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Autore: lelle96meridiesfun    27/08/2013    0 recensioni
Ogni città ha un lato nascosto di cui i dormienti ignorano l'esistenza. Ronnie vive a Boston e la sua vita cambia totalmente in una sola notte, durante un blackout sua sorella viene portata via mentre suo padre scompare. Nel frattempo una serie di misteriosi omicidi comincia a terrorizzare l'America e in men che non si dica il mondo intero. Ronnie sarà catapultata in una feroce lotta, una lotta tra bene e male, una lotta che la riguarda molto da vicino, più di quanto creda...una lotta per la conquista del Mondo Nascosto.
Vi auguro una buona lettura e spero che la storia vi piaccia...lasciate recensioni per farmi sapere cosa ne pensate!
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forse era una delle notti più gelide dell’anno, anzi era decisamente la più fredda, infatti il  termometro appeso al muro della cucina, proprio accanto al calendario, aperto sul mese di Dicembre, segnava zero gradi. Aveva nevicato per tutto il pomeriggio e le finestre erano completamente appannate. C’era un gran silenzio, non si sentiva volare una mosca, se un ladro fosse entrato proprio in quel momento in casa, Emily se ne sarebbe sicuramente accorta. Stava seduta Emily, seduta al tavolo della cucina con i piedi incrociati. Un tavolo decisamente vecchio, eppure pieno di ricordi. I segni che vi erano stati incisi coi coltelli e le punte delle forchette durante i numerosi banchetti in occasione delle feste, erano ricordi che non si sarebbero mai cancellati. La gioia, le risate e il divertimento che si provava durante quei banchetti riaffioravano nella mente di Emily. Ricordi belli, ricordi piacevoli, esperienze che da quella notte non avrebbe più vissuto. Dagli occhi arrossati scendevano lacrime, lacrime amare, perché Emily sapeva bene che quella notte, la sua vita e non solo la sua, sarebbe finita. Sospirava e deglutiva senza staccare lo sguardo dall’orologio, in quelle lancette si concentravano gli ultimi istanti della sua vita, una vita in fondo bella, piacevole, vissuta, piena di emozioni ma anche di delusioni, una vita come le altre insomma, a cui però Emily avrebbe desiderato un finale diverso.

D’un tratto la stanza si riempì di un odore forte, un odore simile a quello dell’acqua ossigenata, che Emily conosceva molto bene, soprattutto le sue ginocchia e i suoi gomiti. Da bambina capitava spesso che mentre correva per i campi, inciampasse graffiandoseli. Ora quelle stesse ginocchia, se le guardava e se le toccava, molti graffi si erano cicatrizzati, divenendo dei segni indelebili della sua spensierata gioventù. L’odore si era fatto più forte, Emily alzò lo sguardo dalle ginocchia e lo vide, bello e possente dinanzi a lei, scalzo come sempre e con le braccia che scendevano lungo il corpo. Una semplice mantella azzurra gli circondava il bacino, lasciando scoperto l’addome, per poi scendere dietro la schiena, da cui spuntavano le larghi ali bianche, mentre i riccioli biondi gli scendevano sulla fronte.  In tutti i modi, Emily cercò di non guardarlo negli occhi, ma non ci riuscì, quegli occhi azzurri la chiamavano, era impossibile non guardarli e non perdercisi dentro. Gli angoli della sua bocca si sollevarono, formando delle simpatiche fossette e dalle labbra fini e sottili una voce profonda gli ricordò che era giunto il momento. Emily si alzò dalla sedia senza alcuna esitazione, passò per l’ultima volta il palmo della mano sul tavolo percorrendo ogni linea e ogni minimo segno. Si diede un’ultima occhiata attorno per poi avanzare a passo lento verso di lui, il quale l’afferrò delicatamente per una mano, guidandola fuori dalla casa. Non appena la porta si aprì, una ventata di aria gelida la investì, mentre lui rimase impassivo, sembrava non avvertire in nessun modo il gelo e il freddo. Il colore dorato dei suoi capelli, risaltava in mezzo a tutto quel bianco, rendendoli ancora più brillanti. Emily mise un piede fuori dalla porta, che in men che non si dica affondò nel fresco manto nevoso.
