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Autore: Kaori_97    27/08/2013    4 recensioni
Un complicato caso, riguardante un pericoloso serial killer porterà il Lightman Group a collaborare di nuovo con l' FBI.
Una bruttissima sorpresa colpirà Cal, ma sopratutto Gillian.
Genere: Angst, Fluff, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Heeei belli! Scusate per la lunga attesa, sono stata un tantino impegnata ultimamente... Comnque... Spero che il capitolo vi piaccia, è leggermente più lungo rispetto agli altri!


I will save you*




CHAPTER SEVEN


“Aveva detto che l’intervento era riuscito!” Gridò Cal al chirurgo.
“Signore… L’intervento è stato molto difficile, e si… E’ riuscito, ma a volte… succede che il paziente… “
“Cosa vuole dire?!” -Lo interruppe Lightman con gli occhi iniettati di sangue- “Che Gillian non si risveglierà più? E’ questo che sta cercando di dire?!” Continuò scattando in avanti verso il medico, e per non prenderlo per il collo si dovette controllare.
“Noi non possiamo fare niente… Mi dispiace… Ma potrebbe anche risvegliarsi…”
“Oh andiamo! Mi conosce, sa cosa faccio, e entrambi sappiamo che nemmeno lei crede alle sue parole! Sono passate tre settimane! TRE SETTIMANE! Sono tre settimane che  è lì immobile su quel letto, tre settimane che non mangia per davvero, tre settimane che-“
“Dottor Lightman, la paziente…”
“Gillian.” Precisò Cal.
“Non è in coma reversibile, a almeno non ancora. E le assicuro che sta ricevendo tutti i nutrimenti necessari, que-“
“Ma lo vede anche lei? Sta dimagrendo a vista d’occhio!! E poi che vuol dire ‘non ancora’?” Cal era furibondo.
“E’ normale perdere peso dopo un’ intervento di questa portata…”
“Le dico io cosa è normale! E’ normale che se Foster non si sveglia più le spacco la faccia!”
“Posso capire che lei sia stressato, ma noi stiamo facendo il possibile per…”
“No lei non può capire u-”
“Papà!”
Cal fu interrotto da Emily che entrò nella stanza con due caffè in mano, che appena vide la scena tra suo padre e il medico, posò sul comodino vicino, per andare fermarli.
La ragazza si scusò con il dottore, che poco dopo se ne andò.
Non aveva mai visto suo padre in quello stato, era un misto di senso di colpa, rabbia, tristezza, impotenza e dolore. Un grande dolore.
La giovane abbracciò Cal e lui automaticamente le avvolse le spalle con le sue braccia.
“Vedrai che si sveglierà papà… Si sveglierà.”

Quando si separarono Emily riprese i caffè e ne porse uno al padre che andò a sedersi sulla sedia accanto al letto di Gillian e le presa la mano fragile e sottile e con delicatezza la strinse e la baciò.
Era gelida, a al tocco le labbra di Cal si gelarono .
Era molto tempo che lui e Gillian non passavano del vero tempo insieme.  Anche a causa del suo nuovo “fidanzato” che poi si è rivelato uno psicopatico omicida. Ed era per colpa sua se ora lei era qui in ospedale, in coma da tre maledette settimane. Per di più quelle orribili macchie blu sul collo erano ancora li, a farle ricordare quanto lei debba aver sofferto. Poi c’erano anche quelle dannate ustioni… Dio sembrava così fragile che aveva persino paura di toccarla.
La giovane gli si avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla.
“Papà, vai a casa.” Disse dolcemente.
“Non posso devo restare qui con lei…”
“Rimango io con Gillian, tu adesso devi andare a casa a riposare ma  un po’ mangiare qualcosa e fari una doccia.” Insisté.
Cal sospirò.- “Va bene, chiamai per qualsiasi cosa… Tornerò qui prima di stasera.”
Carezzò un ultima volta la mano di Foster, poi si sporse per darle un bacio sulla fronte e senza che sua figlia potesse sentirlo sussurrò parole dolci all’orecchio della sua amica. Poi prese la giacca, salutò sua figlia e uscì dall’ospedale.
La piccola Lightman prese il posto del padre sulla sedia.
“Hey Gill… Mi senti?” -Chiese la ragazza sperando che Foster potesse sentirla.- “Devi svegliarti! Ci manchi molto sai? Manchi a tutti! Soprattutto a papà… E’ distrutto… Non va più a lavoro ed è tanto se si fa la doccia una volta a settimana…” -Disse prendendo la mano pallida della donna- “Non vuole mai lasciarti qui da sola… Ogni volta è una battaglia con lui per farlo andare a casa a darsi una sistemata… Si da la colpa di tutto… Perché lui dice che avrebbe dovuto vederlo, che se ne sarebbe dovuto accorgere che qualcosa non andava…” -Emily sospirò- “Sai… Lui ti ama tantissimo… Ti ama veramente… Penso che sia per questo che non lo ha capito… Perché era geloso… Talmente tanto che è rimasto accecato e… Beh… E’  successo tutto questo casino…” -La giovane strinse poco di più la mano di Gillian- “Perciò… Devi svegliarti… O lui non se lo perdonerà mai… Ti prego Gillian… Svegliati…” - Concluse lasciandole la mano per asciugarsi una lacrima che le aveva rigato la guancia.


