapide con una fossa scavata davanti… ma la fossa era vuota. Quasi ci cadde dentro quando fece un passo avanti. Sporgendosi, non riusciva a vedere il fondo.

Il becchino si avvicinò alla lapide e tirò fuori un accendino. Fece cenno all’altra di avvicinarsi. Click. Dieci centimetri di fiamma guizzarono all’improvviso e per un momento la ragazza si ritrasse, stringendo gli occhi che si erano ormai abituati all’oscurità. Due smeraldi nel buio. Questo pensò il becchino vedendo il riflettersi del fuoco negli occhi di lei.

Angela si avvicinò per leggere l’iscrizione sulla lapide, anche se non ne capiva lo scopo. Dopo qualche istante strabuzzò gli occhi e ricadde all’indietro. Era diventata bianca come un fantasma e cominciava a sudare freddo.

-CHE DIAVOLO DI SCHERZO è MAI QUESTO??- Urlò verso l’altro rialzandosi in piedi. –Perché sul quella lapide c’è inciso il mio nome? Ti sembro forse morta??-

Senza aspettare una risposta la ragazza raccolse un sasso da terra e lo lanciò nella fossa.

Attese.

Niente rumore, niente sasso che incontrava qualcosa su cui sbattere, niente fondo. Bella sorpresa, vero Angela?

-Devi saltarci dentro se vuoi uscire da qui-

-Dovevo immaginarmelo…- La ragazza guardò esasperata la fossa. Si preparò a saltare quando il becchino le posò una mano sulla spalla.

-Tu credi…- Cominciò lui - … credi che potrei mai essere amato? In fondo- Allargò le braccia e si guardò con un breve risolino isterico –In fondo hai ragione tu, sono solo un software… un verme… un verme che vive nel buio senza il coraggio di affrontare il mondo là fuori…-

Angela gli si avvicinò e fece scivolare giù il fazzoletto nero che gli copriva il viso. Lentamente si alzò in punta di piedi e posò le proprie labbra sulla guancia del ragazzo. Sì, ora poteva vedere benissimo che non poteva avere più di 18 anni.

-Sai…- disse lei –A volte anche i vermi meritano di essere amati…-

Saltò nella fossa.

Sapeva che non l’avrebbe rivisto mai più.

 

La caduta fu stranamente breve. Il tempo di caricare una pagina web pensò. Quando arrivò in fondo cadde sopra a quel degenerato che avrebbe riconosciuto ovunque, nonostante lo conoscesse da qualche ora: Harrison.

-Prima quel sasso e poi questa esaltata!!! Cos’altro mi dovrà capitare adesso??-

-Beh, le disgrazie non arrivano mai da sole- Disse Jin dietro di lui.

 

Scusate per il ritardo d’aggiornamento -_-‘ chiedo venia. Sono stata una settimana ferma perché non mi andava di scrivere le ultime due battute T-T non mi lincerete mica, vero??? In ogni caso adesso tocca al nostro amatissimo (seee) Darth Harion!

Ciao e commentate!! ^_-

 

 

  
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