- Aggrappati a me - gli disse lui.
Emily gli si aggrappò con entrambe le braccia attorno alla vita, quando lui si alzò in volo, spiegando le ali fra i fiocchi di neve che iniziavano nuovamente a cadere dolcemente verso terra. Le ali erano perfettamente coordinate, ogni battito rappresentava un tocco delicato nell’aria gelida. A un paio di metri da terra, Emily si strinse più che poteva a lui, sentendo i muscoli dell’addome contrarsi ad ogni battito di ali. Il panorama che si vedeva da lassù era stupendo, la neve caduta aveva creato un enorme distesa bianca, sulla quale la luce della luna rifletteva, assolutamente spettacolare. Dolcemente, lui iniziò la discesa, non appena i piedi di Emily toccarono terra, si accorse che non si erano allontanati di molto. Si trovavano alle pendici della Dormiente del Sannio, intorno a loro erano circondati da cespugli e arbusti completamente nudi, mentre in lontananza si vedevano le luci della città di Benevento. L’ambiente era decisamente tetro, fra i cespugli spiccava un albero alto, grande e nudo che attirò l’attenzione di Emily.
-Hai indovinato, è il noce quello!
Emily per un secondo rimase in silenzio, era perplessa.
- Come facevi a sapere quello che stavo pensando, sei forse in grado di leggere nel pensiero? - chiese lei.
- Sono in grado di fare questo e molte altre cose! -, rispose lui, - ora muoviamoci, lei ci sta aspettando-
Emily avanzò verso il noce molto lentamente, ma soprattutto molto timorosa.
- Dimmi solo una cosa - disse Emily, - farà male?
- Ma certo che no! - rispose lui, - ricorda, che devi essere fiera del gesto che stai per compiere -, dopodiché iniziò a recitare delle frasi che però Emily non riusciva a comprendere, perché dette a bassa voce, le uniche parole, chiare e concise che giunsero al suo orecchio furono create e legate. D’un tratto, dopo qualche minuto, Emily si sentì qualcosa avvolgersi intorno alla caviglia. Diresse lo sguardo in giù e vide una radice del noce avvolgersi anche intorno all’altro piede. In meno di un secondo, le sue gambe erano completamente bloccate, le radici la spingevano verso il tronco del noce, urlava, imprecava e chiedeva aiuto, ma nessuno avrebbe potuto aiutarla. I suoi capelli mutarono in rami pieni di foglie, le braccia si sollevarono verso il cielo diventando dei flessibili rami e la sua pelle iniziò a tramutare in corteccia dura e spessa. Prima che quest’ultima gli arrivasse a coprire anche gli occhi, Emily vide spuntare due radici dalla terra, diventare due gambe ricoperte di pelle secca e ruvida più della corteccia, seguite man mano da due braccia e da due mani, mentre le sue, Emily ormai non se le sentiva più. Prima di emettere gli ultimi sospiri, provò un senso di terrore e turbamento nello scorgere un volto, ormai quasi un teschio, se non fosse stato per quella pelle da cui era coperto. Cavità nere e profonde al posto degli occhi, della bocca e del naso.  Con quel poco fiato che le era rimasto in gola, Emily emise un urlo, che con molta probabilità nessuno avrebbe mai sentito. Dopodiché la vista iniziò ad oscurarsi, finché i suoi occhi devennero due  cavità nella corteccia dell’albero.
-Amira, mia Signora!- esclamò l’angelo avvicinandosi a quel corpo nudo e in piedi nella neve.- Mia Signora dovete coprirvi, ecco avvolgetevi attorno al mio mantello.
Nel momento esatto in cui il mantello l’avvolse, la donna cadde fra le braccia dell’angelo.- Ho bisogno di…di…
-Non preoccupatevi- la interruppe l’angelo.- C’è del sangue fresco che vi aspetta, riacquisterete presto la vostra forza.
L’angelo si alzò in volo, nel cielo si stava consumando una vera e propria tempesta di neve. Amira si teneva stretta alle sua braccia, mentre nella bocca,  assaporava già il gusto dolce e succoso del sangue. 

  
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