...Cinque giorni dopo*


Cal come sempre era all’ospedale da Foster, e stava parlando al telefono con Eli. E girovagava per la stanza.
“Quali parte di ‘Dovete cavarvela da soli’ non capisci?! ... No! ... Non mi interessa! Dille che sono occupato! Non ho intenzione di-” Qualcosa attirò la sua attenzione: Foster aveva appena prodotto un piccolo gemito.
“Devo andare.” Lighaman riattacco senza spiegazioni e subito si avvicinò a lei.
“Foster?” -Le prese la mano- “Gillian mi senti?”
“Mmghh”
Cal corse ad affacciarsi alla porta- “Ho bisogno di un dottore! Mi serve un dottore!” -Poi tornò subito da lei- “Tesoro riesci a sentirmi?” Cominciò a carezzarle la guancia ma subito arrivo il dottore seguito da due infermiere e fu costretto ad allontanarsi.
Le parole che dissero da quel momento in poi furono per lui incomprensibili, ma dopo pochi secondi la riconobbe. Era la sua voce, impaurita e confusa:
“CAL!” La sentì mentre lo chiamava, con un grido spaventato. “Cal! Dove…”
Lei era circondata da gente sconosciuta che  non faceva atro che dire cose che per lei non avevano senso, e che non voleva capire, lei ora voleva solo Cal.
“Dottoressa Foster è al Washington Hospital Center, io sono il dott-”
“Cal! Dové Cal?” Chiese agitata mentre si guardava intorno.
“Sono qui tesoro, sono qui!” L’uomo si spostò in avanti e sorpassò una delle infermiere
I  loro occhi si incontrarono per un secondo ma Lightman fu costretto subito ad arretrare.
“Stia indietro, dobbiamo visitarla!” Lo ammonì il dottore.
Questo scatto improvviso però causò ancora più confusione nella testa di Gillian.
“No! No! Lasciami andare!”
“Dottoressa Foster la prego, si calmi, è in ospedale, ha subito un duro intervento.”
“Mi lasci passare!” -Disse Cal imbucandosi  di nuovo e prendendole la mano- “Tesoro va tutto bene, sei al sicuro adesso! Devono solo visitarti, puoi stare tranquilla.” Quando la ebbe rassicurata si allontanò per permettere ai medici di lavorare.
La donna lo seguì con lo sguardo, ora era un po’ più calma.

Quando la visita fu finita Cal e Gillian rimasero soli.
L’uomo  le si avvicinò e si sedé al bordo del letto, avrebbe tanto voluto abbracciarla, ma aveva paura di farle del male, così si limitò a carezzale la pallida guancia inumidita da qualche lacrima silenziosa.
“Hey hey, tesoro… Va tutto bene” La rassicurò  mentre manteneva il contato tra di loro.
“Dové? Dové lui?” Chiese con voce tremante.
“Lo hanno arrestato Gill, lo hanno preso.” Rispose dolcemente.
La donna provò a sollevarsi un po’ ma appena ci provò un dolore lancinante la colpì allo stomaco ed emise un leggero gemito per il dolore.
“Piano, piano… Vuoi che ti alzi un po’ lo schienale del letto?”
Foster annuì, come le lacrime cominciarono di nuovo a scendere lungo il suo viso. Odiava questo senso di impotenza, odiava non riuscire a muoversi liberamente, odiava il dolore praticamente ovunque nel suo corpo e odiava l’intera situazione. E Lightman la odiava anche più di lei, avrebbe dato qualsiasi cosa per essere al suo posto ora. Vedere la sua migliore amica così lo destabilizzava, non era abituato. Di solito Gillian Foster era sempre allegra spensierata con un sorriso raggiante  che riusciva sempre a scaldare il suo cuore. O la sua risata cristallina che per lui era come l’ossigeno.  Tutte queste cose, essenziali per lui, ora non c’erano. La sola cosa che lo teneva a galla era il fatto che Gillian era viva! E ora anche sveglia! E di una cosa era sicuro, lui non l’avrebbe lasciata nemmeno per un secondo.
Ora aveva bisogno di sentire la sua voce, aveva aperto bocca si e no, due volte da quando si era ripresa.
Cal sospirò- “Come ti senti?”
*Domanda stupida…*
La donna alzò le spalle e fece una smorfia con la bocca.- “Bene…  Credo…” Rispose fissando un punto vuoto davanti a lei
L’uomo la guardò, chiunque avrebbe capito che stava mentendo, il dolore era chiaro nella sua espressione.
“Mi dispiace tanto Gill…” -Le disse baciandole la mano.
“Non- Non è colpa tua, lo sai.” Disse portando una mano alla gola che le doleva.
“Ma avrei potuto evitarlo…”
“No.” Affermò Gillian chiudendo gli occhi e scuotendo la testa.
“No..?” Chiese confuso Cal.
“No. Non avresti potuto. Non avresti potuto fare nulla…”
“Si, quando vi ho seguiti a quel ristorante, quando lo ho visto in faccia…  Avrei dovuto capi-“
Lei posò la mano sopra quella di Cal e finalmente si girò verso di lui, poi la strinse.
“No. Cal… Non puoi sempre vedere tutto… E nemmeno io… non devi darti la colpa… Ti prego.”
il discorso di Gillian non aveva lo aveva convinto per niente, ma era felice che avesse creato quel contatto con lui.
“Beh tesoro… Comunque il peggio deve ancora venire… Sappi che da ora in poi non ti libererai di me tanto facilmente, ti seguirò ovunque, anche in bagno!” Scherzò lui
Gillian sorrise, Cal era bravo in queste cose, lui riusciva sempre a farla ridere anche nei momenti peggiori, come quando a casa sua c’era la sorellina di Torres e quei ragazzi avevano fatto irruzione, lui la aveva fatta ridere dicendole “Sei una bambina piagnucolosa” e questa era una delle cose che amava di lui.
Cal rispose al suo sorriso e anche alla stretta di mano, dato che in quel momento era l’unica cosa che poteve fare.


...Una settimana dopo*
 

I suoi muscoli non sembravano voler collaborare.
Cal la teneva per il braccio destro e Emily per il sinistro mentre Gillian cercava di disporre il suo peso in modo uguale su tutte e due le gambe.
"Bene dottoressa Foster." L'infermiera davanti a lei sorrise.
Gillian si chiese perché mai lei stessa fosse così eccitata, sapendo che se uno dei due la lasciava andare, sarebbe caduta. 
Ma la reazione dell’ infermiera era positiva, così pensò che dopo tutto non stava andando così male,  che era un buon primo tentativo. 
Le sue gambe si stabilirono un po’, così Gillian tentò di fare un passo.
"Attenta tesoro!" la donna poteva sentire la preoccupazione nella voce di Cal, e se non si sbagliava, una punta di orgoglio.
Quando provò a spostarsi completamente con il peso sulla gamba davanti vacillò.
"Va bene, penso che possa essere sufficiente per ora." Renee, l’infermiera,  prese il posto di Emily e la accompagnò verso il letto e Cal seguì l'esempio. 
"Molto bene. Proveremo ancora tra un po’."
“Sei stata brava Gillian!” Affermò Emily, mentre suo padre e l’infermiera  si allontanarono un po’.
Lui era  preoccupato perché lei sembrava un po' pallida.-  "E 'normale?" Chiese.
"Sì, lo è. Lei non ha usato i suoi muscoli per molti giorni, è per questo che è debole, le ci vorrà un po’ per riprendere tutte le sue forze. E la grande cicatrice  nel suo addome è ancora in via di guarigione e i punti potrebbero farle male." -Renee sorrise velocemente- “Ma lei starà bene.”
Lui annuì prima di avvicinarsi a Gillian, e prenderle la mano.
"Okay, tornerò più tardi per provare di nuovo. Se hai bisogno di qualsiasi cosa sai cosa fare." L’infermiere sorrise a entrambi prima di uscire fuori.
“Vado anche io, domani ho un test importante, devo studiare.” Emily li salutò e poi se ne andò
Nel momento in cui Cal ha aperto bocca, un inserviente entrò con un vassoio di cibo.- "Mi dispiace, niente di speciale."-  Il giovane ha tirato fuori il  tavolino dal mobile vicino a Gillian e posò il vassoio sorridendo. 
 Uscì dalla stanza e Cal lo seguì nel corridoio. Sentiva gli occhi curiosi di Gillian su di lui mentre si allontanava
"Hey tu, pensi che potresti farmi un favore?"
"Certo, se posso."
"Potresti far avere un budino al cioccolato alla mia amica?" Cal teneva la voce bassa.
"Uhm, non so…" Si fermò, si voltò a guardarla seduta sul letto prima di tornare  guardare Lightman.- "Vado a controllare. Non posso promettere niente, però…”
“Grazie.”
"Non c'è problema". Il giovane fece un piccolo cenno del capo prima di tornare al suo lavoro e proseguendo lungo il corridoio.
"Di che si trattava?" Gillian alzò un sopracciglio mentre Cal tornava verso di lei
"Niente. Perché?” -Si sedette sulla solita sedia accanto al letto- "Ha intenzione di mangiare?"
Brodo vegetale, una fettina di petto di pollo con patate e gelatina al limone.
Gillian rispose con un sguardo vagamente disinteressato. "Credo... Ma non il pollo… No.”
Cal era di nuovo in piedi.- “Cos’ ha che non vai pollo? Voglio dire… Non farà poi così schifo…”
“Io… Io non ce la faccio” All’improvviso Gillian era tornata triste e si portò una mano sulla spalla, dove era rimasta la cicatrice di una delle bruciature.- “Ho sentito la puzza della mia carne bruciare Cal. Era insopportabile e nauseante. E faceva male. Io… Io non posso credere che anche gli animali da allevamento subiscano questo dolore. Ora che lo so… Io… Io non ce la faccio” Terminò stringendosi sulle spalle.
Cal sospirò…- "Non ti preoccupare tesoro… Ma ti dico una cosa. Se mangi tutti il resto come una brava ragazza forse ci sarà una sorpresa per te." Sperava di essere riuscito a distrarla di nuovo come lei fece un sorriso sospettoso.
"Che cosa? Tu non ti fidi di me?" Si finse offeso.
"E 'una domanda trabocchetto?" Domandò Foster.
Cal le sorrise, poi le diede un buffetto sulla guancia.- “Forse, ma ora mangia!” 






Kaori_97
Alloraaaa, in teoria questo é il penultimo capitolo... E dato che questa ff fa parte di una serie, di non so ancora quante storie, vi avverto che da ora in poi (nelle mie ff) Gillian sarà vegetariana, mi dispiace se questo cambiamento del personaggio possa dare fastidio a qualcuno, ma io Gillian vegetariana ce la vedo troppo bene! 
Spero continuerete a seguirmi!
Un  bacio

Ps. Viva i vegetariani YEEEAH.



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